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Autore: piper3snape    22/07/2011    0 recensioni
Il solito Liceo.
Festa di fine anno, dopo la maturità.
Lei, bella, un pò svampita, "international".
Lui, trentacinquenne, un pò freddo, "milanese ma romano".
Nascerà un rapporto duraturo oppure ognuno dei due ruberà qualcosa all'altro, solo per una notte?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Vittoria!". Dice lui vedendola avvicinarsi.
Lei lo raggiunge. "Buonasera!". Due baci sulle guance e un sorriso.
"Stai benissimo!". Fa lui galantemente.
"Grazie!". Piccola pausa. E parte a raffica.
"Però ho questi tacchi, e sono così, alti, perchè...sennò mettevo le ballerine...cioè, ovviamente le scarpe alte slanciano e danno l'impressione che...".
Lui sorride, divertito da quei suoi soliti nonsense.
Quando è agitata, inizia a farneticare un pò.
"Eccola la mia svampita preferita! Mi mancava". Interviene lui, interrompendola.
Ridono insieme, e si ritrovano catapultati in uno sguardo complice. Uno sguardo che dura un attimo, infinito.

"Vittoria!". Una voce da fuori spezza quel momento.
Lui abbassa gli occhi. E' sempre il primo a farlo.
E li rivolge a quel ragazzo, a quel suo ex allievo che è appena arrivato.
Non sembra affatto seccato da quell'interruzione.
Tutto è come deve essere, per lui.

"Daniiiii!". Risponde lei, correndo ad abbracciare il suo ex compagno d'avventura.
Lui ricambia calorosamente e solo allora nota anche il suo vecchio professore.
Gli viene da sorridere.
"Ah, continua la storia d'amore?". Butta lì Daniele, simpaticamente, cavalcando l'onda del momento.
Il prof e Vittoria non sembrano neanche meravigliarsi troppo. Sono piuttosto abituati a quelle battute più o meno esplicite.
Ma d'altronde, quella situazione l'hanno creata loro, tra canzoni cantate occhi negli occhi, sorrisi, scherzi e regali di compleanno.
Sono in molti a sognarlo, ma chi ci crede davvero?
Il prof e l'alunna, come nei migliori romanzi rosa.
Un classico, assurdo. Semplicemente assurdo.
Lo sanno tutti, lo sa anche lei. Lo sa soprattutto lui.
E la fanno cadere così, buttando sul ridere quella buffa esclamazione.

"Ok, allora ci vediamo presto!". Dice sorridendo a Vittoria. E con una stretta di mano si congeda anche dal prof.
I due restano un pò così, nascosti in quel momento di silenzio. Fin quando lei non decide di porgli fine.
"E adesso...mi invita a ballare?". Domanda lei con aria tutt'altro che maliziosa.
Lui la guarda intensamente negli occhi, e vede tutta l'ingenuità dei suoi vent'anni. Quella stessa che manca negli occhi di molti altri, anche in quella sala.
Ed è proprio per quello che le risponde : "Scusami, ma non sono molto portato per il ballo", mostrando un sorriso un pò appannato. "Va' da Daniele, non aspetta altro!". Finisce, accarezzando in modo appena percettibile la guarcia di lei con la mano.
Si scambiano un sorriso, stavolta meno complice, prima che lui si allontani.

"Ragà, io... è troppo diffi... Ma siete impazziti? E' troppo veloce, regà! Ma poi quell'altra parte nun me l'avete insegnata!".
Protesta lei rivolgendosi a Daniele e Andrea, che le stanno insegnando a ballare "Jump", di Madonna.
"Dai! Stai andando benissimo!". Ribatte prontamente Andrea, facendole vedere quel passo ancora una volta.
In effetti non si muove male. Con quel suo fare semplice, fluido, sicuro, frizzante e a tratti anche sensuale, sembra davvero naturale, a suo agio.
Come lo sembrava un pò in tutto.
Ma la musica cambia.

"Life is a moment in space
When the dream is gone
It’s a lonelier place..."

"No regà, è troppa roba. Muoio di caldo!". Dice lei, fermandosi. "Io vado ad aggiustarmi un pochino".
E lascia lì i ragazzi, che continuano a ballare e ridere al centro della sala, mentre lei cammina verso destra fino ad arrivare alla porta in fondo.
Sorride ad una ragazza lì vicino e poi sposta le lunghe tende bianche. Entrando in un altro mondo, lasciandosi la festa e tutta quella gente alle spalle.
La musica no, quella riesce ancora a sentirla.

"I kiss the morning goodbye
But down inside you know
We never know why
The road is narrow and long..."

E mentre canticchia quelle parole, vagando con i pensieri, si ritrova davanti a lui. O meglio, ci sbatte.
"Prof!". Esclama sorridendo.
"Hey!". Dice lui, ricambiando il sorriso. "Che ci fai qui?".
"Iniziavo ad annoiarmi. Non c'è nessuno di là". Risponde lei ironicamente, alludendo alla sala pienissima.
Sorridono ancora, senza parlare. Ma quel silenzio non li spaventa. E' così pieno.
E ancora una volta è lei a romperlo, intervenendo con un inaspettato : "Balliamo?".
"Cosa? Qui?". Interviene lui, quasi ridendo.
"Si. Non la sente la musica, prof?".

"I am a woman in love
And I do anything
To get you into my world
And hold you within
It’s a right I defend
Over and over again
What do I do?"

"Te l'ho detto, non sono...".
"Suuu! Anche se fosse, non la vede nessuno qui". Lo interrompe lei, cercando di tirar fuori tutta la sua capacità di persuasione, e uno splendido sorriso, che non guasta mai.
"Vittoria....".
"Prof, suuuuu! Un ballo". Sorride ancora, mai per finta.
Lui la guarda un attimo. Sa che continuerà ad interromperlo, che ormai lei ha deciso : loro due quella sera balleranno insieme.
E si arrende a quel suo fare esplosivo, travolgente, semplice.
"Vabè dai, hai ragione, non si rifiuta mai un ballo con una bella ragazza". Dice lui strizzando l'occhio sinistro, ma aspettando che sia lei ad avvicinarsi.
Non deve attendere molto. Lei si avvicina, avvolgendo delicatamente le braccia intorno al suo collo.
Lui sembra un pò turbato da quella insolita vicinanza.
In un attimo viene invaso dal suo profumo, un delicato ma intenso D&G the one.
E spinto anche da quella fragranza, si decide ad appoggiare le sue mani prima sui fianchi di lei, poi lungo la sua schiena.
Iniziano a chiacchierare tra sorrisi e sguardi, dimenticandosi per un pò tutto il resto.
I loro ruoli, la loro età, le altre persone, la festa.
Si lasciano trascinare da quella musica, da quelle parole, dal movimento del corpo dell'altro.

"With you eternally mine
In love there is
No measure of time
We planned it all at the start
That you and I
Would live in each other's hearts..."

Lui però torna presto alla realtà. E' irrequieto. Non riesce proprio a stare tranquillo. E Vittoria lo nota.
"Che ha, prof?". Dice guardandolo dritto negli occhi.
"Possibile che ogni volta che sta con me, è così rigido?".
Domanda con tono leggero, sorridendo. Ma ci tiene davvero a quella risposta, a capire il perchè.
Lui sorride a sua volta, e cerca di uscirsene con un poco impegnativo : "E' solo perchè ho sentito che voci girano su di noi e ho sempre paura di dargli credito con i miei atteggiamenti. Non vorrei che la gente pensasse cose non vere".
"La gente?". Interviene Vittoria, abbastanza sconcertata.
"E' solo questo il problema? Quello che potrebbe pensare la gente? Stiamo solo ballando! E non vedo come questo...".
"Si, lo so". La interrompe lui. "Non c'è niente di male, ma...".
Stavolta è lei a bloccarlo. "Niente "ma", almeno per stasera. Niente "la gente, gli altri". Anzi, le propongo un piccolo patto : tutto quelllo che succederà, rimarrà a stasera".
"E cosa dovrebbe mai succedere?". Dice lui quasi ridendo.
"Che magari una volta tanto si lascia andare!". Risponde, facendogli un occhiolino per alleggerire il tutto.
Distolgono lo sguardo e si avvicinano, ritrovandosi dopo poco guancia a guancia. Continuando a danzare su quelle note.

"I am a woman in love
And I'm talking to you
Do you know how it feels?
What a woman can do
It’s a right
That I defend over and over again"

Lei si accosta con le labbra vicino al suo orecchio e gli sussurra, stavolta più seria : "Si lasci andare, prof!".
 

  
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