Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Ziggie    22/07/2011    2 recensioni
"Scappai di casa a 13anni. Venire picchiato da mattino a sera, da un padre padrone e ubriacone, mi aveva stancato. Non avevo avuto un’infanzia, non sapevo cosa volesse dire essere un bambino, io non lo ero mai stato; non conoscevo l’affetto, io non l’avevo mai ricevuto. Non conobbi il volto di mia madre, morta dandomi alla luce, ma conobbi l’ira del mio vecchio, che ogni sera non mi risparmiava botte e bastonate, così feci quanto andava fatto".
Questa fic parla della vita di Hector Barbossa, sono frammenti che il capitano scrive sul suo diario di bordo quando ancora non è diventato uno tra i temibili pirati dei sette mari. Svariate informazioni sono di mia invenzione, ma la maggiorparte vengono dalle rare informazioni che ci sono pervenute, molti spunti biografici sono presi da questo sito (http://pirates.wikia.com/wiki/Hector_Barbossa) E ora a voi, buona lettura e spero di leggere qualche recensione :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi qui a scrivere, scusate l'attesa, ma sono stata via per una decina di giorni. Grazie a FannySparrow per la recensione al capitolo precedente e come la solito grazie anche a chi legge.
Questo frammento è alquanto breve, ma a parer mio molto diretto, è il primo contatto che Hector ha con la Perla e spero che vi susciti le stesse emozioni che provo io a rileggere questi brevi passi.
 Non mi resta che augurarvi buona lettura, spero recensirete in molti.
Ossequi, Capitan Ile.     

 

        9. “ Una perla nelle acque dei relitti ”
 

L’arruolamento andò per le lunghe, ci incamminammo verso il porto alle prime luci dell’alba tutti mezzi ubriachi, Jack con la sua classica andatura barcollante ed io, l’unico sobrio, nonostante mi fossi scolato un paio di bottiglie.
Sparrow apriva le fila verso quella che doveva essere la sua nave, deciso, nonostante facesse fatica a reggersi in piedi, poi eccola là, davanti a me: la signora dell’oscurità.
Ci fermammo, di sicuro la nave dell’omuncolo con i dreadlock non poteva essere quella, non lo rappresentava, ecco! Di certo, la sua era ormeggiata ad un molo vicino.
- Gente! – Jack attirò l’attenzione su di sé, incespicando su un’asse fuoriposto del molo – vi presento la Perla Nera – gesticolò in maniera alquanto teatrale. – Ed ora muoversi! Portate merci, provviste e quant’altro di quel genere a bordo, hop, hop! -
Guardai prima lui poi la nave, strabuzzando gli occhi incredulo, mai avrei creduto che una nave del genere, così possente, così… meravigliosa, potesse appartenere a… ad un capitano con poca classe e cervello altrettanto.
- Sorpreso Hector? – mi chiese sorridendo ampliamente.
- E perché mai? – chiesi arricciando appena il naso.
- Mah! Forse perché quella nave è la nave più veloce dei Caraibi e, suddetta nave, appartiene a me, comprendi?!? – si indicò, vantandosene.
- E’ ovvio che ti appartenga visto che ne sei il capitano – mi sorrise fiero – noto, che la Compagnia delle Indie ti ha portato fortuna, eh! Marchiato come pirata e capitano di una meraviglia. E’ stupefacente! – commentai sarcastico.
- Io direi che me la sono cavata, perché sono molto scaltro – ribatté.
- Semplicemente la fortuna ti ha sorriso – ridacchiai incamminandomi per il molo, nonostante tutto, fiero e contento di imbarcarmi su quella perla, di nome e di fatto.

Era la seconda volta che percorrevo quella rotta, ma stavolta non me ne stavo a guardare la rotta, il paesaggio circostante; stavolta il timone era in mano mia e la signora dell’oscurità solcava le acque del mar dei Caraibi incontro all’orizzonte, baciata dalla luce del sole mattutino, che faceva brillare le vele come fossero intarsiate con qualche pietruzza scintillante.
Sentivo vibrare il fasciame, la spuma dell’onda sulla mia pelle, sul mio volto; al timone di quella nave ero tornato a sentirmi vivo, un tutt’uno con essa e con il mare: un capitano nonostante il mio ruolo, lì, da primo ufficiale.
- Se il vento continua a favorirci, arriveremo alla baia dei relitti in meno di una settimana – commentò Jack, giunto al mio fianco.
- Tre giorni, secondo i miei calcoli – ribadii seccato da quell’interruzione, mentre lui prese a camminare barcollante, avanti e indietro, per il cassero: era alquanto asfissiante!
- Jack se vuoi prendere il timone, non ti resta che chiederlo – commentai ovvio, osservandolo di sottecchi.
Alzò un sopracciglio, sentendosi colto sul fatto – Timone? Chi ha parlato di voler prendere il timone?! Te la stai cavando così egregiamente! – fece il vago.

- Il ronzio di una mosca è meno fastidioso del tuo ciondolare avanti e indietro per il cassero. Credimi, fai prima a chiedere, o meglio ad ordinare, perché io non ho intenzione di staccarmi da  qui -.
Il viaggio continuò con qualche battibecco tra me e il suddetto capitano, ma alla fine, quando arrivammo alla baia, gli concessi il privilegio di condurre la sua adorata nave fino all’attracco, per non sminuirlo troppo. Io me ne stavo a prua, guardandomi intorno e sorrisi nel notare le navi di Rafael e del vecchi Joe, l’Amazon e l’Old Roger.

Una volta attraccati e calata la passerella, Jack scese dal cassero di poppa, ciondolando più del solito. – Bene, signori, andiamo tutti – esclamò gesticolando.
Sgranai gli occhi a quell’uscita – Starai scherzando spero – lo rimbeccai – sono concessi, minimo, una decina di uomini per ciurma là dentro e tu, Jack, lo sai benissimo! –
- Certo che lo so, come se tu non lo sapessi e suddette pecore nere non lo sapessero- . Alzai gli occhi al cielo, mi davano i nervi i suoi giri di parole, meglio essere sempre diretti – come se non sapessi che vuoi mostrarti agli occhi di Teague come capitano di una ciurma numerosa, eh! – incrociai le braccia al petto, sapendo di essere in piena ragione e infatti, quando il giovane Sparrow sospirò rassegnato, sorrisi ampliamente. Stavo imparando a conoscere a fondo quell’uomo e questo giovava alla mia causa.
- Pintel, Ragetti, Koheler, Twigg, Hector e voi altri tre, con me, si scende; tutti gli altri a riassettare la nave, la voglio pronta per ripartire -. 
 
  
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