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Autore: FairyCleo    21/07/2011    8 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Truth and pain


Nell' istante in cui aveva incrociato quegli occhi maledetti, aveva capito che per lui non ci sarebbe stato più niente da fare.
Si sentiva quasi uno sciocco per aver pensato che tutto fosse andato liscio come l' olio.
Per aver pensato di aver vinto.

Ma, in fondo, lui aveva vinto.
Artù era salvo, e se Miraz avesse osato fargli del male, avrebbe usato la magia per difenderlo.
A quel punto non gli importava più delle conseguenze.
Era stato scoperto, e presto tutti sarebbero venuti a conoscenza del suo segreto.
Non aveva motivo di nascondersi ancora.

Per questo, si era messo davanti ad Artù, pronto ad attaccare nel momento del bisogno.

Ma il suo nemico aveva piani ben diversi.
Miraz continuava a guardarlo raggiante.

"Lo sapevo. Sapevo di non essermi sbagliato. Ne ero certo".

Merlino era diventato una statua di sale: era certo che presto si sarebbe ridotto in miliardi di minuscoli granelli.
Doveva mantenere la calma il più possibile, però.
Non sapeva quali fossero le reali intenzioni di quell' essere, e doveva proteggere Artù.
Per questo, continuava a guardarlo in silenzio, attendendo la sua prossima mossa.

"Ah... mio caro Merlino... sei veramente una creatura straordinaria!".
 Miraz si era fermato nel bel mezzo della stanza, continuando a guardarlo con aria soddisfatta.
"Non vedo l' ora di iniziare a giocare veramente... con te!".

Il ragazzo aveva trattenuto il respiro.
Quelle parole lo avevano fatto rabbrividire.

"Non preoccuparti" - aveva detto all' improvviso Miraz, accortosi di come il giovane servo cercasse di proteggere il proprio principe - "Non è mia intenzione fare del male al tuo amichetto... Non se farai il bravo, per lo meno!".
"Che cosa vuoi?".
Non si capacitava di come avesse fatto a trovare il coraggio per pronunciare quelle parole.
Ma quando aveva visto Miraz posare i suoi occhi da predatore sul corpo inerme di Artù, non aveva potuto reprimere la rabbia e il disgusto.
Poteva fargli ciò che voleva, ma non doveva sfiorare Artù neanche con un dito.

Il malvagio re di Telmar lo guardava con un misto tra ammirazione e brama.
"Osi persino darmi del tu! Sei proprio sicuro delle capacità dei tuoi poteri!".
"Non so di cosa voi stiate parlando!".
Sapeva perfettamente di essere stato visto, ma non gli costava niente fare il finto tonto, o almeno provarci.
"Andiamo... per quanto tu possa essere potente, credi davvero di potermi trarre in inganno fino a questo punto?".
Miraz non la smetteva di guardarlo.
Merlino si odiava in quel momento per la sua stupidità.
"Però, è lecito che ti accontenti!".
"Accontentarmi?".
"Non ho ancora risposto alla tua domanda, dopotutto!".
Lentamente, aveva ricominciato ad avvicinarsi.
Il mago si era irrigidito ancora di più.

"Sta calmo piccolino... ti ho già detto che non voglio far del male alla tua bella...".
Merlino lo guardava accigliato.
Cominciava davvero ad odiare quell' uomo.
Senza farsi troppi problemi, Miraz si era lasciato cadere sulla grande poltrona di pelle, accavallando le gambe, e posando entrambe le mani sui braccioli.
Il suo sguardo continuava a rimanere fisso sul ragazzo che aveva di fronte.

"Continuo a pensare di aver fatto la scelta più ponderata di tutta la mia esistenza decidendo di mettermi alla ricerca del più potente mago di tutti i tempi".
Gli occhi blu di Merlino si erano sgranati tanto da far paura.
Come faceva quel mostro a sapere del suo segreto??
Non aveva mai usato i propri poteri davanti a lui, e poi Miraz aveva affermato di essersi ' messo alla ricerca '.
Qualcuno sapeva chi lui fosse veramente e aveva rivelato il suo segreto ad altri?
Chi sapeva oltre a Miraz che lui era un mago?
E poi, perché Miraz si era messo a cercarlo?
Lui odiava la magia.
Il suo odio era più profondo di quello di Uther.
Che cosa voleva da lui?

"Merlino... smettila di pensare... riesco a sentire il tuo cervello arrovellarsi sin da a qui..." - aveva scavallato le gambe, invertendo poi la loro posizione.
Qualunque gesto facesse provocava in Merlino ansia e disgusto.
Aveva bisogno di sapere. Subito.
O sarebbe impazzito.

"Bene, credo che sia arrivato per te il momento di sapere...
Ma, ti prego, piccolino mio... Mettiti comodo!" - e gli aveva indicato di sedersi sul bordo del letto, accanto ad Artù.
Merlino aveva deglutito poco prima di fare cenno di no con la testa.
Miraz sorrideva malvagio.
"Come preferisci...".

Un lungo momento di silenzio aveva seguito l' ultima frase pronunciata da Miraz.
Quell' attesa avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque.

"Sicuramente ti starai domandando come facevo a sapere che il mago più potente della storia si nascondesse proprio qui a Camelot...".
Merlino continuava a chidersi perché si rivolgesse a lui con quell' epiteto.
Lui non era il mago più potente del mondo.
Era solo un ragazzo che aveva un dono, e un compito troppo grande da portare a termine.
Ma non aveva fatto domande.
Aveva troppa paura della reazione di quell' essere.

"Sai, Merlino, essere il re più temuto è più potente del mondo ha molti vantaggi...
I tuoi nemici ti temono, e ti temono ancora di più i tuoi amici.
Inizialmente, essere serviti e riveriti ti esalta.
Ti senti importante e temuto.
Ma, dopo un po', subentra la cosa peggiore che possa capitare ad un essere umano: la noia.
Nessun uomo dovrebbe mai annoiarsi, Merlino.
Per questo, per sfuggire alla noia, ho cominciato a ' fare visita ' ai sovrani dei regni vicini.
Credimi, ragazzo: non c'è niente di meglio di una guerra per rinfrancar lo spirito!
Tutto quel sangue, quelle urla... bambini e donne terrorizzati, anziani rassegnatisi all' idea di aver perso prematuramente i figli... i tesori conquistati...
Ah, il solo pensarci mi rigenera e mi esalta!".

Merlino lo guardava con disprezzo.
Come si poteva fare la guerra per sfuggire alla noia?
Sperava davvero di non aver sentito pronunciare quelle frasi orribili.

"Così, uno dopo l' altro, ho conquistato tutti i regni che confinavano con Telmar.
E mi sono divertito un mondo!
Mi sentivo potente e invincibile!
Finchè non è accaduto un imprevisto"- aveva cominciato a tamburellare le dita della mano destra sul bracciolo.
Subito dopo, l' aveva stretto tanto forte che sembrava volesse stritolarlo.

"Era l' ennesimo scontro portato avanti per conquistare l' ennesimo regno limitrofo...
Avevo la vittoria in pugno...
Il mio ' caro vicino ' era a terra, con uno squarcio in petto grondande sangue color rubino...
L' avevo colpito mortalmente...
Era fatta ormai!
Ma, evidentemente, lui non era d' accordo: ha avuto la forza di recuperare la propria spada, e colpirmi alle spalle un istante prima di passare a miglior vita.
Il bastardo mi ha trapassato da parte a parte... proprio qui..." - e si era portato la mano al fianco destro.
"Sono stato sospeso tra la vita e la morte per un lungo, lunghissimo mese...
Io, Miraz, il grande re di Telmar, ferito mortalmente.
Quasi non ci si crede!".
Sorrideva.
Ma era un sorriso amaro, risentito.
Merlino non si era perso neppure un passaggio del suo racconto, ma ancora non era stato in grado di capire a cosa volesse arrivare.

"Ti vedo perplesso, giovane mago".
Merlino non aveva proferito parola.
"Andiamo... possibile che tu non abbia ancora capito?".
Il silenzio era piombato tra loro.
Un silenzio, che pesava più di mille parole.

Improvvisamente, Artù aveva emesso un gemito nel sonno, interrompendo quella situazione assurda.
Merlino gli aveva rivolto uno sguardo preoccupato, ma invano: il ragazzo si era semplicemente agitato nel sonno, dopo aver cercato inutilmente di cambiare posizione.
Nonostante si trovasse nel bel mezzo di un incubo, il ragazzo non aveva potuto non pensare a quanto Artù fosse tenero, simile ad un bambino.
Si sentiva quasi sciocco nel pensare una cosa del genere in un momento come quello.

"Credo che il nostro principe ci sarà di ottimo aiuto per spiegarti meglio cosa voglio da te, mio giovane amico...".
Miraz si era alzato in piedi, avvicinandosi pericolosamente al letto dove giaceva Artù.
Merlino aveva stretto forte i pugni, fino a farsi sbiancare le nocche.
Non voleva che quel mostro toccasse Artù.
Non DOVEVA toccarlo.

Si era fermato un attimo prima di arrivare ai piedi del grande letto a baldacchino, guardando Artù col suo solito sorrisetto malvagio in volto.
"Se osate toccarlo...".
"Sta calmo ragazzino. Il tuo principe non mi interessa. Non adesso, almeno".

Merlino lo guardava con odio.
Miraz aveva incrociato le braccia sul petto, continuando a scrutare i due giovani che aveva di fronte, con quel ghigno malefico che orami lo caratterizzava.

"Vedi, Merlino... è proprio questo quello che voglio... quello da cui pretendo di essere immune..." - e aveva indicato Artù con un gesto della mano - "Voglio che tu sconfigga per me la nemica più potente, l' unica che può porre fine al mio operato...".
Merlino era rimasto di sasso nel capire finalmente quali fossero le reali intenzioni di quel mostro.
"Voglio che tu sconfigga per me la morte".
Sperava davvero che quello fosse solo frutto della sua fervida immaginazione.

                                                                                             *

"Voi siete pazzo! Siete letteralmente pazzo!!".
Gliel' aveva detto a denti stretti, quasi sperasse si secernere veleno come il più pericoloso dei serpenti.
Come poteva quel mostro pensare solo lontanamente che lui avrebbe potuto fare una cosa simile??

Miraz lo guardava per niente sopreso: evidentemente si aspettava una reazione del genere da parte del ragazzo.
"No, Merlino: geniale, diabolico, spietato. Ma pazzo no di sicuro".

Il mago era scoppiato a ridere, ma la sua, era una risata forzata.
"Ti diverti, ragazzo?".
"Si! Avete sbagliato tutto re Miraz! Io non sono un mago, nè tanto meno, sono capace di fare una cosa simile!
Sconfiggere la morte!
Che pretesa assurda!".
Il re di Telmar lo guardava serio.
"E dimmi, ragazzo... credi davvero che io abbia fatto tutta questa strada per sentirmi dire da te che non sei un mago?
Credi davvero che io sia talmente sciocco?".

Merlino aveva stretto forte i pugni.
Il re di Telmar gli si era avvicinato pericolosamente, fermandosi proprio davanti a lui.
Poteva sentire il suo respiro bollente accarezzargli la pelle, poteva specchiarsi in quegli occhi di ardesia.
Quegli occhi che sembravano scrutargli fin dentro l' anima, ferendola, dilaniandola.
Voleva indietreggiare, ma la paura lo teneva lì, bloccato come una statua di sale.

"Sei davvero straordinario... mio piccolo mago... mio piccolo schiavo..." - aveva allungato una mano per sfiorargli i folti capelli corvini, ma Merlino si era spostato quanto bastava per evitarlo.
Non voleva he quell' uomo lo toccasse.
Lo faceva rabbrividire il solo pensiero.
Miraz aveva sbuffato, facendo ricadere pesantemente la mano lungo il fianco.
"Non vedo l' ora che questa storia finisca!
E' esaltante il tuo coraggio, ma a lungo andare, stanca" - aveva detto, riprendendo il suo posto sullo scranno di Artù.

Il mago era rimasto in silenzio.
Non sarebbe mai accaduto quello che quel mostro bramava.

"Tornando a noi, credo di doverti ancora qualche spiegazione...".
Aveva nuovamente accavallato le gambe, posando i gomiti sui braccioli dello scranno, e unendo le dita delle mani proprio sotto il mento, facendogli fare un movimento a fisarmonica che era quasi ipnotico.
"Dunque, Merlino, colto dal desiderio di sconfiggere la mia più ardua nemica, ho inviato in ogni cittadina, regno, campagna, paese, un mio uomo fidato, affinchè potesse scovare un potente stregone capace di esaudire il mio desiderio.
Non sai quanto a lungo ho dovuto attendere!
Quegli inetti, non facevano altro che portarmi fattucchieri e maghi di terz' ordine!
Ormai pire e patiboli erano all' ordine del giorno a Telmar...".

Non poteva crederci!
Quell' essere aveva bruciato centinaia di streghe e maghi e ucciso i suoi stessi uomini perché non erano riusciti a soddisfare un suo desiderio!!
Li aveva uccisi per un errore!
Un solo stupido, maledetto errore!!
Miraz si rivelava ogni volta più crudele e spietato.
E, la cosa peggiore, era che se ne compiaceva.

"Comunque, dopo un lungo cercare, finalmente, mi è giunta voce che a Camelot accadevano ' cose strane ' piuttosto di frequente.
Salvataggi roccamboleschi, attacchi di creature magiche potenti sventate senza fatica, guarigioni miracolose...
E il fulcro di tutto sembrava essere il castello!
Non c' erano dubbi: doveva essere quello il nascondiglio della mia preda!
Era incredibile!!
Un potente mago si nascondeva proprio sotto in naso dell' essere che odia più al mondo la magia!
Sotto il naso di Uther Pendragon, e quello non se n' era neanche accorto!!
Credimi ragazzo, credo di aver rischiato seriamente di morire dalle risate!".

Chissà perché, lui non ci trovava proprio niente di divertente.

"Così, mi sono messo in viaggio, pronto ad arrivare a Camelot, dove mi attendeva la mia fidata spia.
Grande è stata la sorpresa quando mi ha rivelato che il mago in questione era il servitore del giovane Artù!
Sai, non le avevo creduto, all' inizio.
D' accordo che i Pendragon non brillano per intelligenza, ma non pensavo potessero essere tanto sciocchi!" - si era coperto le labbra con la mano, mascherando malamente un sorriso malvagio.
Merlino aveva chiuso gli occhi per un lungo istante.
"Così, ti ho tenuto d' occhio... ma tu non accennavi ad usare i tuoi poteri!
La leggenda che io odio la magia deve averti proprio terrorizzato!
E, per controllarti meglio, ho chiesto ad Uther di averti come schiavetto personale!
Quel codardo ha accettato subito!
Guai a far arrabbiare Miraz, a quanto pare!".

Già.. guai!

"Ma tu niente.
Continuavi a comportarti da bravo servitore ligio e devoto.
E, di conseguenza, ho dovuto prendere provvedimenti...".

"Avete fatto ferire Artù perché io potessi guarirlo e voi poteste finalmente smascherarmi, non è vero?".
"Finalmente ci sei arrivato!".
"Siete... siete...".
"Si si. Lo so! Sono un essere immondo, spietato, crudele, malvagio, bla bla bla... lo so, Merlino, lo so...
So che mi odiate tutti! Ma questo non cambia le cose!
Tu farai quello che voglio in ogni caso!".
"E cosa ve lo fa pensare?".
"Questo!".

Lord Sopespian e Lord Glozelle erano fuoriusciti dall' oscurità, esattamente come aveva fatto prima il loro signore.
Sopespian si era gettato su Artù, puntandogli una spada alla gola, mentre Glozelle aveva afferrato Merlino per le braccia, torcendogliele dietro la schiena.
Un dolore lancinante aveva attraversato le spalle del giovane mago, che, all' improvviso, si era sentito i polsi gelare, come stretti in una morsa di ghiaccio.

"NOOO! Maledetti! Lasciatelo andare! Subito!".
Gli occhi del ragazzo erano iniettati di sangue.

"Vi ho detto di lasciarlo! Altrimenti io...!"
"Altrimenti tu che cosa?".

Lord Glozelle lo aveva lasciato andare, sorridendo malvagio.
Le braccia gli erano cadute pesantemente lungo i fianchi, facendogli un male cane.
Voleva piangere dal dolore, ma si era trattenuto.
Con grande fatica, le aveva sollevate entrambe, per vedere cosa gli causasse tutto quella sofferenza.

"Ma cosa... che cosa...??".
Due enormi polsiere di metallo cesellato circondavano i suoi polsi.
Al centro esatto di entrambe, giaceva incastonata una grande pietra rosso rubino, di forma ovale.
Istintivamente, aveva cercato di togliersi quei simboli di progionia, ma non c' era riuscito.
Sembrava che non avessero un' apertura, ed erano agganciati in maniera così stretta ai suoi esili polsi, che era ipossibile sfilarli.
I tre uomini ridevano malvagi.
Merlino stava per scoppiare a piangere.

"Che cosa mi avete fatto maledetti!! Toglieteli! Adesso!".
"Calmo, ragazzino!" - lord Sopespian gli aveva tirato uno schiaffo talmente forte da farlo cadere a terra, per poi chinarsi fino a pochi centimetri dal suo viso.
"Provaci da solo se ci riesci...".

E ci aveva provato.
Aveva provato ad usare la magia per farli sparire, ma era accaduta una cosa che non aveva previsto: le due pietre si erano illuminate in modo sinistro, splendendo di un rosso vivido e spaventoso, e un dolore lancinante aveva attraversato entrambi i polsi, che, un attimo dopo, avevano cominciato a sanguinare.
Merlino piangeva tanto era forte la sua sofferenza.
Miraz aveva preso il posto di lord Sopespian, prendendo tra le dita l' esile mento del giovane mago, costringendolo, ancora, a sollevare il capo verso di lui.

"Ogni volta che userai la tua magia per tentare di liberarti, o per fare del male ad uno di noi, il tuo incantesimo verrà assorbito dalle polsiere che ti imprigionano, e ti si ritorcerà contro.
E sanguinerai. Sanguinerai fino a quando la vita non abbandonerà questo tuo bellissimo corpo mortale".

Aveva lasciato andare il ragazzo, che si era accasciato al suolo, singhiozzando in silenzio.
Non sapeva cosa bruciasse di più, se il dolore o la sconfitta.

I tre uomini, se così si potevano chiamare, si erano diretti presso la porta.

"Io non lo farò".
Miraz si era fermato all' improvviso, gelato da rifiuto del ragazzo.
"Potete uccidermi, torturarmi, io non farò mai ciò che chiedete! Non vi donerò mai l' immortalità!".

Lo guardava con occhi di fuoco.
Ah! Se solo avesse potuto usare ancora i suoi poteri!
Se solo non avesse esitato, vinto ancora una volta dalla volontà di scorgere qualcusa di buono in ogni creatura, a quest' ora non solo Camelot, ma tutti i regni conquistati avrebbero ottenuto la libertà.
Maledirsi non sarebbe servito, ma non ne poteva fare a meno.
Si sentiva in colpa, tremendamente in colpa.

"Io credo che tu non abbia capito, Merlino..." -  il suo tono era stranamente calmo, come se fosse certo che il ragazzo non potesse sottrarsi al suo volere - "Pensi davvero che io sia solito viaggiare con tutto il mio esercito?".

Aveva portato con sè tutto l' esercito per poter attaccare Camelot se lui si fosse rifiutato di aiutarlo!
"Voi... voi... voi non...".
"Io cosa? Io non posso? Si, ragazzino.
Posso eccome!
E lo farò, se ti ostinerai a non darmi ascolto.
E il tuo bel principe sarà il primo a morire, per mia mano, e tu non potrai fare niente per salvarlo, sta volta".

Il silenzio di Merlino era valso più di mille parole.

"Molto bene, allora. Ti lascio qualche altro minuto con il tuo amichetto...
Raggiungimi nelle mie stanze prima della prossima veglia.
Bada bene a non farmi attendere troppo a lungo, piccolino...
Abbiamo tante cose da fare insieme, adesso" - e stava per uscire dalla stanza.
"Ah, Merlino?" - il giovane, stravolto, aveva sollevato il capo, incontrando così quei due occhi malefici - "Credo che la prossima volta tu debba stare più attento prima di prendere le frustate al posto di una ' giovane fancuilla indifesa ' ! Sai, le spie possono avere lunghi capelli di fuoco, a volte" - ed era scoppiato in una risata malvagia e crudele, prima di sparire dietro la porta, seguito dai suoi uomini.

Questa volta, Merlino si sentiva veramente perduto.

Continua...

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Merliniane!!!
Rieccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!
Mamma mia, scrivere questo capitolo è stato un parto, credetemi!
Che ne pensate??
Sinceramente!
Ci ho messo una vita a scriverlo, lo so!!
E chiedo perdono!!
Miraz è un essere immondo, ma sul serio!
Ora siete convinte del fatto che le cose debbano ancora peggiorare??
Povero, povero Merlino...
Sono in pena per lui...=(
Bene, termino qui il mio delirio inutile (dopotutto, sono io che lo faccio soffrire, quindi, che mi lamento? -.-' ).
Al prossimo chappy!!
Un bacio enorme!!
Cleo

 

   
 
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