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Autore: Jales    21/07/2011    3 recensioni
La spada le ferì lievemente la gola ed un rivolo di sangue le colò giù sulla pelle.
- Giuralo allora, sul tuo sangue e in nome dell'angelo. -
Clary non aveva vie d'uscita: era stata sciocca a dire quelle parole senza pensare. Ma d'altronde, se voleva vivere, non poteva far altrimenti.
- Lo giuro. -
- Giuri di perseguire la mia causa fino alla morte, senza indugio alcuno? -
- Lo giuro. -
Un attimo di pausa, poi le parole che l'avrebbero legata a quel giuramento in modo strettamente vincolante.
- In nome dell'Angelo? -
Clary respirò profondamente, prima di rispondere.
- In nome dell'Angelo. -
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Valentine Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Nota: il demone Fenrir prsente nella storia è liberamente ispirato al Fenrir della mitologia norrena.
Shadowhunters - The city of the broken mirro3
Capitolo 5 - La Città Silente
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Clary dondolava leggermente, assecondando i movimenti del lupo sotto di lei: si aggrappava con forza alla catena che l'animale aveva al collo, cercando di non cadere.
Sentiva l'erba secca scricchiolare sotto le zampe del demone e sotto le scarpe di Valentine, poco davanti a loro.
- Siamo arrivati, Fenrir. -
- 1234. Nephilim: facilis descensus averni. È dunque l'Inferno, la Città di Ossa? - Fenrir parlò con voce rauca, prima di lasciarsi scappare una risata di scherno. - Non hanno idea di cosa sia, l'Inferno. -
- Vuoi fermarti a spiegarglielo, Fenrir? Io non ho tempo da perdere in simili sciocchezze: prenderemo ciò che ci occorre e poi ce ne andremo. Non è né il tempo né il luogo adatto per la battaglia. -
Fenrir emise uno sbuffo, scrollando le spalle e rischiando di far cadere Clary dalla sua groppa.
Seguì qualche istante di silenzio, interrotto bruscamente da uno stridio di pietra contro pietra: l'ingresso alla città di Ossa si era appena aperto davanti a loro.
Clary affrontò la discesa chinandosi sulla schiena di Fenrir, stringendo convulsamente la catena fra le dita e pregando di non cadere.
Ad un tratto il lupo si arrestò di colpo, mentre una voce risuonava nelle loro menti.
- Non fate un altro passo. -
- Altrimenti, Fratello Geremia? - Valentine si prendeva gioco dell'archivista, usando un tono di scherno.
- La Città di Ossa è un luogo inviolabile. Non vi è permesso entrare. -
- Un divieto non mi hai mai spaventato né fermato, Fratello Silente. Ci vuole ben altro. -
Clary sentì un sibilo, seguito da strani grugniti e fruscii: si mise a sedere, cercando di capire cosa fossero quei rumori.
- Stai giù, ragazzina, altrimenti ti farai male. - Fenrir, dopo averla ammonita con tono duro, riprese la sua discesa.
Clary non aveva idea di cosa stesse succedendo, ma quando un verso stridulo risuonò nell'aria e l'odore metallico del sangue la raggiunse realizzò che c'erano dei demoni, molti demoni.
E stanno uccidendo tutti i Fratelli Silenti.

Il silenzio era calato di nuovo sulla Città Silente, avvolgendola come una pesante e impenetrabile coperta.
I passi di Valentine erano l'unico rumore nell'intera città sotterranea, oltre al ticchettio delle unghie di Fenrir sul pavimento di pietra: erano gli unici esseri ancora viventi in quel luogo.
- Eccola, finalmente. -
Il demone si arrestò, mentre Valentine proseguiva ancora per qualche passo.
Poi Clary udì il rumore di una lama che scivolava fuori dal fodero: aggrottò la fronte, confusa.
Siamo venuti qui solo per una spada?
- Cos'è? - Chiese allora, inclinando di lato il capo.
- Ah, Clarissa. Questa è la Spada Mortale, il secondo dei tre oggetti che porteranno il mondo alla purificazione. -
- Dei... Tre oggetti? -
- Non è il luogo adatto, Clarissa. - Tagliò corto Valentine, rinfoderando l'arma. - Ti spiegherò tutto a tempo debito. Ora usciamo da questa città prima che arrivino i Cacciatori e l'Inquisitrice. -
Ripresero la loro marcia nella deserta Città di Ossa, fino a che un lamento risuonò lugubre.
Clary strinse la catena di Fenrir per cercare di mantenere la calma.
- Ma i demoni non li avevano uccisi tutti? -
- Così avevo ordinato loro. - Si fermarono, mentre il gemito giungeva ancora alle loro orecchie, più forte.
Fenrir alzò il capo, in ascolto.
- Di là. -
Clary aveva paura. Forse i Nephilim dell'Istituto erano già arrivati...
E con loro anche Jace.
- Oh, ma che sorpresa. -
La ragazza si accorse che si erano fermati e che la voce di Valentine le giungeva attutita come se ci fosse un muro a dividerlo da lei. Fenrir si accucciò a terra, sbuffando e appoggiando la testa sulle zampe.
- Ti sei fatto sbattere in cella dalla leccapiedi del Conclave, Jonathan? - Disse Valentine, ridendo. - Da te non mi aspettavo molto altro, d'altronde. -
Jace.
Clary annaspò, stringendo convulsamente la catena al collo del demone.
- Ferma, ragazzina. - Fenrir aveva la voce bassa, poco più di un sussurro: questo confermò a Clary che chiunque fosse la persona con cui Valentine stesse parlando, essa non avrebbe potuto vederli.
Jace!
Avrebbe voluto saltare giù dalla groppa del demone-lupo e andare di corsa da lui, abbracciarlo e tornare con lui all'Istituto.
Deglutì, controllando il tremito delle mani.
Non poteva. Aveva fatto una promessa a sé stessa, un giuramento a Valentine.
Perdonami.
Abbassò la testa.
Non posso, Jace. Mi dispiace, ma non posso tornare.
- Dimmi: dov'è tua sorella, Jonathan? -
Un rumore di catene e uno schiocco: Jace doveva essersi mosso contro Valentine, ma era stato trattenuto dalle catene che lo tenevano imprigionato.
- Non nominarla nemmeno. Non ne hai il diritto. - Jace aveva la voce fredda e controllata, ma sia Clary che Valentine sapevano che lui stava bruciando di rabbia.
- Non mi hai risposto. -
- Non ho la minima intenzione di farlo. - Le catene tintinnarono di nuovo.
Valentine rise.
- Allora ti darò io la risposta. Fenrir, fai vedere a mio figlio chi è venuto con noi. -
Clary si tenne al lupo, mentre questi si alzava e compieva qualche passo; rimase immobile, il volto tramutato in una maschera d'indifferenza. Aveva lo sguardo cieco puntato fieramente davanti a sé.
Clary dopotutto era fuggita dall'Istituto proprio per questo: dimostrare a sé stessa e agli altri, Jace compreso, di essere una Nephilim capace. Doveva essere forte, coraggiosa e testarda -proprio come Jace.
Non poteva mostrare neppure il minimo segno di debolezza.
- Il Conclave non ci crederà. La figlia di Jocelyn Fairchild, misteriosamente comparsa dal nulla e accolta fra i ranghi dei Cacciatori dai Lightwood, si allea con suo padre e giura fedeltà alla sua causa. -
Clary strinse le labbra: era crudele, tutto ciò. Stava scavando nella ferita di Jace, cercando di colpirlo dove era più debole.
Valentine rise di nuovo.
- Andiamo via, Fenrir. Arrivederci, Jonathan. - Fece qualche passo, per poi fermarsi.
- Ah: dillo, all'Inquisitrice. Diglielo, che ha catturato il figlio sbagliato. - Disse, prima di incamminarsi nuovamente, questa volta senza più arrestarsi.
I Cacciatori saranno qui a momenti. Clary abbassò finalmente lo sguardo.
Libereranno Jace e, una volta scoperto che non devono prendersela con lui, lo libereranno.
Una ciocca di capelli le cadde davanti al viso e lei la scostò dietro l'orecchio.
E diventerò io il loro bersaglio.
Per alcuni istanti gli unici rumori furono di nuovo i passi di Valentine e Fenrir, poi un urlo squarciò il silenzio.
- Clary! -
Lei si morse un labbro, sentendo gli occhi pungerle. L'aveva sognata tante volte quella voce e ora la sentiva sfumare via via, sempre più lontana.
- Clary! -
Una lacrima le sfuggì, rotolandole sulla guancia. L'asciugò in fretta con un gesto secco, strofinandosi la stoffa della manica sugli occhi: non voleva che Valentine la vedesse.
Per la verità non voleva che nessuno la vedesse.
- Clary! -
Il grido ormai era quasi scomparso.
Clary strinse i pugni.
Arrivederci, Jace
.
  
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