Ho
sempre amato il mare.
L’inverno
gli
dona un’aria malinconica, ma l’estate…
L’estate
gli
dona vita nuova.
Mi
piace camminare lungo
la riva, quando il sole tramonta.
La
bianca schiuma delle
onde che si infrangono sulla sabbia
mi solletica i piedi.
Il
cielo e il mare si
tingono di rosso.
Ricordo
ancora quando da
piccolina, passeggiando con mio
padre lungo il molo, fissando il tramonto gli domandai curiosa
-Papà,
perché se
il
sole è di fuoco, quando entra nell’acqua non si
spegne?-
Lui
rise divertito,
mettendomi una mano sulla testa e
scompigliandomi i capelli.
Oggi
invece, siedo sulla
riva e guardo sognante l’orizzonte.
Fu
così che, qualche
giorno fa, avvenne qualcosa di curioso.
Me
ne stavo seduta sulla
sabbia umida, con i piedi immersi
nell’acqua, quando qualcosa urtò la mia caviglia.
Era
una verde bottiglia di
vetro. Al suo interno sembrava
contenere un sottile foglio di carta arrotolato e legato con uno spago.
Alzai
un sopracciglio
incredula.
Presi
la bottiglia tra le
mani, ridendo tra me e me.
Aveva
addirittura il tappo
di sughero!
Tolsi
il tappo dal vetro e
feci scivolare fuori un foglio
leggermente ingiallito.
Sciolsi
il nodo dello
spago e srotolai il pezzo di carta.
Un’elegante
scrittura ricamava tutto il foglio.
In
alcune parti
l’umidità aveva
fatto sbiadire l’inchiostro, ma il testo
risultava egualmente leggibile.
Recitava
più o
meno così:
Caro
fratello lontano,
ti
starai sicuramente
chiedendo come mai io, che non ti conosco, ti chiamo fratello e
soprattutto,
come mai stia scrivendo questa lettera.
Beh…ti
chiamo fratello
perché dopotutto siamo figli dello stesso mondo.
Pensaci,
calpestiamo
la stessa terra, siamo bagnati dallo stesso mare e coperti
dallo stesso cielo, scaldati dallo
stesso sole, illuminati dalla stessa luna e carezzati dallo stesso
vento…
Qualche
giorno fa, me ne stavo seduto sulla spiaggia a guardare
l’orizzonte, forse
proprio come te ora, e ti ho pensato.
Così
ho deciso di
scriverti.
Scrivo
oggi per dirti
che, con tutti i problemi che la ostacolano, la vita è bella.
Bada
bene! Non ho
detto facile, ho detto bella.
Ci
saranno momenti
difficili, terribili, in cui crederai di non potercela fare.
Ti
sbaglierai!
Mille
volte cadrai e
altrettante volte ti rialzerai, più forte di prima. Con
qualche ammaccatura
forse, ma comunque più forte.
Abbi
il coraggio di
vivere la vita per quello che è, non per quello che vorresti
che fosse.
Le
illusioni non
portano da nessuna parte.
Ci
saranno persone che
ti deluderanno e ti tradiranno, ma ci sarà anche chi ti
aiuterà e ti amerà.
Ricordati
che non siamo
fatti per essere soli.
Qualsiasi
difficoltà,
qualsiasi dolore, se affrontato insieme a qualcun altro può
risultare meno
complicato da superare.
Non
aver paura d’amare.
Al contrario, ama con tutto te stesso.
Oggi
insegnano a dare,
solo ed esclusivamente, nel caso in cui puoi ricevere qualcosa in
cambio.
Sbagliato.
Stanno
cercando di
sottomettere alle leggi dell’economia anche l’amore.
L’amore
è tale proprio
perché gratuito. Altrimenti non ti stanno parlando
d’amore, ma di opportunismo.
Apri
gli occhi e non
farti ingannare, senti con le orecchie, ma ascolta con il
cuore e, soprattutto,
ragiona con la tua testa.
Non
permettere a
nessuno di precluderti la possibilità di pensare da uomo
libero.
Difendi
la libertà tua
e di chi ti sta intorno.
Si
può amare a pieno
la vita solo se si è liberi.
La
schiavitù non è per
nessuno.
Perdona.
Ti
offenderanno e ti
feriranno, ma tu perdonali.
Fagli
capire dov’è che
sbagliano, ma non portargli rancore.
L’odio
non riporterà
le cose come prima, anzi, ti trascinerà in una spirale di
vendetta da cui non
uscirai mai sazio.
Fidati
di quello che
dico perché…
Io ho vissuto molto tempo
nell’illusione
che la vita fosse come la desideravo io, ma alla
fine ho dovuto fare i
conti con la realtà.
Io ho provato a vivere la
mia vita da solo,
perché non volevo avere legami con
nessuno, non volevo
responsabilità.
Idiota.
I
problemi si
moltiplicavano, dei piccoli sassi sembravano macigni, dal cui peso
venivo
schiacciato.
Fino
a che qualcuno
non mi ha teso la mano e ha diviso con me il peso di quei massi.
Ho poi pensato,
egoisticamente, che tanto davo alla
gente e tanto la
gente doveva ridarmi indietro.
Era
tutto un misero
tornaconto personale.
Mi sono fatto abbindolare.
Pensavo
puntualmente con la
testa degli altri.
Seguivo il gregge.
Era
come se avessi
fatto di me una sorta di marionetta e
la
società fosse il grande burattinaio.
A
fatica ho
riconquistato la mia libertà.
Infine ho odiato.
Oh
si che ho odiato.
Il rancore ha bruciato ogni singolo pezzetto di me.
Da
lì in poi la mia
anima è sempre stata turbata.
La
vendetta era
diventata un’ossessione a cui non riuscivo a porre fine.
Non ho perdonato.
E
quando avrei voluto
perdonare, era ormai troppo tardi.
Così,
oggi vivo col
rimpianto di aver sprecato del tempo prezioso ad essere arrabbiato.
Com’è
che si dice? La
vita è troppo breve per passarla arrabbiati? Caspita se
è vero!
Quindi,
caro amico
lontano, non fare i miei stessi errori.
Sii
migliore.
Ti
ringrazio per aver
prestato attenzione a queste mie parole e spero, con tutto il mio
cuore, che possano un domani esserti
d’aiuto.
Un
fortissimo
abbraccio.
Tuo fratello, Luca.
Luglio
1980.
Dal
giorno in cui
l’ho trovata, ho custodito gelosamente
quella bottiglia nella credenza della mia libreria.
Credo
però che
sia arrivato il momento di affidare
nuovamente questo messaggio al mare.
Credo
sia anche quello che
vorrebbe Luca.
Decido
così di
prendere la vecchia bottiglia, dal vetro
ormai opaco e di infilarla nella mia tracolla.
Monto
in sella alla bici e
correndo arrivo fino alla
spiaggia.
Mi
arrampico sugli scogli
e cerco di arrivare il più lontano
possibile.
Alla
fine tiro fuori la
bottiglia dalla borsa, ma c’è ancora
una cosa che vorrei fare, prima di ridarla al mare.
Frugo
ancora nella borsa e
ne tiro fuori una biro blu.
Prendo
il foglio da dentro
la bottiglia e, con la punta
della penna, ne scorro la superficie fino alla firma
dell’uomo che l’ha
scritta.
Poco
sotto aggiungo:
tua
sorella,
Giorgia. Luglio
2011.
Rimetto
il foglio al suo
posto.
Guardo
quella preziosa
bottiglia per l’ultima volta e,
racimolando tutta la forza di cui sono capace, la scaglio il
più lontano
possibile.
La
vedo allontanarsi
piano, piano, per metà immersa nell’acqua,
trascinata dalla corrente.
La
saluto con la mano e
con la consapevolezza che le parole
di Luca saranno di grande aiuto a qualcun altro, un giorno o
l’altro.