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Autore: kishal    25/03/2006    4 recensioni
Vorrei porvi una domanda (e spero che siano pochi quelli che la giudicheranno terribilmente stupida, perché, considerando che questa storia si basa sulla risposta che la mia mente malata ha dato a tale quesito, di conseguenza…): Vi siete mai chiesti come sarebbe stato il mondo di Harry Potter se Voldemort fosse stato ucciso prima che James e Lily lo fermassero a prezzo della loro vita? Beh, immagino che, in fondo, saranno stati tanti coloro che hanno spinto a tali livelli la loro immaginazione. Io ho deciso di scrivere una storia, molto breve, dedicata a questo universo alternativo. All’inizio mi sono detta: ma, il mondo di Harry senza Voldemort, in fondo, sarebbe una noia. La suspense sta tutta lì! Poi invece ho pensato: ma ne sono proprio sicura? Sì, certo, probabilmente le avventure dei personaggi non avrebbero quella sorta di gotica sfumatura di cui invece sono pregne nel loro ‘normale’ contesto… però – però – il merito della Rowling sta soprattutto nella sua capacità di essere riuscita ad inserire nei romanzi dei personaggi speciali, particolarmente vivi, certo alle volte un po’ tipizzati… ma sempre estremamente realistici. Anche la magia può avere una sua normalità. Forse che tutti i suoi possessori non sono pur sempre degli esseri umani?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sai, a dire il vero non so neanche io come ho fatto ad odiarti finora

 

Introduzione

 

 

N.d.A: Penso che sia necessaria un’introduzione alla mia storia, di modo che chi vi entri non rischi di prendersi qualche strano isterismo dovuto all’assurdità dell’universo in cui si trova immerso.

 

 

Il Lord Oscuro, che per qualche tempo aveva gettato il terrore sul Regno Magico, scomparve così com’era venuto, distrutto dall’abile mago di magia bianca Albus Silente. Nessuna delle vite delle persone a noi tanto note e care fu intaccata dal suo arrivo. Coloro che combatterono contro di lui tennero come unico segno di quei tristi eventi solo un brutto ricordo nell’animo, nonché la speranza di non essere più partecipi di avvenimenti tanto disastrosi.

 

La vita continuò, dunque. E si animò più che mai.

 

James Potter e Lily Evans, già sposati, allevarono il loro unico figlio Harry nella villa che si erano costruiti nella campagna poco distante a Diagon Alley. Inutile dire che sulla fronte del giovane non risplendeva alcuna cicatrice, né il suo animo era rimasto colpito da angusti ricordi. Nessun male impedì alla sua personalità di evolversi, e da molti Harry fu riconosciuto come il perfetto erede del padre: bello, coraggioso, casinista, abile nel Quidditch, estremamente sfrontato con tutti e con una vaga tendenza a fare il cascamorto con le ragazze.

Il suo padrino, l’affascinante e nobile Sirius Black, era fierissimo di lui. Remus Lupin, che poteva vedere da vicino i suoi comportamenti giacché era professore di Difesa Contro le Arti Oscure ad Hogwarts, non era di certo dello stesso parere: reputava che il ragazzo fosse un po’ troppo vispo, ed era d’accordo con Lily quando affermava che, qualche volta, era meglio che gli venissero posti dei limiti.

 

Ma che limiti si potevano mettere al leader della nuova generazione di Malandrini?!

Proprio nessuno! E tutti erano consapevoli di questo.

Harry Potter, Ronald Weasley e Neville Paciock rappresentavano il fantastico trio della più prestigiosa scuola di magia di tutto il Regno Magico Inglese.

C’era però chi non apprezzava affatto i caratteri dei tre amici, e tanto meno le loro malefatte.

Tra questi, al primo posto, i Serpeverde. Draco Malfoy in particolare. Odiava quei Grifondoro con tutto il suo cuore, la sua anima, il suo corpo, la sua magia. Se fosse stato per lui, li avrebbe volentieri usati come sacchi da prendere a pugni nella sua personale palestra. Erano una vera e propria catastrofe: non solo gli rubavano la scena, ma spesso e volentieri lo distoglievano dalla sua eterna, tediata stasi per coinvolgerlo in scontri verbali (e non), poco costruttivi e terribilmente soporiferi.

 

C’era un’altra persona che però non sopportava particolarmente i Malandrini, una ragazza per precisione.

E non si trattava di una Slytherin: era addirittura una Gryffindor.

Si certo, effettivamente sulla sua appartenenza a questa Casa ci sarebbe molto da discutere: la sua acuta intelligenza e sfrenata curiosità portavano tutti a chiedersi perché diamine non fosse finita a Corvonero.

Ma Hermione Granger non era una delle solite so-tutto-io. Aveva un animo ben più complesso, più elaborato, più ricco di impulsi indomiti e selvaggi: un animo da grifone, insomma. Peccato che fossero pochi a conoscere questa sua duplice natura, poiché lei era solita nasconderla: l’unica che aveva avuto l’opportunità di essere informata del suo grande animo era stata la sua migliore amica, Ginevra Weasley, ben nota per essere la sorella del malandrino Ronald e la ragazza tanto amata, venerata, ambita (ma mai avuta) dal malandrino Harry.

 

*****

*                                        *

Storia di un Cannato

Benvenuti nel mio Universo

 

 

 

Sai, a dire il vero non so neanche io come ho fatto ad odiarti finora. Tu sei così bella, così … seducente…

Forse però un motivo c’è, mia dolce amata. L’unico, il più evidente… e probabilmente il più vero.

Sì, più ci penso, più credo sia così. Guardati: i tuoi lunghi e ribelli capelli sono del colore dell’ambra, i tuoi grandi occhi a mandorla hanno i riflessi dell’oro. La tua pelle è morbida e invitante come il caldo miele.

Non c’è dubbio, tu sei il sole. Ed io, invece, la luna.

Tu domini il giorno, io guido la notte.

Tu sorridi alla vita, io accompagno la morte.

Tu sei gioia, io dolore.

Il Destino ci ha creato opposti, e come tali disgiunti e inavvicinabili.

Che è successo allora? Perché, adesso, improvvisamente, riesco a vederti? Perché, solo ora, vengo rapito dalla bellezza del tuo corpo e dal fascino del tuo spirito?

Cosa è successo, o Mia Luce? Il Fato è stato sconfitto e noi non ce ne siamo accorti? Oppure i due opposti hanno finito incredibilmente con l’attrarsi?
Qualunque cosa sia, per qualunque motivo sia stata, non m’importa: avrà per sempre la mia eterna gratitudine per avermi donato la possibilità di amarti.

Da questo momento in poi non esisteranno più tenebre per me. Da questo momento in poi non esisterà più morte, o dolore alcuno, per me. Tu sarai la mia intera esistenza, e con te il mio cuore di pietra ritornerà a battere colpi di fuoco!

Non ci lasceremo mai più: per troppo siamo stati distanti. Una volta abbandonato questo luogo che ci ha permesso di scoprire il nostro amore, celebreremo il più sacro rito del matrimonio perché tutti riconoscano la nostra unitaria essenza.

Vivremo felici, mia diletta, in un castello fatato posto al centro di una foresta di rose e viole, nel cui centro si trova un lago ove si dissetano gli unicorni dall’argenteo sangue, e ove le ninfe giocano allegre rincorse fra alberi e cespugli dai brutti satiri.

Vivremo felici, mia diletta.

E con noi, i nostri figli. Essi saranno tutti bellissimi, grandi saggi e abilissimi oratori, uomini e donne dal cuore fiero e dall’animo nobile. La nostra sarà la stirpe più magica fra le magiche.

E sopravvivrà per sempre, perché per sempre durerà il nostro amore.

 

 

Amen.”

 

 

Draco, finora perso nello sguardo della dea che gli stava seduta davanti, strabuzzò gli occhi e scosse leggermente la testa. Amen?!

 

Malfoy, hai finito?” Chiese Hermione, alquanto scocciata.

Il cuore del ragazzo in quel momento si bloccò. Cos’era quel tono rude, quel viso imbronciato, quelle parole taglienti? Perché erano rivolte a lui?

 

La Gryffindor sbuffò, alzandosi dal banco ove era seduta e iniziando a raccogliere la miriade di libri di cui, fino ad allora, si era servita.

Era stata davvero una brutta idea decidere di studiare fino a tardi in un luogo pubblico la sera prima del tanto atteso week-end di libertà. Era ovvio che poi si facevano brutti incontri: la gente iniziava a sballarsi già d’allora.

Questa volta era stata davvero stupida. Davvero, davvero molto stupida: e dire che di solito pensava prima di agire. Si sarebbe addirittura meritata di venire rimproverata da quell’idiota rincretinito, tronfio babbeo di Ronald Weasley in persona….

 

Do..Dove vai…?” Le chiese Draco, sul punto di piangere quando la vide allontanarsi dandogli le spalle.

 

Lei si fermò di scatto, voltando solo il viso nella sua direzione e squadrandolo dall’alto al basso mentre puro disgusto riempiva man mano i suoi occhi dorati.

Me ne torno in camera mia. Un consiglio Malfoy: la prossima volta che decidi di fumarti qualcosa d’illegale nonché estremamente dannoso per la tua coscienza, sarebbe meglio che ti facessi legare al letto nella tua stanza dai tuoi ‘amici’. Così, oltre che evitare ovvie brutte figure, potresti anche riuscire per una volta a non scassare le palle a qualche malcapitato alunno di questa disastrata scuola.

Buon Notte, furetto.”

 

 

 

Draco seguì con lo sguardo la Gryffindor sino a che la sua aggraziata figura non scomparve dietro la porta della biblioteca. I raggi del sole calante, di un profondo bagliore rossiccio, l’avevano illuminata per tutto il tragitto, esaltando quella brillantezza dorata che pareva esistere in ogni sua piccola molecola.

Divina, semplicemente divina.

 

Sospirò profondamente, cadendo seduto sulla poltrona alle sue spalle. Lo sapeva che non l’avrebbe accettato. Sapeva che Hermione avrebbe rifiutato il suo amore. Una rosso-oro, specie se provvista di acuta intelligenza e sfolgorante bellezza come lei, non può né potrà mai amare un grigio-argento. Specialmente se figlio dell’uomo sospettato di essere stato braccio destro del terribile Voldemort.

 

Appoggiò la testa al muro: se la sentiva vuota, annebbiata. Le sensazioni vi navigavano dentro, così distaccate dai sensi e tra loro stesse che non parevano nemmeno appartenergli.

Con un gesto secco, si portò la cicca alle labbra, fumandone l’ultima boccata.

 

 

Proprio in quel momento, la porta della biblioteca si aprì di nuovo. Draco si protese in avanti: possibile che fosse lei, la fata del suo cuore, che ravvedutasi era tornata sui suoi passi per dichiarargli con enfasi e felicità tutto il suo reciproco amore?

 

Ehi, cugino

 

No, decisamente quella non era la voce della sua eterna amata.

 

Ho visto la Granger imbizzarrita che si allontanava da questo piano.” Disse Blaise, avvicinandosi a lui con un sorriso divertito. Una volta arrivatogli davanti, il ghigno che aveva in volto si estese ancor più nel vedere la cicca ancora accesa nelle sue mani.

Davvero Draco, te lo dico da amico: dovresti smetterla sul serio di farti canne in luoghi pubblici. La scorsa volta hai addirittura tentato di baciare la Weasley! Non vorrai finire col saltare addosso a Potter, vero?!?!

 

Il biondino, a quelle parole, annuì lentamente. Nonostante fosse completamente fumato, il pensiero di lui in braccio a quella mezza sega scassapalle del protetto del suo caro zio Sirius lo riempì di disgusto.

Niente più canne Malfoy, niente-più-canne! Si disse, lasciando cadere la cicca per terra. Peccato che non fosse tanto bravo a mantenere le promesse…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COMMENTI

 

 

Penso che, a questo punto, ci sia bisogno di qualche spiegazione.

Per chi non lo sapesse infatti, questa è la seconda pubblicazione che faccio di questa storia.

E’ accaduto tutto a causa di un semplicissimo motivo: uno dei commenti che mi è stato scritto a ‘Storia di un Cannato’ nella precedente edizione. Non ricordo il nome della recensitrice, fatto sta che mi diceva che la storia, nonostante fosse scritta più o meno bene, non le era piaciuta: rovinava l’atmosfera di Hogwarts e distruggeva totalmente la magia dello strano mondo creato dalla Rowling.

Devo ammettere che ‘Storia di un Cannato’ era nata proprio con quell’intento. Rovinare tutto. Perché?! Beh… sapete… ogni tanto, specie quando si hanno i nervi a fior di pelle, si viene irritati da tutto ciò che appare ‘perfetto e idilliaco’, e si cerca in tutti i modi di renderlo più ‘banale e decadente’.

All’inizio, dunque, sono stata piuttosto felice di quel commento. Poi però, una volta tornata in me, mi sono detta:

Ma che ho fatto?!?!??!!!?!?!?!?!

Poi mi sono messa a ridere di me stessa (lo so, sono da manicomio), mentre in mente iniziava a sorgermi questa nuova idea.

Ora…. Beh, cosa ne dite????? Pubblico anche il secondo capitolo, oppure è meglio che la finisca qui????? Immagino che lo verrò a sapere solo quando andrò a vedere se qualcuno ha osato commentare!!!!!

 

Ciao a tutti,

Kishal

 

 

   
 
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