Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    21/07/2011    9 recensioni
Nonostante i demoni siano stati sconfitti, le cose a Fell's Church non sono mai tranquille e un giorno, al pensionato, si scatena una furiosa lite.
Elena, confusa sui sentimenti che prova per Stefan e Damon, decide di lasciare Stefan e dare una chance a Damon.
Stefan la prende malissimo e, furioso, inveisce contro Elena e Damon.
L'unica che riesce a placarlo è Bonnie.
Stefan e Bonnie cominciano a passare sempre più tempo insieme finendo, addirittura, col diventare indifferenti alla relazione tra Damon ed Elena.
E se Stefan, deluso e arrabbiato a causa di Elena, scambiasse per amore il sentimento di grande affetto che lo lega a Bonnie?
E se tra Elena e Damon le cose cominciassero a prendere una brutta piega?
Riusciranno a riportare le cose alla normalità? Oppure arriveranno tardi e Stefan e Bonnie finiranno con l'innamorarsi per davvero? Damon riuscirebbe a sopportare una cosa del genere, se accadesse?
Qui non ci saranno mostri da combattere, ma solo loro e i loro sentimenti.
Naturalmente, da Donnie convinta, non può che essere una storia su di loro e chi mi conosce sa che adoro il lieto fine quindi...ma se avessi cambiato idea?
Leggete per scoprirlo....BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglia di verità

“Tu lo sai, vero, che non dovresti essere qui mentre scelgo il vestito da indossare stesera?” - gridò  Bonnie dall’interno del camerino in cui si era rifugiata con l’ennesimo vestito.
Quella sera ci sarebbe stato il grande ballo di beneficenza di Fell’s Chuch che lei aveva aiutato ad organizzare.
Peccato che si era accorta soltanto all’ultimo minuto di essere senza vestito!
Per questo Stefan l’aveva accompagnata in giro a fare shopping e, con un’ infinita pazienza, la stava aiutando e consigliando.
“Perché non dovrei essere qui?” - chiese di rimando il vampiro.
“E che ne so! Non c’è, tipo, una regola che dice che il cavaliere deve vedere il vestito soltanto all’ultimo secondo mentre la dama scende dal piano di sopra di casa sua tutta agghindata e con un sorriso timido stampato in faccia e lui, allora, la guarda come se fosse l’ottava, la nona e la decima meraviglia del mondo tutte insieme?” - fece Bonnie.
“Beh…se la metti così, forse hai ragione!” - rispose Stefan - “Ma mi sembra eccessivamente maleducato lasciarti qui e farti tornare a Fell’s Church a piedi!”.
Bonnie uscì dal camerino reggendosi la gonna del vestito che aveva addosso e gli fece un profondo inchino: “Allora la ringrazio immensamente per la sua bontà, Signor Salvatore!” - scherzò.
Stefan sorrise di rimando: “Non c’è di che!” - rispose - “Ma se posso dire la mia….mi piaceva di più il vestito che avevi prima!” - aggiunse.
“Intendi quello blu?” - chiese Bonnie.
Stefan annuì.
Bonnie, allora, si avvicinò allo specchio e ammirò il suo riflesso.
Anche il vestito che aveva addosso in quel momento era molto bello, tutto rosso con corpetto stretto e gonna ampia, ma a a dire il vero anche lei preferiva quello blu di cui parlava Stefan.
“Allora prendo quello blu!” - decise, voltandosi di scatto - “Con la maschera abbinata, naturalmente!” - aggiunse tornando in camerino per rimettersi i suoi vestiti.
“Ottima scelta!” - concordò Stefan.
“Già! A proposito…non è che potresti cominciare a portare tutto alla cassa? Io arrivo tra un attimo…” - fece Bonnie.
“Nemmeno per sogno!” - rispose Stefan - “C’ è ancora qulla commessa di prima e ti giuro che mi fa paura! Ma, dico io, non dovrebbe essere il contrario? Non dovrebbe guardarmi e provare l’istinto..che ne so…di correre via urlando?”.
Bonnie rise per il tono angosciato dell’amico e lo raggiunse sistemandosi i capelli.
“Stefan, tu non sei esattamente il tipo oscuro e misterioso che  mette i brividi!” - commentò.
“Cioè, io non sono come Damon!” - concluse Stefan.
A quel nome, Bonnie si agitò.
Aveva promesso a Meredith che avrebbe parlato chiaramente con Damon non appena lo avrebbe visto e quasi sicuramente lui sarebbe stato al ballo di quella sera, ma lei non aveva ancora pensato a nulla da dirgli e questo la stava mandando nel panico assoluto.
“Damon? Perché parli di Damon? Io non ho mica nominato Damon, tu hai nominato Damon! Perché hai nominato Damon? Insomma…non che tu non possa nominarlo, però non capisco perché lo devi nominare proprio adesso…certo, non..” - cominciò a farneticare, ma per fortuna Stefan l’afferrò per le spalle e la interruppe.
“Ehi, ehi…Bonnie!” - la richiamò  - “Stai parlando a macchinetta! Che succede? Cos’è tutto questo nervosismo riguardo a mio fratello?” - le chiese.
Bonnie si posò una mano sul cuore e scosse la testa: “Accidenti, hai ragione…scusami tanto! Comunque..non lo so…è che ieri sera ho parlato con Meredith e lei mi ha consigliato di mettere le cose in chiaro con Damon una volta per tutte ed io ho intenzione di farlo stasera e questo mi innervosisce!” - spiegò.
Stefan si accigliò: “Meredith ieri ti ha parlato di Damon e ti ha dato consigli?” - le chiese.
“Si! Perché?” - fece Bonnie.
“Perché ha fatto lo stesso con me! Beh…ovviamente a me ha parlato di Elena e mi ha consigliato di prendere tempo!” - rispose Stefan.
Bonnie all’improvviso ricordò anche un’altra cosa che le aveva detto Meredith: “Da quello che ne so Meredith ha parlato anche con Elena e le ha consigliato di darti tempo, se ho capito bene!” - disse.
Stefan scosse la testa e sorrise: “Quella ragazza è incredibile! Meredith, intendo..” - disse.
“Sono d’accordo! Comunque….tu che farai? Seguirai il suo consiglio?” - gli chiese Bonnie.
Stefan sospirò: “Mi sembra la cosa più sensata da fare!” - rispose.
“Ok! Quindi…tu seguirai il consiglio di Meredith, io seguirò il consiglio di Meredith, presumibilmente anche Elena seguirà il consiglio di Meredith e di Damon non so che dirti perché non so se la mia cara amica ha avuto il fegato di parlare persino con lui, anche se…trattandosi di Meredith...tutto e possibile!” - ragionò Bonnie.
“Mi sa che ci aspetta una gran bella serata…” - commentò Stefan mettendole un braccio attorno alle spalle e guidandola verso la cassa con i suoi acquisti nell’altra mano.
“Lo penso anch’io!” - sospirò, impaurita, Bonnie.

Era pomeriggio inoltrato e i caldi raggi del sole filtravano dalla finestra e scaldavano la delicata pelle di Elena.
La ragazza era sola nel pensionato e percorreva a grandi passi la sua stanza aspettando, in preda all'ansia, che Damon si facesse vivo.
Gli aveva inviato un messaggio mentale quella mattina e, seppure non aveva avuto risposta, sapeva che lui si sarebbe presentato a momenti.
Elena sentiva il nervosismo crescere.
Sapeva bene che era giusto così, che doveva parlare con Damon e mettere al loro posto le cose una volta per tutte, ma non poteva fare a meno di sentire uno strano ed ingombrante nodo all'altezza della gola.
Si fermò un attimo e guardò verso la finestra spalancata.
Si conosceva troppo bene per non ammettere il perchè di tutta quell'ansia.
Non era solo per Damon e per quello che, di lì a poco, gli avrebbe detto. Ma per quello che comportava il discorso che stava per affrontare.
Da esperta di piani A e strategie, come tutti la ritenevano, non poteva fare a meno di valutare i pro e i contro della situazione.
Da un lato c'era la possibilità di perdere la fiducia di Damon e di ferire il suo stesso orgoglio ammettendo di aver fatto soltanto un grosso insieme di errori colossali da quando aveva conosciuto Stefan e Damon, ma dall'altro c'era l'amore per Stefan che era più forte che mai.
Questa volta valutare da che parte pendesse l'ago della bilancia non fu difficile.
Per riavere Stefan doveva ferire il suo stesso orgoglio? Perfetto! Lo avrebbe fatto!
Per riavere Stefan doveva perdere la fiducia di Damon? Le dispiaceva, ma non poteva fare altro!
Un attimo dopo, la porta della camera si spalancò.
Damon entrò senza proferire parola, ma rivolgendole soltanto un cenno del capo, e si fermò al centro della stanza.
Sembrava del tutto rilassato e dalla sua espressione non traspariva niente che le potesse far temere che lui fosse di cattivo umore.
Elena si guardò intorno e si stupì parecchio di quello che percepì nella stanza.
Si era aspettata che l’aria fosse tesa e quasi ingestibile, invece tra di loro aleggiava soltanto un lieve alone di imbarazzo e non era neppure così male come sensazione.
- Forse è la conferma che sto per fare la cosa giusta…. - pensò Elena sorridendo leggermente.
“Allora?” - la incitò Damon all’improvviso.
Elena tornò a portare lo sguardo su di lui e annuì.
“Si, scusami, hai ragione! Ti ho chiesto di venire qui e, invece di dirti ciò che devo, me ne sto qui a guardare per aria!” - disse.
Damon scosse la testa e si mise scompostamente a sedere sul bordo del letto.
“Niente di cui preoccuparsi!” - le rispose liquidando le sue scuse con un noncurante gesto della mano.
Elena annuì nuovamente e sospirò una, due, tre volte prima di comiciare a parlare.
“Ascolta, Damon…c’è una cosa di estrema importanza che voglio dirti! Forse ti farà soffrire o forse no, ma io devo dirtelo, devo farlo!” - esordì.
Damon inclinò la testa di lato e la guardò incuriosito.
“Continua!” - le disse.
“Ok! Mettiamola così….Hai mai provato quella strana sensazione d’angoscia e confusione che deriva dal fatto che tu sai di avere ciò che volevi, sai che hai fatto delle scelte per avere quello a cui aspiravi e finalmente sei riuscito a prendertelo, ma, nello stesso tempo, senti che non ti basta, ti senti a disagio, come se ti mancasse qualcosa, come se quel qualcosa che tu credevi di volere, quel qualcosa che hai scelto….beh..in realtà fosse un errore? L’hai mai provata una sensazione simile?” - gli chiese.
Damon la guardò con uno sguardo serio e concentrato per qualche attimo prima di risponderle.
“Credo di sapere a cosa tu ti stai riferendo…” - le disse.
Elena annuì: “Ok! Beh…questa sensazione l’ho provata anch’io ultimamente e questo mi ha spinto a pensare! Ho ragionato sulla mia vita, sulle mie scelte, sulle persone che mi circondano e sui ruoli che ricoprono nella mia vita…” - disse.
“E a quale conclusione sei arrivata?” - le chiese Damon.
Elena sospirò: “Ho capito che c’è qualcosa di sbagliato!” - rispose.
Damon annuì e la incitò a proseguire con un cenno.
“Damon, io…non so come la prenderai…ma voglio confessarti la verità!” - disse - “Ho capito di essere ancora innamorata di Stefan. Ho capito di averlo sempre amato e di non aver mai smesso di farlo. Ho capito che ho sbagliato a scegliere te. Non che non ci tenga a te, anzi…ci tengo molto, ma non è amore!”.
Restò in silenzio per qualche attimo guardando Damon intensamente e cercando di capire cosa stesse pensando in qul preciso momento, ma Damon non tradiva nessuna emozione.
Elena gli si avvicinò e gli si sedette accanto.
Damon si voltò a guardarla ed Elena si meravigliò moltissimo della serena tranquillità che gli occhi del vampiro emanavano.
Aveva creduto che si sarebbe arrabbiato, che sarebbe partito in quarta pronto ad uccidere Stefan, e invece…niente.
“Lui lo sa?” - le chiese soltanto.
Dopo un primo momento di stupore per quella domanda inaspettata, Elena annuì: “Si…io gliene ho parlato, ma lui non ha voluto credermi!” - rispose - “E non posso dargli torto visto trutto il male che gli ho fatto!” - aggiunse.
“Qualcun altro lo sa?” - le chiese Damon.
Elena lo guardò negli occhi: “Sì! Meredith e Bonnie!” - rispose - “Con Bonnie ho parlato il giorno in cui abbiamo fatto giardinaggio, ma anche lei non mi ha creduto e con Meredith ci ho parlato ieri ed è stata in grado di aiutarmi e di farmi capire quali sono stati relamente i miei errori e mi ha consigliato…”.
“Di ascoltare il tuo cuore?” - la interruppe Damon.
Elena si accigliò: “E tu come lo sai?” - gli chiese sinceramente curiosa.
Damon sorrise lievemente e scosse la testa: “Mi sa che Miss Inquietudine ieri se ne è andata in giro a dispensare consigli!” - disse.
“Ha parlato anche con te?” - gli chiese Elena.
“Diciamo che non me ha utilizzato l’antica arte della minaccia!” - fece Damon - “Comunque…torniamo a noi!”.
Elena si riprese subito da quell’attimo di distrazione e tornò ad affrontare decisa gli occhi di Damon.
“Damon…penso che tu abbia capito dove voglio andare a parare e, come ti ho già detto, spero che questo mio desiderio non ti rechi sofferenza, ma…..io amo Stefan! E’ lui, adesso lo so! E sono stata una vera stupida a non accorgermene prima!” - disse - “So che sarà dura riconquistare la sua fiducia e tornare ad essere degna del suo amore, ma….io voglio e devo provarci! Capisci?”.
Damon annuì e le sorrise.
“Quindi la chiudiamo qui? Una volta per tutte?” - le chiese.
“Si!” - confermò Elena - “La chiudiamo qui!”

Quindi avevano chiuso, kaput, zac zac zac.
Anni passati ad inseguirla e poi erano bastati pochi mesi per far sparire qualsiasi sentimento vagamente romantico che fosse mai esistito tra loro.
Damon se ne stava seduto sul letto di Elena e guardava una macchiolina più scura sulla parete di fronte e si sentiva….sollevato.
Insomma, a rigor di logica, avrebbe dovuto sentirsi furioso, sbraitare, usare parole volgari contro Elena e pianificare nei minimi dettagli la morte cruenta e dolorosa del fratello e invece….si sentiva sollevato, come se si fosse appena tolto un grosso peso dallo stomaco.
Sbuffò e abbassò la testa a guardare il tappeto rosso al centro della stanza e il suo pensiero corse a Bonnie.
Il rosso scuro ed intenso del tappeto era molto simile a quello dei capelli della streghetta.
Era un rosso parecchio strano, un rosso molto simile a quello del sangue, il sangue di Bonnie dall’aroma dolce e fruttato che lui non aveva mai osato assaggiare.
Il perché, poi, non era mai riuscito a spiegarselo.
Lui era quello cattivo che avrebbe dato qualsiasi cosa per del sangue bevuto direttamente dalla gola del proprietario. Aveva anche bevuto quello di Elena, la ragazza che aveva sempre creduto di amare, e lo aveva fatto senza nessuna esitazione.
Allora perché con Bonnie non ci era mai riuscito?
Non che di occasioni non ce ne fossero state….
Ma ogni volta che ci pensava anche solo lontanamente si sentiva sporco e vigliacco.
Bonnie era una creatura tanto pura ed ingenua che solo un codardo si sarebbe approfittato di lei bevendone il sangue.
Però c’era anche qualche altra cosa, una specie di istinto di protezione nei confronti della streghetta che lo aveva sempre portato a difenderla senza stare lì a pensare ai se e ai ma.
E poi andava anche aggiunta quella sensazione strana che sentiva ogni volta che era con lei. Era una sensazione quasi primordiale, una sensazione di…possesso assoluto che lo stava facendo uscire di senno e che, soprattutto nell’ultimo periodo, si era talmente acuita da portarlo a fare cose sconsiderate.
Ad esempio: erano nella grotta e lui invece di preoccuparsi e di cercare ogni metodo possibile per tirarli fuori da quel guaio, non aveva fatto altro che insidiarla e toccarla ogni volta che ce n’era stata l’occasione. Poi erano usciti da lì dentro e si era appigliato a quella scusa banale dell’insonnia per dormirci insieme e, infine, aveva preso a monopolizzarle i sogni.
Parliamo chiaramente: se non era strano questo, allora cosa lo era?
Ma Damon non potè rifletterci su perché Elena gli poggiò una mano su una spalla attirando la sua attenzione.
- Ecco un’altra cosa senza senso: Elena mi ha appena mollato e a me non potrebbe fregarmene di meno! Anzi…mi ero pure dimenticato che era ancora qui…. - pensò Damon scuotendo la testa.
“A te sta bene, Damon? La nostra rottuta, intendo!” - gli chiese la bionda con aria preoccupata.
Damon si sentiva leggermente a disagio per la risposta che stava per dare perché non lo avrebbe mai detto: “A dire il vero…si, mi sta bene!” - e lo disse con un tono che faceva capire a meraviglia che lui stesso era stupito dalla cosa e non riusciva a spiegarsela.
Elena sorrise: “E’ per Bonnie?” - gli chiese.
Damon si voltò a guardarla di scatto.
Cosa doveva rispondere? Si? No? Forse?
Ma non dovette restare lì a pensare molto alla risposta perché questa venne da se nel momento in cui la mente di Damon, che continuava a guardare Elena, sostituì al viso della bionda quello della streghetta.
Damon scosse la testa per tornare alla realtà: “Sì, decisamente!” - ammise.
Una delle poche cose buone che aveva portato il suo rapporto con Elena era che adesso lui sentiva di poterle confessare ogni cosa. Il che era piuttosto sorprendente visto che lui non si fidava nemmeno della sua stessa ombra.
“Cosa provi esattamente per lei?” - gli chiese Elena con voce pacata e comprensiva.
Damon scosse la testa e si appoggiò con i gomiti alle ginocchia: “Non lo lo! Sono confuso perché è tutto assolutamente senza senso per me!” - rispose.
Elena annuì lentamente e ci riprovò: “Facciamo così…” - disse, alzandosi e parandoglisi davanti - “Adesso io sono Bonnie! Sostituisci la sua immagine alla mia e descrivimi cosa provi!”.
Damon accettò senza fare storie e, di nuovo confuso, si rese conto che era estremamente facile immaginare di avere davanti Bonnie e non Elena.
In pochi secondi l’immagine di Elena era scomparsa e al suo posto lui vedeva soltanto una ragazza non tanto alta, dalla pelle nivea ed un sorriso splendente incorniciato da una massa di capelli rosso fragola, che se ne stava lì davanti e lo guardava con quei suoi occhioni grandi color del cioccolato. Bellissima. Assolutamente perfetta.
Damon ricordò la sensazione che aveva provato nel sogno di qualche notte prima, il loro ultimo sogno, quando le aveva accarezzato il viso e le aveva stretto la vita sottile mentre la baciava.
Era stato…inebriante.
Si ricordò giusto in quel momento della richiesta di Elena di descrivere quello che sentiva.
“Quando la guardo penso che sia perfetta!” - disse - “Mi sento preda di una strana ed infinita tenerezza, come se lei fosse un essere prezioso da proteggere e talmente fragile che potrei romperla anche soltanto sfiorandola.” - aggiunse  - “Ma poi la guardo negli occhi e allora quella tenerezza cambia e si trasforma in una voglia irrefrenabile di starle vicino e di toccarla senza stare lì a badare alla delicatezza perché sento che lei è abbastanza forte da riuscire a sopportare di tutto, persino me! Sento il bisogno che lei mi guardi, che mi tocchi. Voglio che si aggrappi a me e mi tenga con lei. Sento la dolcezza mista alla rudezza, sento la tranquillità mista al caos più totale ed assordante, sento la voglia di averla accanto mista alla voglia di saperla il più possibile lontano da me perché so che quando mi guarda vede ciò che sono veramente e non quello che mi sforzo di essere!” - fece, con lo sguardo ormai perso nel vuoto - “E tutto questo è talmento intenso da lasciarmi spiazzato e confuso!” - aggiunse, subito prima di tornare a guardare Elena negli occhi - “E’ strano, Elena! Durante queste ultime settimane, quando ero con lei….non mi è mai importato nulla di te, era come se nemmeno esistessi!” - ammise - “E un’altra cosa strana sai qual è? Che poco fa, quando mi hai chiesto di immaginare che ci fosse lei al posto tuo….mi ci sono voluti meno di due secondi per dimenticarmi che tu fossi in questa stanza!” - concluse.
Elena ascoltò tutto con estrema attenzione e, non appena Damon finì di dire ciò che aveva da dire, gli si avvicinò e gli si inginocchiò davanti, poggiandogli le mani sulle sue e alzandogli il mento per costringerlo a guardarla.
“E’ amore, Damon!” - disse, decisa e sicura.
Damon scosse la testa: “Non ne sono così sicuro!” - disse sorridendo amaramente - “Io ho sempre pensato di amare te, ma per te non ho mai provato nulla di simile! Quindi se quello era amore, allora questo non può esserlo!”.
Ma Elena gli sorrise e lo corresse:“Ed è qui che ti sbagli!” - disse - “ Come hai appena detto, tu hai sempre creduto di amarmi, ma la realtà è che non lo hai mai fatto, non mi hai mai amata veramente! Pensaci un attimo….Tu sei arrivato a Fell’s Church seguendo Stefan e avendo come unico scopo quello di rovinargli la vita. Fu allora che conoscesti me e scopristi che io e Stefan ci amavamo, quindi decidesti che per farlo soffrire dovevi portargli via me! Ero questo per te all’inizio: una pedina da mangiare per dare scacco a Stefan, niente di più!” - disse - “Poi, però, hai cominciato a conoscermi ed io ho cominciato a conoscere te e tu hai cominciato ad affezionarti a me ed è stato allora che hai scambiato quell’affetto per amore, anzi…che abbiamo scambiato quell’affetto per amore!” - si corresse Elena - “Ma era solo affetto e sempre resterà tale!” - aggiunse - “Con Bonnie, invece, è diverso! Tu l’hai conosciuta senza avere un piano in mente ben preciso per lei. Hai imparato a conoscerla, ad apprezzarla e a volerle bene. Poi questo sentimento è cresciuto e adesso sta esplodendo e tu non puoi fare nulla perché è troppo forte e ti travolge totalmente.” - gli disse sempre con il sorriso sulle labbra - “E c’è una sola forza in grado di crescere pian piano e poi di travolgerti totalmente ed è l’amore! Quello vero, quello forte, quello che capita una sola volta e che è per sempre! Fidati, Damon: è amore!” - concluse Elena sbilanciandosi in avanti per poi abbracciarlo.
Damon la lasciò fare e, nel frattempo, ripensò a tutto quello che lui aveva detto e a tutto quello che aveva detto Elena.
Possibile che fosse stato tanto stupido da non rendersi conto di quello che stava succedendo?
Possibile che la sua voglia di riscatto a discapito di Stefan lo avesse assorbito così tanto da fargli commettere un errore madornale nella valutazione dei suoi stessi sentimenti?
Possibile che fosse così ottuso da non saper distinguere tra amore e affetto?
Damon non riusciva a crederci, ma adesso riusciva a ripensare a quella sensazione primordiale che provava nei confronti di Bonnie e a vederla sotto una nuova luce, una luce più chiara.
Sentiva quel senso di possesso verso Bonnie e adesso, forse, ne capiva il perché.
Lui sentiva che Bonnie era sua, che gli apparteneva, l’aveva sempre sentito e questo perché…….lui l’amava? Possibile?
Possibile che fosse davvero amore?
Come un lampo gli ritornò alla mente quella furia che gli era montata dentro quando aveva sorpreso Stefan e Bonnie che si baciavano.
Ci aveva visto rosso come non era mai successo prima.
Allora ripensò anche a tutte le volte che aveva visto Stefan che baciava Elena, ma non riuscì a ricordare nemmeno una volta in cui guardando una scena simile se la fosse, anche solo minimamente, presa.
Allora era vero, era vero che lui era innamorato di Bonnie.
E, a questo punto, era anche vero che lui era un emerito idiota per non averlo capito prima, ma ovviamente questo non lo avrebbe mai ammesso.
Elena sciolse l’abbraccio più sorridente di prima.
“Allora? E’ scomparsa la confusione?” - gli chiese.
Damon sorrise di rimando, uno di quei sorrisi sinceri che si concedeva di rado: “Si, mamma!”  - la prese in giro, alzandosi e aiutandola a rimettersi in piedi.
Elena gli diede un piccolo buffetto sul braccio in risposta: “Bene! Ne sono felice! Ne parlerai con Bonnie?”.
“Beh…mi sembra d’obbligo!” - rispose Damon.
“Se ti interessa stasera sarà alla festa in maschera, quella di beneficenza a cui andremo tutti! Ci verrai?” - fece Elena.
“Penso che ci farò un salto, si!” - rispose Damon.
“Beh..ovviamente ci verrai da solo perché io non ho alcuna intenzione di andarci con te e complicarmi ulteriormente la vita!” - disse Elena.
“Ovviamente!” - fece Damon - “Allora ci si vede lì!”.
“A stasera!” - lo salutò Elena.
Lui rispose con un cenno del capo e le lanciò un’ ultima occhiata silenziosa ma carica di gratitudine prima di lanciarsi dalla finestra e di scomparire nel caldo sole del tramonto.

“Allora…Damon, dobbiamo parlare!”  - fece Bonnie con aria risoluta e sguardo fiero e deciso guardando la sua immagine riflessa nello specchio di fronte a lei.
“No, non va!” - decise subito dopo - “Proviamo così: Damon, non so tu, mai io credo che noi due abbiamo un paio di cose da chiarire!” - provò con uno sguardo ed una voce più accondiscendente e vellutata.
Poi, però, scosse di nuovo la testa e pensò di ritentare con un approccio più conciso e diretto: “Damon, adesso tu mi dirai chiaramente cosa provi per me! Dillo adesso…”.
“Oppure taci per sempre?” - la interruppe la voce divertita di Stefan.
Bonnie si bloccò sul posto e si voltò lentamente a guardare l’amico, completamente rossa in viso.
Stefan se ne stava tranquillamente appoggiato con una spalla allo stipite della porta della sua stanza e si trattenva a stento dal riderle in faccia.
Bonnie si sentì così in imbarazzo che avrebbe voluto sotterrarsi.
“Da quanto tempo sei lì, esattamente?” - gli chiese, titubante.
“Da abbastanza per assistere alla scena di te che fai le prove davanti allo specchio di quello che dirai stasera a Damon!” - confermò Stefan - “Esilarante!” - aggiunse per poi lasciarsi andare ad una risata decisamente chiassosa.
Bonnie sbuffò e incrociò le braccia al petto aspettando che Stefan la finisse.
Quando la risata parve terminare Bonnie lo guardò con un cipiglio fintamente irritato.
“Hai finito?” - gli chiese - “Guarda che è una cosa seria! Io mi sto praticamente dannando l’anima per riuscire a capire come aprire il discorso con tuo fratello e tu non sei per niente d’aiuto!”.
Stefan le si avvicinò  e le mise le mani sulle spalle.
“Hai ragione, scusa, ma avresti dovuto vederti!” - disse lasciandosi scappare un nuovo risolino che sparì subito quando Bonnie gli lanciò un’occhiata che definire truce era dire poco.
Stefan alzò le mani in segno di resa: “Ok, ok, ok…calma, adesso!” - disse -“Ascoltami Bonnie…lo so che sei agitata per ciò che potrerbbe o non potrebbe succedere stasera tra te e Damon, ma devi stare tranquilla, ok? Io sarò lì con te e per te, quindi non hai nulla da temere!”.
Bonnie si sciolse in un sorriso dolce e lo abracciò di slancio: “Grazie mille, Stefan! Non so che farei senza di te!” - disse.
“Non preoccuparti e…a proposito…” - fece il vampiro scostandole e guardandola da capo a piedi - “…lo sai che sei bellissima?”.
“Ho fatto del mio meglio!” - rispose Bonnie volatandosi di nuovo verso lo specchio.
In effetti non stava per niente male.
Forse bellissima era un tantino esagerato, ma….carina, era decisamente carina.
Aveva indossato un vestito di un blu splendente che le metteva in risalto l’incarnato naturalmente pallido e il rosso dei capelli lasciati liberi sulle spalle.
Il vestito, nel dettaglio, era corto fin sul ginocchio e decisamente semplice.
Aveva delle spalline sottiti, ricoperte di minuscoli brillantini e uno scollo squadrato  con ricami in argento. Nella vita era tenuto stretto da una fascia grigio ghiaccio con rifiniture blu e la gonna le scendeva morbida e leggermente svasata ad accarezzarle i fianchi.
Ai piedi aveva optato per un paio di sandali non molto alti, argentati e tempestati di piccole pietre blu e al polso destro aveva un braccialetto in oro bianco che aveva messo poche volte e che le aveva regalato sua madre per i suoi diciotto anni insieme alla catenina anch’essa in oro bianco, ma con uno splendido zaffiro che portava al collo.
Infine la sua maschera era una semplice maschera a farfalla, argentata con rifiniture in tulle blu tutt’intorno.
Bonnie la indossò e afferrò il braccio che Stefan le stava offrendo.
Anche lui era particolarmente in tiro quella sera con il suo completo scuro e la camicia blu in coordinato con lei.
“Possiamo andare, direi!” - fece Bonnie.
Stefan sorrise ed annuì.
Arrivarono al ballo  con l’auto di Stefan e ci misero appena pochi minuti.
Il parcheggio era praticamente pieno e avevano dovuto aspettare parecchio prima di trovare un posto libero, ma alla fine avevano scoperto che la signora Hill aveva riservato dei posti auto per le varie organizzatrici quindi a Bonnie bastò presentarsi per ottenerne uno.
La sala era bellissima, quasi eterea con le sue luci bianche, i boccioli di rose che pendevano dall’alto in grossi festoni anch’essi bianchi e le statue di ghiaccio tutt’intorno.
Era davvero spettacolare e, non appena entrarono, vennero travolti dall’allegria della festa e dalla musica che l’orchestra stava suonando da un piccolo palco adibito ai musicisti.
Stefan si fermò un attimo al banco delle offerte di beneficenza per il canile e firmò subito un assegno che, visto il tempo che ci impiegò per scivere tutti i vari zeri e il sorriso raggiante e commosso che gli rivolse la signora Hill, Bonnie pensò dovesse bastare non solo per il canile di Fell’s Church, ma anche per quelli dell’intero Stato.
Stava per ringraziarlo, quando lui alzò semplicemente le spalle e le propose di andare a prendere qualcosa da bere.
Bonnie accettò, felice e grata per la generosità dell’amico.
Ed erano proprio lì che sorseggiavano i loro drink alla frutta quando li videro entrare.
Da un lato della sala entrò Elena accompagnata da Meredith ed Alaric, mentre dall’altro sbucò fuori Damon ed entrambi cominciarono ad avanzare verso di loro.
Bonnie guardò Stefan e lui le restituì lo stesso sguardo in cui si leggevano preoccupazione ed ansia.
“Buona fortuna!” - si augurarono nello stesso momento.







NOTE:
Ciao a tutti e buon giovedì sera!!!
Vorrei, innanzitutto, ringraziare tutti coloro che hanno letto e/o recensito lo scorso capitolo!!!
Che dire...
Questo è un pò un capitolo di passaggio!!!
Racconta della mattina prima del ballo e, mi rendo conto che si ferma proprio sul più bello, ma...abbiate pietà, ok? XDXDXDXDXDXD
Nonostante tutto, però, è un capitolo importante in quanto....Damon ed Elena si lascino, finalmente!
E non solo: Elena fa, forse, la prima cosa vagamente intelligente da...beh...da sempre, cioè fa capire a Damon che è innamorato di Bonnie!!!
Ammetto che le scene Sonnie erano messe lì un pò per riempire il capitolo, ma so quanto piacciono a molti di voi ed ho voluto inserirle lo stesso visto che ormai siamo alla fine!!!
Nel prossimo capitolo, che sarà il capitolo del ballo, si sistemerà finalmente ogni cosa ed ogni rapporto e già vi dico che Damon vi farà sciogliere con quello che dirà a Bonnie!!!XDXDXDXDXD
Dopo di che ci sarà l' epilogo con un piccolo salto temporale giusto per informarvi su come vanno le cose!!!!
Spero, comunque, che il capitolo vi sia piaciuto le stesso!!!!XDXDXDXDXD
Ci "vediamo" lunedì sul blog per lo spoiler, mentre per il capitolo...
A giovedì...BACIONI..IOSNIO90!!!

   
 
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