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Autore: Nikki_Ginny_Potter    21/07/2011    1 recensioni
Protagonista di questa mia storia è Nikki, una ragazza babbana che, avendo attirato l'attenzione di Albus Silente, preside della scuola di magia di Hogwarts, si prepara per l'inizio del suo primo anno. Incontrerà nuovi amici, un nuovo amore e nuovi nemici. La storia non include nessun personaggio della saga di Harry Potter, fatta eccezione per i professori e alcuni riferimenti ad altri personaggi. L'età dell'entrata a Hogwarts ho pensato di variarla, per rendere la mia storia un po' più originale.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Nikki svegliati, il treno parte esattamente tra un’ora e tu non sei ancora in piedi! Hogwarts non aspetta i ritardatari!” Nikki spalancò gli occhi, scossa da un sonno che avrebbe preferito non interrompere così. Si guardò intorno e si alzò dal letto, stropicciandosi gli occhi.
 
 La sua vita era cambiata decisamente troppo in fretta per rendersi conto di tutto ciò che stava succedendo in quel momento. Due settimane prima dell’inizio della scuola, infatti, Nikki a sedici anni compiuti aveva ricevuto una lettera nella quale la prestigiosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts chiedeva la sua presenza come nuova studentessa. Il fatto che fosse una buona studentessa non lo metteva in discussione nessuno, certamente: tuttavia la scuola dei babbani era ben diversa da Hogwarts e Nikki si chiedeva a cosa sarebbe servita un’alunna come lei, di origini assolutamente babbane, in una scuola di magia. A sedici anni compiuti si poteva accedere al primo anno e i corsi sarebbero terminati dopo quattro anni: così funzionava a Hogwarts, anche se le domande che si poneva Nikki erano sempre più numerose e ingestibili. Osservò l’angolo illuminato dalla finestra della sua camera: le valige e tutto l’occorrente erano già pronte da due giorni e aspettavano solo di vedere finalmente nuovi posti.
 
 Spostò poi lo sguardo verso la sua sedia di legno, dove poneva i vestiti per i giorni seguenti: afferrò la divisa arrivata direttamente da Hogwarts e si avviò verso il bagno. Appena varcata la porta, vide sua mamma, che non aveva ancora smesso d’urlare. “Non è questa l’ora di svegliarsi ! E’ il tuo primo giorno di scuola e già rischi un ritardo colossale! Vedi di indossare al meglio quella divisa e essere il più presentabile possibile: non si tratta della scuola che hai frequentato fino alla scorsa estate Nikki, qui non guarderanno se sei vestita all’ultima moda o meno. Osserveranno ciò che sai fare e se puoi diventare una brava strega.”
 
 Nikki guardò sua madre: era vestita al meglio quel giorno, con un tailleur azzurro pastello, e i capelli corvini acconciati pazientemente in un complesso fermaglio dello stesso colore dell’abito. Gli occhi verde scuro di sua madre facevano sempre intravedere quell’orgoglio che provava per la figlia, ma Nikki notava sin da subito la severità con la quale pronunciava ogni singola parola. “Mamma, sai benissimo che arriverò puntuale per prendere il treno, cerca di rilassarti. Non ho alcuna voglia di distinguermi per i vestiti, mamma, non l’ho mai amato nemmeno nella mia vecchia scuola. Sarò brava, darò il meglio di me, come sempre.” Sua madre annuì convinta e abbozzò un sorriso, invitando sua figlia a lavarsi e prepararsi. 
 
Nikki arrivò alla stazione, precisamente al binario 9 e tre quarti puntuale, senza un minuto di ritardo: in lei era da ammirare la precisione con la quale calcolava il tempo necessario per compiere determinate azioni, non sbagliava mai. Guardò sua madre che, quasi commossa, le disse: “Vai dove ci sono gli altri studenti, Nikki. Mi raccomando, non cacciarti in nessun tipo di guaio e.. Fai la brava. Ci vediamo per le vacanze di Natale.”
 Nikki, sorridendo, abbracciò sua madre e la salutò, evitando una crisi di pianto. Era particolarmente carina anche con una divisa, la giovane nuova strega: i suoi capelli castani le cadevano delicatamente sulle spalle, e i suoi occhi azzurri come il cielo di quel giorno risaltavano e si distinguevano dai colori scuri della divisa di Hogwarts. Si osservò intorno curiosa: notava studenti più grandi di lei, lo capiva perché le loro divise erano decorate dai colori delle case a cui appartenevano. 
 
Già, le case in cui smistavano gli studenti al loro primo anno: Nikki era curiosa di sapere in quale casa sarebbe stata smistata, tuttavia dovette lasciare da parte quel pensiero perché tra la folla di studenti notò quattro ragazzi, più grandi di lei, parlottare e indicarla. Sembravano interessati a sapere forse qualcosa in più sulla sua provenienza, come capitava spesso nelle scuole babbane quando arrivavano gli studenti nuovo del primo anno. 
 
“Svegliati, Nikki: si tratta di Hogwarts, se ti osservano ci saranno ragioni diverse da quelle comuni dei babbani.” Pensò la ragazza, cercando di ignorarli. Dal gruppetto di amici si allontanò uno, certamente il più carino. Nikki lo osservò, evidentemente interessata: era alto, aveva i capelli castani simile al colore del tronco degli alberi in primavera e gli occhi color cioccolato. Nel suo viso splendeva un timido sorriso, che Nikki avrebbe fissato per ore. “Diavolo, non è il momento di pensare ai ragazzi, che idiota che sono!” Si rimproverò Nikki e, mentre il ragazzo era ad un passo da lei, il capostazione annunciò agli studenti di prendere posto nelle cabine del treno, poiché di lì a poco sarebbero partiti per Hogwarts. 
 
Nikki lasciò i bagagli al capostazione ed entrò velocemente nel treno, senza guardarsi indietro, per paura di incontrare lo sguardo del giovane che aveva incrociato prima. Scelse la prima cabina a portata di mano, entrò e senza indugiare, si sedette, aprendo uno dei libri comprati per il primo anno ad Hogwarts. La sua curiosità l’aveva portata a leggerli tutti almeno un paio di volte quell’estate, ma aveva lasciato da parte il libro riguardante il corso di pozioni, da cui lei stessa era incuriosita. Aprì quel libro con emozione e iniziò a leggere, cercando di scacciare il pensiero di quel ragazzo di cui non sapeva nemmeno la casa d’appartenenza: era rimasta così incantata dai suoi occhi e dal complesso della sua figura, che non aveva nemmeno prestato attenzione allo stemma che era cucito nella divisa. “Non importa, ora devo concentrarmi sulla grande avventura che m’aspetta.” 
 
Pensò decisa. Il rumore di passi degli studenti che cercavano cabine vuote la facevano sobbalzare e distrarre dalla lettura. Nikki alzò lo sguardo e cominciò a guardare il flusso dei ragazzi che andava e veniva. Ad un tratto, un ragazzo si fermò e aprì la cabina dov’era seduta da sola la ragazza e con fare impacciato, la salutò. “Ciao, scusa se sono entrato così nella tua cabina ma.. Ho visto che sei nuova, ed è mio compito rispondere alle domande dei nuovi studenti. Io sono Gabriele, collaboratore della professoressa McGranitt, insegnante di trasfigurazione e direttrice della casa dei Grifondoro. Tu sei..?” Nikki guardò il nuovo conosciuto, Gabriele: era un ragazzo alto e robusto. Il suo viso era disegnato da una barba incolta, che certamente lo faceva apparire più grande di quanto era in realtà. A Nikki sembrava una persona simpatica, almeno così intuiva dal modo che aveva avuto di presentarsi e dal suo aspetto. Gli rispose allora: “Io sono Nikki, piacere.. In effetti, avrei diverse domande, forse troppe a dir la verità, ma non credo tu possa rispondermi. Perdona la mia presunzione, non sei troppo giovane per essere un assistente di un professore di Hogwarts? A meno che tu non abbia già 21 anni, allora dovrei rivedere le mie capacità di attribuire l’età alle persone.” Gabriele rise bonariamente e rispose, sedendosi: “Hai occhio e sei già al corrente di una regola che non tutti gli studenti sanno, nemmeno quelli più grandi. In effetti ho diciassette anni, sono molto giovane lo so, tuttavia Minerva McGranitt ha lottato per avere me come collaboratore, siccome sono molto bravo nell’arte della trasfigurazione.. Non mi piace vantarmi di queste cose, ma dato che hai chiesto, ho risposto anche a questa domanda. Comunque puoi sempre provare a chiedermi ciò che t’interessa sapere maggiormente, darò del mio meglio.” 
 
Nikki annuì sorridente e notò lo stemma che Gabriele aveva nella divisa e i colori che decoravano i bordi del suo golfino grigio: Grifondoro, quella era la sua casa. “Mi chiedo anzitutto cosa ha portato Albus Silente, il preside della scuola, a mandare la lettera a me.. Ho sempre studiato nelle scuole dei babbani, e prima che ricevessi la lettera sapevo ben poco della magia e di tutto ciò che ne riguarda.. Mi sono informata dopo esser stata invitata a far parte di questa scuola, ma resta sempre la domanda.. Perché me? Non sono poi tanto diversa da tutte le altre babbane della mia vecchia scuola.” Gabriele la ascoltò attentamente e poi rispose: “Silente è un gran uomo, su questo non c’è dubbio: in questa scuola ha chiamato a far parte solo le persone che hanno le capacità e le potenzialità per diventare dei maghi e delle streghe eccezionali. A quanto pare sei ben diversa dal resto delle tue coetanee, altrimenti non t’avrebbe mandato alcuna lettera. Non sono nella complicata mente del nostro preside, non riesco a risponderti in modo più dettagliato, ma certamente Silente sa quel che fa, io fossi in te approfitterei di questa occasione.” 
 
Nikki ringraziò Gabriele delle informazioni, seppur esigue, che le aveva dato: chissà cosa mai Silente aveva trovato di prestigioso in una babbana come lei. Mentre si apprestava a chiacchiere della scuola e di ciò che avrebbe imparato lì con Gabriele, un rumore di passi spinse Nikki a guardare il corridoio del treno: lo stesso ragazzo che aveva visto e da cui era rimasta affascinata era lì, con i suoi amici, ancora in attesa di trovare una cabina vuota. Nikki lo guardò negli occhi color cioccolato e lui la osservò, non ascoltando gli amici che gli indicavano cabine vuote lì accanto. 
 
Evidentemente Nikki lesse il labiale e riuscì a capire che la sua compagnia aveva trovato una cabina e lui aveva detto loro di aspettarlo seduti e comodi. Come volevasi dimostrare, i suoi amici gli diedero una pacca amichevole sulla schiena e si avviarono nella cabina trovata. Gabriele osservò la scena e riuscì a dire solamente: “Singolare.”, poiché il ragazzo con cui Nikki aveva scambiato intensi sguardi sin dall’inizio, entrò nella cabina, con il solito timido sorriso. La ragazza cercò di domare il battito del suo cuore, evidentemente accelerato e quasi incontrollabile. Gabriele si alzò, come fosse incuriosito dal tipo di sguardi che aveva visto tra i due e, stringendo la mano al ragazzo gli disse: “E’ un piacere rivederti, Fabio. Spero che anche quest’anno sia interessante e costruttivo come lo scorso.” Il ragazzo che a sentire da Gabriele portava il nome di Fabio, ricambiò la stretta di mano e rispose: “Il piacere è mio, Gabriele. Quest’anno abbiamo già iniziato alla grande, è un’intuizione.” Dopo aver detto ciò, posò il suo sguardo su Nikki, la quale si alzò automaticamente, senza ragionare. Gabriele vedendo in evidente distrazione la ragazza, replicò: “Certo, capisco.. Beh, in realtà no, avrai le tue ragioni per pensare che sia già iniziato alla grande, Fabio. In ogni caso, mi sembra maleducato non presentarti il nuovo acquisto di Hogwarts. Lei è Nikki, ha studiato fino alla scorsa estate in una scuola babbana e al compimento dei sedici anni ha ricevuto la lettera da Silente. Si suppone abbia talenti che Silente vuole tenere d’occhio.”
 
 Fabio sorrise incuriosito e disse: “Incredibile. È la prima ragazza babbana ad aver ricevuto la lettera di Hogwarts del secolo. Piacere, io sono Fabio.” Nikki sorrise e gli strinse la mano riuscendo semplicemente a rispondere: “Io.. Nikki, certo. Piacere mio.” Calò un silenzio quasi magico tra i due e Gabriele decise d’interromperlo, congedandosi: “Beh ragazzi, ci sono altri studenti che forse hanno bisogno del mio aiuto perciò.. Vado. Ci vediamo all’arrivo, Nikki. Fabio, a più tardi!” 
 
I due ricambiarono il saluto e aspettarono che Gabriele uscisse, per sedersi. “Perdonami se prima t’ho infastidita ma.. I miei amici sono sempre curiosi dei nuovi studenti e vogliono sapere sempre vita morte e miracoli degli arrivi ad Hogwarts.” Nikki rise nervosamente e rispose: “Beh, non m’hai dato alcun fastidio, semplicemente.. Non sono abituata a questo ambiente e.. E’ facile che mi senta fuori luogo per ogni cosa, in effetti.” Fabio la osservò e replicò: “Presto riuscirai ad abituarti, anche se è incredibile. Io stesso sono sorpreso di vedere una babbana in questo treno.” Nikki sospirò ed esclamò: “E’ difficile capirci qualcosa anche per me, te l’assicuro. Ma davvero sono la prima babbana del secolo qui.. A Hogwarts?” Fabio annuì e aggiunse: “E’ questa la cosa più sorprendente. Si vede che per Silente devi avere dei numeri notevoli per poter studiare a Hogwarts. Meglio così, certo non passerai inosservata, sai?” Nikki sentì avvampare, tuttavia cercò di mostrarsi il più disinvolta possibile: era un complimento tra le righe quello che aveva fatto Fabio, o cos’altro? Nikki tossicchiò e disse: “Beh non sono.. Nulla di che, te l’assicuro.. Piuttosto..” S’interruppe, puntando i suoi occhi sullo stemma e sui colori della divisa di Fabio. Nel suo mantello era ricamato uno stemma grigio e verde, con un serpente al centro. Spostò lo sguardo sul viso del ragazzo e riprese il discorso: “Sei.. Un Serpeverde?” Fabio guardò il suo stemma poi ritornò a osservarla e rispose: “Eh, già. Ho diciassette anni, come Gabriele, entrambi siamo al secondo anno. L’unica differenza è proprio l’appartenenza a due case diverse.. Oserei dire molto diverse.” Nikki rimase in silenzio per un po’ e poi mormorò: “Beh devo ammettere che.. E’ strano. Intendo, tu e Gabriele andate molto d’accordo, sembrate ottimi amici. Dopo aver ricevuto la lettera di Silente mi sono documentata un po’ su tutto ciò che riguarda Hogwarts, case comprese. Serpeverde e Grifondoro sono quasi.. rivali.” Fabio rise e rispose: “Non posso dire che sbagli. È risaputo che le nostre case sono praticamente nemiche, e aggiungo che la mia casa non ha una fama ottima, quasi mi vergogno d’ammettere la mia appartenenza.. I maghi più forti e malvagi hanno sempre fatto parte di Serpeverde: mi considero un’eccezione, Silente me lo ha detto lo scorso anno, prima di tornare a casa.” Nikki replicò: “Non ho mai avuto pregiudizi e nemmeno io credo che tu possa diventare un mago malvagio. Forte sì, ma non malvagio.” 
 
Fabio la guardò e sul suo viso spuntò un sorriso sincero, riconoscente. “Beh, come dire.. Grazie. Vedo le persone che fanno parte della mia casa, compresi quelli del mio stesso anno: sono persone che pur di raggiungere i propri scopi sono disposti a far qualunque cosa. È una caratteristica fondamentale l’ambizione, per essere un Serpeverde, sai? Io stesso non nego che ciò faccia parte di me: tuttavia non ricorro mai a metodi estremi per ottenere qualcosa. Faccio del mio meglio per riuscire in tutto, ma senza danneggiare gli altri maghi. Il cappello parlante, quello che smisterà anche te in una delle quattro case, mi disse che sarei stato un ottimo mago, pieno d’ambizione e di voglia d’imparare e mettermi in gioco. Non sono stato entusiasta di quella decisione, entrare nei Serpeverde ma.. Silente m’ha tranquillizzato: la mia casa è malvista da tutti perché nessuno ha mai considerato le eccezioni e ha sempre generalizzato. Moltissimi Serpeverde odiano i Mezzosangue, lo sapevi? I babbani, coloro che non sono nati maghi.” Nikki lo interruppe dicendo: “Come me, in sostanza.” Fabio la guardò, come volesse consolarla e disse: “Sì. Io non ho mai fatto questo tipo di distinzioni: un babbano può diventare il miglior mago o strega del mondo, a mio avviso. Mi dispiace semplicemente che non tutti i miei compagni Serpeverde siano di questo parere ma.. Non tutti la pensiamo uguale, sai che monotonia, altrimenti!” Nikki scoppiò a ridere e Fabio la seguì, poi, tornando serio, le mise una mano sulla spalla, dolcemente, non come avevano fatto in modo amichevole i suoi amici. Nikki lo osservò profondamente, non osò parlare: si sentiva bloccata da quella mano, incantata, come la prima volta che l’aveva visto. Rimasero in silenzio per un attimo, guardandosi negli occhi, poi Fabio interruppe il silenzio e disse: “Ricorda che con me sei al sicuro. Qualora tu abbia dei problemi.. Di qualunque genere. Basta che mi cerchi: non so in quale casa verrai smistata, ma ciò non comporterà cambiamenti nel mio pensiero. Non esitare a cercarmi, d’accordo?” Nikki annuì e rispose, debolmente: “Beh.. Ecco.. Ti ringrazio.” Fabio le sorrise dolcemente, si alzò e si avviò verso l’uscita della cabina e prima d’uscire, le disse: “E’ stato un piacere conoscerti, Nikki. Ci vediamo dopo.” 
 
Detto ciò, si avviò verso la cabina dov’erano gli altri Serpeverde. Nikki non riuscì a riprendere la lettura del libro di pozioni, era troppo sconvolta da quell’incontro. Come aveva fatto il cappello parlante, famoso per il suo giudizio perfetto e infallibile, a collocare un angelo come Fabio, in una casa come Serpeverde? Ripensò poi alle parole che Silente aveva proferito a Fabio l’estate precedente: non tutti coloro che fanno parte di quella casa sono malvagi, anzi, alcuni si distinguono per la bontà e le capacità impressionanti nell’arte della magia e stregoneria. Nikki sapeva che Grifondoro e Serpeverde erano le due case più prestigiose, una con una reputazione migliore dell’altra: la cosa certa era che chi veniva collocato in una delle due case, aveva buone probabilità di diventare un grande mago, o una brava strega. Avrebbe voluto discutere con Fabio ancora, per capire qualcosa in più su Hogwarts o forse, sulla vita del ragazzo. Nikki estrasse dalla borsa la sua nuova bacchetta di quercia, che aveva acquistato qualche giorno prima. Era lunga e affusolata, pareva resistente. 
 
In fondo era decorata da una fascetta dorata, dov’era inciso il suo nome: sua mamma aveva voluto fare “le cose per bene”, perciò Nikki non aveva potuto impedire l’incisione, seppure la ritenesse superflua. L’arresto del treno e l’annuncio del capostazione, fece trasalire Nikki: finalmente era giunta a Hogwarts e da quel momento la sua avventura sarebbe iniziata davvero. 
Quando ebbe ottenuto tutti i suoi bagagli, Nikki seguì quasi marciando, i collaboratori dei professori di Hogwarts, tra i quali si distingueva perfettamente Gabriele, il più alto e il più allegro. Nikki si avvicinò frettolosamente al nuovo amico e gli disse: “Ehi, perché prima sei scomparso?” Gabriele la guardò raggiante e rispose: “Il mio compito è rispondere alle domande dei ragazzi del primo anno, Nikki, non potevo rimanere troppo! E poi, t’ho lasciato sicuramente in ottime mani.” Nikki ripensò a Fabio, perciò continuò il discorso: “Certo, capisco.. Buone mani? Parli di Fabio?” Gabriele rise e rispose: “Certo, di chi sennò?! Più ci penso più mi convinco del fatto che voi due.. Diamine! Mai assistito a una cosa del genere. È presto detto che io stesso sono qui da solamente due anni e forse ho visto ben poche cose ma.. Sono sicuro che tutto ciò è singolare. In ogni caso, Fabio è una brava persona, non farci caso all’appartenenza a Serpeverde: è una delle eccezioni lui, altroché!” Nikki lo guardò con aria interrogativa: cosa mai c’era di così strano in lei e Fabio? Cosa aveva notato Gabriele di così singolare? Nikki voleva entrare maggiormente nello specifico, ma i tempi non lo permettevano: era finalmente giunta alle porte di Hogwarts.
 
Il castello era immenso, nemmeno la sua immaginazione sarebbe arrivata a disegnarlo così. Le torri principali si ergevano maestosamente, e il grande portone risaltava: nel legno erano disegnati gli stemmi delle quattro case, il problema principale in quel momento nella testa della ragazza. Si guardò intorno, mentre la folla degli studenti del primo anno si accalcavano al portone. 
 
“Chissà dove sono gli altri studenti.” Disse ad alta voce Nikki, cercando tra i volti quello del singolare Serpeverde. Tra i nuovi studenti le si avvicinò una ragazza con i capelli lunghi, di un biondo cenere e gli occhi color nocciola, con uno spiccato sorriso sul volto. La guardò e le disse: “Gli studenti degli altri anni sono già all’interno, probabilmente sono già seduti e attendono la nostra entrata.” Nikki la osservò imbarazzata per aver pensato e parlato allo stesso momento, correndo il rischio d’essere scambiata per pazza. “Oh, capisco beh.. Grazie dell’informazione, sono un po’ estranea a queste tradizioni ecco.” La ragazza sorrise e rispose: “Oh, figurati, se non fosse per mio fratello sarei completamente all’oscuro da tutte queste informazioni. Ad ogni modo, pare che per entrambe stia per cominciare un’avventura diciamo quindi.. Piacere, sono Serena.” La ragazza le tese la mano e Nikki sorridendo, gliela strinse presentandosi. “Tuo fratello studia qui da molto?” Chiese Nikki alla sua nuova conoscente. Serena le rispose prontamente: “Questo è il suo ultimo anno! Non vedevo l’ora di poter studiare qui a Hogwarts! Alessandro, mio fratello, mi racconta sempre tutto ciò che accade d’interessante qua e ti garantisco, sarà tutto molto divertente! Personalmente, la cosa che più mi preoccupa al momento è la cerimonia dello smistamento.” Nikki sospirò e replicò: “A chi lo dici, al momento è la mia unica ossessione.. Sai per caso in che momento avverrà questa tanto attesa cerimonia?” Serena le disse che sarebbe iniziato lo smistamento subito dopo l’entrata di tutti gli studenti del primo anno, certamente il tempo che rimaneva prima del tanto atteso momento si stava accorciando sempre più. Le porte imponenti del castello di Hogwarts si aprirono e pian piano, gli studenti entrarono. 
 
Nikki iniziò a guardarsi intorno, curiosa, mentre Serena le parlava, indicandole gli immensi tavoli dove erano già seduti gli studenti delle varie case. “Quello laggiù è mio fratello! È un Corvonero, francamente non mi dispiacerebbe finire in quella casa!” Disse, indicando un ragazzo biondo con lo stesso colore degli occhi di sua sorella. Nikki annuì sorridente, anche se con lo sguardo era in cerca di Fabio, nella tavolata dei Serpeverde. I tavoli erano decorati con tovaglie candide e ricamate d’oro, tutto era pronto per la cerimonia. In fondo all’immenso salone, decorato sul soffitto da un realistico cielo limpido, c’erano tutti i professori, ognuno seduto in attesa di vedere tutti i nuovi studenti e d’ascoltare le parole di benvenuto del preside Albus Silente, seduto al centro del tavolo. Era un uomo alto, immenso: sicuramente era alto più di due metri, non vi era dubbio. Il suo volto era perfettamente attivo, malgrado i suoi anni (un centinaio abbondante). 
 
La sua barba era candida e lunghissima, cadeva perfettamente sul lungo mantello viola scuro che indossava. Osservava tutti quanti sotto un paio d’occhiali a mezzaluna, posati sul naso, e nel suo volto s’intravedeva un sorriso soddisfatto. Per un attimo Nikki giurò d’averlo visto osservare direttamente lei, nessun altro. Chissà, forse Silente s’era fatto un’idea esagerata di lei e s’aspettava grandi cose. Quando entrarono tutti e le porte furono chiuse, Silente s’alzò dall’immenso trono sul quale era seduto e iniziò il discorso: “Un grande e cordiale benvenuto a tutti gli studenti, in particolare i nuovi arrivati. Sono Albus Silente, il preside di Hogwarts. Come tradizione, tra poco verrete smistati nelle case: Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso e Corvonero. Sarà compito del cappello parlante decidere a quale potrete appartenere.” Detto ciò indicò un vecchio cappello d’un nero sbiadito, posato su uno sgabello davanti alla tavola degli insegnanti. Nikki si sentì maggiormente emozionata: non sapeva cosa il cappello avrebbe potuto dire una volta esaminata, ma sperava col cuore d’essere smistata in un’ottima casa. “Dopo lo smistamento, avrà inizio il banchetto. Da domani ogni lezione sarà attiva, durante il banchetto avrete occasione di conoscere tutti i professori di quest’anno. Le regole sono elencate nell’apposito libro che vi sarà dato dopo la cerimonia. Durante la permanenza qui ad Hogwarts, ogni vostra azione meritevole farà guadagnare punti alla vostra casa.. Ogni regola infranta e ogni comportamento irresponsabile vi farà perdere punti. A fine anno, la Coppa delle Case sarà vinta da quella che avrà conquistato il maggior numero di punti. Detto questo, lascio la parola alla professoressa McGranitt, insegnante di trasfigurazione e responsabile della casa di Grifondoro.” 
 
Dopo il discorso di Silente, Nikki osservò tutti i professori e notò una donna di età difficile da stabilire, alzarsi e stringere la mano al preside. Aveva i capelli simile ad un grigio topo raccolti in un concio ed era vestita di verde. Guardò gli studenti e disse: “Anzitutto do anche io il benvenuto a tutti i nuovi studenti, presentandomi nuovamente. Sono la professoressa McGranitt, chi verrà smistato in Grifondoro, avrà modo di conoscermi meglio. Adesso chiamerò ognuno di voi, quando sentirete il vostro nome, sedetevi sullo sgabello che vedete di fronte a voi e aspettate il giudizio del cappello parlante che vi porrò sul capo.” Nikki deglutì nervosamente: di lì a poco avrebbe saputo a quale casa avrebbe preso parte per il resto della sua permanenza a Hogwarts. Il cappello aveva sempre ragione, questo l’aveva compreso dai libri letti e dalle informazioni raccolte. Si osservò intorno, incrociando prima lo sguardo di Serena, emozionata e entusiasta della cerimonia e poi i tavoli, continuando a cercare gli occhi color cioccolato di Fabio. La professoressa McGranitt si avvicinò e sollevò il cappello nella mano sinistra, mentre in quella destra, stringeva una pergamena, contenente tutti i nomi dei nuovi studenti. 
 
L’attesa si faceva sempre più snervante, dal momento che Nikki sarebbe stata una delle ultime ad essere smistata, a causa del cognome, in fondo all’alfabeto. Osservava tutti i coetanei avanzare ed essere smistati dal cappello parlante, che ne faceva una breve analisi ad alta voce, e prendeva la decisione finale. C’erano applausi e congratulazioni, ogni studente poi si sedeva al tavolo della sua nuova casa. Parevano tutti molto soddisfatti delle scelte del cappello, tuttavia anche quell’anno a quanto pareva non mancavano i Serpeverde: un sacco di persone erano smistate in quella casa e Nikki cominciava a temere di essere la prossima. Fu il turno di Serena, appena conosciuta, la quale, sentendosi nominata, procedette saltellando e salutando allegramente suo fratello verso lo sgabello. La McGranitt lo posò sul capo di Serena e iniziò l’analisi: “Serena.. Beh, un cervello non male, lo ammetto.. Voglia di studiare, d’essere brava e meritare un degno posto ad Hogwarts.. Da un’analisi veloce ma accurata direi che il posto giusto per te è.. Corvonero!” Serena sorrise e si alzò, correndo verso quel tavolo. Era soddisfatta, aveva già anticipato a Nikki durante la prima conversazione, il desiderio di finire nella stessa casa del fratello, probabilmente aveva le qualità giuste. L’ansia aumentava, Nikki continuava a guardarsi intorno agitata, sperando di trovare qualche sguardo amico. Improvvisamente, dalla bocca della McGranitt, uscirono quelle parole: “Nikki Quarti?” Sentendosi nominata, Nikki continuò a guardarsi intorno e a procedere, con inerzia quasi, temendo la decisione del cappello. Nello stesso momento in cui la professoressa aveva chiamato il suo nome, dal tavolo dei Serpeverde si era sollevato un rumore, come se fosse stata spostata una sedia. 
 
Nikki osservò immediatamente, curiosa di sapere chi mai s’era mosso: finalmente lo vide. Fabio s’era alzato, quasi automaticamente, con lo sguardo fisso su di lei, come fosse ansioso anch’egli della decisione e volesse starle vicino in qualche modo. Si osservarono a fondo e Nikki riuscì a leggere le parole che le labbra di Fabio le volevano comunicare: “Andrà tutto bene.” La ragazza sorrise nervosamente e annuì, andandosi a sedere sullo sgabello. “Ben arrivata, Nikki.” Le disse stranamente la McGranitt. Nikki si sentì sorpresa d’udire quelle parole: non aveva notato lo stesso trattamento con gli altri studenti e sinceramente non capiva perché una professoressa che mai aveva conosciuto le stesse dando così calorosamente il benvenuto. Nikki la ringraziò timidamente, socchiudendo gli occhi e aspettando il giudizio tanto atteso. 
 
Il cappello, una volta sulla sua testa, cominciò a parlare: “Ahah, mi chiedevo quando avrei potuto analizzare un cervello come questo.. Sono passati troppi anni, direi.. Ad ogni modo. Qui dentro c’è tutto il necessario per poter diventare qualcuno di importante, di famoso.. Hai già le nozioni necessarie per diventare una strega brillante.. Non ho alcun dubbio, sono convinto che un soggetto come te, così singolare e raro calza a pennello con..” In quel momento, Nikki trattenne il respiro, senza pensare ad altro. Osservò tutti i volti puntati su di lei, ricordò le parole di Fabio, di Gabriele, qualsiasi cosa stava volando nella sua testa senza alcun ordine. Il cappello finalmente, concluse la sua analisi: “Grifondoro!” 
 
In sala si levò un applauso, la stessa McGranitt si congratulò con Nikki, la quale sorrise soddisfatta e si andò a sedere al tavolo, accanto a Gabriele. “Benvenuta tra noi, ero quasi certo che saresti finita tra i Grifondoro!” Disse il ragazzo stringendole la mano. Nikki sorrise e guardò Fabio, seduto al tavolo accanto che le alzò il bicchiere, congratulandosi con lei.
  
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