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Autore: bluemary    25/03/2006    5 recensioni
Un Demone, una Fanciulla, un rituale tramandato per anni che sta per essere riportato alla luce. Quando vita e morte si intrecciano in un passato di leggenda e magia che non è mai stato dimenticato.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 9-

Un enorme grazie a Sharkie, Yuna e Damned88 per i complimenti (*me arrossice*). Riguardo l’ipotetica resurrezione di Haris ancora non mi pronuncio, intanto ecco il penultimo capitolo, spero vi piaccia!

 

-Capitolo 9-

Aster si sentiva svuotato. Non aveva pianto, le ultime lacrime se n’erano andate con la distruzione del suo villaggio, ma il doloroso vuoto che per breve tempo Haris aveva colmato, adesso lo tormentava, sempre più nero e profondo.

S’incamminò svogliatamente verso il centro del villaggio, dove gli abitanti erano riuniti per dare l’estremo saluto alla Fanciulla, prima che il suo corpo venisse cremato e le ceneri sparse nel vento; avrebbe voluto andarsene il prima possibile da quel luogo che per lui aveva rappresentato solo dolore, ma Haris si meritava la sua presenza.

I suoi passi stanchi lo portarono in mezzo alla folla, facendogli incrociare il biondo ragazzo con le lentiggini che aveva visto in compagnia di Haris quel pomeriggio, accanto ad un uomo con i suoi stessi lineamenti. Teneva lo sguardo basso, forse per nascondere gli occhi rossi e cerchiati di chi piange più volte nello stesso giorno, eppure si poteva percepire un vago senso di sollievo nel volto giovane, come se le lacrime avessero lavato via il suo dolore.

Aster lo oltrepassò senza dirgli una parola.

Distolse volutamente lo sguardo dal corpo senza vita di Grelkor, disteso su una pira funebre, in attesa di essere cremato; così come erano stati uniti nella morte, il Demone e la Fanciulla lo sarebbero stati anche nelle fiamme, ma le ceneri di Grelkor sarebbero state sigillate in un’urna e sepolte fuori dal villaggio.

Infine raggiunse la catasta di legna su cui era adagiato il corpo di Haris.

Guardò con una sorta di amara incredulità quella ragazza vivace e sempre allegra giacere immobile davanti ai suoi occhi, rivivendo all’infinito il momento della sua morte, mentre lottava contro il sordo dolore che minacciava di incrinare la sua espressione dura.

Ferhion gli si accostò senza salutarlo.

Aveva lo sguardo duro e inespressivo, tipico di chi prova fin troppo dolore per poterlo esternare e allora lo rinchiude nelle pareti del proprio cuore, soffrendo in silenzio.

Rimasero lì, a condividere lo stesso dolore, due figure taciturne e sconfitte davanti ad una ragazza che, con il suo sacrificio, aveva ucciso un po’ anche loro.

Poi il Saggio posò la mano sulla spalla dello spadaccino, fissandolo senza dire nulla, incapace di esprimere a parole la riconoscenza che pure trapelava dal suo sguardo, quindi si allontanò, silenzioso com’era arrivato.

Non si accorse della donna che lo seguiva se non quando si fermò di fronte alla folla, nel posto riservato ai membri del Consiglio.

-Kayla.- la salutò stancamente Ferhion –Come sta Ramak?-

Il vecchio mago era rimasto ferito il giorno prima, durante lo scontro con il Demone, e versava ancora in gravi condizioni.

-C’è Thori con lui ora. E tu come stai?-

L’uomo scosse la testa, come per scrollarsi di dosso quella domanda troppo insidiosa.

-Sai, quando ho scoperto che Haris era sparita, per un attimo ho sperato che non tornasse. Anche a costo del villaggio.- mormorò con l’ombra di un sorriso ironico sul volto pallido e tirato.

-Per un attimo l’ho sperato anch’io. Aster mi sembrava abbastanza deciso per convincerla a fuggire.-

Il Saggio la guardò, capendo all’improvviso.

-Tu lo sapevi che sarebbero scappati.-

Kayla annuì.

-Aveva diritto ad una possibilità. Almeno lei…- mormorò con un triste sorriso, gli occhi verdi chiarissimi la resero per un istante incredibilmente fragile.

Ferhion comprese subito a chi si riferiva.

-La prima Fanciulla…- mormorò, ricordandosi di come i Saggi l’avessero convinta con l’inganno a sacrificarsi e poi tutto fosse stato messo a tacere.

-Kyra.- lo interruppe la donna –Era così che si chiamava.-

-Ma tu come sai il suo nome?-

Kayla fece un triste sorriso, i suoi occhi si velarono d’azzurro.

-Era mia sorella.- fece una pausa prima di pronunciare le altre parole in un sussurro che portava l’eco di lacrime mai versate –La mia sorella gemella.-

Ferhion la fissò sconvolto, chiedendole silenziosamente delle spiegazioni che non si fecero attendere.

-I nostri genitori erano entrambi nel Consiglio quando comparve Grelkor. Io avevo da sempre manifestato un potere incredibile per la mia età, ma era Kyra ad essere la più dotata. Quando venne prescelta, i Saggi la ingannarono, pensando che una bambina di dodici anni non avrebbe mai scelto consapevolmente la morte, e le dissero che con la sua magia ed un loro incantesimo il Demone poteva essere sconfitto. Troppo tardi Kyra comprese che l’incantesimo comportava il suo sacrificio e, fino all’ultimo, i Saggi credettero di avere agito per il meglio. Invece l’incantesimo non funzionò, o almeno non alla perfezione: mia sorella venne sacrificata ed il Demone fu sconfitto, ma la magia di Tenebra di cui era imbevuto non scomparve, venne solo indebolita.-

-Ma questo significa che tu vivi da più di un secolo…com’è possibile?-

-La magia che è in me mi fa invecchiare molto lentamente.-

-Non pensavo che tu avessi un tale potere.- commentò l’uomo, senza particolari emozioni.

-Sai, anche se adesso sono troppo debole per venire ancora considerata tale, all’epoca della prima Fanciulla anche io avrei potuto essere una prescelta.- disse in un sussurro mentre gli occhi si facevano dorati.

Un attimo dopo era scomparsa tra la folla.

 

Una volta che tutti gli abitanti del villaggio furono riuniti nella piazza, Talok si fece avanti, prendendo la parola.

-Siamo qui riuniti per rendere grazie ad Haris, figlia di Ferhion. Che il suo nome risuoni di paese in paese, poiché ella ha dato la vita per la nostra salvezza.-

Senza smettere di parlare, il Saggio prese una torcia e diede fuoco alla pira di legno su cui era posato il corpo della ragazza. Poi si diresse verso quella di Grelkor.

-Non ha avuto paura di sacrificarsi per noi pur di sconfiggere il Demone.-

I due corpi cominciarono a bruciare, Aster vide il fumo bianco proveniente dalla pira di Haris mischiarsi a quello nero della pira di Grelkor, mentre le false parole di Talok gli scavavano nel petto un solco d’amarezza.

-Il suo coraggio rimarrà scolpito nella nostra memoria.-

Vahn scoppiò a piangere silenziosamente. Dietro di lui, Leera fissava il corpo della ragazza senza una lacrima, solo il volto pallidissimo dimostrava come per lei fosse difficile trattenere il dolore; al suo fianco portava una vecchia spada, simile a quella di Haris, a cui la sua mano destra si aggrappava quasi in cerca di conforto.

-Ha perso la vita, ma ha guadagnato qualcosa di più grande: l’immortalità del suo nome.-

Le dita di Aster si strinsero spasmodicamente alla sua spada, mentre un sentimento di pura rabbia s’impadroniva di lui. All’improvviso sentì come se le fiamme che circondavano il corpo di Haris gli stessero bruciando il petto. Se lo toccò, sorpreso di vedere un leggero bagliore attraverso i suoi occhi azzurri appannati dalle lacrime.

Nessuno si accorse quando cadde in ginocchio.

-Ma oggi non dobbiamo piangere o essere tristi, lei non l’avrebbe voluto.

Adesso sorridiamo, e lasciamo che nel nostro cuore s’imprima il nome di colei che divenne la Fanciulla.-

   
 
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