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Autore: Aliceppp    22/07/2011    2 recensioni
Erano due Bambine.
Erano due Adolescenti.
Erano due Persone diverse.
Erano due Amiche.
Ma qualcosa cambiò il loro rapporto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Mi prometti che la fine della scuola non ci diverà ?"
"è inutile che io te lo prometta, si sa un giorno prima o poi non ci incontreremo più. Sai io vado in un altro quartiere. Andrò in una scuola completamente diversa dalla tua, io quando tu mi chiederai di uscire starò chiusa a casa a fare le versioni di latino e greco. Quelle poche volte che uscirò, mi vedrò con le nuove amiche di scuola... Mi spiace dirti queste cose, sai ?" Rispose freddamente Zoe l'ultimo giorno degli esami di terza media.
Era un pomeriggio caldo. Zoe e Marzia erano sedute su un telo a Villa Pamphili. Erano felici ma allo stesso tempo erano malinconiche. Buttar via un'amicizia durata molto è faticoso. Ormai erano le 19.30, era anche ora di tornare a casa secondo Zoe, ma Marzia come al solito non la ascoltava.
"Marzia andiamo. Datti una mossa ! Mica puoi stare qui tutta la sera! Non hai capito che dobbiamo tornare. Già l'autobus passa ogni morte di papa, poi a Cornelia lo dobbiamo anche cambiare. Aò ragionaa ! Moviteee !" Zoe, si stava innervosendo.
"Aò a Zoe ma non rompe er cazzo. A me non me pia de tornà. Stamo qui nartro pò !" Rispose Marzia in modo sia coatto che saccente.

"Va beh te rimani qua che io me ne vado!"
"Ecco brava vattene a fanculo Zoee"
"Bene, a mai più!" E con quest'ultima frase, Zoe tolse il disturbo. Però questo disturbo se lo portò dentro di se. Le faceva male lo stomaco. Solo al pensiero di aver lasciato quella pazza di Marzia lì da sola le saliva un qualcosa senza nome dallo stomaco fino alla bocca. L'autobus, tanto aspettato, passò. Zoe non ci pensò due volte e salì. Lasciò la sua amica di infanzia lì, da sola in quel posto sconosciuto con chissà che gente dentro. Ormai erano le 20, e Zoe era appena salita sull'altro autobus a Cornelia. 
Alle 20.15 Zoe rientrò a casa. Ma non rientrò come al solito tranquilla col sorriso sulle labbra. Appena chiuse la porta in modo brusco iniziò ad urlare: " quella stronza di Marzia io la odioooooooo !  Non si regola proprio !" E la madre dopo aver sentito queste parole chiamò la madre di Marzia. E le chiese cos'era successo. Ma la madre non seppe rispondere. Marzia none ra tornata, aveva il cellulare spento. Non si sapeva che fine aveva fatto.

Zoe allora si fece accompagnare dai suoi a villa Pamphili e lì non la trovò. "Dov'è quella cogliona ? Ti giuro appena la vedo la uccido !" Continuava ad urlare Zoe alla madre, ormai disperata.
Nel frattempo Marzia era andata alla fermata dell'autobus, perchè aveva capito, GRAZIE A DIO, che lì da sola lei non ci poteva stare. Aveva paura. Ma nello stesso tempo si vergognava a dirlo.
Zoe andò a vedere alla fermata, e là trovò lì. Distrutta, seduta, in lacrime. Non l'aveva mai vista piangere. E perchè lo stava facendo allora ?
"Brutta cogliona, alzati che torni a casa con noi... Ma te proprio non ti rendi conto è ? Mamma mia Mariza te devi solo che vergognà !"
"Zoe ti prego scusa. Non volevo. Sono stata male. Avevo paura. Scusami" Sia il tono di voce che le parole usate in questa frase a Zoe sembravano finte. Un po' come Marzia, in generale. Si perchè Marzia era falsa. Con i suoi genitori, con lei, con i ragazzi. Con tutti.

I giorni passavano come fossero una canzone veloce. Si avvicinava l'esame orale. Quel dannato esame orale, che fa penare tutti gli studenti della 3 media !
"Liberi vieni, che tocca a te". Zoe si sentì una fitta allo stomaco. Con lei c'erano Marzia e Lucia.
L'esame diciamo che era andato bene. Sempre quella bastarda di scienze che le faceva domande senza senso dalla 1 media.
Il giorno a seguire toccava a Marzia, ammessa con 3 voti in meno rispetto a Zoe, (con 6). Più o meno l'esame era andato bene.
Ormai Zoe e Marzia si vedevano ogni giorno. Stavano pomeriggi interi insieme. Ma che dico pomeriggi, giornate ! Qualunque cosa facena una la doveva fare anche l'altra. Ma questa cosa Marzia la prese troppo alla lettera. 
    
                              

  
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