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Autore: My Vanya    21/07/2011    4 recensioni
E' questo il momento giusto. E' questo il passo prima della fine, la fine di un cantante, di un uomo. La fine di un'immensa nullità. Solo un passo e poi più niente. Come sarà la morte? Più fredda, magari, o forse no, forse mi troverò a bruciare tra le fiamme dell'inferno, al caldo, al sicuro in un certo senso.
[Frerard]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Le parole del tuo cuore spiegano semplicemente quanto tu sia bellissimo dentro-

 

Oggi è una giornata fin troppo tranquilla, non me ne capitano di così da prima di cominciare il tour da poco concluso. In casa regna il silenzio, Jamia è uscita per portare le bambine al parco, a prendere un po' d'aria mentre io ho preferito restarmene qui a bearmi della solitudine che da un bel po' di tempo mi mancava. E' bello essere a casa, senza dover prendere un aereo ogni sera, senza dover fare i conti con i fusi orari, senza dover dormire nella stessa stanza di Gerard sapendo di non poterlo sfiorare. Da quando lui si è sposato con Lyn-z non ci siamo più toccati, da quando lui ha preferito scappare, tra noi, non c'è stato più niente. Eppure, averlo nella stessa camera, tanto vicino da poterlo sentir respirare, mi fa ancora impazzire. Voglio dire, presente quando la cosa che più desideri al mondo è proprio davanti ai tuoi occhi ma sfiorarla vorrebbe dire perderla per sempre? O ancor peggio, rischiare di rientrare in una dipendenza ossessiva da quell'oggetto, o persona e non riuscire ad uscirne, e poi sentirsi in colpa a vita, per non essere riuscito a resistere? Ecco, questo voleva dire passare ogni notte sentendo il suo respiro cadenzato così vivido e vicino da non faticare ad immaginarlo sulla pelle, così familiare, sempre lo stesso, nonostante siano anni ormai che tra noi sembra essere svanito tutto. Ecco cosa hanno significato questi mesi di concerti, quante voglie ho soffocato, quante lacrime ho pianto. Ma le lacrime che ho pianto per Gerard ormai non le conto nemmeno più, sembrano non finire mai, e quando finiscono, ne arrivano altre, perché qualcosa, come un gesto, come un sorriso, riporta a galla quei dannati sentimenti che cerco di reprimere con tutto me stesso.

Basta adesso, basta pensare a Gerard, basta pensare al tour, basta pensare al passato. Basta Pensare, semplicemente. Vado in cucina a farmi un caffè, l'aroma mi avvolge così conosciuto e tranquillizzante che non posso far a meno di sorridere. Mi ci voleva proprio, un pomeriggio libero, ed un caffè, niente di meglio da chiedere. Mi siedo al tavolo, gustandomi il retrogusto amaro, ma che mi riempie, che mi scalda da dentro, come una fiamma che brucia. Il caffè dovrebbe essere rosso, per tanto che riesce a riempire le persone di tepore. Rosso passione, rosso amore, rosso sangue. Rosso come i capelli di Gerard. Non so perché si è tinto di quel color fuoco, di quella tonalità così viva. Per me era bellissimo quando i capelli neri ingarbugliati risaltavano contro la sua pelle bianca, quasi lattiginosa. Quando il rosso lo usava solo per il trucco, quando aveva quell'aria da eterno cattivo ragazzo, che non ha perso, ma non è più la stessa. Io ero follemente innamorato del Gerard di un tempo, a dir la verità, forse adesso amo soltanto quel bellissimo ricordo. Perché Gerard Way, il mio Gee, non è più lui, e fa male.

Ancora immerso nei miei pensieri quasi non mi accorgo del suono acuto del campanello che squilla insistente. Che noia, addio tranquillità. Mi alzo di malavoglia e vedo, dalla finestra, Mikey che aspetta fuori. E' nervoso, sembra che ogni secondo lo diventi sempre di più, come un mare in piena e conoscendolo so che è decisamente meglio non farlo aspettare. Gli apro la porta sorridente.

-Hey Mikes, che combini da queste parti?- Il solito tono di sempre, perfetto.

-Ti ho portato una cosa- Tira fuori una busta bianca, con su scritto il mio nome con una calligrafia che quasi non riconosco. La prendo e lo guardo stranito.

-E' di Gerard, leggila, per favore, ho paura che voglia fare qualcosa di stupido- Queste parole le dice d'un fiato e quasi mi spinge in casa. Lo leggo nei suoi occhi, nella sua voce, che è preoccupato. Eppure mi sembra quasi di non aver colto il significato di quelle parole così piene d'ansia, le ho sentite, ma non le ho ascoltate. Non tutte perlomeno. Mi sono fermato al nome di suo fratello. Gerard, oddio, sta diventando una fottuta ossessione! Rientro in casa, in silenzio, osservando la busta candida tra le mie mani, rigirandola, quasi volendoci leggere attraverso, quasi spaventato dalle parole che potrebbe contenere. Cosa potrebbe volermi dire, Gerard, che già non so? Perché vuole rivangare momenti del passato, ammesso che voglia farlo? Cosa c'è scritto, da non poter essere detto per telefono, o a voce?

Mikey mi segue chiudendo la porta.

-Vado a farmi un caffè, ti spiace?- Chiede quasi sottovoce, si vede che è terribilmente teso. Io gli indico la cucina, senza smettere di rigirarmi quei fogli tra le mani curioso ed intimorito allo stesso tempo.

Mi siedo a terra e la apro lentamente, come a poterla rompere con lo sguardo. Una scrittura ordinata riempie la carta pallida di parole, non sembrano nemmeno scritte da Gerard, lui che con la sua calligrafia disordinata mi fa sempre ammattire. Sospiro prima di cominciare a leggere, da una parte sono terrorizzato. I miei occhi scivolano sul nome in alto a sinistra

Frank”

Nessun rigiro di parole, nessun nomignolo, solo quelle cinque lettere che mi iniziano a far battere il cuore, è indirizzata a me, a me e a nessun altro. Continuo a bere le sue parole, lentamente, assaporandole una ad una con tutta la calma e l'accuratezza necessaria.

Non sai quanto possa essere difficile scriverti queste parole, no, non ne puoi avere nemmeno una minima idea. Ma ci voglio provare, ci devo provare, a buttare fuori tutto, a farlo uscire come un fiume in piena. Ci devo provare, e ci devo riuscire. So che hai sofferto, so anche che e' stata tutta colpa mia e, credimi, l'ultima cosa che desidero e' farti ancora del male. So che dovrei essere coerente con quello che ho fatto anni fa e vivere la mia vita con Lyn-z e Bandit, lasciandomi tutto il resto alle spalle. Il fatto e' che, invece, non riesco a cancellare proprio un bel niente, tu ci riesci? Ho ancora tutte le mie insicurezze di un tempo, quattro anni sono passati senza cambiare nulla. Non e' cambiato questo sentimento di fuoco che mi brucia dentro, non e' cambiato questo costante ed assiduo bisogno di te. Sai, credevo che fossimo “sbagliati”. Che il nostro amore, tanto bello e forte, fosse solo qualcosa di insano, che fosse solamente un grandissimo errore. Sono fuggito da te, dall'unica cosa che mi faceva star bene, l'unica che mi faceva sentire giusto e vivo, e mi dava la voglia di continuare a combattere, di continuare tutto e non lasciarmi andare. Ti ho lasciato a stringere l'aria, invece del mio corpo, ti ho abbandonato perche' avevo paura che avremmo solo sofferto di piu', dopo. Ti ho rovinato un la vita, e mi sono obbligato poi a far finta di niente. Ti ho distrutto, Frank, e non me lo perdonerò mai, mai e poi mai, puoi contarci. Lo capirei se tu mi odiassi, sai? Lo capirei davvero tanto, del resto, tu ormai hai Jamia, Lily e Cherry, io non sono piu' niente, come e' giusto che sia. Mi ero convinto che per me fosse lo stesso, ma il tour, passare dei mesi con te, dormire nella tua stessa camera, proprio come una volta, mi ha fatto capire che non e' cosi', nemmeno un po', nemmeno per finta. Quello che c'era, tutto quell'amore che tanto mi spaventava, quelle emozioni, sono ancora qui con tutta la loro forza. Sai quante volte non ho dormito in quegli alberghi? Passavo le notti a bearmi del tuo respiro, finche' l'alba non mi sorprendeva con la sua luce. Attraversavo le ore ricordando di noi, demolendomi ogni singolo istante con piccoli frammenti di quello che siamo stati. Ho macchiato i cuscini di mezzo mondo con lacrime di sangue, piene di frustrazione e dolore. Mi sono spaccato la gola per trattenere i singhiozzi per non svegliarti, perche' quando dormi, anche dopo tutti questi anni, resti la la cosa piu' bella che io abbia mai visto. Mi sono mascherato dedicando ogni nota a mia figlia e a mia moglie. Eppure lo sai che sono tutte per te, vero? Ogni singola parola nasconde tra le sillabe il tuo nome. Perche' tu sei l'unico che puo' scappare con me ogni volta che vuole, il solo che riesce a fermare il rumore. Sei il solo che, se volesse restare, aspetterei per tutta la notte, o almeno finche' il mio cuore non esplodera', l'unico con il quale mi perderei volentieri anche nel buio. Perche' noi possiamo vivere per sempre, se ne hai il tempo. Mi manchi Frank. Mi manca il tuo sorriso, il tuo cercarmi sul palco, il tuo corpo. Mi manchi tu almeno quanto l'aria che respiro. Mi manca perdermi nel nocciola rassicurante dei tuoi occhi, che per me sono come casa. Sicuri, un porto dove approdare e nascondermi. L'unico luogo dove sarò sempre accettato. O magari non piu'. Avresti tutte le ragioni del mondo per odiarmi, per non rivolgermi piu' nemmeno un sorriso. Renderebbe tutto piu' facile. Eppure, per quanto possa sforzarmi, questo amore continua a bruciare come fiamme d'inferno dentro di me. Ma io, il calore, non riesco piu' a sopportarlo, Frank, sono completamente incenerito, ormai. Non c'e' piu' niente da consumare in me, nessuna ragione per continuare a fingere che tutto vada bene. Nessun motivo per vivere ancora e sopportare il peso asfissiante della tua assenza. E allora addio, mio dolce amore, ci ritroveremo un giorno, quando magari mi avrai perdonato, quando entrambi saremo dall'altra parte. Io mi ci sto gia' avviando. Ho perso la mia paura di cadere, saro' con te per sempre, dopo. Non e' un addio, dunque, ma un lungo arrivederci, non una fine ma solo un tragico inizio. Mi congederò a questa vita che tu hai riempito di gioia, con il tuo sorriso vivido nella memoria nel luogo dove, in bilico ci siamo dari il nostro primo sfuggevole bacio mentre il giorno sfumava nella notte. Quando solo il primo disco era inciso, quando tutto era piu' semplice.

Eppure la cosa più difficile e' lasciare te.

Perdonami ma non riesco piu' a vivere senza averti al mio fianco ogni giorno.

Perche' una vita senza di te, amore, e' difficile, ma una vita sapendo che sono stato io a mandarti via, e' insopportabile.

Un bacio

Gerard A. Way”

 

Leggo le ultime frasi con il cuore in gola e gli occhi appena un po' lucidi, queste parole, mi hanno trafitto, si vede che le ha scritte Gerard, lui riesce sempre a colpirmi, a smuovermi dentro. Le parole del suo cuore spiegano semplicemente quanto lui sia bellissimo dentro. Mi alzo senza proferire una sola sillaba e prendo la porta. Non può uccidersi, non può farlo, glielo proibisco categoricamente. Come può pensare che io lo odi? Nemmeno per me è cambiato niente, maledizione, come fa a non accorgersene? Mentre queste domande mi frullano in testa sono già fuori da casa, la lettera l'ho lasciata sul divano e sento Mikey che dalla porta mi chiede dove sto andando. Non mi volto nemmeno, non mi posso permettere di arrivare troppo tardi, non posso proprio permettermelo. Il fratello del mio migliore amico sta per uccidersi, ed io devo fermarlo.

-Vado ad evitare che l'uomo che amo faccia l'ultima cazzata della sua vita- Rispondo senza nemmeno pensarci, ma posso immaginare il ragazzo dietro di me un po' sorpreso per poi capire, per mettere l'ultimo tassello al posto giusto e comprendere tutto quello che io e il suo consanguineo gli abbiamo nascosto in questi anni. Lo immagino sorridere e augurarmi tra se buona fortuna, prima di chiudere la porta con in mano la sua tazza di caffè bollente. Ripeto, lo immagino, non posso vederlo, perché sono già in macchina che guido ad una velocità decisamente troppo alta per le semi deserte vie di Belleville. So perfettamente dove si trova Gerard, me l'ha scritto no? Il luogo del nostro primo, sfuggevole, bacio dato in bilico. Non posso sbagliare a credere che sia quella palazzina piena di appartamenti a pochi isolati da qui, deve essere quella, ne sono più che sicuro. Spero solo di non arrivare troppo tardi. Parcheggio nel primo posto vuoto che trovo, scendo di corsa e mi fiondo letteralmente dentro il piccolo atrio comune. Solo una signora sulla settantina che fino ad ora leggeva in disparte alza gli occhi dal suo giornale guardandomi stranita per l'irruzione appena avvenuta Mi avvicino a lei a passo spedito, cercando di sorriderle, anche se immagino di avere solo una smorfia tirata sul viso.

-Scusi il disturbo signora, ha per caso visto un uomo con i capelli rossi entrare qui, poco fa?- Chiedo forse troppo concitato. Lei mi guarda smarrita un attimo rivolgendomi un sorriso dolce, come se fossi suo nipote.

-No giovanotto, mi spiace, è passato un ragazzo che non ho mai visto, ma di rosso aveva solo il trucco-

La guardo un secondo spaesato, senza afferrare bene il significato delle sue parole. Potrebbe essere stato così sentimentalista da rifarsi moro e truccarsi come un tempo? Si, mi ci gioco la chitarra che quel ragazzo era lui. Ringrazio l'anziana signora che torna alla sua lettura per poi gettarmi sulle scale, salendole due a due, fino a che, finalmente, la porta che da sul tetto non mi appare davanti agli occhi. Ho un po' di fiatone e quindi prendo un sospiro prima di aprirla, potrebbe già essere tardi, potrebbe non esserci nessuno, potrebbe invece essere in procinto di saltare. La apro di slancio, procurando un forte rumore metallico e lo vedo, i capelli di nuovo corvini, quel completo nero che conosco perfettamente, sembra lo stesso Gee di allora, di quando stavamo incidendo Revendge. Quello che mi sorrideva di nascosto, quello a cui nascondevo gli psicofarmaci, quello che passava le notti abbracciato a me, a piangere, o a ridere. Il mio Gee. Per un attimo sono senza fiato, poi come se uscissi da una trance gli grido una frase che mi esce dal cuore.

-Non ci provare nemmeno Way, perché giuro che stavolta non ti lascio scappare e ti vengo dietro senza tanti complimenti-

Lui si irrigidisce di colpo, lo noto dai pugni che si stringono e dal mugolio strozzato di sorpresa che gli esce dalle labbra. Io mi avvicino con lentezza, un passo dopo l'altro, quasi a non volerlo spaventare. Quando sono abbastanza vicino a lui gli prendo la mano e gliela stringo dolcemente, posandogli la testa contro la spalla.

-E guarda che non scherzo- Sussurro, stavolta, sento la sua stretta che ricambia la mia, quelle sue mani delicate, non distrutte dalla chitarra. E siamo di nuovo io e lui come deve essere, e tutto il resto, beh, tutto il resto non conta più.



Note dell'autrice (Che arrivano il giorno dopo u.u)
Ciao a tutti e complimenti per essere arrivati in fondo a questo schifo capitolo.
Volevo ringraziare tuti quelli che leggono, seguono, considerano e recensiscono. Infatti GRAZIE: Friem, xla e Phantomhive_ghost, siete gentilissime, mi riempite il cuore con le vostre parole.
Beh, siamo sempre allo stesso punto di prima e potete anche odiarmi se vi pare, tanto la continuo lo stesso. u.u
Visto che alla fine è andato tutto bene? L'unico problema è che non è la fine
Spero di postare prima di partire ma la vedo dura, al limite ci risentiamo a fine agosto belli!
Un bacio
Maylene

  
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