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Autore: LalyBlackangel    24/03/2006    11 recensioni
Seconda Ron-Hermione per la piccola LalyBlackangel, che cercherà di convincere _chan_ a insegnarle l'html perchè è leggermente impedita... Passiamo alle cose serie:Il ragazzo voltò lo sguardo verso i libri: Erano sei quaderni che lui non aveva mai visto, sembravano fittamente scritti. Prese in mano quello che sembrava più vecchio e lesse l’etichetta scritta con l’inconfondibile grafia ordinata di Hermione, solo un po’ più infantile: Diario del primo anno ad Hogwarts. Il diario di prima di Hermione? Lesse anche le etichette degli altri cinque, e vide che erano tutti i suoi diari, divisi per anno. Leggo o non leggo? Questo è il dilemma!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diary

Ron salì le scale che portavano alla camera delle ragazze facendo più rumore possibile, in modo che l’unica tra le due occupanti che in quel momento era a letto si svegliasse prima del suo arrivo.
Tirò il fiato davanti alla porta per aver fatto tre piani tutti di corsa ed abbassò leggermente la maniglia, ma quando entrò non vide Hermione addormentata, come invece si aspettava.
Era invece seduta sul letto con la schiena appoggiata sul cuscino, addosso aveva una maglietta enorme dei Cannoni di Chudley (sicuramente trafugata dal suo armadio) e un paio di cortissimi pantaloncini blu che lasciavano intravedere (con sua somma gioia) buona parte delle cosce, attorno a lei c’erano alcuni grossi quaderni sparsi sul materasso; Hermione leggeva uno di questi con gli occhi luccicanti.
Ron si sentì mancare quando la vide, ma appena notò il sorriso malinconico sul suo viso, si tranquillizzò.
“Ciao, Herm. Allora sei sveglia.”
Sussultando, la ragazza distolse gli occhi da uno di questi, sorridendo ancora di più.
“Ciao Ron. Si, ero sveglia. Perché mi chiami a quest’ora? Sono solo le nove, ed è vacanza…”
“C’è la riunione dell’Ordine, Herm.”
“Oddio, me ne ero completamente dimenticata! Faccio una doccia, mi preparo e arrivo.”
“Ok, ti aspetto.”
Prese un asciugamano e della biancheria ed uscì dalla stanza, lasciando Ron solo.
Il ragazzo voltò lo sguardo verso i libri: erano sei quaderni che lui non aveva mai visto, sembravano fittamente scritti.
Prese in mano quello che sembrava più vecchio e lesse l’etichetta scritta con l’inconfondibile grafia ordinata di Hermione, solo un po’ più infantile: Diario del primo anno ad Hogwarts.
Il diario di prima di Hermione?
Lesse anche le etichette degli altri cinque, e vide che erano tutti i suoi diari, divisi per anno.
Leggo o non leggo? Questo è il dilemma!
Mandando al diavolo la ferrea regola che comportava che un uomo non dovesse MAI leggere il diario di una donna, Ron aprì il diario più vecchio alla prima pagina.

1° Settembre
Caro diario,
oggi è stato il mio primo giorno di scuola a Hogwarts.
E’ stato così emozionante: l’ingresso in Sala Grande, lo Smistamento, il discorso del Cappello Parlante…
Ed ora sono una Grifondoro!
Ma ti racconto tutto dall’inizio, perché è stato proprio da ridere.
Beh, all’inizio in realtà ho pianto tanto perché ho dovuto separarmi dai miei genitori a King’s Cross.
Dopo che sono salita in treno ho preso uno scompartimento dove c’erano un gruppo di ragazzine che erano oche in modo terribile.
Tre, Lavanda Brown e due gemelle, Calì e Padma Patil, chiocciavano tra di loro prendendo in giro la quarta, una gallina col muso di carlino antipaticissima di nome Pansy Parkinson, che non faceva altro che vantarsi di avere un ragazzo di nome Draco Malfoy.
Ad un certo punto si mette ad urlare “Dracuccio mio!” come una forsennata verso un biondino ossigenato, pallido come un cadavere e magro come uno stecco, che aveva due armadi ciccioni come guardie del corpo.
Quando il ragazzino l’ha scacciata via in malo modo, ho riso come una pazza.
Poi sono uscita perché non ce la facevo più a sentire quelle tre ridacchiare dei miei capelli, e ho incontrato un ragazzo che aveva perso il suo rospo.
Mentre lo aiutavo, due gemelli dai capelli rossi correvano in giro per il treno urlando “Ronnie piccolino ha qualcosa sul nasino!”, ed una ragazza cinese, mi pare che si chiami Cho Chang, diceva a tutti che sul treno c’era Harry Potter.
Ad un certo punto entro in uno scompartimento e vedo un ragazzino dai capelli rossi che stava facendo una magia ed un ragazzo moro con gli occhiali tondi che lo guardava.
Mi misi a guardare anche io la magia, ma la formula era così stupida che non mi aveva stupita che non fosse riuscita.
Quello rosso si chiama Ron Weasley, mentre l’altro, non ci crederai, è il famosissimo Harry Potter.
Ovviamente sapevo tutto di lui, ma non pensavo che avesse la faccia così da… scemo?
Ma l’altro sembrava ancora più stupido, soprattutto quando gli ho detto che aveva dello sporco sul naso: mammamia, che faccia da ebete che ha fatto!
Poi siamo arrivati ad Hogwarts su delle piccole barchette attraversando il lago, la professoressa Mc Granitt ci ha chiamati per nome per smistarci e…
Sono a Grifondoro, la casa dei coraggiosi!
Con me ci sono anche Lavanda, Calì, Neville (il ragazzo del rospo), Harry, Ron e altri due ragazzi che non conosco ancora, ma che si chiamano Seamus Finnigan e Dean Thomas.
Sono ancora molto emozionata dalla serata, e sono molto felice.
Ora ti saluto, perché devo dormire che domani iniziano le lezioni! Non vedo l’ora!
Hermione

Ron incurvò leggermente le labbra in un sorriso: era bello sentir riaffiorare quei ricordi nascosti nei meandri del passato leggendo quelle pagine.
E poi, chi mai avrebbe immaginato allora che sei anni dopo sarebbero stati coinvolti in quella orribile guerra.
Erano così allegri e spensierati a quel tempo, così bambini.
Avrebbe dato l’anima per tornare a quegli anni, per tornare a ridere ed ad essere felici.
Pregando che non apparisse Lucifero per quello che aveva pensato, scorse veloce le pagine fino a che una data non attirò la sua attenzione.

31 Ottobre
Caro diario,
oggi sono successe tantissime cose, ma cercherò d’essere breve, visto che ho un sonno pazzesco.
Stamattina a Incantesimi abbiamo imparato il Wingardium Leviosa, e Ron era in coppia con me.
Quando non è riuscito a fare l’incantesimo, allora gli ho detto come fare, e lui a fine lezione dice che sono insopportabile.
“E’ Leviòsa, non Leviosà!”
Accidenti, quanto mi da ancora fastidio!
Mi veniva da piangere e così, invece di andare a cena, mi nascondo nel bagno delle ragazze.
Senonché ad un certo punto entra un troll di montagna enorme, e inizio ad urlare dalla paura.
E chi arriva? Ron e Harry che brandiscono le bacchette ed iniziano a lottare con il troll!
Harry si è aggrappato al suo collo e gli ha ficcato la bacchetta nel naso (che schifo!) e Ron ha fatto un perfetto Wingardium Leziosa e lo ha colpito con la sua stessa clava!
Beh, i professori quando arrivarono erano arrabbiatissimi, ma mi sono presa io tutta la responsabilità.
Ron era così stupito che gli cadde la bacchetta di mano!
Una volta in sala comune ci siamo solo detti un “Grazie” e poi siamo andati via.
Però credo di essere diventata loro amica!
Sono felice, forse di più di quando è iniziata la scuola.
Hermione.

E chi se lo dimenticava quel giorno!
Era stato troppo divertente!
Ron non si ricordava di essere stato così stupito de lasciar cadere la bacchetta, ma un diario di Hermione era decisamente più attendibile della sua memoria.
In compenso si ricordava che da quel giorno essere amico di Hermione non gli era più bastato.
Poco tempo dopo non gli sarebbe nemmeno bastato essere il suo migliore amico.
Era un ruolo che non era mai riuscito a scollarsi di dosso, ruolo che gli stava tutt’ora molto stretto.
Eppure leggere quelle poche righe gli avevano ricordato quanto la loro amicizia fosse stata solo un puro frutto del caso, e, di conseguenza, quanto fosse fortunato ad averla accanto anche solo come amica.
Mise il diario sul letto e subito ricominciò il conflitto interiore: Leggo anche il secondo?
Ovvio che sì!
Era quasi alla fine, quando una pagina lo fece soffermare più a lungo.

12 Giugno
Caro diario,
è tantissimo che non scrivo, ma ero stata pietrificata dal Basilisco della Camera dei Segreti.
Ho appena saputo che Harry e Ron sono entrati dentro e hanno salvato Ginny dal giovane Tu-Sai-Chi, che in realtà si chiama Tom Riddle, a quanto pare.
Harry è ancora nell’ufficio di Silente che parla con lui, mentre ho già incontrato Ron.
Ero così contenta di vederlo che l’ho subito abbracciato fortissimo, e lui è diventato tutto rosso.
E’ così carino quando arrossisce!
Sembra timido e impacciato, un tenero cucciolone!
Madama Chips mi ha detto anche che lui si intrufolava ogni notte in infermeria per accarezzarmi la mano e darmi la buonanotte.
E’ stato bellissimo sentirlo.
Il mio cuore si è messo a battere fortissimo.
Ora ti saluto, ti racconterò meglio domani sera.
Hermione.

Sorrise di nuovo, stavolta un po’ più nostalgico di prima.
Se le ricordava benissimo tutte le notti che quell’anno aveva “preso in prestito” di nascosto il mantello di Harry per andare da lei, a guardarla immobile su quel letto.
Chissà se Madama Chips le aveva detto quanto lui aveva pianto seduto su quel materasso, stringendo la sua mano fredda.
Non aveva mai pianto tanto in vita sua come in quei momenti.
Era arrivato a pensare di morire purché lei restasse viva.
E lo pensava anche in quel momento, ora che la Guerra metteva in pericolo le loro vite.
Mai era stato più convinto dei suoi pensieri: se fosse servito, sarebbe morto per la vita di lei, anche in quell’istante.
Prese il terzo diario con gli occhi che già luccicavano, mentre nel bagno accanto l’acqua scrosciava senza sosta.
Molto probabilmente sul corpo di Hermione.
Questo lo fece arrossire, ma lo fece anche ricordare che era un uomo, perciò non doveva piangere* [*Che stupida convinzione! N.d.R.], quindi si asciugò le lacrime col dorso della mano e aprì il quadernetto.

23 Marzo
Caro diario,
non avrei mai pensato di poter fare una cosa del genere.
Ho lasciato una lezione, insultando la professoressa, per di più!
Beh, la professoressa è la Cooman, quindi non ho fatto una cosa poi così terribile…
Visto, l’ho fatto di nuovo!
Ho parlato male di una prof!
A volte temo che la vicinanza di Ron e Harry mi faccia male…
Però, anche se molte volte litigo con Ron, con loro mi trovo bene.
Certo che però lui è proprio stupido!
Prima si lamenta di Crosta, e poi litiga con me se Grattastinchi se lo è mangiato.
Ma accidenti a lui, è un gatto! E’ nella sua natura mangiare i topi.
Se non voleva che Grattastinchi se lo mangiasse, doveva tenerlo meglio quel suo cavolo di sorcio spelacchiato e inutile!
Ecco, sono pure diventata volgare!
Sì, la loro vicinanza mi fa veramente male; però vicino a loro non ci si annoia mai.
Harry è una vera e propria calamita per i guai (ora, per esempio, ha un evaso da Azkaban alle costole!) e Ron…
Beh, anche lui in quanto a guai non scherza, specie se si tratta di Malfoy!
O mio Dio! Ho detto che mi piacciono i guai!
Meglio che per oggi la smetta qui, prima di dire cose di cui potrei pentirmi.
Hermione.

Ron rise (piano) a quella pagina.
Altro giorno memorabile della sua carriera scolastica: Hermione che si mette contro una prof!
E’ stato fantastico vederla urlare contro un’autorità.
Era stato un po’ meno fantastico quando avevano litigato per quel gatto, anche perché dopo si era rivelato essere notevolmente meno stupido di quanto in realtà non fosse.
Odiava aver avuto torto, ma doveva per forza di cose ammetterlo.
Quella bestiaccia era intelligente quasi quanto la padrona. No, era più intelligente della padrona.
Lui, nel suo piccolo, si era accorto di quanto Ron fosse innamorato di lei, mentre la ragazza non lo aveva mai capito.
Ogni tanto scappava dalle carezze di Hermione per farsi seguire e portarla accanto a lui, invano.
Sì, Grattastinchi era sicuramente più intelligente di Hermione.
L’acqua continuava a scendere e Ron guardò l’orologio: mezz’ora.
Ma quanto accidenti durava una doccia di Hermione?
Un’eternità?
Vabè, almeno avrebbe avuto il tempo di leggere ancora un po’.
Si rese conto di essere curioso come una vecchia zitella, ma era molto difficile trattenersi.
Il quarto diario iniziava ad essere molto più grosso e pesante dei primi tre.
C’erano pagine scritte fitte fitte, altre quasi interamente vuote, apparte per una riga o due.
Fogli scritti da una grafia dura e spigolosa erano sparsi qua e là, accuratamente piegati e messi tra le pagine: i bigliettini di Krum.
Una morsa gli serrò lo stomaco; ecco un altro dei suoi errori più grandi, il più madornale di tutti: non aver invitato al ballo Hermione.
Stavolta la lacrima riuscì ad uscire dal suo occhio celeste e a cadere muta sulla copertina del diario.
Non si dette nemmeno la pena di trattenerla, tanto non ci sarebbe riuscito.
Sapeva dove doveva andare a leggere, e saltò sistematicamente tutte le pagine prima.
La pagina era segnata da un pezzo di seta rosa, ed era sporcata da macchie tonde e irregolari di bagnato, che avevano sciolto l’inchiostro nero in più punti.
Mentre leggeva, a quelle macchie se ne aggiunse una, ed un’altra ancora, molto più fresche.

25 Dicembre
Caro diario,
non ho mai passato un Natale peggiore in vita mia.
E tutto per colpa di Ron.
Prima litiga con Harry, e io devo fare la spola tra i due.
Ok.
Poi lo vuole aiutare in modo indiretto, e io mi presto a quella stupida buffonata di Seamus, Lavanda e quel cavolo che è, che non ci ho capito una mazza neanche io.
Ok.
Ma non sopporto che prima non mi inviti al ballo e poi mi faccia le scenate perché ci vado con Krum!
Lo odio! E’ un idiota completo! Non capisce niente! E’ rincoglionito come uno Schiopodo morto!
Ma allora perché ci tenevo così tanto ad un suo invito?
“E’ vero, sei una ragazza, Hermione.”
Ma vaffanculo!
Mi fa anche essere volgare, accidenti a lui!
E, come se non bastasse, anche stasera rovina tutto con un’altra scenata, rovinando anche il mio primo vero bacio!
Sì, Krum mi ha baciata, ma a me non è piaciuto.
Beh, forse questa non è colpa di Ron…
Anzi, è colpa di Ron anche questa, perché magari mi sarebbe piaciuto di più il bacio se non stessi pensando a quello stupido!
Il perché, poi, non lo so.
Lo odio, davvero!
Hermione.

Gli stava facendo così male leggere quelle parole, ma pensò che in fondo se le meritava: era stato davvero un idiota.
Si ricordava quello che aveva pensato, e questo lo fece stare ancora peggio: Ho appena fatto pace con Harry, se la invito, mi sfotte a vita!
Idiota, imbecille, cretino, e perché no, anche coglione.
Era decisamente il termine migliore per descriverlo.
Lui era una grandissimo, fottutissimo coglione di prima categoria.
Si asciugò di nuovo le lacrime.
Sentendo la doccia che funzionava ancora, si chiese con che faccia l’avrebbe guardata al suo ritorno in camera.
Di sicuro non doveva dirle che aveva letto i diari: morire a diciassette anni non doveva essere bello.
Ma sarebbe riuscito a far finta di nulla?
Non credeva proprio.
Senza quasi rendersene conto, prese il quinto diario.
Lo sfogliò distrattamente, ne lesse solo la terzultima pagina, che invece lo fece leggermente sorridere, di un sorriso molto amaro e triste come le parole scritte con una grafia incerta e a scatti.

17 Giugno
Caro diario,
mi sono appena risvegliata dalla battaglia dell’altra sera al Ministero della Magia.
Ginny e Ron sono in infermeria con me, Harry non esce dal dormitorio da ieri mattina.
Ginny mi ha appena raccontato come sono andate le cose.
Era con Ron e Luna, quando un Mangiamorte ha urlato loro che io ero morta e Ron gli si è gettato addosso “come un folle”.
Il Mangiamorte ha pensato bene di farlo diventare matto per davvero con un incantesimo, e nel delirio si è attirato addosso dei cervelli che lo hanno ferito profondamente.
Poi mi ha detto che Sirius è morto, ucciso da Bellatrix Lestrange.
Si capisce perché Harry è sparito alla vista di tutto e di tutti.
Ma sono convinta che è in grado di superare questo momento, chi mi preoccupa di più ora è Ron.
Delira in continuazione, quando non ride per qualsiasi cosa veda, urla di dolore per i ricordi terribili che i cervelli gli hanno messo dentro.
E tutto questo perché un Mangiamorte ha voluto provocarlo dicendogli che ero morta.
Non riesco ad immaginare come deve essersi sentito pensando che la propria migliore amica era morta.
Non so nemmeno cosa avrei fatto io al suo posto.
Certamente non avrei retto il colpo.
Pensare che era stato così dolce nella stanza delle Profezie, quando ha sentito che tremavo e mi ha preso la mano cercando di darmi un po’ di coraggio.
Devo avergliela stritolata quella mano, povero.
Però è stato bello averlo vicino in quell’istante, mi sono sentita come se per un secondo non fossimo stati lì, ma in un luogo felice e senza pensieri.
Chissà se ce ne sarà mai uno, ora che è iniziata la Seconda Guerra Magica.
Hermione.

Come si era sentito in quel momento?
Disperato, impotente, terribilmente furioso ed in grado di uccidere chiunque si fosse messo tra lui e quel Mangiamorte.
Aveva avuto la morte dentro, il completo deserto nel cuore.
Se non fosse impazzito per l’incantesimo, forse si sarebbe ucciso.
Era stato il peggior momento della sua vita.
Perché per lui non era morta una migliore amica, ma la donna che più amava in vita sua.
Altro che Lavanda, era stato solo per far ingelosire Hermione.
A pensare al nome Lavanda, diresse gli occhi verso il sesto diario.
Tese bene le orecchie e sentì ancora l’acqua scorrere.
Benedicendo il Signore che Hermione fosse così lunga nel farsi una semplice doccia, Ron sfogliò avido l’ultimo libro.
Eccola, la pagina che cercava!

29 Aprile
Caro diario,
oggi Harry ha usato la Felix Felicis, e i suoi effetti si sono ripercossi anche su di noi.
Ginny ha mollato Dean, per la palese gioia di Harry, ma di questo me ne frega relativamente poco.
La cosa bella è che Ron è stato mollato da Lavanda!
Questa è da raccontare, perché è da millennio.
Siamo usciti dal dormitorio maschile, ovviamente Harry era sotto il mantello, perciò solo Ron e io eravamo visibili.
Senonchè arriva Lavanda seguita dal suo segugio Calì e si mette a urlare come un’oca: “Cosa ci facevi lassù con lei?”
“Guarda che lei ha un nome.”borbottò.
“Non mi interessa, cosa facevi con lei?”
“Parlavamo, è un reato?”
Anche Ron iniziava ad alzare la voce.
“Lo sai che non ti credo?”
“Lo sai che sei proprio una stressacazzi?”
Ginny smette per un attimo di litigare con Dean e si mette a ridere come un’ebete, alcune ragazze si mettono a borbottare che le sta bene e che era la giusta punizione per non aver mai smesso di stare appiccicata a Ron come colla.
Lavanda ci rimane malissimo, ma continua a starnazzare: “Cos’è che sarei io?”
“Cos’è, oltre che a una stressacazzi sei anche sorda?” urla Seamus.
Ron si mette a riderle in faccia, mentre lei è di un colore molto tendente al viola.
“Sei uno stronzo!”
“Ma va a cagare, va!”
Tutti si mettono a ridere (devo ammetterlo, io compresa!) e Lavanda diventa fucsia.
“Basta, tra noi due è finita!”
La voce beffarda di un ragazzo di settima si fa sentire dal mezzo della sala Comune, che si è riempita.
“Guarda che l’unica a non averlo ancora capito sei tu!”
Ron ride di nuovo insieme a tutti gli altri.
Quando finisce la guarda con le lacrime agli occhi dal ridere.
“Finalmente, oserei dire!”
Dal “pubblico” si leva un enorme applauso con tanto di fischi per Lavanda.
E’ stato grandioso, e vedere Lavanda qui ancora imbronciata e lacrimante mi fa ancora venire la voglia di riderle addosso.
Hermione.

Ron rise di gusto.
Era stato davvero divertente; anche se dopo aveva dovuto nascondersi fino alla fine della scuola, ne era valsa la pena.
Era stato un peccato che non ci fosse stato Harry in quel momento.
Se ci fosse stato lui, altro che le battute di Seamus e di quello di settima!
Il divertimento sarebbe stato il triplo!
In realtà Harry non sapeva ancora quello che era successo per filo e per segno quella sera.
Anche perché con tutto quello che era successo dopo, compresa la morte di Silente, non c’era stato il tempo di dirglielo.
Ron si intristì di nuovo. Andò all’ultima pagina del diario e lesse le poche ultime righe scritte.

10 Giugno
Caro diario,
oggi c’è stato il funerale di Silente.
Non torneremo a scuola l’anno prossimo, ma andremo con Harry a cercare gli Horcrux.
Ti scrivo queste poche righe sul treno che prenderò per l’ultima volta.
Ron mi è stato tanto vicino in questi giorni. Mi ha offerto la sua spalla per piangere, mi ha consolata, mi ha stretta a sé.
Ora posso dirlo con assoluta certezza: lo amo da morire.
Hermione.

Mi ama? Mi ama? Oddio!
I battiti cardiaci gli accelerarono nel petto, portandogli il cuore in gola.
Lo amava! Lo ricambiava, e lui non se ne era mai accorto.
Ritornò con la mente al discorso di quanto fosse idiota, quando sentì l’acqua spegnersi.
Chiuse il diario di scatto e si buttò sul letto di sua sorella, stendendosi a pancia in su cercando di darsi un’aria il più possibile neutra.
Due minuti dopo arrivò Hermione, il corpo coperto solo da un corto asciugamano (Troppo corto, dannazione! Così le salto addosso!) [Porco! N.d.R.], i capelli mossi e morbidi le cadevano sulle spalle nude, su cui si vedevano solo le bretelline del reggiseno bianco.
“Ancora qua sei?”
“Ti ho detto che ti aspettavo.”
“Non è che potresti uscire mentre mi cambio, sai com’è…”
“Certo.”
Un sospiro di sollievo uscì dalla bocca di Ron.
Forse un po’ troppo presto.
“Hai letto i miei diari!”
Merda!
“Tu da qui non esci!”
Ron si slanciò verso la porta, ma Hermione fu più rapida.
“Claudo!”
“Cazzo!”
Era intrappolato contro la porta, Hermione gli venne incontro con la bacchetta alzata e uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
“Cosa hai letto?”
“Beh, un po’ di qua, un po’ di là.”
“Ti ho chiesto cosa, non dove.”
Ron si sentì arrossire.
Questa non ci voleva.
“Beh, tu li hai lasciati lì, e mi è venuta la curiosità…”
“Così ora sarebbe colpa mia?”
“No, no… E’ che…”
Abbassando lo sguardo vide che l’unica cosa che teneva l’asciugamano al suo posto era la mano sinistra di Hermione.
Ma come diavolo faceva a resistere?
“Mione…”
“Sono io quella che fa le domande, chiaro?”
“Mi è un po’ difficile risponderti quando in realtà vorrei prenderti, baciarti, dirti che ti amo e toglierti quel dannato asciugamano che è più quello che fa vedere che quello che copre.”
Lo disse tutto d’un fiato, senza pensare prima di parlare. Riprese fiato e si rese conto che a Hermione era caduta di mano la bacchetta dallo shock.
“Scusa, ritiro la parte dell’asciugamano.”
La ragazza sorrise nascondendosi le labbra con la mano, Ron non riuscì a capacitarsi di quella reazione.
“Che hai?”
“Ritiri anche il resto?”
Respiro profondo.
“No, non lo ritiro. Lo penso sul serio.”
Finalmente si sentiva un uomo, era fiero di sé, nonostante fosse di un colore terribilmente simile a quello di un pomodoro maturo.
Hermione lo guardava felice, e anche un po’ troppo vicina. Basta, non ce la faceva più.
La strinse a sé e la baciò, riversando tutto se stesso in quel bacio.
Non erano più dei marmocchi d’undic’anni che si beccavano.
Non erano neanche più bambini di dodici, quando avevano aiutato un amico in difficoltà.
Non avevano più tredici anni, quando avevano litigato solo per un topo.
Non avevano più quattordici anni, quando avevano rischiato la loro amicizia per uno stupido errore.
Non erano più dei quindicenni, che si coalizzavano per la sanità mentale di Harry.
Non erano più due stupidi sedicenni che cercavano d’ingelosirsi l’un l’altra.
Erano cresciuti, e i sei anni trascorsi avevano fatto loro capire quanto tempo avevano perso.
Però non erano stati anni buttati al vento: avevano imparato lentamente ad accettarsi e ad amarsi per quello che erano.
Dopo un po’ si staccarono, lo sguardo di Ron fu attirato dal decolté della ragazza.
“A dir la verità pensavo sul serio anche il fatto dell’asciugamano…”
“Zitto, che non ho ancora deciso se perdonarti.”
“Rifletti, rifletti…”
Dall’altro lato della porta, Harry origliava ormai da mezz’ora.
Sorridendo, scese le scale e entrò in una stanza piena di gente.
“Mi sa proprio che non vengono!”
Fred, George e Ginny si alzarono di scatto col sottofondo dei felici borbottii di tutta la famiglia Weasley, e corsero alla base delle scale seguiti da Harry.
“Sette anni di tempo, e proprio ora che c’è la riunione dovete dichiararvi!”
All’ultimo piano i due ragazzi risero piano e si guardarono sorridendo.
“Certo che Harry i cazzi propri non sa proprio farseli!”
“Allora è l’ennesima cosa che avete in comune voi due!”
Un bacio.
“Mi perdoni?”
Hermione mise la lingua tra i denti in modo sexy, fingendo golosità, e poi si mordicchiò il labbro.
Intanto Ron le solleticava la coscia, facendola rabbrividire.
Ogni tanto tiracchiava l'asciugamano o lo sollevava, in un lento massaggio.
“Prima togliti la maglietta, poi ti dico.”
Ron alzò un sopracciglio e la baciò di nuovo.
“Vuoi giocare?… Ok, giochiamo!”

Fine?
  
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