Fanfic su attori
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Autore: Clare de Lune    25/03/2006    8 recensioni
Avete mai avuto un sogno fantastico che desideravate realizzare ad ogni costo, un desiderio che si annidava nel vostro animo e che anche se poteva sembrare irrealizzabile restava nella vostra fantasia come la più grande delle aspirazioni. Se è così avete scelto la storia giusta: perché questa miei signori e signore lettrici è il racconto di come i sogni impossibili si realizzano, di come la fortuna e il destino ti sfiorino e ti concedano la possibilità di cambiare il corso stesso della tua vita. Di come le opportunità si debbano prendere al balzo senza esitazioni, perché non ti capiterà mai più di poter rendere reale un sogno. Protagoniste della storia due ragazze che potrete definire le più grandi cullone sulla faccia di questo universo.////
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Daniel Radcliffe, Emma Watson, Tom Felton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio del giorno dopo

 

“Cosa?” esclamò Isabel mentre entravano in una boutique di abiti da sera e raggiungevano Kirsten, al momento impegnata a parlare con una commessa.

“Cosa cosa?” domandò Ivylen

“Cosa avrebbe detto di me Daniel Radcliffe?” bisbigliò a denti stretti per non farsi sentire da nessuno.

“Che ti trova…aspetta ti faccio l’esatto tono..sì…lui ti trova: affascinante!” rispose doppiandolo e poi  ridacchiando “Dovevi vederlo!” esclamò entusiasta la cugina “Quando Kirsten gli ha chiesto come ti aveva trovato ha fatto un sorriso teneroso e con quello sguardo, sai come nella scena d’amore di December Boys, ohhh!! Isabel era un amore quando parlava di te” disse tutto d’un fiato lei saltellando su piede all’altro mentre parlava.

Isabel rimase ferma fissandola titubante prima di sorridere lusingata anche se non sapeva quanto le parole della cugina potevano rappresentare quello che era successo veramente al loro pranzo.

“Beh come è andato il pranzo infine?” chiese curiosa Isabel mentre aspettavano Kirsten.

“Bene, molto bene anche se Kirsten era sul punto di ridere quando abbiamo parlato di te in modo così ambiguo e non ha voluto dire a nessuno dei due chi saranno le attrici protagoniste del film” rispose ridacchiando al ricordo.

“Allora è per questo che non avete voluto cenare con me ieri sera?”

“Come scusa? Boh questo devi chiederlo a lei che non voleva che scendessi e ti facessi vedere con noi!”

“Scema! Voglio dire che Kirsten mi vuole tenere lontana da lei per non farsi vedere in compagnia mia da Daniel!” le spiegò Isabel

“E perché mai?”

“Perché in questo modo posso continuare a giocare senza che lui lo sappia. Se scoprisse che io so chi è la misteriosa ragazza orientale non sarebbe divertente parlargli per farlo stare sulle spine, capito Ivy?” intervenne Kirsten con un sorriso radioso e diabolico. Le due cugine pensarono contemporaneamente che quella donna era decisamente troppo sadica per essere normale.  

“Comunque lasciando da parte il discorso Radcliffe, che ti faccio notare Isabel, tesoro, sembrava come incantato da te, pensiamo invece ai vestiti che indosserete alla prima di Roma. Vedete visto che sarà la prima volta che andrete ad un evento mondano dello spettacolo, parlo della festa dopo la proiezione alla villa Santa Agata nella campagna laziale, ho preso la decisione di farvi indossare dei vestiti non troppo appariscenti ma adatti a voi che entrate nel nostro mondo.” Decretò la signora Jonsonh con uno strano sorriso ammiccante.

Le due ragazze la fissarono perplessa ben sapendo che per lei, semplice, aveva tutto un altro significato nel vocabolario. “Speriamo che non sia una cosa super” costosa pensava Isabel intanto che la seguiva verso una saletta privata accanto a sé, Ivy, anche lei non molto sicura di quello che aveva scelto Kirsten. Di sicuro quella donna aveva buon gusto ma alcune volte il lusso che sfiorava con i suoi vestiti era una cosa scandalosa a cui loro non erano di certo abituate.

“Questa boutique si occupa di vendere per ordinazione i capi delle più grandi firme stilistiche di tutto il mondo” ecco già questo diceva molto su cosa le avrebbe fatto mettere “Qui ci vengono gli attori oppure la gente dello spettacolo che non ha tempo di passare per quello specifico negozio di griffe oppure andare dallo stilista a richiederlo. Perciò uno viene qui, richiede il vestito di qualunque stilista e il negozio pensa tutto da solo chiamandoti poi quando è pronto.” Spiegava la donna sedendosi su una poltrona di raffinato raso su cui le invitò a sedersi mentre aspettavano i vestiti.

“Kirsten non avrai ordinato nulla di costoso vero?” domandò Isabel speranzosa.

“Sì, nulla di costoso e poi sono regali non c’è bisogno che mi restituiate il denaro speso.” Rispose semplicemente lei togliendosi i guanti bianchi di seta dalle mani e appoggiandoli poi sul tavolino basso davanti a loro. Isabel e Ivy si lanciarono uno sguardo complice e disperato: quella donna era irremovibile. Dopo cinque minuti di attese entrò nella saletta una giovane donna sui trenta anni, in un moderno tailleur con bermuda blu cobalto.

“Salve Kirsten è un vero piacere riaverti qui!” la salutò calorosamente baciandole una guancia amichevolmente. “Salve a te Sabrina!!” salutò di rimando la donna abbracciando la signora appena entrata.

“Ragazze vi presento Sabrina Collodi, la proprietaria della boutique” Ivylen e Isabel porsero gentili la mano presentandosi a loro volta con cordialità. La signora Collodi le osservo con cipiglio attento per svariati minuti prima di esclamare euforica “Oh!! Cara, le tue ragazze sono adorabili!” scandì l’aggettivo con diverse ottave di voce acuta.

“Credo proprio che i vestiti scelti staranno a pennello. Sono per caso delle modelle?” domandò indiscreta con quell’aria da pettegola che alcune donne si ritrovano. Kirsten non rispose ma fece solo uno di quei sorrisi ambigui che potevano significare parecchie cose.

La signora Sabrina fece poi chiamare una commessa orinandole di portare i vestiti ordinati da Kirsten Jonsonh, accomodandosi su una poltrona vicina al divano dove sedevano le tre clienti.

Isabel si sentiva troppo osservata da quella donna, come se la stesse esaminando da cima a fondo mentre Ivy cercava in tutti i modi di non fulminare con lo sguardo quella tizia.

Sembrava immensamente concentrata a squadrarle da parte a parte, ma le stava forse esaminando?

Finalmente dopo alcuni secondi di silenzio una commessa entrò con quattro grossi pacchi in mano posandoli poi sul tavolino e sorridendo educata. Sabrina batté febbribilmente le mani tremando estasiata.

“Questi vestiti sono i più adorabili indumenti che ci possano essere sulla faccia della terra Kirsten! Allora da chi cominciamo?”  

“Iniziamo da Ivylen” decise la signora Jonsonh. La signora Collodi prese due di quelle quattro scatole, quella con un gigantesco fiocco dorato e con la firma della Dolce&Gabbana. Lo aprì davanti agli occhi ansiosi delle due ragazze e quelli divertiti di Kirsten. Quello che apparve davanti a loro era un abito che lasciò a bocca aperta e immobile la povera Ivy, incredula davanti a tanta meraviglia.

“Ohhh!” emise soltanto Isabel di fianco a sé molto stupita.

“Io direi WOW!” riuscì a biascicare la cugina in un momento di lucidità.

“Allora questo è un abito meraviglioso non credete?” parlò la signora Sabrina entusiasta e con gli occhi luccicanti “Tutto ideato dalla D&G, è uno degli abiti più esclusivi del mondo. Non perché sia eccessivamente costoso ma perché, io direi, che ci sono pochissime donne sulla terra che hanno il fisico giusto per indossarlo” mentre parlava Ivy fece passare titubante una mano lungo la stoffa della gonna “ Questo colore è all’ultima moda, poi la sua forma è senza tempo, molto elegante e soprattutto non passerai inosservata” aggiunse prendendo fuori il vestito dalla scatola e facendolo vedere in tutta la sua lunghezza: era ancora più bello, un abito da sogno.

Come quello di una principessa pensava Ivy.

“I camerini sono di là, vallo a provare intanto che prendiamo l’altro abito” le disse Kirsten indicandole di seguire una commessa che l’accompagnò nei camerini mentre la seconda scatola veniva aperta. E questa volta fu il turno di Isabel stupirsi “questo invece è di Luisa Beccaria: una meraviglia di deliziosa eleganza, fatta per essere indossata da una donna dall’animo dolce.” Commentava la signora mentre lo tirava fuori. Kirsten sorrise soddisfatta della sua scelta. “Il tessuto stampato lo rende sobrio anche se il fatto che sia un vestito lussuoso si nota. Forza cara lo vada ad indossare” Isabel annuì prendendo attenta la scatola e portandosela in camerino. Con quei vestiti non sarebbero passate inosservate neanche se fosse passata la regina di Inghilterra e il punto della questione era che non sapevano se volevano avere tutta quella attenzione.

Ma ci avrebbe pensato la sera dopo. Ovviamente gli abiti stavano meravigliosamente indosso a loro, come se fossero stati cuciti a posta e ovviamente costarono un occhio della testa, una somma troppo grande per un abito ma per cui Kirsten non esitò a pagare con un assegno.

Quindi se ne uscirono dalla boutique per tornare in albergo con una fermata in nell’atelier di Ralf Lauren dove Kirsten acquistò il suo di vestito per la serata: un capo interamente bianco, elegante e sobrio, gonna lunga con un piccolo strascico di seta e una giacchetta superiore con le maniche a tre quarti e gli ornamenti dello scolo in piccole perle lavorate. Non vi dico quanto sia costato.

Quando arrivarono all’albergo Isabel e Ivy erano sì felici per i vestiti ottenuti ma avevano anche l’assoluto terrore di poter distruggere in qualche modo gli abiti. Kirsten le rassicurò dicendole di non preoccuparsi “Sono soltanto vestiti!” aveva detto lei entrando dalla porta girevole di vetro.

Ma per loro non erano soltanto vestiti.

I vestiti non potevano costare come un occhio della testa.

 

Giorno della premiere, 12 novembre, 15:30

 

Isabel ed Ivy stavano uscendo in compagnia di Gary e Kirsten per andare a prepararsi in un luogo meno affollato dell’Hotel, dove ci sarebbe stato un caos per preparare e portare fuori tutti gli attori del cast del film che erano presenti. E poi Kirsten aveva detto che era meglio fare una entrata senza disturbi. Perciò stavano andando con i vestiti ancora nei pacchi e gli accessori verso la macchina che le avrebbe condotte in una speciale sala di bellezza riservata dalla signora Jonsonh solo per loro. Ivy non vedeva l’ora di essere sistemata a dovere da delle specialiste mentre Isabel non sapeva assolutamente come sentirsi, sapeva solo che non vedeva l’ora di vedere il film. Non dobbiamo dimenticare che era l’ultima puntata del film più amato dalle due ragazze.

Consegnarono i pacchi a due fattorini che li portarono verso la macchina intanto che loro due si sedevano nella sala d’ingresso e attendevano la signora Jonson,h che era ancora in camera sua.

Stavano tranquillamente parlottando quando all’improvviso una mano ticchettò sulla spalla di Isabel, lei si voltò a vedere chi fosse.

Davanti a sé Daniel che le sorrideva raggiante.

“Signor Radcliffe…ehm…ah… S-s-salve…” sussurrò sorpresa e felice insieme, il suo cuore aveva cominciato a battere ad un ritmo velocissimo, diede una occhiata di sfuggita a sua cugina in aiuto.

Ivy fece solo spallucce con un sorriso buffo dipinto in volto come a dirle “Sei fregata e io mi godo la scena”.

Daniel invece non si era proprio accorto dell’altra presenza “Signorina Livine non avevamo detto che la prossima volta che ci fossimo incontrati mi avreste dato del tu?” domandò con un sorriso così stranamente malizioso che Isabel era tentata ad abbassare gli occhi per l’imbarazzo ma doveva controllarsi e comportarsi in modo normale “Certo, ma tu Daniel… ” ricalcò sorridendo su quel tu “non mi stai dando del tu se non mi sbaglio?” gli fece notare lei, Ivy trattenne una risata: Isabel poteva mettere in imbarazzo chiunque, anche Daniel Radcliffe.

L’attore annuì dandole ragione “Ok, hai ragione ma a questo rimediamo subito no?”

“Sì, ora va bene signor Radcliffe” Daniel si era inginocchiato all’altezza del bracciolo della poltrona sui cui lei era seduta, per vederla meglio e fare in modo che lei non avesse un crampo al collo. Molto gentile si dissero entrambe le cugine “E visto che ci siamo, potresti anche dirmi come ti chiami?” domandò con gli occhi azzurri così vicini che per una attimo la gola di lei si seccò come una pozza d’acqua nel deserto del Sahara. Era troppo vicino per non entrare in crisi. Ivy intanto si godeva la scena con sommo piacere, ridendo dentro di sé per come sua cugina a dispetto di come potevano pensare gli estranei fosse in una situazione di imbarazzo tale che aveva preso a sorridere nervosamente. E di questo il signor attore se ne accorgeva vista la sicurezza nella sua voce che si sentiva fin da lì.

Isabel fece un sorriso misterioso, uno di quelli strani e ambigui che non si sapeva per cosa fossero, uno di quelli che usava per impressionare qualcuno.

E Daniel si impressionò eccome.  

Isabel stava giocando a suo modo, spostò i suoi occhi verso la cugina con quella la luce di chi si stava divertendo per tornare sugli occhi azzurri di lui “Ve lo dirò una sola volta quindi non ve lo dimenticate per nulla al mondo” parlò cospiratrice lei con il tono della voce volontariamente caldo e basso.

Ivy stava decisamente per ridere, Isabel a volte sapeva mettere sulle spine in un modo devastante.

Il povero Daniel era come incantato da lei.

Isabel avvicinò la sua guancia sinistra a quella del ragazzo in modo che la sua bocca fosse all’altezza del suo orecchio “Isabel” soffiò dolcemente e solamente la ragazza prima di ritrarsi e guardarlo in volto. Daniel parve impiegarci più tempo del solito a comprendere ma poi sussurrò a sua volta in modo suadente “Isabel, bel nome” commentò.

L’atmosfera si era fatta molto calda, a tal punto che Ivy ebbe l’impressione di essere di troppo a una scena simile e decise di alzarsi piano e lasciarli soli quando la voce rompiscatole di Gary si fece sentire da tutti e tre “Forza ragazze andiamo, la macchina vi attente!” aveva ordinato incamminandosi verso l’uscita. Ivylen lo uccise con lo sguardo “Ma devi sempre rompere tu?!” pensò stizzita la ragazza alzandosi dalla poltrona e incamminandosi verso l’uscita.

Isabel invece sorrideva ancora a Daniel mentre si alzava e lo salutava “A quanto pare devo andare Daniel, ciao”.

Ivy era davanti a lei ad attenderla quando Daniel chiese “Voi due sarete presenti alla festa dopo la prima?” Ivy annuì al posto di Isabel che non aveva spostato gli occhi da quelli di lui mentre si metteva il trench nero “Allora ci vedremo alla festa…” affermò l’attore guardando sempre la ragazza “Arrivederci Isabel” mormorò sorridendo sempre, con una luce strana negli occhi blu. Isabel non disse nulla semplicemente chinò elegantemente il capo in assenso prima di dirigersi dalla parte opposta di lui con sua cugina che la prendeva a braccetto e le sussurrava eccitata in italiano una caterba di cose strane che dovevano dimostrare quanto fosse entusiasta di quello appena successo. Isabel invece parve riflettere su qualcosa visto lo sguardo sognante “Ehi mi hai ascoltato Isabel?”

“Arrivo subito aspettatemi” disse lei improvvisamente togliendosi il suo braccio dalla stretta di Ivy cominciando a tornare sui suoi passi “Dove vai?” le urlò dietro lei, non ricevette risposta, Isabel si era già allontanata.

Isabel tornò nella saletta d’ingresso cercando con lo sguardo Daniel e dopo qualche minuto lo intravide parlare seduto su una poltrona assieme ad Emma Watson, Ruppert Grint e Tom Felton. Con quei tre di mezzo non aveva il coraggio di avvicinarsi quindi frugò nella sua borsa una penna e un foglietto. Dopo qualche secondo pagò un fattorino perché lo consegnasse a lui mentre lei aspettava in piedi guardandoli da lontano.

 

Emma notò che il suo caro Daniel era stranamente fuori dal mondo in quel momento visto come poco partecipava e da come i suoi occhi fossero lontani e impegnati in pensieri a quanto pare più interessanti che parlare con lei. Ruppert al momento discuteva divertito su come Tom, la sera del party di qualche giorno prima, si fosse del tutto fuso, con il relativo interessato che stava al gioco, auto-ironizzando su di sé, quando un cameriere del bar tossicchiò per richiamare l’attenzione. Le tre teste si voltarono verso di lui, tranne Daniel che fissava come ammagliato una macchia sul tappeto persiano sotto i suoi piedi.

“Signor Radcliffe c’è un messaggio per lei” disse l’uomo. Daniel non rispose, non lo aveva sentito “Ehm, signor Radcliffe c’è un biglietto per lei” ripeté il cameriere. Tom diede un calcio al piede dell’amico in trance, Daniel lo guardò torvo e perplesso prima di notare il cameriere “Sì?” domandò fuori dal mondo.

L’uomo gli porse un biglietto prima di fare un inchino e allontanarsi “Grazie!” aveva mormorato lui mentre lo apriva “Di chi è?”  chiese curiosa Emma mentre si protendeva dal suo posto per sbirciare il messaggio.

“Non lo so, non c’è il nome” disse soltanto lui mentre lo apriva e lo leggeva in silenzio sotto gli sguardi incuriositi dei tre amici. Quello che intuiva più di tutti era Tom che, prima degli altri, aveva notato non lontano da loro una giovane donna che li osservava. Daniel lesse il messaggio fino alla fine per poi sorridere ed alzare la testa in cerca di qualcosa. Emma e Rup si guardarono perplessi: cosa stava cercando?

Il messaggio diceva:

 

Caro Daniel,

mi sono dimenticata di informarti su come puoi pagare l’enorme debito(scherzo ovviamente) che hai scontato con me l’altro giorno, ricordi quando ti ho impedito di fare una figura al quanto discutibile davanti a tutte quelle persone? Beh, la cosa è molto semplice da fare e anche veloce. Questa sera parteciperò alla festa organizzata alla villa Santa Agata e se non suppongo male alle feste c’è la musica e se c’è la musica si balla. Perciò dedicami un ballo assieme durante la festa e ti riterrò libero da ogni tipo di debito. Sperando che non sia una richiesta troppo difficile e fastidiosa per te, ti saluto.

La tua neo amica Isabel Livine

Ps: Siamo amici vero?

Psps: Se sei d’accordo annuisci che sono alla tua sinistra!

 

Finalmente trovò quello che stava cercando. Isabel gli fece un saluto accennato con la mano, lui rispose con un altro cenno della mano, annuendo poi con la testa. La ragazza sorrise radiosa mimando con la bocca “Arrivederci Daniel” correndo poi verso l’uscita dell’hotel sapendo che Kirsten avrebbe voluto una spiegazione.

Daniel la guardò andarsene prima di tornare a guardare il foglietto con un sorrisetto sui lati della bocca. Tom tossì fintamente “Era lei?” domandò a bruciapelo all’amico.

Daniel lo guardò “Sì era lei” confermò il moro attirando la curiosità di Ruppert.

“Lei chi?” chiese l’amico.

Tom fece un sorriseto malizioso “La ragazza che gli fatto perdere la testa negli ultimi due giorni” spiegò il biondino ricevendo una occhiataccia dall’interessato. Emma corrucciò le labbra infastidita, ma di quale ragazza stavano parlando?!

“Allora Dan di che si tratta?” chiese ancor più incuriosito Ruppert affilando lo sguardo ironico.

“Ma nulla Rup, solo una nuova amicizia” rispose vago lui, Tom ridacchiò

“Certo, ah,ah,ah e io sono un santo! Comunque ora che ho visto il soggetto devo dirtelo sinceramente: è una bomba, un po’ troppo angelica per me, ma carina” commentò il biondino.

“Bella…” lo corresse Daniel sorridendo e stando al gioco.

“Oh-ho siamo passati a bella!” esclamò Rup ridendo.

“E certo dobbiamo aggiungere, com’è che hai detto ieri? Ah, sì! Affascinante” lo sfotté Tom, Rup rise ancor di più. Daniel non disse nulla perché poi era la verità.

“Cosa ti ha scritto la ragazza?” entrò nel discorso Emma, con una strana espressione infastidita che fece smettere di ridere i due ragazzi.

“Nulla Emma, solo come riparare ad un debito” disse vago il ragazzo sostenendo la freddezza con calma. La ragazza non disse nulla alzandosi poi dalla sedia e poi andandosene irritata. Quando fu sparita dal salone Ruppert e Tom ripresero a ridere “Oddio!! Si è arrabbiata amico!!” mormorò tra le risate il rosso.

“Sinceramente non capisco perché debba arrabbiarsi, lei non è la mia ragazza” fece notare lui stizzito da un comportamento simile.

“Certo, ma lei crede di avere l’esclusiva” disse Tom tra le risate.  

“Peccato che non l’ha mai avuta” commentò spazientito Daniel rigirandosi nelle mani il biglietto con un sorriso “Benché meno ora”  

 

“Cosa hai fatto?!” esclamò Ivylen all’improvviso schizzando da tutte le parti l’acqua con cui la parrucchiera le stava lavando i capelli “Calmati e rimetti la tua testa nel lavandino che stai schizzando shampoo sul pavimento!” esclamò per farla calmare dopo che le aveva detto del biglietto. Ivy posò di nuovo la testa sopra al lavandino con uno sbuffo sonoro.

“Allora stavi dicendo cara” prese parola Kirsten mentre era seduta a godersi una maschera per il viso tonificante alla papaia.

“In poche parole, come vi stavo spiegando: visto che aveva questo “debito”, chiamiamolo così, con me gli ho chiesto di concedermi di ballare assieme alla festa di sta sera, tutto qui” la fece semplice lei rimanendo ferma quando la parrucchiera la finì di massaggiarle la cute.

“Io lo sapevo che eri geniale, Tesoro” affermò Kirsten con un sorriso malizioso pieno di soddisfazione “Un modo elegante e stuzzichevole per accalappiare un uomo” affermò ancora la signora Kirsten mentre le veniva tolta la maschera di papaia dal volto e le due ragazze si asciugavano i capelli bagnati.

“Io non voglio accalappiarlo!” protestò Isabel anche se le sfuggì un sorriso sulle labbra.

“No. E’ vero Kirsten lei non vuole accalappiarlo, vuole incantarlo” la prese in giro Ivylen provocando una risata acuta a Kirsten e lo sconvolgimento della interessata!

“E possibilmente portarselo a letto” riuscì a finire Ivy prima di dover scansare un paio di bigodini lanciati a grande velocità contro di lei.

 

Ivy se ne stava in una stanza di quel edificio a guardarsi allo specchio con un grosso groppo in gola, le sudavano le mani per quanto si sentisse in ansia. E il fatto di essere uno splendore vestita in quell’abito non le rendeva di certo le cose più facili da affrontare. Si rigirò in quel vestito ancora una volta sorridendo radiosa come mai nella sua vita: assomigliava ad una ballerina in stile zarina aveva detto una di quelle commesse il pomeriggio del giorno prima e le dava ragione. Aveva sognato mille volte una cosa simile ed ora che ogni sogno si stava realizzando non poteva evitarsi un pochino di inquietudine per la serata che stava arrivando. Si guardò un ultima volta allo specchio prima di girarsi verso la poltrona bianca della stanza e finire di indossare le ultime cose. Con un leggero tremolio prese in mano le scarpe: erano delle ballerine glitter in raso, con un piccolo tacco a virgola e due eleganti fiocchi di seta sul tallone, la punta della scarpa era sottile, di color oro. Erano perfettamente intonate con quella meraviglia di D&G.

Le indossò velocemente per poi uscire dalla stanza e raggiungere Kirsten al piano di sotto.

Quando scese le scalinate che portavano al piano inferiore Kirsten si voltò verso di lei a bocca aperta prima di emettere un gridolino eccitato ed entusiasta.

“Omiodio Ivylen sei uno splendore vieni qui e fatti guardare” la fece girare su se stessa parecchie volte prima di fermarla e abbracciarla teneramente come una nonna affettuoso “La mia ballerina dal fascino dorato!” le sussurrò all’orecchio dandole poi un grosso bacio sulla guancia di felicità pura.

Sulle guance della ragazza si dipinse un po’ di rosso anche se il suo sorriso copriva il colore, si sentiva al settimo cielo “Allora sto bene?” domandò titubante per avere una conferma.

“Oh-oh-oh! Ma non devi neanche chiederlo ma Cherie!” la guardò come se avesse appena detto una sciocchezza colossale “Sei una meraviglia e poi metti questo scialle dorato di cashimire sulle spalle che fa freddo e sei perfetta!”

“Non mi devo mettere nient’altro?” chiese Ivy mentre ricopriva le spalle con quel caldo scialle di lana pregiata, dorata.

“No vai benissimo così” disse sicura prima di alzare la testa e vedere scendere l’altra sua bambina dalla scalinata. Ivylen si voltò immediatamente rimanendo a bocca aperta: se lei sembrava una ballerina, Isabel assomigliava davvero ad una dama d’altri tempi, un fiore appena sbocciato.

Kirsten aveva davvero gusto in fatto di abiti da sera, proprio un buon gusto.

“Allora sono così terribile che non avete parole per esprimere il vostro ribrezzo?” domandò ansiosa la cugina mentre finiva di scendere i gradini delle scale. Ivy le guardò i piedi “Sono un amore queste decolletée” commentò ammirando il paio di scarpe in velluto color bianco avorio, con quel tacco a virgola e le fibbie a forma di farfalla fatta con fili sottili di perline.

“Grazie” ringraziò raggiante l’amica portandosi davanti a lei sorridente. Kirsten abbracciò anche lei con trasporto e non poté togliersi una piccola lacrimuccia per quanto fosse commossa. Oramai quelle erano come figlie per lei e come tali vederle così belle la rendeva orgogliosa ma soprattutto commossa. Isabel notando la lacrima prese un fazzoletto dal suo borsellino, asciugando la scia lasciata sulla sua guancia. Kirsten la guardò tenera prima di abbracciare nuovamente entrambe come impazzita.

“Andiamo ragazze la macchina ci aspetta” soffiò trattenendo un’altra lacrima prima di dirigersi fuori dall’edificio “E care, indossate i cappotti che fa freddo, li toglierete quando andremo alla festa.” Ordinò a loro prima di sparire a prendere qualcosa.

“Sembri una di quelle principesse delle favole lo sai Isabel?”

“Mentre tu assomigli ad una ballerina di prima Ivylen, lo sai?

“Ti stanno bene i capelli legati in questo modo” aggiunse la cugina castana “Sono…belli con lo chignon puntato alla orientale” commentò non trovando altro che dire. 

“E tu con i capelli stanno bene legati dietro con solo una rosa…come cavolo hanno fatto a tenere uniti tutti i tuoi boccoli con solo una composizione di boccioli di rosa bianca?” disse lei di rimando.

“Tu però in questo modo te lo porti seriamente a letto Isabel” si lasciò scappare lei dopo un poco, ridendo subito dopo.

“Io non voglio potarmelo a letto quanto tu non hai intenzione di portare a letto Tom Felton”

“Vedi se la metti così dimostra solo che tu te lo porterai a letto” Isabel alzò gli occhi al cielo esasperata  notando come per quanto fosse novembre non ci fosse così freddo e per di più si vedevano le stelle molto nitidamente. Mentre entrava in macchina sperava che quelle stelle potessero continuare ad illuminare il cielo per tutta la notte. Una notte che si prospettava movimentata sin dall’inizio.

 

Daniel stava subendo come al solito la marea di flash davanti all’entrata del cinema, era circondato da una folla di fan scatenati che urlavano e invocavano il suo nome così fortemente che non poté evitarsi un sorriso lusinghiero per tanto calore. Gli italiani erano piuttosto bravi a dimostrare calore soprattutto con la gente dello spettacolo. Da qualche secondo stava firmando gli autografi allontanandosi così dai fastidiosi giornalisti che facevano sempre le stesse domande e che per di più invece di chiedergli del film molto spesso gli domandavano velatamente della sua vita privata.

Un migliaio di grida eccitate si levò nell’aria quando da una macchina uscì nella sua perfezione il signor Tom Felton mentre una voce al microfono annunciava la sua entrata in scena “Signori e soprattutto signore ecco a voi Tom Felton alias Draco Malfoy!!” urlò la donna. Il ragazzo citato fece un grande sorriso più somigliante ad un ghigno del suo personaggio rivolto alle fan davanti a sé, ad alcune di loro tremarono le gambe per quello mentre altre urlarono ancor di più il suo nome. Per quella serata Tom aveva deciso di indossare qualcosa di decisamente lontano dal suo solito vestire ma che comunque faceva colpo. Il bianco gli era stato sempre bene addosso per tanto aveva messo una camicia di seta bianca avorio, perfettamente aderente al suo corpo con i bottoni del colletto un po’ allentati e una cravatta color sabbia dorata, un gilé grigio perla con bottoni dorati. Sopra un completo in puro stile inglese con giacca lunga  e pantaloni color nero notte. Un damerino britannico con l’unica differenza delle scarpe come sempre stonate con il resto ma che erano tipicamente alla Felton. Aveva mantenuto i capelli biondi e lunghi come nel film mentre la sua solita espressione maliziosa non spariva mai, una faccia da schiaffi ma anche dannatamente sexy.

Daniel guardò di sfuggita l’amico mentre veniva preso letteralmente d’assalto da una giornalista intanto che lui veniva preso e trascinato verso i giornalisti per altre mini interviste dalla sua assistente.

Daniel alzò gli occhi al cielo per un attimo e notò che le stelle erano molto luminose quella sera e sperava che continuassero a brillare per tutto il tempo. Quella sarebbe stata una notte molto lunga e un po’ di luce non sarebbe guastata. No?

 

Era stato bellissimo il film, una cosa meravigliosa da memoriale soprattutto quando erano arrivati alla scena del bacio tra Harry ed Hermione in cui tutti quanti gli spettatori avevano fatto un grido di giubileo tremendo, seguiti poi da un applauso colossale quando tutto si era concluso. Isabel e Ivy, che erano in una fila piuttosto alta e un pochino lontana dagli attori, non la smettevano un momento di applaudire come delle matte e se avessero potuto avrebbero anche pianto per la commozione, però era decisamente inadatto piangere per la fine di Harry Potter no? Quindi si trattennero dal fare una figura simile in mezzo a tutte quelle persone. Al momento stavano in macchina diretti alla villa in cui si sarebbe svolta la festa, Ivy si stava contorcendo ancora le mani per aver appena visto il film mentre Isabel si contorceva le viscere per ben altri motivi.

“Tranquilla è solo una festa, è solo un ballo” parlò l’amica ben sapendo che cosa le passasse in testa in quel momento. Isabel non disse niente sorridendo appena; sì era solo un ballo, nient’altro di più e nient’altro di meno.

Tutto molto semplice.

Forse.

O no .

 

Tom si stava rilassando con un calice di birra in mano, appoggiato su una poltrona in un angolo laterale nascosto, vicino alla scalinata d’ingresso che portava nella sala in cui si stava facendo la festa.

Santa Agata era una grande villa in stile rinascimentale circondata da un gigantesco parco con un labirinto e miriadi di fontane di marmo chiaro. Una piscina circondata da colonne romane e statue seicentesche. L’intero palazzo trasudava lusso spropositato: muri intonacati di stucco, pavimenti in prezioso marmo assolutamente bianco, infinità di sale, camere, bagni, e saloni in cui perdersi o anche nascondersi. Tutto rigorosamente pulito, lindo e brillante più di uno specchio. C’erano grandi lampadari di cristallo tintinnante che illuminavano ogni luogo, finestre gigantesche, tappeti persiani e tendaggi di raso coprivano la villa. Ma non ci si poteva aspettare di meno da una antica dimora appartenuta ai reali di Savoia, ora nelle mani di un ricco magnate italiano facente parte del giro d’affari dello spettacolo.

Per l’occasione era stata predisposto il salone gigante dei balli, con la veduta sul giardino francese, un ricco buffet dove prendere ciò che si voleva, una orchestra di archetti che si alternava a richiesta ad un complesso musicale fatto venire da Londra stessa.

Una festa in grande stile per l’ultima puntata di uno dei film più fruttuosi al mondo. Oltre a tutti quelli che avevano partecipato nel corso degli anni alla lavorazione, erano stati invitati anche un discreto numero di giornalisti delle maggiori riviste del mondo e poi molta gente dello spettacolo italiano. E Tom se ne stava nascosto proprio per non fare chiacchiere inutili con qualche giornalista, se ne stava benissimo nel suo nascondiglio lontano da paparazzi desiderosi di sapere per quale motivo avesse lasciato giusto un mese prima la sua ex-fidanzata, l’attrice americana Iris Mitch. Ma che cavolo gliene fragava a loro si chiedeva il biondino, che di tutte le cose che voleva quella meno desiderata era parlare di quella lì. Non erano forse fatti suoi perché avesse lasciato quella sgualdrinella che se la faceva con il maestro di Yoga?! Cavoli non dovevano proprio fargli domande così stupide, ora mai aveva la luna storta di netto. E pertanto aveva perso qualunque voglia di parlare o festeggiare.

Daniel venne verso di lui guardandolo storto “Felton spiegami cos’è quella faccia da cane bastonato che ti ritrovi?” domandò l’amico sedendosi di fianco a lui sbuffando anch’egli.

“Radcliffe spiegami cos’è questa faccia da cane bastonato che ti ritrovi?” chiese di rimando notando che nemmeno lui sembrava molto festaiolo al momento.

“Prima tu amico!” ribatté mogio Daniel mentre si portava alla bocca un sorso di champagne dalla coppa che aveva in mano.

“Non voglio intorno giornalisti idioti che mi chiedano di Iris” spiegò Tom bevendo a sua volta un po’ di birra.

“Tu?”

“Non voglio intorno stupidi giornalisti che mi chiedano ancora una volta se sto con Emma” spiegò Daniel imbronciandosi un pochino.

“Bene allora brindiamo alla stupidità dei giornalisti!” scherzò Tom protendendo il calice per un cin-cin, Daniel rise e brindò mogiamente con l’amico finendo poi il contenuto del calice. Rimasero in silenzio lasciando che il rumore delle voci si inoltrassero nel loro nascondiglio finché Tom non si voltò verso Daniel dicendo rassicurante “Arriverà non preoccuparti” aveva capito che non c’erano solo i giornalisti a dargli fastidio. Daniel ringraziò con lo sguardo l’amico che era sempre stato così comprensivo e capiva quando c’era qualcosa che non andava.

“Ne troverai un’altra, molto migliore di Iris” lo rassicurò a sua volta il moro sapendo cosa passasse per la testa dell’amico. Anche se non sembrava Tom era una delle persone più sensibili che ci fossero al mondo, a volte poteva sembrare che fosse un tipo che non aveva bisogno di appoggi ne di punti fissi perché quelli come lui se la cavavano sempre, soprattutto con le ragazze, ma la verità era che lui era un giovane uomo all’antica che quando si impegnava con qualcuno lo faceva per amore. E quando due mesi prima aveva scoperto che la sua amata fidanzata lo aveva tradito parecchie volte con l’insegnante di Yoga, Tom aveva avuto una delusione così colossale da ridurlo molto giù di tono per parecchie settimane. Iris gli aveva spaccato il cuore e i suoi sentimenti sinceri e Tom aveva spaccato la faccia e molti altri attributi a quell’idiota dell’insegnate di Yoga, vista la sfuriata che aveva fatto Tom nello scoprirli giocare a cavalluccio sopra il letto della fidanzata. Tom era appena riuscito a capire di non essere più innamorato di Iris ben prima che scoprisse della scappatella ma comunque non era stata una bella scoperta. Il fatto poi che i giornali continuassero a parlarne e gli chiedessero sempre la solita cosa, non lo aiutava di certo. Daniel aveva capito che lui in quel momento aveva paura di non trovare nessuno che lo amasse veramente e sapendo questo non poteva che cercare di farlo ragionare.

Tom lo guardò prima di fare un sorrisino timido e ringraziare in questo modo l’amico, Daniel capiva sempre tutto molto velocemente e lo aiutava sempre. Bevve un altro sorso di birra “Comunque bando alle cose tristi!” decretò Tom “prendi una faccia meno moscia di questa che quella ragazza arriverà tra poco, a proposito come si chiama?” 

“Isabel, si chiama Isabel” rispose ripetendo quel nome sottovoce come ad assaporarne il sapore dolce. Tom lo fissò mentre faceva questo e scosse la testa “Sei molto attratto” affermò così improvvisamente

“No! Non la conosco nemmeno”

“Errore Daniel: tu la conosci formalmente no? Questo è già qualcosa” fece notare il biondo ghignando malizioso “E poi non c’è bisogno di conoscere tutto di una persona per essere attratti, almeno nella fase uno” continuò Tom come se fosse un professore.

“Quale sarebbe la fase uno?” domandò Daniel ironico.

“Semplice quando una donna ti piace fisicamente, perché ti piace fisicamente no? Sei attratto dal suo corpo no?” Daniel annuì con la testa, cosa poteva fare se non dargli ragione?

“E te lo credo con il fisico che si ritrova anche un palo dell’elettricità sarebbe attratto…”

“Non fare l’animale Tom!”

“Io non faccio l’animale, per la cronaca faccio solo l’uomo” ribatté Tom continuando “Comunque dicevo che era carina…” Daniel lo guardò storto “Ok, bella…” si corresse il biondo vedendolo “Per avere quegli occhi”

“Cos’hanno i suoi occhi?!” domandò sconvolto Daniel protestando “Io li trovo molto belli, troppo belli. Un blu marino così profondo da perderti come tra le onde. Sono belli da togliere il respiro. Credo di non aver respirato per parecchi secondi la prima volta che li ho fissati” Tom rise alle parole di Daniel

“E c’è qualcos’altro?” fece il finto innocente godendosi il gongolare teneroso dell’altro.

“Beh…l’ahi vista no?! Alta quanto basta, gambe lunghe da fissare imbambolato, un viso così dolce con quel sorriso misterioso e poi i capelli neri lunghi e morbidi, la pelle candida ma non pallida e poi la sua voce…Dio cosa darei per ascoltarla parlare più di due secondi!” disse il moro andando per la tangente. Tom rise guardandolo, pensando come fosse a volte impacciato in queste cose. Il suo amico che non si era ancora innamorato veramente, certo aveva avuto tante ragazze di cui però aveva cotte passeggere ma mai amore, nemmeno quando credeva di amare Emma.

Sì amare Emma! era come chiedere di amare il Narciso del mito greco!

Daniel continuava a parlare intanto che in silenzio Tom lo ascoltava, il biondo alzò la testa appena qualche minuto dopo verso l’alto della scalinata notando che era arrivata la signora Jonsonh e dietro di lei una giovane donna molto bella in un vestito elegante.

“Daniel!” lo chiamò Tom “Daniel!” lo chiamò ancora dandogli un colpo alla spalla.

“Ma che c’è?” rispose stizzito.

“La tua dama…” cominciò Tom.

“Non è la mia dama…” sussurrò Daniel.

“E’ arrivata” concluse finalmente indicandogli con la testa l’alto della scalinata. Daniel seguì lo sguardo di Tom fino finalmente a vederla. Isabel era entrata.

 

Daniel parve imbambolarsi come una statua quando la vide scendere le scale al fianco della signora Jonsonh “Ehi amico! La mascella dovresti chiuderla!” gli diceva Tom ma lui non sentiva e vedeva nulla se non lei. Oddio era una…una…non c’erano parole per descrivere cosa stava vedendo ma era sicuro il fatto che gli piacesse parecchio quello che vedeva, molto.

Il ragazzo rimase molti lunghi attimi ad osservarla con quel vestito da sera moderno ma che richiamava altri tempi, una eleganza che trasudava da ogni particolare del corpo femminile. Isabel per l’occasione indossava un originale e inedito abito in stile impero a vita alta, i seni resi visibili da una scollatura rotonda e avvolgente, due nastri di seta bianca e velluto rosa sotto i seni che poi si univano al fianco sinistro in due fiocchi scivolanti verso il basso. Un bustier rigido con monospallina fatta sempre con due nastri di seta e velluto che stavano molto bene in quel abito di raso stampato, una composizione sul tessuto a sfondo bianco neve di rose rosa e foglie verdi: come un roseto in fiore e la gonna lunga fino ai piedi prendeva elegantemente volume con la sottogonna di tulle leggero dando ad Isabel l’immagine di una dama ottocentesca in versione moderna e più sensuale per via delle candide spalle denudate e dal decoltè invitante che pudicamente si faceva intravedere da quel tessuto raffinato e prezioso.

Sì, sexy pensava Daniel guardando senza pudore la scolatura alta riempita da un seno alquanto seducente. Il suo occhio cadeva proprio lì. Però più che la sensualità ciò che prevaleva era la immensa dolcezza che dava l’abito assieme alla ragazza stessa, quella sorta di misteriosa armonia che celava una lingua ironica e sempre pronta a colpire.

Era un angelo.

Sembrava proprio una damina moderna. Il viso era leggermente truccato da colori tenui ma illuminanti con un particolare tonalità calda di fiori primaverili, le labbra tinte di pesca e gli occhi blu come il mare avvolti di un velo di matita nera con le ciglia lunghe che disegnavano una ombra misteriosa sul suo volto: troppo magnetica. I lunghi capelli lisci erano stati acconciati elegantemente, scendevano da un crocchia alta fili scuri di capelli che arrivavano sinuosi dietro alle sue spalle. Nessun gioiello perché era lei il gioiello.

Daniel scattò con un passo senza pensarci verso di lei mentre un sorriso si dipingeva estasiato sulle sue labbra, Tom lo fermò scuotendo la testa “Daniel non precipitarti da lei come un adolescente ad ormoni liberi, ci sono i giornalisti e non ci metteranno molto a notarla soprattutto con la jonsonh con lei” lo avvertì l’amico indicando poi con la testa i flash dei giornalisti che si erano avvicinati come delle iene a lei. Daniel si fermò sapendo che l’amico aveva ragione, vide Isabel sorridere un pochino spaesata davanti a tutti quegli scatti per qualche minuto prima di sussurrare qualcosa all’orecchio della signora Jonsonh e andarsene da quella folla di scatti psicadelici.

“Adesso lascia che i fotografi finiscano e si disperdano.” Gli consigliò Tom lasciando andare il suo braccio e ultimando la birra che aveva nel bicchiere “Vai da lei dopo”

“Potrei perderla di vista nel frattempo” sostenne Daniel seguendola con lo sguardo mentre lei andava a prendersi qualcosa da bere al buffet, Tom sbuffò “Paranoico!” sentenziò ricevendo una occhiataccia dall’altro “Ok,ok vado a parlarle io, attirando l’attenzione su di me nel caso, e le dico di incontrarti tra trenta minuti alla fontana fuori va bene?” propose il biondo che ricevette un sorriso a trentadue denti per risposta.

Tom alzò gli occhi al cielo esasperato: Daniel era perso, completamente il cervello in pappa.

Il ragazzo uscì dall’angolino attraversando la sala e mentre tentava di non essere visto da Kevin che a quanto pare lo stava cercando fece lo slalom tra gli ospiti intenti a parlare finché non raggiunse finalmente il tavolo del buffet e vide la ragazza che interessava a Daniel impegnata a bere una sostanza rosastra.

 

Isabel stava sorseggiando un bicchiere di The long Island freddo pensando che la sbadataggine di sua cugina prima o poi sarebbe diventata leggenda: come si faceva a dimenticare la scarpa in macchina? Cioè come si poteva fare due metri a piedi nudi su un suolo di pietre e non accorgersi che si era dimentica una scarpa nella macchina perché voleva riposare un attimo i piedi?! Ma era mai possibile. Per questo non era scesa con loro e sicuramente si sarebbe persa o si sarebbe sentita in soggezione a scendere tutta sola quella scalinata. Lei si era sentita veramente in soggezione appena vista la sala con tutte quelle persone, il quartetto d’archi che suonava e poi quella miriade di teste che si erano voltate quando era scesa, cinque gradini dietro di Kirsten.

Isabel ebbe la netta sensazione di essere squadrata da parte a parte e lei sapeva che questo dipendeva perché accompagnava la signora Jonsonh, colei che era sinonimo di potere e soldi in quel mondo e qualcuno che si presentava con lei o era una amica della vecchia oppure una che avrebbe avuto i suoi favori. Isabel si considerava una sua amica visto che lei non voleva favoritismi più del necessario per cui tutti quegli sguardi non le erano piaciuta granché.

Ma forse nessuno si sarebbe accorta della sua entrata se non fosse stata proprio per Kirsten e quel vestito. Comunque aveva lasciato Kirsten con quei giornalisti giusto per evitare che quelli le facessero domande a cui non voleva rispondere. La villa era una cosa meravigliosa ma il parco era quello che l’aveva più colpita: quello era una meraviglia nel vero senso della parola.

Ma al momento stava cercando con lo sguardo qualcosa di decisamente più interessante, appena scesa dalle scale aveva sentito come se fosse stata puntata da qualcuno e sperava che questa sensazione fosse dovuta perché a guardarla fosse Daniel.

Prese un colpo quando una mano le ticchettò una spalla facendola sobbalzare, stava per girarsi con un sorriso malizioso in volto pensando che fosse lui quando si ritrovò il sorriso divertito di un biondino. Non riuscì a non far vedere la sua delusione.

“Meno allegria mi raccomando” esclamò lui ironico mentre prendeva dalle mani di un cameriere un altro bicchiere, questa volta di champagne. Isabel sbatté le palpebre sorpresa, come mai Tom le stava parlando come se la conoscesse.

“Piacere Tom Felton, tu sei Isabel vero?” parlò di nuovo lui a bruciapelo tendendo la mano che venne stretta in modo titubante “Sì, ma tu come fai a saperlo?” domandò stupita.

“Perché quel ossessionato di Daniel non faceva che parlare di te” rispose Tom sapendo molto bene di mettere in futuro imbarazzo l’amico, lo faceva apposta.

“Ah!” sussurrò Isabel non potendosi evitare un sorrisino gioioso sulle labbra “Beh, signor Felton…”

“Chiamami Tom” la fermò lui

“Tom…ehm…voleva…” proseguì correggendosi

“Dammi pure del tu…” la interruppe nuovamente lui sorseggiando lo campagne.

“Tom, volevi dirmi qualcosa in particolare?” riuscì finalmente a finire, Isabel sapeva che se lui parlava con lei era solo per qualcosa in particolare.

“Sì. Visto che ci sono tutti questi giornalisti e visto che tu non passi inosservata gli ho detto di non catapultarsi da te come un adolescente ad ormoni liberi. Quindi vengo qui come suo messaggero per dirti che ti vuole incontrare tra trenta minuti alla fontana nel giardino” spiegò pratico e veloce il giovane uomo ricevendo una occhiata alquanto stranita da Isabel.

Dopo qualche secondo in cui la ragazza si era messa mentalmente a ballare una Hulla della vittoria ella si portò un sorso di the alla bocca portando il suo sguardo verso il centro della sala dove alcune persone stavano ballando.

“Grazie” disse semplicemente lei, Tom parve rimanere molto perplesso da una reazione simile, qualunque ragazza avrebbe cominciato a tremare solo perché era venuto lui ad informarla, una ragazza normale avrebbe sputacchiato la sua bevanda solo per la scoperta di dover incontrare Daniel Radcliffe in privato, ma quella lì no. Ottimo sangue freddo pensava divertito, se le scelta forte l’amico, pensava il biondino finendo lo campagne e prendendone un altro bicchiere. Dopo qualche secondo di silenzio Isabel scattò come una molla e si voltò verso di lui con aria pensierosa, prima di sorridere in un modo alquanto sadico per un viso così dolce.

“Tu conosci Ivylen Lucrezi non è vero?” domandò lei, Tom mosse la testa curioso di sapere cosa centrasse quella ragazza che personalmente riteneva molto bella.

“Bene, potrei chiederti un favore immenso?” chiese sempre con quel sorrisino.

“Uhm…dipende dal favore” rispose lui curioso.

“Oh, nulla di difficile voglio solo farla divertire o meglio voglio divertirmi io”

“In che modo scusa?” ora si stava davvero interessando

“Ho visto che c’è un complesso musicale che si alterna con il quartetto di archi quindi mi è venuta in mente una idea e se risponderai di sì sarà un piano perfetto” spiegò misteriosa facendogli cenno di avvicinare la testa per sussurrargli qualcosa all’orecchio. Tom eseguì abbassandosi un pochino per sentire dalle sue labbra il piano. Dopo qualche minuto in cui lei gli parlava nell’orecchio il biondo sorrise “Scusa ma lei non si arrabbierà?” domandò divertito da una simile proposta che infondo non era tanto difficile solo che avrebbe messo in imbarazzo la poveretta. Isabel annuì “Certo per i prossimi venticinque anni ma poi le passerà” la fece semplice lei. Tom ci pensò giusto un nanosecondo prima di dire “Sei diabolica…”

“No, sono sua cugina” disse lei giustificandosi e sorprendendolo della notizia che fossero parenti

“Però accetto” finì lui sorridendo della sadicità di quella ragazza, dovevano avere un rapporto molto strano lei e sua cugina, molto strano.

“Grande! Sarà il migliore regalo di compleanno in ritardo che le farò mai nella sua vita” disse cominciando a ridere “Sai credo che mi ucciderà per l’imbarazzo che proverà nei primi dieci secondi.” aggiunse per niente preoccupata di una simile fine. Tom si aggiunse a lei nel ridere pensando che quella ragazza era ben strana. Chiedergli di fare da cavaliere a sua cugina per tutta la serata e poi far costringere da lui sua cugina a farla cantare davanti a tutti era una cosa diabolica per un semplice regalo di compleanno in ritardo però a lui piacevano questi tipi di regali divertenti da attuare personalmente. I due fecero un brindisi al piano.

“Sei simpatica Isy”

“Isy?” domandò lei

“Sì, Isy diminutivo di Isabel no? Non ti piace?”

“No” rispose lei sconcertata che Tom la chiamasse come sua cugina Ivylen, a quanto pare era proprio vero il detto Dio li fa e loro si accoppiano. O almeno sperava che Ivy usasse bene le sue carte per diventare amica di Tom almeno anche se sotto, sotto il vero obbiettivo era un altro. Ma era meglio che lo conoscesse prima di andare avanti con i suoi sogni e poi si vedesse delusa. E questo doveva farlo anche lei.

“Beh allora eviterò di chiamarti così” disse Tom ignaro dei pensieri della interlocutrice al suo fianco.

“Comunque grazie, per aver accettato il favore” disse dopo un po’ le bevendo il so drink.

Tom fece spallucce “Tua cugina è un peperino lo sai?”

“Lo so” rispose facendo una faccia molto eloquente al riguardo “Eccome se lo so!” era una sensazione strana parlare con un attore famoso come se fosse un persona normale con cui si stava facendo amicizia, una cosa molto strana a dir poco.

“Adesso vado a cercare Daniel per dirgli che sei stata informata e poi avvicinerò tua cugina, anche se dal pranzo dell’altro ieri non mi sembra che gli stia molto simpatico” disse Tom. Isabel rise scuotendo la testa “No, solo non ti conosce e poi tu l’hai sfidata ad un gara verbale diretta difendendo Daniel da Kirsten per cui hai provocato la sua parte guerriera” spiegò lei facendo delle facce buffe mentre spiegava, il biondo rise anch’egli “No, allora, cioè loro sapevano di te e stavano prendendo in giro Daniel?” scoppiò a ridere alla scoperta “Ora capisco perché tanta insistenza! Però la signora Jonsonh è sadica!”

Isabel rise con lui “E non sai quanto.” Tom smise di ridere all’improvviso “Quindi tu sai cosa ha detto di te Daniel” disse lui con un sorriso ironico pensando al suo povero amico.

Isabel si imbarazzò con le guance rosse non rispondendo anche se la sua reazione parlava chiaro, Tom sorrise malizioso “Meglio così” disse lui sorridendo. Continuarono a parlare insieme per altri minuti finché Isabel non cominciò a preoccuparsi: Ivylen non era ancora arrivata.

“Scusa Tom devo andare a prendere Ivy dovunque sia finita” disse lei pronta ad andarsene ma Tom la fermò dicendo “Ci penso io sempre meglio che stare qui a farsi guardare storto da quei giornalisti” le disse lui indicando con la testa due uomini che da qualche secondo li guardavano incuriositi. Isabel intese e lasciò che fosse lui ad andare a cercarla “E poi tu tra quindici minuti devi raggiungere Daniel per cui resta qui”

“Grazie” sussurrò grata “E’ vestita in oro, la noterai subito” gli disse lei prima che Tom sparisse con un cenno della mano diretto fuori dalla sala. Isabel si prese un altro bicchiere questa volta di cherry alla fragola aspettando di poter raggiungere il giardino.

 

Daniel intanto era rimasto dall’altra parte scorgendoli dalla sua posizione. Vide tutto quello che fecero i due e si insospettì quando Tom si era abbassato per farsi dire qualcosa nell’orecchio, non gli piacque nemmeno quando i due avevano cominciato a ridere come se fossero dei vecchi amici e nemmeno che Tom avesse ad avere una così grande confidenza con lei! Oddio! Non poteva essere geloso del suo migliore amico!

Dopo quindici minuti in cui i due parlavano come vecchi amici vide Tom allontanarsi dalla sala voltandosi verso di lui e facendogli un occhiolino per dirgli tutto ok! Daniel lo ringraziò con gli occhi finché non lo vide uscire dalla sala. Lui invece tornò con lo sguardo a fissare la ragazza che lo stava ossessionando mentre veniva avvicinata da quell’idiota play boy dell’attore che interpretava Seamus Finnegan, si vedeva lontano un miglio che ci stava provando il piccolo folletto irlandese ma per fortuna sembrava che Isabel lo avesse freddato gelidamente allontanandosi subito dopo, non interessata. Di questo Daniel ne fu davvero felice. Si guardò l’orologio: dieci minuti e le avrebbe parlato! Si sentiva come un adolescente con gli ormoni troppo in subbuglio anche se forse era così.

Isabel improvvisamente spostò il volto verso di lui notando il suo sguardo, gli sorrise in quel modo misterioso che gli fece venire voglia di saltarle addosso, non c’era malizia nel sorriso ma era ugualmente sensuale e dolce che dovette portarsi nervosamente portarsi alle labbra un sorso di champagne per quanto aveva la gola secca. Ma doveva fare l’uomo per cui con tutta la sua bravura di attore rispose al sorriso con uno sguardo intenso di quelli che avrebbe steso persino una roccia. Infatti Isabel distolse gli occhi cercando di respirare in modo normale. Aveva fatto centro il ragazzo.

Ruppert all’improvviso si avvicinò a lui dandogli una pacca sulla spalla per richiamargli l’attenzione “Ehi Dan che stai guardando?” domandò mentre si portava alla bocca un sorso di birra.

“Nulla” rispose solo lui facendo un verso stizzito per l’interruzione dei suoi pensieri verso Isabel, Rup non fu convinto di questo e seguì gli occhi dell’amico notando finalmente cosa stesse guardando, aprì la bocca come un baccalà “Cavoli amico!! quella è la ragazza di cui parlava Tom?…cribbio che bomba” disse Rup con la bava che stava per scendere dalla sua bocca. Daniel lo guardò disgustato “Non guardarla in quel modo Rup!” gli ordinò lui.

“E perché no scusa è una bellissima vista da qui e poi, dici che avrà anche un bel fondoschiena con quella gonna di tulle non si vede…” Daniel gli diede un piccolo pugno sulla spalla invitandolo con lo sguardo a non dire nessuna altra cazzata simile. Rup si massaggiò la spalla colpita guardando storto l’amico prima di dire “Accipicchia sei proprio fuso Dan, ti deve piacere molto beh ho capito...territorio tuo” disse lui capendo che era meglio evitare di farlo arrabbiare, certo Daniel era diventato alto nel frattempo, più alto di come alcuni avrebbero pensato potesse diventare ma comunque era ancora più basso di lui ma per quanto fosse di dieci centimetri più piccolo i pugni, Daniel, li sapeva dare eccome. A discapito della sua figura di damerino inglese Daniel era molto bravo a prendere a pugni qualcuno, lo aveva dimostrato quella volta che aveva dovuto tirare fuori da una rissa Tom, quando il biondino ci aveva dato dentro con l’alcool a causa di Iris.

Daniel ritornò a guardare dove prima c’era Isabel non trovandoci più nessuno, poi si guardò l’orologio: era ora di incontrarla.

Così con un cenno della mano salutò Ruppert uscendo verso il giardino con un sorriso a trentadue denti in volto.

 

Dove accipicchia si era cacciata questa volta?! Va bene che il suo senso dell’orientamento faceva davvero pena ma perché cavolo era riuscita a perdersi persino dopo pochi metri dentro una villa?! Che sfiga del cavolo pensava Ivylen sbuffando sonoramente e fermandosi di punto in bianco in mezzo al corridoio in cui si trovava e dandosi mentalmente dell’idiota. Perché doveva capitarle sempre qualcosa!!

Ricominciò a camminare per alcuni altri metri verso la sua destra finché dal nulla una mano non la prese per un braccio trascinandola dietro ad un pesante tessuto di una tenda. Una mano che le copriva la bocca come a farla stare zitta intanto che il fiato caldo di qualcuno si avvicinava al suo collo. Una voce estremamente suadente e sensuale prese a parlare nel suo orecchio “Non muoverti oppure ti uccido” minacciava la voce maschile che però non era per niente minacciosa come doveva. I battiti cardiaci di Ivylen aumentarono di una velocità spropositata per quanta paura avesse ma doveva mantenere il controllo.

Ma proprio a lei doveva capitare di incontrare gli squilibrati?!

Se questa non era sfiga!

Presa come era dai suoi pensieri non notò che quel tizio che la teneva stretta a sé stava cercando di trattenere le risate che premevano di uscire dalla sua bocca. In quel momento di disattenzione Ivylen prese un bel respiro e un bella dose di coraggio, afferrò il braccio della mano che premeva sulla sua bocca scaraventandolo poi di botto contro il pavimento davanti alla tenda. Poi gli mise un tacco delle scarpe sopra al suo collo tenendolo fermo “Prima di fare minacce a vuoto ti conviene capire se la tua vittima può difendersi oppure no” tuonò lei questa volte realmente minacciosa con il petto che respirava ansante per lo spavento quando notò che il poverino steso a terra prossimo al soffocamento a causa di quel tacco era un giovane uomo biondo i cui tratti facciali erano del tutto rassomiglianti a…

O no!

No!

Si diceva Ivylen togliendo il tacco e portandosi scioccata le mani alla bocca imprecando in italiano contro se stessa “Cazzo! Porca miseria! Fottuta cretina che non sono altro, demente imbarlata!!” urlava scuotendo la testa come a convincersi che si stava sbagliando ma lei non si stava sbagliando.

Aveva appena atterrato e minacciato Tom Felton!

Non poteva iniziare la serata in modo migliore.

Ivy era già in uno stato di totale shock quando pensando in modo razionale aveva fatto solo quello che una donna minacciata faceva: difendersi.

Quindi se Tom era a terra era solo colpa del ragazzo, no?

Tom rimase sdraiato sul pavimento per qualche secondo passandosi una mano sulla parte lesa del suo petto pensando che era stata una mossa decisamente molto anzi troppo forte, tanto che lo aveva sorpreso. Però c’era da dire che se l’era cercato da solo, infondo non era colpa della ragazza se gli aveva fatto uno scherzo decisamente troppo cattivo, ma lui non poteva sapere di fare uno scherzo ad un ninja! Dopo l’iniziale stordimento Tom si alzò dal pavimento rimettendosi a posto i vestiti stropicciati, intanto notò che la ragazza si teneva le braccia ai fianchi e picchiettava un piede a terra con una faccia molto eloquente su come l’avrebbe ucciso se non le dava una spiegazione razionale, logica e accettabile nel più breve tempo possibile. Il ragazzo doveva ammettere di aver esagerato con lo scherzo ma dopo averla trovata non aveva resistito a stuzzicarla.

Pessima decisione.

Dopo qualche minuto di silenzio Tom prese la parola “Ok, ammetto di non essermi comportato bene e farti uno scherzo simile, era di pessimo gusto pertanto ti chiedo perdono” fece lui drammatico, Ivy sorrise alla spiegazione idiota alzando una mano e dandogli un schiaffo in piena guancia. Tom barcollò indietro di due passi troppo sorpreso e dolorante, istintivamente portò una mano sulla parte lesa sbatacchiando gli occhinioni azzurri come un piccolo cerbiatto sofferente prima di decretare che se l’era meritato. Il ragazzo notò che Ivylen lo stava trapassando da parte a parte come se i suoi occhi fossero dei coltelli volanti “Sei un idiota patentato! Ti sembrano gli scherzi da fare ad una ragazza?! E poi chi ti credi di essere per pretendere di essere perdonato come niente fosse? La prossima volta che vorrai farmi uno scherzo sarà meglio per te ideare qualcosa che ti impedisca di morire per mano mia!” tuonò furente.

Tom rimase qualche secondo con la testa obliqua a pensare che anche se aveva una faccia rossa dalla rabbia era assolutamente adorabile in quel modo buffo di arrabbiarsi e imbronciarsi, gli ricordava una bambina piccola che rimproverava un bambinetto antipatico invece di una che doveva essere veramente arrabbiata. Cominciò a ridere sinceramente divertito e allegro come poche volte gli era riuscito in quelle settimane, dopo aver lasciato Iris per capirci. La sua era una risata genuina e travolgente tanto da trascinare con sé Ivylen, che dopo un po’ di minuti era riuscita a sciogliere totalmente la sua rabbia.

Tom si asciugò le lacrime delle risate con una mano tornando serio, anche se il suo sorriso allegro non spariva dalle labbra sensuali. Fece un inchino all’inglese e dopo un elegante baciamano( che produsse l’effetto di arrossare nuovamente le gote di lei) disse “Ricominciamo da capo ti va?”

Ivy annuì subito con un sorriso deciso.

“Allora signorina Ivy visto che sono riuscito a trovarla ho intenzione di essere il suo cavaliere per tutta la serata da adesso in poi” decretò lui piantando i suoi occhi azzurri nelle iridi ambrate di lei che era a dir poco rimasta stordita dalla proposta.

Forse aveva sentito male, cioè doveva aver per forza sentito male, non poteva essere, non era concepibile, era improbabile, era fuori dal mondo però era così. Tom intanto che la ragazza pensava seriamente di darsi un pizzicotto sulla guancia la guardava con un sorriso gentile osservando quello che aveva addosso. Va bene, Daniel aveva i suoi gusti e per tanto se diceva che Isabel era uno schianto era un conto ma per quanto gli riguardava la piccola Ivylen era decisamente più di suo gusto.

Definirla bellissima, elegante e dannatamente sexy era una riduzione vergognosa per una simile visione femminile, decisamente la ragazza quella sera era una immagine al di fuori delle parole. Quando l’aveva incontrata al pranzo del giorno prima si era accorto fin da subito di quanto fosse bella ma arrivare a diventare così, così…magnifica non aveva nulla di umano.

Decisamente troppo bella per essere vera.

Quella sera aveva indossato un vestito in stile ballerina dorata e di classe con una leggere gonna di tulle bianco candido decorato da un raffinata decorazione di due nastri color oro splendente che percorrevano la parte inferiore della gonna, che arrivava sinuoso fino al ginocchio da cui si intravedevano le lunghe gambe abbronzate, così diabolicamente toniche. L’abito poi continuava con un corpetto di stile settecentesco fatto di morbida e avvolgente seta oro, impreziosita da pailettes e ricami di perline che formavano un disegno complesso ed elaborato, la scollatura metteva in evidenza il decoltè formoso ma non eccessivo della giovane donna e le spalline che delicatamente avvolgevano le sue spalle erano formate da un doppio intreccio di sottile raso sempre dorato. Tom risalì la sua piacevole visuale dalla scollatura verso il suo viso che al momento era ancora concentrato in una espressione perplessa e riflessiva. Il suo volto era leggermente truccato da un velo di cipria dorata, le labbra sottili erano rese splendenti da un velo di rossetto rosso carminio e gli occhi perfettamente truccati irradiavano una luce abbagliante con quel colore di ambra preziosa che al momento fissavano perplessi i suoi occhi azzurri. Tom notò persino che gli piaceva la sua acconciatura, con quei boccoli elegantemente legati in una semplice acconciatura tenuta in piedi da un miriade di piccoli boccioli di rose bianche. Sì, decisamente Ivylen era veramente uno splendore senza pari. Se per Daniel Isabel era un figurino dentro quell’abito candido settecentesco per Tom lo stile ballerina-zarina di Ivy era la cosa più bella mai vista che potesse avvolgere il corpo di una donna.

Ivy dopo i suoi soliti pensieri caotici in cui cercava di riprendersi la sua parte razionale decise che doveva smetterla di fare la paranoica e di cominciare a divertirsi senza preoccupazioni. Perciò fece un sorriso ammiccante prendendo il ragazzo sotto braccio esclamando “A tuo rischio e pericolo allora” Tom sorrise a sua volta, ritornando dalla sua lunga panoramica di lei e mentre si incamminavano verso il salone della festa egli pensò che forse fare questo favore ad Isabel non avrebbe divertito semplicemente lei ma anche lui.

 

Isabel era finalmente arrivata alla fontana in cui Daniel le aveva dato appuntamento e da qualche secondo si era seduta sul bordo di marmo giocherellando con l’acqua che zampillava allegramente dalle trombe di angioletti di pietra e statue dallo stile volutamente classico. La Luna quella sera era molto splendente come le stelle e l’aria di quel giardino profumava di fiori notturni che dovevano circondate il parco della villa. Era inizio novembre però il tempo di quella notte non era particolarmente freddo, per lo più era mite con una leggera brezza proveniente da sud. Isabel nell’attendere cominciò a guardare il cielo ricoperto dai luminosi astri che accompagnavano con la loro luce la notte oscura di quella sera da favola. Se qualcuno le avesse detto che un giorno si sarebbe ritrovata ad una festa dello spettacolo con la possibilità di diventare una attrice avrebbe detto a quella persona di andarsene da un psicologo e se poi avessero aggiunto che avrebbe potuto incontrare in un incontro romantico e segreto il signor Daniel Radcliffe lo avrebbe immediatamente fatto internare in un manicomio, però a quanto pare stava davvero accadendo. Era così immersa nel suo riflettere sulla sua vita che stava cambiando e su come sarebbe cambiata ulteriormente da lì a qualche mese che non si accorse dei passi cauti e silenziosi di qualcuno che si avvicinava proprio a lei.

Daniel infatti la stava raggiungendo dietro le sue spalle. Il ragazzo si stringeva convulsamente le mani e cercava di trovare dentro di sé la calma giusta per non finire per balbettare quando notò finalmente la ragione di tutta la sua agitazione.

Una sola giovane donna che lo stava facendo diventare matto e che lo stava ammagliando sempre di più.

Una donna il cui nome già si ripeteva ripetutamente nella sua mente come una musica senza fine.

Una ragione chiamata Isabel Livine.

Una stupenda ragione per essere agitati ma doveva contenere l’agitazione per la miseria! Lui era Daniel Radcliffe, un famoso attore, un giovane uomo con migliaia di fan in tutto il mondo che non poteva andare in pallone solo per una ragazza. Però era affettivamente ciò che stava accadendo e poi lui non voleva far conoscere Daniel l’attore, Daniel il famoso.

Voleva parlare e farsi conoscere da Isabel solo come Daniel.

Se stesso, soltanto se stesso. Prendendo un grande respiro e distogliendo la sua attenzione dalla immagine fiabesca e delicata di lei che osservava il cielo stellato con occhi penetranti decise di far presente la sua presenza.

Isabel accortasi di essere osservata si voltò di scatto ritrovandosi davanti agli occhi la figura di Daniel che scoperto le fece un cenno di saluto con la mano e le sorrise raggiante, lei rispose al sorriso con altrettanta felicità: lo notava solo lei oppure quel ragazzo che si stava avvicinando era veramente uno schianto?

Daniel portava un completo nero con i pantaloni a vita bassa, la camicia immacolata come sempre perfettamente abbottonata e una cravatta di color blu notte che risaltava i suoi meravigliosi occhi che al momento brillavano di una luce sensuale. La giacca era lunga come quella che aveva indossato alla prima di Londra del quarto film anche se il colore era meno stupido e ora vista l’altezza non lo facevano assomigliare ad un piccolo folletto irlandese. Il gilet avvolgeva il suo addome in modo perfetto lasciando intravedere chiaramente i muscoli tonici e asciutti che gli strati di tessuto tenevano nascosti alla vista. I capelli che erano lasciati leggermente scompigliati aggiungevano ancora un poco al suo viso quel irresistibile magnetismo che quel suo volto virile ed armonioso aveva sempre avuto in grandi quantità. Isabel lo osservò per parecchi e lunghi secondi, pensando di non essere mai stato vicino ad una stella prima di allora.  

“Finalmente sei arrivato Daniel, come va la serata fino adesso?” disse Isabel tanto per dire qualcosa, tanto per iniziare un discorso.

Daniel fece una faccia divertita sedendosi affianco di lei sul bordo della fontana “Una noia senza paragoni” rivelò lui “Ora che ti ho visto però non potrei mai annoiarmi neanche se volessi” aggiunse facendo un sorriso ammiccante. E primo punto della partita a Daniel che con questa uscita si guadagna un passo verso la vittoria diceva una vocina dentro la sua testa.

Isabel rimase lusingata anche se evitò, con molto autocontrollo, di arrossire come una adolescente.

“E come mai ti stavi annoiando?” domandò innocente lei guardandolo negli occhi, Daniel si guardò le scarpe pensando se rispondere oppure no “Ehm…i giornalisti, sono fastidiosi” cercò di essere vago.

“E di preciso perché sarebbero fastidiosi? oltre l’ovvio motivo che sono più insistenti di una mosca” chiese ancora lei molto innocentemente, non c’era nessun gioco nella voce, Isabel stava solo parlando con curiosità e Daniel lo sapeva, però dire alla ragazza a cui si interessati che i giornalisti di mezzo mondo sostenevano un amore tra lui ed Emma non era di certo un bel modo per cominciare. Dopo vari secondi di rapidissimi pensieri su cosa dire optò per la sincerità anche se era rischioso “Le mosche sono interessate a scoprire se sono o no fidanzato con Emma Watson” disse tutto d’un fiato aspettandosi una reazione. Il sorriso si indebolì sul volto di Isabel e divenne un pochino deluso, la stessa cosa della sua voce che sussurrò un desolante “Oh…”

Ecco! Pensava Daniel ora era meglio farle capire che i giornalisti cercavano una storia che non esisteva, non era mai esistita ne tanto meno sarebbe mai esistita realmente.

“E se non sono indiscreta tu sei realmente fidanzato con lei o no?” lo precedette Isabel tornando a guardarlo negli occhi, Daniel ringraziò mentalmente il signore per l’opportunità di chiarire subito il malinteso “No, non sono affatto innamorato di Emma ne ora, ne prima, ne mai. Quando avevo undici anni avevo una cotta per lei ma niente di più. Io non sono affatto fidanzato con lei” rispose Daniel aggiungendo “ne con nessun’altra per ora”

Isabel emise un impercettibile sospiro di sollievo: non era fidanzato! Non lo era!

“E tu Isabel sei innamorata adesso?” domandò subito dopo Daniel con una sorta di titubanza nella voce speranzosa di una risposa negativa, forse era stato troppo precipitoso e non doveva chiederglielo. Isabel fece un attimo scena muta prima di dire “Sì, sono perdutamente innamorata al momento” Daniel sentì qualcosa farsi in mille pezzi, dovevano essere le sue speranze.

“Ah… e chi è il fortunato?” domandò con un finto sorriso meditando di incontrare presto il tizio ed eliminarlo.

“La letteratura. Sono perdutamente innamorata di lei al momento” rispose Isabel ridacchiando, Daniel ci mise un pochino prima di cogliere ed emettere un grido interiore di euforia e cominciare a ridacchiare anch’egli sollevato.

“Beh direi che sia un ottimo partito anche se per fortuna non credo che riuscirà mai a baciarti” Daniel rise anche se dopo un poco si accorse di aver detto una cosa che poteva anche evitare di rivelare: aveva proprio detto per fortuna non può baciarti?! Ok, sono rincretinito.

“Per fortuna?” domandò infatti Isabel sorpresa ma anche lusingata, aveva capito male o si sbagliava? Daniel aveva detto che per fortuna non poteva essere baciata?

Ora Daniel stava decisamente sudando freddo, molto freddo. Ed ora come se ne usciva. Stava decisamente andando in black out quando voltandosi a guardare Isabel incontrò i suoi occhi e decise di fare l’uomo e non il pappamolle come gli avrebbe consigliato di fare Tom.

“Sì, chi può baciarti deve solo considerarsi fortunato” secondo punto della partita a Daniel Radcliffe! Ok, non sapeva da dove cavolo avesse preso una frase simile ma era uscita così all’improvviso senza contare il fatto che una parte della sua mente malata l’aveva prodotta perché ci credeva davvero. Istintivamente i suoi occhi caddero sulle labbra di Isabel che era rimasta imbambolata con un grosso groppo alla gola per l’emozione troppo forte che quelle parole avevano scatenato un nanosecondo dopo che lui le ebbe pronunciate con tutta quella serietà nella voce e quella sincerità negli occhi. La bocca era secca ed istintivamente anche lei fece cadere il suo sguardo sulle labbra di Daniel, si inumidì le labbra.

“Direi molto fortunato” proseguì Daniel avvicinandosi a lei ancor di più mentre sostava le iridi blu su quelle di lei malizioso nello sguardo: avrebbe voluto baciarla.

“La musica!” esclamò improvvisamente Isabel alzandosi dal bordo della fontana come una molla mentre Daniel si riprendeva da quello stato di totale appannaggio della sua povera mente, guardando un pochino deluso la figura angelica di Isabel. L’aveva spaventata grandioso! Ma che cavolo ho al posto del cervello? Si urlò contro da solo il ragazzo. Di certo era stato assurdo pretendere di baciarla così presto, veramente stupido da parte sua. Isabel intanto voltata in modo da dargli la schiena cercava di respirare in modo normale, le mani un pochino tremanti e le gote visibilmente calde per l’emozione. Presa dalla paura si era impedita di baciarlo: che idiota! Si diceva rammaricata.

“Mi devi un ballo Daniel me l’hai promesso” disse Isabel cercando di recuperare il discorso e finire l’attimo di imbarazzante silenzio creatosi tra di loro. Si era voltata per guardarlo negli e poté notare che lui le sorrideva sempre dolcemente con quella luce brillante sempre presente nelle pupille. Il ragazzo si alzò finalmente avvicinandosi a lei, si inchinò elegantemente baciandole una mano. Isabel sorrise smagliante completamente rapita dai suoi gesti. Il tempo si era ancora fermato mentre i loro sguardi si incatenavano  nuovamente in un attimo di eternità in cui ogni cosa spariva e diveniva secondario. Daniel si rialzò dall’inchino prendendola per mano e facendole fare una giravolta che inebriò di euforia la ragazza “Daniel ma non andiamo dentro?” domandò ingenuamente Isabel mentre il ragazzo le faceva passare un braccio intorno alla vita e stringeva l’altra sua mano a quella di lei sempre più entusiasta.

“Balliamo qui, la musica si sente e poi noi saremo soli” le spiegò lui sorridendo quando lei mise la mano sulla sua spalla e avvicinò ulteriormente i loro corpi “Noi due sotto le stelle allora?” esclamò Isabel ridendo un pochino con quella sua voce calda.

“Sì” disse semplicemente cominciando a danzare lentamente nello spiazzo di pietra circostante la fontana guidando il ballo con gentilezza e dolcezza, guardando sempre negli occhi la sua dama. La musica soave e melodiosa del quartetto di archi giunse nitido dalla loro parte anche se era chiaro che avrebbero ballato anche se ci fosse stato il silenzio più totale, l’importante era poter ballare insieme in modo che ogni cosa sulla terra scomparisse lasciando solo loro due, soltanto loro in quel giardino profumato di fiori notturni rischiarato dalla luce delle stelle del firmamento.

Fu un lungo lento in cui ogni sentimento, ogni sensazione, ogni particolare vorticava nelle loro menti rendendoli saturi di adrenalina e piacevolezza. Daniel poté ammirare il manto delicato e pallido della luna illuminare il viso di Isabel, vide la stessa luna rispecchiarsi nelle iridi di lei come se quel corpo celeste avesse voluto immergersi là dentro, dove anche lui oramai era affondato irrimediabilmente. Daniel vide se stesso dentro i suoi occhi e non poté evitarsi di avere il cuore palpitante e in subbuglio mentre rimaneva incantato da tutta quella determinazione e purezza, si sentiva leggero.

Era bellissima.

Era un sogno.

Non c’erano altre spiegazione per una simile visione, nient’altro di più bello di lei in quel momento.

Sì, decisamente gli piaceva da impazzire e così in lui nacque subito il desiderio di conoscerla, di conoscere ogni cosa di lei, e di saperlo da lei stessa. Già, doveva conoscerla.

La musica smise di suonare contemporaneamente a quando loro smisero di danzare e rimasero in piedi a fissarsi. Nessuno dei due parlò finché Isabel si alzò sulle punte e gli baciò un guancia. Daniel sentì subito che dal punto in cui quelle labbra la baciavano con dolcezza un calore e un brivido partirono simultaneamente propagandosi per tutto il suo corpo.

“Grazie” sussurrò Isabel al suo orecchio dopo essersi staccata dal bacio. Oddio! Quanto gli piaceva quando gli parlava nello orecchio! Si diceva Daniel del tutto incantato da lei.

Il ragazzo si abbassò su di lei scostandole dal viso alcune ciocche di capelli corvini sorpreso di non essere caduto a terra per l’emozione di quel contatto e poi prese il volto tra le mani e si abbassò su di lei baciandole la fronte in un atto che pareva così intimo che lui stesso non credete poteva parere ma era così.

“Grazie a te” sussurrò a sua volta staccandosi da lei ma tenendola per mano con un innocente sorriso imbarazzato che intenerì Isabel “Allora Isabel che ne dici di parlare un pochino?” domandò dopo un poco con occhi furbi.

“Certo, vuoi andare dentro?” domandò Isabel inclinando la testa.

“No, c’è troppa gente” disse lui “Seguimi conosco un posto migliore” aggiunse trascinandola in una direzione nel profondo del parco interno. Isabel sorrise: quella serata doveva per forza essere un sogno.

 

Ivy si trattenne dallo spalancare la bocca fino a terra per lo stupore di quello che vide appena entrata nella sala della festa: quel posto era una vera figata, non c’era altra definizione, seppure troppo volgare quel posto era veramente troppo una figata micidiale, Emise un leggere sospiro interiore non trattenendo questa volta un sorriso sulle labbra che poi rivolse a Tom che ricambio. Mentre scendevano la scalinata a braccetto Ivy poté notare che parecchie testa di donne si girarono verso di loro con sguardi poco gentili, soprattutto alla sua persone. Ivy in tutta risposta le fece il verso con altrettanto astio; non sopportava le galline soprattutto se avevano mire su Tom, al momento lui era di sua riserva a chi si avvicinava con cattive intenzione avrebbe fatto assaggiare le sue unghie in una chiappetta. Forse era esagerata come sempre ma non si sentiva dal far di meno al momento.

Tom era una cosa inconcepibilmente magnifica per non poter provare una strana soddisfazione nell’entrare nella sala al suo fianco anche se la sua attenzione più che agli sguardi omicidi delle gatte morte era concentrata proprio a non saltar addosso al ragazzo che tranquillamente la trascinava da una parte lontana dai fotografi che l’avevano adocchiato subito.

“Vieni andiamo a prendere qualcosa da bere, così evitiamo i giornalisti” le disse lui infastidito. Ivy si accorse del cambiamento di umore e domandò cauta “Come mai tutto questo odio per i giornalisti?”

“Perché fanno domande idiote” rispose piatto porgendole un calice di champagne.

“Del tipo?” chiese prendendo dalle sue mani il bicchiere in cristallo purissimo.

“Tipo perché ha lasciato Iris Mitch” Ivy mosse la testa in assenso, effettivamente era fastidioso che i giornalisti gli chiedessero di quella squaldrinella. Sì, per Ivy era una squaldrinella come poche oche al mondo e a volte si era chiesta come un ragazzo intelligente come Tom avesse potuto innamorarsene. Beve un sorso di champagne senza fare più fare domande. Quando aveva letto sui giornali della loro separazione aveva saltato sulla poltrona di casa per quindici minuti e poi con la macchina aveva fatto suonare per le strade uno di quei cosi assordanti che si usano per le partite negli stadi. Ovviamente Ivy comprendeva che Tom dovesse aver sofferto della cosa, era un essere umano in fondo, ma secondo lei era arrivato il tempo di cambiare pagina. Rimasero in silenzio finché lei non domandò “Hai visto mia cugina Isabel?”

“No, ma sarà sicuramente andata all’appuntamento nel giardino con Dan” disse lui facendo un sorriso malizioso a cui si unì Ivy “Dimmi che intenzioni ha il tuo amico?” Tom si voltò a guardarla con un sopraciglio inarcato, Ivy era seria.

“Vuoi essere più chiara?”

“Voglio dire: il signorino Radcliffe che cosa ne pensa di mia cugina?”

“Ah!” fece lui capendo finalmente, rise “Cosa vuoi che pensi: è un ragazzo decisamente interessato”

“Solo interessato?”

“No, non interessato solamente, diciamo pure che sta divenendo ossessivo cronico con pericolose sbalzi ormonali”

“Grandioso! Mia cugina è uguale” disse invece Ivy. Risero un pochino prima che all’improvviso come una medusa si immischiasse miss Twason. Che mischia voleva quella? Pensava Ivy guardando stupita Tom, neanche lui sembrava felice dell’intrusione.

“Sai dov’è finito Daniel?” domandò con un tono particolarmente acido Emma, sembrava come se avesse perso un cagnolino. Come avevo pensato ancor prima di sentire la sua voce questa ragazza non riesco a sopportarla!

Tom fa una faccia contrariata e dice “No lo so ma non dovrebbe interessarti Emma, lascialo respirare!” Ivy sorride alla risposta, più semplice di così Emma non potrebbe fraintendere “Non me lo vuoi dire perché è con quella!”

“Quella chi scusa?” domanda il ragazzo facendo il finto tonto “Quella ragazza vestita con uno straccetto bianco e la faccia da pecorina ingenua” E qui Ivy non si poté ingenua” E qui io nonlo sto immaginando. Perchè me se stesse cercando le parole giuste da strillarmi quando improvvis trattenere dal soffocarsi con lo champagne nel vano tentativo di nascondere una risatina: aspetta, aspetta aveva detto che sua cugina era una pecorina ingenua?! Ivy scosse la testa leggermente irritata per una affermazione simile. Come osava dire che Isabel non aveva spina dorsale e poi dire che era uno straccetto il suo vestito? Ma si era guardata allo specchio prima di uscire: quella cosa vintage color mango poteva definirlo un vestito?!

“E cosa ti importa se Isabel è con lui, sei un po’ troppo gelosa per non essere la sua fidanzata Emma cara” esclamo Tom, cominciando a infastidirsi. Emma quando faceva l’impicciona era una piaga senza pari e se doveva sorbirsela era per colpa di Daniel, avrebbe presentato il conto all’amico appena finita la festa. Tom bevve un altro bicchiere di champagne facendo finta di ascoltare Emma mentre con la coda nell’occhio osservava Ivy affilare gli occhi pericolosamente contro la suddetta ragazza che stava dicendo “…e poi mi chiedo come possa interessargli una cosetta come quella” e a questa frase Ivy non si trattenne più. Con eleganza e determinazione si mise davanti a Tom che stupito si scostò leggermente mentre Emma sbatteva gli occhi parecchio perplessa dell’intrusione avvenuta “Uno: se non la conosci neanche come puoi pretendere di offenderla in questo modo? Non vi siete mai parlate voi due quindi mi sembra strano che tu ti permetta di spargere malelingue su mia cugina!” sibilò a denti stretti “per tua informazione se dici un’altra parola contro Isabel in mia presenza e ti ridurrò peggio dello straccio per pavimenti che pretendi di chiamare vestito” dopo di che Ivy la fiammò con un unico sguardo di puro odio. Non aveva mai sopportato molto Emma Watson benché meno in quel momento. Il solo vederla ancora davanti ai suoi occhi irritava ogni sua fibra tanto che se si tratteneva a stento dal prenderla a calci. Tom vedendo che la situazione poteva sicuramente andare in una direzione poco piacevole decise di intervenire, lui sapeva come potevano essere distruttive le ragazze quando litigavano e soprattutto quando venivano alle mani e decisamente Ivy e Emma potevano venire alle mani molto velocemente.

“Emma questa è Ivylen Lucrezi, sai una nuova attrice di Kirsten Jonsonh, lei e sua cugina Isabel sono venute proprio con lei” disse tutto di fretta Tom, dicendo questo informava Emma del fatto che erano sotto la protezione di una signora di Hollywood. Emma alla rivelazione fece solo un sorriso tirato e falso ai massimi livelli e poi senza dire altro lasciò perdere la sua intenzione di dirne quattro ad Ivy e si congedò velocemente senza salutare.

“Ipocrita” sibilò Ivy e poi rivolgendosi a Tom “La prossima volta ti pregherei di evitare di presentarmi come l’attrice di Kirsten. Non voglio essere presa come la sua favorita o cose simili d’accordo?”

“Va bene” Tom non si aspettava che si arrabbiasse per questo. Ivy si guardò intorno alla sala qualche secondo per sbollire la rabbia prima che Tom le prendesse un braccio e la trascinasse di peso in mezzo alla sala da ballo. Iniziarono a ballare ed Ivy si era persa qualche passaggio per capire come era arrivata ad avere una mano di Tom stretta intorno alla vita e la sua sulla spalla di lui. Ora che lo notava da vicino Tom era veramente alto e quella sua altezza non poteva che renderlo ai suoi occhi ancor più…maschio. Sì, virile in modo spaventoso. La musica era piacevole ne troppo lenta anche se non era ancora il genere di musica che Ivy amava ballare, questo era campo di Isabel.

Continuarono a volteggiare insieme, le luci e le persone che si confondevano nella luminosità di quell’istante magico mentre ogni altra cosa scompariva lasciando solo presente la profonda sensazione di libertà e euforia che si propagava in tutto il corpo della ragazza. Ivy non si era mai sentita così bene.

“Ivylen potrei chiederti un favore?” domandò improvvisamente Tom al suo orecchio. Come uscita dal trance Ivy mugolò qualcosa che doveva rassomigliare ad un assenso “Isabel dice che sei molto brava a cantare” la ragazza fece una faccia sospettosa mentre Tom le faceva fare una due giravolte: Isabel che le faceva un complimento puramente di natura cordiale significava solo che sua cugina doveva avere qualcosa di altamente pericoloso in mente.

“Ah sì?”

“Sì quindi mi chiedevo…”

“Ti chiedevi?” Ivy sentì uno strano brivido di avvertimento salirle lungo la schiena e di solito questo voleva dire che Isabel aveva fatto qualcosa di malvagio. Guardò con ancor più sospetto Tom mentre lui sorrideva innocentemente facendola ancora ballare.

“Quale fosse la canzone che in un momento come questo canteresti” rivelò infine il biondino con una strana luce che mise sull’avanguardia la ragazza, c’era qualcosa di strano in quella domanda ma cosa?

Ivy ci pensò su qualche secondo “Beh…non saprei ma forse I belive I can fly, I belive I can touch the sky” rispose lei con la prima canzone romantica che le venne in mente. Tom annuì con la testa sempre con quella strana luce negli occhi.

“Sentito Claire? Dici che puoi suonarla?” domandò Tom alla ragazza che era sopra il palco mentre c’era il cambio tra il quartetto di archi e la band, una ragazza cicciotella rispose di sì “Certo, falla salire così posso riposare io un po’ la gola” Ivy sbarrò gli occhi spaventata da quello che sperava di aver capito male. Non si era accorta di essere stata portata strategicamente sotto il palco dove suonavano.

Tom non l’aveva mica trascinata lì a cantare davanti a tutte quelle persone?! NO!!!

Non poteva essere così, non doveva essere così, non voleva che fosse così!! Isabel ti ucciderò! Pensava Ivy mentre sentiva la mano di Tom stringere la sua e sussurrarle ancora all’orecchio “Hai detto che mi avresti fatto un favore, bene allora canta per me quella canzone” Ivy agitò assolutamente spaventata la testa, non ci pensava minimamente, Tom stava delirando. Ivy non voleva cantare: aveva l’assoluto terrore di farlo.

“Per favore” supplico Tom con uno sguardo che poteva sciogliere il ghiaccio “Solo una canzone per favore” Ivy cercò di resistere ma non ci riuscì per nulla ed accettò “Va bene ma se faccio una pessima figura mi difendi tu dai pomodori che mi lanceranno contro” disse lei, Tom fece un sorriso gigantesco prima di abbracciarla “Grazie!” disse soltanto salendo poi sul palco e prendendo poi il microfono in mano e sorridere “Signori e signore vorrei presentarvi una mia amica che adesso canterà per tutti noi una bellissima canzone” parlò Tom prima di farla salire sul palco e darle in mano il microfono e scendere.

 

Kirsten al momento stava parlando con un suo caro vecchio amico “Charles come ti stavo dicendo la ragazza che ti volevo far ascoltare è quella che al momento è sul palco” disse con un sorriso affilato e divertito “Credo che non ci sarà bisogno di farle un provino basterà che l’ascolti adesso” un anziano uomo di cinquanta anni sorseggiò il suo scotch senza ghiaccio prima di osservare la ragazza di cui Kirsten parlava prima “Uhm…per avere presenza di scena sta bene sopra quel palco ma vedremo se è così brava come mi hai detto.”

“Lo è, Charles”

“Se è brava la metà di quello che hai detto allora non ci saranno problemi a farle fare qualcosa con la Hollywood Recorsds.” Intanto che queste battute venivano scambiate la musica cominciò ad essere suonata e la voce di Ivy cominciò a cantare in un modo in cui sorprese e creò il silenzio più totale dentro la sala. E Charles Nicol, padrone delle Hollywood Records ovvero della casa di produzione musicale più famosa nel mondo dello spettacolo cominciò ad interessarsi a quella ragazza che l’amica Kirsten aveva definito una promessa musicale interessante.

“Uhm…piacevole” commentò solamente l’uomo tornando a bere un sorso della sua bevanda. Kirsten sorrise compiaciuta, come sempre ci sapeva fare.

 

Le ultime note della canzone vennero suonate e la voce di Ivy si spense. Lei riaprì gli occhi visto che li aveva tenuti chiusi per paura di vedere le facce schifate del pubblico ma invece non fu così visto che un applauso si alzò per lei. Ivy si sentì veramente lusingata di una simile reazione e ringraziò con un inchino prima di scendere giù dal palco e andare incontro a Tom.

“Sei stata…”

“Brava”

“No, magnifica” la corresse Tom ancora meravigliato che un essere umano possedesse una voce simile e che sapesse cantare così bene come lei, era una voce melodiosa ma forte quella di Ivy. Stupenda.

L’abbraccio tra una Isabel sbucata fuori chissà dove con una Ivy ancora frastornata lo distolse dai suoi pensieri “Visto te l’avevo detto che a cantare sei magnifica come poche Ivy!” esclamò sinceramente entusiasta la cugina togliendosi dall’abbraccio. Daniel sbucò dietro di Tom “Appena Isabel ha sentito la voce di sua cugina ha voluto venire dentro immediatamente” disse Daniel con una faccia tra il divertito e il deluso, avrebbe voluto stare più tempo con lei ma andava bene anche così. Le due ragazze intanto continuavano a parlare tra di loro in italiano in modo che i due non capissero.

“Siamo passate immediatamente al confidenziale Isabel” sfotté Tom, Dan lo fulminò “Beh tu non mi sembravi messo meglio”

“Che vuoi dire?”

“Voglio dire che sembravi in assoluta contemplazione qualche minuto prima, adorazione profonda Tommino” Tom non rispose ma lasciò la cosa in sospeso. Certo Ivy gli piaceva ma non era il tempo di pensare a quelle cose…ancora anche se aveva l’impressione che lui e Daniel avrebbero avuto a che fare con quelle due ragazze ancora in futuro. Non sapeva perché ma quando l’aveva sentita cantare Tom si era sentito come se avesse trovato qualcosa di importante la cui natura era ancora indecifrabile per la sua mente ma era una sensazione piacevole di intensa pace come se Ivy potesse regalargli una sensazione da sempre. Daniel intanto non staccava gli occhi da Isabel, era ormai intrappolato nella morsa del sorriso di lei: così sereno, allegro, dolce e semplice da spaventarlo leggermente. Prima che rientrassero in tutta fretta si erano appartati sotto le radici di una grande quercia, seduti sotto la fresca erba e avevano parlato di cosa non si ricordava bene ma erano tutti discorsi che l’aveva tenuto sempre in attenzione concentrata magnifica e inebriante sensazione che Isabel fosse tutta da scoprire lentamente. Come un vaso pieno di sorprese che dovevano essere osservate e sentite una alla volta per non sconvolgerlo troppo anche se Daniel voleva essere sconvolto anzi lo era già, meravigliosamente sconvolto. Passarono il resto della festa loro quattro insieme e tra una discussione e l’altra ( in cui le due cugine mostrarono come loro due erano più che le attrici dovevano fare un duo comico vista la totale follia di quello che a volte dicevano. Contemplando frasi come “E’ come mangiare un biscotto” di Isabel unita subito dopo a quella di Ivy “Ovviamente non il biscotto che la vostra mente depravata sta pensando” Seguita ancora da Isabel che tra le risate esclamava “Oh comunque funzionerebbe anche se fosse quel biscotto” ) si scoprì che le due ragazze tra due settimane sarebbero andate entrame a Londra come Kirsten le aveva detto ad entrambe per iniziare i provini. E a questa scoperta Daniel si trattenne poco dal saltare come una molla in aria per la felicità ma fortunatamente si trattenne visto che la stessa Kirsten li interruppe “Care mie è ora di andare. Daniel, Tom mi dispiace per voi ma le ragazze sono mie” esclamò Kirsten con uno strano sorriso come a dire ad entrambi i ragazzi che finché c’era lei non avrebbero dovuto taccare le sue creature. Isabel e Ivy si guardarono spaventata dalla prospettiva di quello che Kirsten poteva fare, metteva paura con quel sorriso furbo.

Prima però che se ne andassero Daniel trascinò da una parte Isabel e gli diede un foglietto “Questi sono i posti dove mi troverai a Londra nei prossimi giorni ”

“Oh grazie” esclamò semplicemente Isabel rigirandosi il foglietto tra le mani. Lesse qualche secondo prima di sorridere e guardarlo di nuovo negli occhi “Allora ci vediamo a Londra Daniel”

“A Londra Isabel” sussurrò lui abbassandosi e dandole una bacio sulla guancia “quando ci incontreremo allora mi darai anche il tuo numero di cellulare?” Isabel strinse le labbra in un broncio infantile e divertito “Se ti farai trovare in questi posti”

“Naturalmente” La voce di Kirsten fece rimettere i piedi per terra a Isabel che con un bacio sulla guancia del ragazzo corse verso la signora Jonsonh con velocità con il sorriso più entusiasta che avesse mai avuto sulle labbra. Ivy la prese sottobraccio leggermente brilla “Isabel” mugugnò mentre salivano in macchina.

“Uhm”

“Grazie di aver architettato lo scherzo della canzone” Isabel fece la finta tonta mentre la macchina si muoveva “Chi io? Ma di che parli?” ridacchiarono qualche secondo prima che Isabel guardando il cielo ancora stellato mormorasse “Il sogno è iniziato”.  

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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