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Autore: VaniaMajor    22/07/2011    4 recensioni
Sesshomaru e Inuyasha, principi di Nishi, difendono il loro regno dai perfidi Naraku e Soichiro cercando al contempo di utilizzare le spade che il padre ha lasciato loro in eredità. Inuyasha ha trovato la sua vera forza nella miko Kagome, ma chi avrà mai il coraggio di stare accanto a Sesshomaru? Intanto, Naraku diventa sempre più potente, tanto da mettere in discussione la profezia che lo vuole sconfitto...Una AU della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Author's note: A volte, scoprire di amare non rende le cose più facili...

CAPITOLO 28

IL SEGRETO DI NARAKU

«Sono venuto a dare il mio contributo al nostro patto.» disse Razoru.
 «Contributo? Che cosa stai dicendo, dannato?!» ringhiò Inuyasha, sfoderando Tessaiga. Personalmente non vedeva l’ora di fare a fette lo shinigami. Gliene doveva un paio, a quel maledetto tizio strafottente. Non aveva dimenticato il loro combattimento lasciato in sospeso, né le sue mire sulla vita di Kagome.
«Sto parlando del patto che ho fatto con la neko-yokai.- gli ricordò lo shinigami, sarcastico- C’è un cervello in quella scatola cranica?»
«OI! Come osi?!» sbottò Inuyasha, facendo per scattare in avanti. Miroku e Kagome lo fermarono afferrandolo per i gomiti, e anche così dovettero faticare a tenerlo buono.
«Stai parlando del patto che Anna ti ha proposto dopo che vi siete battuti?» chiese Kagome, incerta.
«Esatto, miko.» disse lo shinigami, poi venne avanti di qualche passo e si accovacciò davanti ad Anna, che non poteva far altro che restare immobile, fissandolo con occhi ora presenti e attenti. Sia Miroku che Sango, avendo ascoltato i racconti degli amici su quell'oscuro personaggio, rimasero all’erta, pronti a intervenire. Anna non era in grado di difendersi da sola. «Un paio di giorni fa ho preso l’anima di Soichiro, Signore di Higashi.- annunciò Razoru, fissando Anna negli occhi, sordo agli ansiti di sorpresa attorno a lui- Direi che questo mi inchioda al nostro patto, no?» Fece un sorrisetto ironico.
«Come hai fatto a prendere l’anima di Soichiro?» chiese Inuyasha, sbalordito. Razoru si voltò a metà.
«Semplice. Quel tuo fratello…mi sono informato un po’ su di voi, non te la prendere…dicevo, quel tuo fratello ha aperto un passaggio per il Meido. Beh, che vuoi che sia per me attraversare un passaggio per il regno dei morti? Mentre il corpo passava, io ho preso in consegna l’anima. Facile come bere un bicchiere d’acqua.»
Razoru tornò a guardare Anna, che dal canto suo era basita da quelle novità inaspettate. Cos’era successo mentre lei era in balia del potere di quel sigillo? Sesshomaru aveva combattuto contro Soichiro? E aveva vinto, anche se il Meidozangetsuha non era completo?! Come se avesse visto quelle domande nei suoi occhi, Razoru annuì.
«Sì, il tuo fidanzato ha sconfitto Soichiro.» Ridacchiò. «Certo che anche lui è un bel tipo…fare certi sforzi in tali  condizioni! La testardaggine dev’essere un tratto di famiglia.»
Anna avvertì una punta di disagio a quelle parole e gli altri attesero con inquietudine che Razoru spiattellasse tutta la faccenda, in teoria segreta, al posto loro, ma lo shinigami stava con tutta evidenza mantenendo l’attenzione su cose più importanti.
«In ogni caso, questo ti dimostra che il patto è accettato. Ho parlato con i miei superiori e sembra che il bottino mi frutterà i poteri che mi sono stati confiscati. Questo è il mio obiettivo. Perciò, posso anche lasciar stare quella miko ficcanaso e importuna…anche se mi hai ingannato, includendola in quella profezia. Mi sono informato bene e lei non è annoverata da nessuna parte.» Lanciò un’occhiataccia a Kagome.
«Se mi chiamassi Kagome e la smettessi di lanciarmi occhiate assassine, preferirei.» sospirò lei, stanca di sentire recriminazioni.
«Feh! Farai meglio a lasciarla stare, shinigami. Per la tua incolumità.» ringhiò Inuyasha, rinfoderando la spada con riluttanza.
«Certo, certo. Tutti felici e contenti, eccetera.- disse Razoru, facendo un gesto vago- Se non erro, però, voi avete un problemuccio con Naraku. Una certa, recente tendenza dell’hanyo all’immortalità, diciamo.»
«Il corpo di Naraku, anche se distrutto, torna subito integro.» disse Kagome, annuendo.
«Ne sai qualcosa?» chiese Inuyasha, sospettoso.
«Ne so parecchio e se stai zitto ti fornirò un’informazione preziosa.- disse Razoru, irritandolo- Ho un’informatrice sicura…senza contare che quella roba l’ho vista anche con i miei occhi.»
«Quale roba?» mormorò Miroku, corrugando la fronte. Razoru schioccò le dita.
«Kanna, vieni.» disse. Tutti sguainarono le armi alla vista della yokai albina serva di Naraku. Kanna si fermò a poca distanza, con lo specchio stretto al petto e la solita inespressività negli occhi. «Calmatevi. Kanna è passata dalla mia parte.- disse loro Razoru- L’ho liberata dalle grinfie di Naraku.»
«Non ti stupiresti della nostra reazione, se sapessi quante volte abbiamo avuto problemi a causa di Kanna e del suo specchio.- disse Sango, brusca- Cosa significa che l’hai liberata dalle grinfie di Naraku? Lei è una sua creatura!»
«Lo so, ma mi ha raccontato una storia lacrimevole a proposito di una sua sorella ormai defunta.- disse Razoru, sollevando un sopracciglio- Si chiamava Kagura, se ho capito bene.»
Gli amici si guardarono, incupendosi. Kagura era stata la prima creatura di Naraku e aveva dato loro non poco filo da torcere durante la ricerca della Shikon no Tama, ma alla fine aveva deciso di combattere il suo creatore per ottenere la libertà. Era morta interponendosi tra Sesshomaru e Naraku, durante un attacco di quest’ultimo nelle vicinanze del castello. Il suo sacrificio aveva lasciato di lei un ricordo piuttosto triste e amaro. Solo Anna non batté ciglio. Lei non aveva mai avuto a che fare con Kagura…e forse era meglio non parlargliene.
«Beh, pare che la cosa l’abbia convinta che l’ambiente attorno a Naraku è malsano. Dopo una chiacchierata esplicativa, l’ho fatta rinascere come demone alle mie dipendenze. I suoi talenti sono troppo utili per sprecarli.- spiegò brevemente Razoru, battendo la mano sull’elsa della Kokureiken- Ora, se mi fate il piacere di smetterla di interrompermi…Kanna, vieni qui.»
Kanna si posizionò davanti ad Anna, tenendo alto lo specchio.
«Ero presente durante la trasformazione di Naraku, e pur nella totale incomprensione di ciò che stava facendo, mi sono accorto di due cose: che la sua barriera di protezione stava diventando enormemente potente…e che Naraku teneva presso di sé una pisside.» disse Razoru.
«Una…pisside?!» chiese Miroku, perplesso. Cosa poteva farci Naraku con un oggetto del genere? Razoru fece un cenno col capo a Kanna e all’interno dello specchio si svelò un’immagine. Tutti si assieparono accanto ad Anna, guardando con attenzione l’immagine oltre la luce, più forte nell’atmosfera serotina che circondava il gruppo. Lo specchio mostrava una pisside scura, ricoperta di rune.
«C’è una barriera attorno ad essa.» osservò subito Miroku.
«Già…potente almeno quanto quella di Naraku, a quanto riesco a percepire da qui.» mormorò Kagome.
«Il che, a dire di Kanna, non impedisce che si sposti la pisside o la si porti via, sempre che non si tenti di distruggerla.» disse Razoru, soddisfatto di sé.
«Ma a cosa ci serve sapere che Naraku ha protetto una pisside con una forte barriera?» chiese Inuyasha, seccato.
«Pensaci un po’, cagnolino.- sbuffò lo shinigami- Perché Naraku dovrebbe faticare tanto su un oggetto simile?»
«Perché per lui ha una qualche importanza.» disse subito Sango, corrugando la fronte.
«Vi ha nascosto dentro qualcosa di importante, questo è chiaro.- annuì Miroku, pensieroso- L’ha con sé?»
«Oh no, la tiene molto lontano dalla sua persona. E’ proprio questo il suo scopo. Trovarsi agli antipodi del corpo.» sogghignò Razoru.
«Ehi! Se sai qualcosa di preciso, sputa il rospo e non fare tante storie! Ci stai girando troppo attorno, per i miei gusti!» esclamò Inuyasha, che iniziava ad irritarsi. Anna aprì la bocca per intervenire, ma non riuscì ad emettere suono. Sembrò molto frustrata e lo shinigami si rabbuiò.
«Ti ha colpita proprio male quel sigillo, eh? Già tanto che sei ancora viva…» Sbuffò, poi le prese una mano e se la posò sul braccio. «Dai, assorbi un po’ della mia energia. L’hai già assaggiata e non ti è indigesta. Sei più interessante quando usi la tua lingua pungente.»
Anna sembrò rifletterci solo per un istante, perché subito l’istinto a nutrirsi prevalse e la neko-yokai assorbì una piccola parte dell’energia vitale dello shinigami. Gli altri fecero qualche passo indietro per non essere invischiati nel procedimento. Inuyasha avrebbe resistito senza problemi, ma gli altri…
Proprio mentre Anna staccava la mano dal braccio di Razoru e faceva per ringraziarlo, un lampo bianco si frappose fra loro, costringendo Anna a sbattere con la schiena contro il tronco e facendo cadere seduto Razoru. Kanna corse indietro di qualche passo, pur senza cambiare espressione.
«Toglile le mani di dosso.» disse il lampo bianco, la cui identità era ovviamente Sesshomaru. Il demone sguainò Tenseiga, puntandola poi sullo shinigami, che era parecchio scocciato per il trattamento.
«Ehi, datti una calmata, grand’uomo!» disse, con una smorfia.
«Sesshomaru…» Anna si aggrappò ad una manica di lui, tirandosi faticosamente in ginocchio. Per quanto l’energia di Razoru l’avesse aiutata, era ancora ben lungi dall’essere in forze. Lui abbassò lo sguardo su di lei, che scosse la testa. «Sesshomaru…è un nostro alleato. Mi ha aiutata.- mormorò- Non è successo…niente.»
Sesshomaru la fissò con occhi brucianti che la misero a disagio, poi rinfoderò la spada, si scrollò di dosso le sue mani e fece qualche passo di lato, permettendo a Razoru di rialzarsi da terra.
«Tu sei lo shinigami che ha fatto un patto con loro.» disse Sesshomaru, secco, indicando con un cenno del capo Inuyasha e Kagome.
«L’ho fatto con la tua donna, veramente. Se la tua entrata in scena ad effetto è finita, andrei avanti.» disse Razoru, sarcastico, togliendosi con gesti deliberati la polvere dai vestiti. Sesshomaru si rabbuiò talmente da far cadere il gelo su tutti i presenti, perciò Anna decise di intervenire prima che accadesse qualcosa di irreparabile.
«Razoru, tu sai cosa è contenuto in quella pisside?» chiese. Lo shinigami tornò a prestarle la sua attenzione.
«Il cuore.- disse- Il cuore di Naraku.»
«Il cuore?!» sbottarono tutti in coro, sbalorditi.
«Naraku si è separato dal suo cuore umano, che lo rendeva vulnerabile.- mormorò Kanna, intervenendo per la prima volta- E’ per questo che il suo corpo non muore.»
«Hai ragione! Ecco cosa c’era di sbagliato!- esclamò Kagome, scioccata- Ricordate? Vi avevo detto che mi sembrava di aver notato qualcosa di strano, quando il suo corpo si riformava!»
«Mancava il cuore…» ponderò Inuyasha, corrugando la fronte.
«Stai dicendo che, distruggendo il cuore di Naraku, distruggeremo Naraku?» chiese Miroku.
«In qualche modo, sì. I particolari non li conosciamo né io né Kanna.- disse Razoru- In ogni caso, ottenete il cuore di Naraku e avrete in pugno quel dannato hanyo.»
«Inuyasha potrebbe distruggere la barriera che lo protegge?» mormorò Anna, riflettendo.
«Feh! La mia Tessaiga ha una speciale abilità nel distruggere le barriere.» disse Inuyasha, con un sogghigno.
«L’ultima volta, non sei riuscito ad oltrepassare quella di Naraku.» disse Sesshomaru, gelido, facendolo voltare inviperito.
«Quello è un altro discorso! Non hai sentito? E’ tanto forte perché si è liberato del cuore vulnerabile! Vedrai che avendo in mano quella pisside riuscirò a farlo fuori.» ringhiò, stringendo i pugni.
«Allora bisogna trovare quell'oggetto al più presto.» disse Sango, corrugando la fronte.
«Razoru…sai dove si trova?» chiese Anna. Lo shinigami fece un gesto a Kanna e lei alzò di nuovo lo specchio. Videro un monte dalla roccia brulla e scoscesa, su cui pesava un cielo greve di nubi scure.
«Il monte Horoshiri.- mormorò- Quello è il nascondiglio.»
Inuyasha imprecò.
«C’è un sacco di strada per arrivare fin lì. Staremo via dal fronte per un pezzo.» disse.
«Se serve a uccidere Naraku, non sarà tempo perso.» disse Kagome, sorridendo con fare incoraggiante posandogli una mano sul braccio. Razoru guardò Anna.
«Allora, neko-yokai? Soddisfatta?» chiese.
«Direi di sì.- disse lei, con un mezzo sorriso- Se tutto andrà bene, anche tu sarai soddisfatto a breve.»
Razoru rise, annuendo.
«Hai centrato il punto. Questo è l’unico motivo per cui ti ho fornito informazioni. Ho fretta di riavere i miei poteri.- disse- Bene, siamo stati qui fin troppo. Ora arrangiatevi.»
«Grazie, Razoru.» disse Anna a nome di quei principi di Nishi troppo orgogliosi per pronunciare certe parole. Razoru sogghignò e fece un ironico inchino, poi afferrò Kanna e scomparve alla vista, forse richiamato nel regno dei morti dagli stessi superiori che gli avevano concesso quello strappo alla regola.
«Diavolo…il Monte Horoshiri…- mormorò Inuyasha- Se abbiamo in mano il cuore di Naraku, abbiamo Naraku. E ciò significa…»
«Il compimento della profezia. La fine della guerra.» finì per lui Sesshomaru, pensieroso.
«Bisogna partire subito. Naraku scoprirà l’assenza di Kanna e ne dedurrà di essere in pericolo…anche se non penso sospetti le intuizioni della sua creatura.- ponderò Miroku- Naraku ha il vizio di sottovalutare gli altri e questo potrebbe giocare a nostro favore.»
«Beh, se ci vede aggirarci per Higashi, non ci metterà molto a capire dove stiamo andando.- disse Inuyasha, con una smorfia- Come facciamo se sposta il cuore da un’altra parte? Potremmo avere non pochi problemi. Quel dannato ci farebbe volentieri girare per il suo regno fino allo sfinimento.»
«Forse sarebbe il caso di dividerci, dando così l’impressione di avere chissà quali obiettivi…Naraku non dovrebbe sospettare, senza contare che non ha più lo specchio di Kanna in cui seguire i nostri movimenti.» disse Sango.
«Rimangono i Saimyosho, ma dovrebbe sapere in anticipo dove mandarli.- disse Miroku, corrugando la fronte- Se ci muoviamo abbastanza in fretta, potremmo farcela.»
«Non possiamo far altro che lasciare il fronte alla Grande Famiglia e avventurarci in Higashi.» annuì Inuyasha, deciso.
«Dunque partiremo domani. Parleremo dopo dei dettagli.» disse Sesshomaru, scoccando ai presenti un’occhiata fosca.
«Perché? Decidiamo adesso gruppi e obiettivi, invece. Io ho fretta di…» ribatté Inuyasha. Kagome, comprendendo che Sesshomaru intendeva liberarsi di loro per poter parlare ad Anna, si aggrappò al braccio del fidanzato.
«Ne parleremo dopo, Inuyasha. Anna è stanca, e…» disse.
«Ma no, Kagome. E’ importante valutare i pro e i contro di ogni pericolo che incontreremo.» disse la neko-yokai, ingenuamente. Kagome e Sesshomaru si incupirono entrambi.
«Ho detto che ne parleremo dopo.» disse ancora l’inu-yokai, gelido.
«Sentito? Rassegnatevi.» disse Kagome, la cui stretta sul braccio di Inuyasha si stava facendo dolorosa.
«Ehm…bene, allora io e Sango andiamo a vedere com’è la situazione al fronte. Bisognerà avvisare i comandanti della nostra partenza.» disse Miroku, capendo l’antifona e trascinando via Sango tenendole un braccio sulle spalle.
«E noi li seguiamo, vero, Inuyasha? Non possiamo lasciar fare tutto a loro.» disse Kagome, con un sorriso tutto miele, spingendo via Inuyasha.
«Ma perché?! Insomma, io…» sbuffò lui.
«INUYASHA! Ti ho detto di venire con me!» disse Kagome, con voce terribile, incombendo su di lui in tutta la sua ira. Inuyasha, che da un po’ di tempo si era disabituato all’aura oscura di Kagome quand’era contrariata, guaì e si fece piccolo, lasciandosi poi trascinare via con sorprendente docilità.
Anna, che era rimasta scioccata da quella scena, balbettò: «Kagome fa…paura quando si arrabbia…»
“Di certo ha più cervello di quell'idiota di mio fratello.” pensò Sesshomaru, trattenendo un sospiro spazientito. Si voltò verso Anna e finalmente i due si guardarono in viso con intenzione, per la prima volta dalla loro famosa chiacchierata interrotta.
«Stai bene?» chiese Sesshomaru, brusco.
«Io…credo di sì. Sto meglio di prima, in ogni caso.- disse Anna, sorridendo- L’energia di Razoru mi ha ridato un po’ di forze.»
Sesshomaru corrugò la fronte. Non gli era piaciuto affatto che quello shinigami avesse tanta confidenza con Anna da cederle addirittura parte della sua energia vitale. La cosa lo aveva riempito di ira profonda e, se Anna non fosse intervenuta, avrebbe sventrato lo shinigami lì dove si trovava. In ogni caso, Anna sembrava ancora profondamente debole. Era rimasta seduta per tutto il tempo e adesso, cercando di fingere indifferenza, aveva appoggiato di nuovo la schiena al tronco. Il suo viso era ancora pallido e segnato dalla brutta esperienza vissuta. Sesshomaru piegò la bocca in una smorfia. Anna la interpretò male e distolse lo sguardo, deglutendo a fatica.
«Vi prego, non guardatemi così, Sesshomaru-sama.- mormorò- Al momento, non sono esattamente al meglio delle mie possibilità.»
«Che sciocchezze dici? E’ già un miracolo che tu sia viva. Il Sigillo della Vita non lascia scampo.» disse Sesshomaru, corrugando la fronte.
«Il…Sigillo della Vita?» chiese Anna, sbalordita. Fino a quel momento, non aveva capito quale arma Isuzu avesse usato contro di lei. Rabbrividì. «Allora come…come faccio ad essere ancora viva?» chiese, sbalordita.
«Il tuo potere innato rivaleggia con quello del Sigillo della Vita. Hai continuato ad assorbire energia dal terreno, e…» Sesshomaru ponderò cosa e quanto rivelare dei suoi sforzi per tenerla in vita. «…e alcuni prigionieri di Higashi si sono finalmente resi utili.»
Anna si portò una mano alla bocca, fissando Sesshomaru con gli occhi azzurri spalancati per la sorpresa. Era piuttosto disgustoso pensare che i demoni di Higashi fossero stati usati come sacrifici per mantenerla in vita…ma d’altronde non poteva nemmeno permettersi di fare la schizzinosa.
«Questo ti ha mantenuto in stasi fino all’arrivo della miko, che ha rimosso il Sigillo.» finì Sesshomaru, facendo diventare il tutto una storia molto semplice e lineare…soprattutto, una storia che non lo coinvolgeva affatto.
«Kagome?- mormorò Anna- Ma come ha fatto ad arrivare al momento giusto per…»
«Jaken ha assistito al tuo scontro con Isuzu Barashi ed è corso a chiamare la miko.» tagliò corto Sesshomaru. Gli occhi di Anna si ingrandirono ancora di più. Doveva la vita a Jaken?! Incredibile! Questo l’avrebbe costretta a rivalutare quel piccolo rospo petulante…
«Perciò è andata così.» mormorò, guardandosi assorta le mani. Sesshomaru non disse nulla e lei dopo qualche istante alzò la testa. «E per quanto riguarda Soichiro?» chiese.
Sesshomaru si tese e corrugò la fronte, chiedendosi per un attimo se quella piattola di suo fratello e i suoi seguaci non avessero già detto troppo. Vide solo sincera curiosità sul volto di Anna e tornò a rilassarsi.
«L’ho ucciso.» disse, brusco.
«L’avete davvero ucciso?!» ansimò Anna, con gli occhi che le brillavano di gioia sanguinaria. Sesshomaru annuì, ma dovette distogliere lo sguardo. Quell'espressione la rendeva terribilmente bella. Non si accorse, così, che lo sguardo di Anna si faceva perplesso.
La neko-yokai era indebolita, e le sue facoltà al momento non erano certo al loro massimo, ma in quel momento si accorse di quanto Sesshomaru fosse strano. Per la prima volta, le sembrò quasi vulnerabile. L’aura demoniaca che emanava era stranamente debole, anche se non instabile, e questo era senza precedenti. Forse la battaglia contro Soichiro l’aveva spossato fino a quel punto…ma una tale debolezza in lui stonava maledettamente. Non avrebbe potuto giurarci a causa del buio incombente, ma le sembrava perfino di vedere un’ombra nera sui suoi capelli.
«L’ho ucciso, grazie a Tenseiga.- disse Sesshomaru, interrompendo le sue riflessioni mentre stringeva una mano sull’elsa della spada- Soichiro non era del tutto in sé. Naraku aveva manipolato la sua mente. Nonostante ciò, in lui c’era ancora abbastanza del mio antico nemico da permettermi di godere di questa vittoria.» Un lampo rosso gli passò negli occhi, rinfocolando l’odio verso il moko-yokai ormai defunto. «Soichiro è stato inghiottito dal Meidozangetsuha. La mia vendetta è compiuta.» mormorò.
«Questa è una notizia meravigliosa per il Nishi, Sesshomaru-sama!» disse Anna, con un sorriso di sollievo e ammirazione. Sesshomaru si rabbuiò.
«Finiscila.» le ordinò. Lei sembrò non capire. «Finiscila con quel ‘Sesshomaru-sama’. Mi irriti.»
Anna chiuse la bocca di scatto, ferita dalla sua durezza, poi si rimproverò. Aveva deciso di smetterla con quei giochetti d’orgoglio e invece ci ricascava senza nemmeno accorgersene.
«Perdonami, Sesshomaru. L’ho fatto inconsciamente.» disse, in tono abbastanza docile. Lui, dopo un attimo, annuì, facendole capire che non era arrabbiato. «Piuttosto, tu stai bene? Non sei ferito?» chiese lei. La domanda le guadagnò un’occhiata dall’alto in basso.
«Ti sembro ferito?» chiese, sprezzante.
«La tua yuki è più debole del solito, così ho pensato che…» iniziò a spiegare lei, ma vide un lampo pericoloso balenare nei suoi occhi e si affrettò a ritrattare. «In ogni caso, se stai bene non posso che esserne felice.» mormorò, abbassando di nuovo lo sguardo.
«Dovresti pensare ad avere più attenzione per te stessa, invece di occuparti degli altri. Grazie al fatto che hai abbassato la guardia davanti ad Isuzu, sei quasi morta.» la sferzò la sua lingua tagliente, e purtroppo Anna non trovò da obiettare. Sesshomaru aveva ragione.
«Ho torto, non lo nego.- disse, cercando di alzarsi in piedi facendo leva sul tronco dell’albero- Ho fatto perdere tempo e ho causato problemi a tutti voi. Farò in modo che non accada più.»
Lasciò l’appoggio sicuro e cercò di stare in piedi, esibendo un sorriso deciso.
«Saprò aiutarvi contro Naraku.» asserì, prima di barcollare tanto vistosamente da perdere del tutto l’equilibrio. Portò le mani davanti al viso, conscia che stava per cadere faccia a terra, ma le braccia di Sesshomaru la afferrarono e le mani di Anna si posarono sul suo petto coperto dall’armatura, invece che sull’erba. Il suo cuore mancò un battito.
Alzò lentamente lo sguardo, sentendosi ad un tempo felice e intimidita. Il volto di Sesshomaru era un po’ in ombra, visto che la sera stava calando. Le prime stelle occhieggiavano nel cielo, ma Anna non serbò loro nemmeno un rapido sguardo. Le sembrava che vi fosse una strana espressione sofferente sui lineamenti di lui. Una strana luce nei suoi occhi.
«Sesshomaru…» mormorò Anna, perdendo il fiato quando le sue braccia la strinsero più forte e le sue mani le si serrarono sulla schiena, stringendo in una morsa il vestito e i capelli color oro. Non erano mai stati tanto vicini. Era già accaduto che tra loro si sprigionasse una particolare elettricità, un forte magnetismo che li attirava l’uno all’altra…ma questo era senza precedenti. C’era qualcosa di diverso in Sesshomaru, qualcosa che lo avvicinava a lei, lo rendeva accessibile come non era mai accaduto prima.
«Sesshomaru…» disse ancora, quasi pregandolo di rivelarle cosa nascondeva quello strano modo di fare, quella vulnerabilità quasi dolorosa. Le parole che seguirono, però, furono una doccia fredda.
«Se credi che ti permetterò di venire con noi, ti sbagli di grosso.» disse Sesshomaru. Gli occhi azzurri di Anna si ingrandirono per lo shock.
«Co…cosa?» balbettò.
«Hai capito bene. Tu non verrai.»

   
 
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