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Autore: Daequan    21/07/2011    3 recensioni
Un ritorno a casa da un viaggio nel tempo che sa di tuffo nella nebbia. A tornare, naturalmente, è un eroe. E i veri eroi, per esser tali, devono andare oltre la comune umanità, e obbedire oltre se stessi. Vorreste davvero che il mio facesse eccezione solo perché è un uomo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta s'aprì di scatto.
 
"Regina!"
 
"Il tuo tempo qui è finito. Ora devi tornare nella nostra epoca."
 
"Io qui...Regina, io qui sono felice."
 
"Ma non sei sotto la mia egida, come dovresti."
 
"Regina, io chiedo solo altro tempo. Non chiedo di restare qua per sempre. Solo altro tempo."
 
"Non ne avrai."
 
 
La risposta non lasciava altre possibilità di replica.
 
 
Girò le spalle, si allontanò e si diresse in auto verso il suo studio. Era ormai diventato un avvocato famoso. Lasciò sulla scrivania della segretaria le chiavi dello studio. Era buio, nello studio milanese, e non aveva nessuna voglia di tornare nel regno. Stava bene, qui. Tuttavia non smetteva di essere un suddito, e perciò eccolo là a lasciar tutto senza valide spiegazioni da addurre; e meno male che era buio pesto, che non lo avrebbe fermato nessuno, che al più tutti si sarebbero chiesti il perché. E, anzi, certamente lo avrebbero fatto. Inutile dire più del minimo indispensabile su come portare avanti le cose che mollava a sorpresa qui senza nemmeno poterle finire. Prese un post-it giallino, lo riempì con poche larghe parole di scuse e raccomandazioni, chiuse la porta in ufficio, prese la giacca e lasciò l'edificio. La regina doveva essersene andata. Fuori dal palazzo c'era un bidone: vi gettò la giacca, la camicia, i pantaloni stretti e neri, che, almeno quelli, non gli sarebbero mancati. Respinse la tentazione di cadere in lacrime che né la sua posizione di avvocato nella tentacolare Milano di inizio terzo millennio né il suo compito di fidato suddito della Regina avrebbero giustificato, e, indossato l'argenteo mantello d'ordinanza, guadagnò l'accesso al portale di ritorno. Il figlio della regina tornava nella sua epoca di lance, signorie, congiure e battaglie per il dominio sulla democrazia. Il tunnel lo accolse come un cuore accoglie il sangue fresco, quasi avidamente, per riportarlo a casa. Arrivato ad un piazzale, fu accolto con onori e festeggiamenti.
 
"Bentornato! Come era il mondo 500 anni fa, Eletto?"
 
"Meno battaglie, meno congiure, meno violenza. Alla fine come mondo era meno pessimo di questo, cazzo."
 
Il popolo sbigottì:
"Ha...ha detto una parolaccia!"
   
 
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