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Autore: bice_94    22/07/2011    8 recensioni
Uscirono dall’ufficio e si diressero verso le rispettive scrivanie con uno sguardo torvo, mentre Castle li seguiva eccitato come non mai. C: felice di andare alla Hawaii Kate?
La donna lo guardò male, suscitando la risata cristallina dello scrittore.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per una volta lo scrittore era stato veramente puntuale.
Ovviamente non aveva fatto tutto da solo.
Questo sarebbe stato chiedere troppo, però, grazie ad Alexis, che aveva ancora una volta fatto la parte di sveglia trillante umana, era riuscito ad essere sotto l’appartamento di Beckett per le 9 spaccate.
Decisamente euforico all’idea del viaggio, scese dalla macchina e si avvicinò allegramente al citofono.
Dall’altra parte Beckett rispose velocemente, indaffarata nel sistemare le ultime cose.
Questa volta quella ritardataria era lei, perciò, doveva in tutti i modi darsi una mossa.
C: bonjour ma chérie.
B: Castle?
C: oui, je suis le célèbre Richard.
La detective roteò gli occhi.
B: oh, andiamo bene. Sei già così di prima mattina?
La donna sospirò.
B: Arrivo subito, te fai il buono ok?
C: ma non sono un bambino.
B: no.. infatti sei molto peggio. Su arrivo.
Castle sbuffò e si allontanò dal citofono.
Si stava annoiando, perché in fondo la detective era esattamente come tutte le altre donna che aveva avuto il piacere di conoscere: perennemente IN RITARDO.
Non che il problema fosse il ritardo di per sé, bensì l’attesa.
Già, perché si annoiava, terribilmente, soprattutto quando era così energico.
Si mise a fischiettare, finchè una domanda non gli banelò in mente: perché non dare un po’ di fastidio alla detective?
Da lì all’aereoporto non ci voleva più di mezz’ora, quindi avrebbe anche potuto rallentare un po’ la sua musa.
Si avvicinò di nuovo al citofono, posando il dito sul campanello con non curanza.
B: Castle, ho quasi finito!
C: mon amour.. ti sto aspettando, il mio cuore sta impazzendo.
Stava gesticolando con fare teatrale, come se potesse vederlo.
Si sentì un secondo di silenzio e un sospiro profondo.
B: Castle, sei ubriaco?
C: ma no. Stai solo assistando alla mia immensa vena francese! Non sono ancora più affascinante da parigino?
B: si, ti piacerebbe, Castle.
C: stai ferendo il mio cuore, lo sai?
B: me lo immagino.
C: mmmmh, ho capito. Mi tratti così male, solo per non far capire a tutti quanto mi ami.
Involontariamente le guance della detective divennero rosse.
B: Castleeeeeeeeee.
C: ma-..
La donna aveva chiuso la conversazione, prendendo di nuovo le valigie e chiudendosi la porta alle spalle.
Castle nel frattempo aveva rispreso a suonare al citofono, quasi ballando sul posto e fischettando.
Una signora, di ritorno dal supermercato, carica di borse, gli passò accanto e lo fissò sconvolta.
Castle aprì il portone all’anziana signora e fece un accenno di inchino.
C: prego madame.
Lo scrittore sorrise e la vecchietta lo ringraziò, felice come una bambina.
A pochi passi dall’ingresso principale, Beckett incontrò la signora Rovestas.
Una vecchietta molto cortese, anche se con una chiacchiera.. come dire abbastanza noiosa.
R: cara, dove va con quelle valigie?
Le detective si fermò controvoglia, ma cercò di risultare cortese.
B: sig.ra Rovestas! Buongiorno. Parto per un viaggio di lavoro. Ma starò via per poco.
R: oh, ma allora quel bel giovanotto viene con lei?
Lo sguardo della detective corse fuori da casa sua e vide Castle giocherellare con le chiavi della macchina.
B: oh.. si, diciamo che mi accompagna.
R: è veramente un bel ragazzo.. un po’ strano forse.
B: bè..-guardò di nuovo fuori, mentre Castle lanciò le chiavi e tentò di prenderle al volo. Facendole cadere ovviamente-.. veramente.. ha qualche rotella fuori posto. Diciamo che è meglio dire che sono io ad accompagnare lui.
R: che cara ragazza.
B: la ringrazio, ma ora devo proprio andare. Arrivederci.
R: arrivederci e mi saluti tanto quel giovanotto.
La detective ripartì di corsa e uscì, quasi correndo verso Castle.
Arrivata davanti allo scrittore, lasciò le valigie di botto e lo guardò in cagnesco.
C: buongiorno Castle! Buongiorno anche a te Beckett!
B: non è un buongiorno! Ma sei impazzito? La mia vicina ti crede un mezzo svitato!
C: ma come? Le ho anche aperto la porta! Non sono stato un perfetto gentiluomo?
Castle sorrise, vedendo la detective sempre più infuriata.
Beckett sbruffò e si diresse verso il bagagliaio per lasciare le valigie.
B: come odio le Hawaii.
Lo disse fra i denti, provocando le risa dello scrittore, che la seguì poco distante.
Una volta sistemato il tutto però, la donna, con un movimento felino, riuscì a strappare le chiavi dalle mani dello scrittore.
B: mi dispiace Castle, ma per farti perdonare per tutto il rumore che hai fatto finora, guido io.
Castle mise il broncio, come un bambino a cui era appena stato rubato il giocattolo.
C: ma non vale! La macchina è la mia!
B: ma le chiavi ce le ho io! Come la mettiamo?
Beckett si appoggiò provocatoriamente alla portiera, facendo penzolare le chiavi.
C: perfida, perfida donna.
Beckett sorrise.
B: forza sali, célèbre Richard.

Alle 10 in punto erano all’aereoporto.
Di sicuro grazie alla guida della detective.. non perfettamente nei limiti di velocità.
Castle scese dalla macchina, facendo una faccia sconvolta e dirigendosi verso Ryan ed Esposito che li stava già aspettando.
E: ehy amico, che è quella faccia?
C: sto per vomitare! Quella donna è pazza. Dovete assolutamente toglierle la patente. È un pericolo pubblico. Siete poliziotti, no? Toglietele LA PATENTE.
I due iniziarono a ridere di gusto.
B: Castle, ma quanto ti piace lamentarti?
C: dico solo la verità.
R: ehy Becks, vuoi farci morire d’infarto il nostro scrittore?
La donna sorrise e sorpassò i tre uomini.
B: tranquilli, per farlo morire d’infarto avrei potuto fare ben altro che guidare pericolosamente.
I tre uomini si guardarono con la mascella quasi al pavimento.
C: no, dico avete sentito? Poi dice che non ho ragione a chiamarla perfida provocatrice.
R: è già. Te la sei scelta tosta amico.
E: già mi immagino queste due settimane. Quanto mi divertitò!
Ryan ed Esposito diedero una pacca sulla spalla di Castle e si diressero verso Beckett.

I quattro salirono in aereo, cercando i loro posti, fino a quando una hostess avvistò Castle.
Host: sig. Castle! Buongiorno.. Prego, se volete seguirmi vi accompagno alla vostra postazione in prima classe.
Ryan, Esposito e Beckett si guardarono sconvolti.
R: prima classe?
C: visto che il capitano mi ha permesso di venire con voi, ho pensato di offrire qualche comfort. Spero non vi dispiaccia.
E: spiegami, ti ho già detto che ti adoro?
Castle fece una faccia fintamente schifata.
C: fortunatamente no!
I quattro scoppiarono a ridere.
C: andiamo allora?
Ryan ed Esposito furono i primi a seguire la hostess, mentre Castle rimase leggermente più indietro con la detective.
Beckett guardò per un momento indisturbata lo scrittore, trovandosi inspiegabilmente a sorridere.
La donna mise una mano sulla spalla di Castle.
B: bè, allora grazie.
Castle la osservò intensamente negli occhi, godendosi come ogni volta quella vista meravigliosa.
C: questo ed altro, detective.
Fece una piccola reverenza scherzosa alla donna, sorrise leggermente e seguì gli altri per lo stretto corridoio, lasciando Beckett a scuotere la testa, divertita.

   
 
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