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Autore: simoncina    23/07/2011    0 recensioni
Cammina per la piccola cittadina dell'Ohio confondendosi con i passanti. Forse avrete già incrociato lo sguardo di quella ragazzina dall'aria distratta. Ellen, questo è il suo nome, ereditato dalla nonna paterna. La sua famiglia è apparentemente stabile, ma purtroppo ci sono molti conflitti, sopratutto con il figlio dell'attuale compagno di sua madre. Non è il solito prototipo di teenegers. Incontrerà una persona che le cambierà la vita e le sue noiose abitudini.
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono pochi giorni e la casa rossa che spalleggiava la nostra si popolò di una nuova famiglia,  i Wilson. Il parentado era piuttosto numeroso, l’avevo notato quando erano arrivati sbirciando dalla finestra della cucina mentre cercavo di scrostare le padelle.  A quanto pare, anche loro come noi, dovevano essere l’antitesi delle famiglie americane che si vedevano nelle reclame, dato che erano approdati da pochi giorni in quella casa e già disturbavano la quiete pubblica con urla di liti.  Non ero abituata ad avere vicini così rumorosi, la coppietta di anziani Smith erano delle persone per bene che non davano alcun fastidio, e che a stento ci si accorgeva della loro presenza nel quartiere.  Mia madre disse che alla fine era un bene se qualcuno fosse venuto a rianimare un po’ la vita del vicinato che era fin troppo noiosa. Io a dirla tutta non ero pienamente d’accordo, soprattutto se le discussioni dei vicini disturbavano la mia concentrazione sui libri.
Un pomeriggio mentre ero seduta al tavolo della cucina e mi preparavo per una verifica di chimica, materia estremamente ignota per me nonostante io cercassi di impegnarmi con tutta me stessa, le urla e le liti del focolare Wilson degeneravano. Cominciai a innervosirmi e a mangiare il tappo della penna. Tom sghignazzava appoggiato al ripiano del lavandino, e quella cosa mi fece andare ancora più in bestia. Possibile che quell’idiota dovesse ridere sempre nei momenti meno opportuni?
« Che Diamine! Maledetti vicini, ora gliene vado a cantare quattro, questa situazione non può continuare così! » non ero intenzionata realmente ad alzarmi e ad andare a prendere questione con i miei vicini, ma l’espressione di Tom di sfida mi spinse a farlo davvero.
Ci misi un po’ per prendere coraggio e bussare, ma gli occhi di Tom che mi guardava divertito dalla finestra della cucina mi condusse a suonare il campanello.  Mi venne ad aprire un ragazzo, che su per giù aveva la mia stessa età, era un giovanotto slanciato, da una indomabile chioma riccioluta castana e dagli occhi da cerbiatto verdi.  Uhmm, per niente male il membro di casa Wilson.
« Ehm..ciao! posso aiutarti? » mi sembrò tanto una domanda da commesso, quelli che ti accolgono in uno stupido magazzino con aria affranta cercando di rendersi utili al cliente in qualche modo, però era così terribilmente tenero che evitai di scoppiar dalle risate.  « Ciao! Piacere sono Ellen, Ellen Rose Adams, e sono la tua vicina.. » che presentazione coi fiocchi! Il ragazzo mi guardò con aria interrogativa, domandandosi cosa cavolo cercassi da lui « E mi chiedevo dato che domani ho un importantissima verifica di chimica, se tu e la tua famiglia potreste abbassare il tono della voce. » non ero stata molto garbata a spiattelargli il mio problema.  « Oh, scusa..ehm..si insomma, mi dispiace, il problema e che siamo una famiglia fin troppo numerosa e molto spesso non andiamo d’accordo »  continuava a toccarsi quei suoi ricci ribelli in modo compulsivo, come se fosse un gesto di evidente imbarazzo  « Comunque il piacere è mio, mi chiamo James, James Wilson » mi strinse la mano in una morsa ben salda « Beh, risolto il problema direi che potrei anche andare a ficcare il mio volto sul libro di chimica, ci vediamo Wilson..ehm..James! » gli sorrisi e lui goffamente contraccambiò con un saluto della mano.
Non feci neanche in tempo ad aprire la porta che mi ritrovai Tom che si contorceva dalla risate « Sai, Rose, sei una stramba! » non ho mai capito perché quell’energumene mi chiamasse con il mio secondo nome, forse lo faceva per infastidirmi o semplicemente perché il mio nome non gli andava tanto a genio « Levati dai piedi, ho fatto tutta questa marachella perché devo studiare, IO! » cosa che avrebbe dovuto fare anche lui, ma vedere Tom con un libro in mano era un evento più unico che raro.
Il mattino dopo ero un fascio di nervi per il compito in classe, entrai nel cortile della scuola e osservai che tutti guardavano nella stessa direzione. Cercai di scoprire il punto di interesse che attraeva gran parte degli studenti, mi sporsi per guarda in quella direzione e vidi la famiglia Wilson al completo. Cazzo, ma quanti ne erano? Tre ragazze e quattro ragazzi, tutti dall’aria estremamente affascinante. Fondamentalmente  si erano voltati tutti a guardarli,  perché nella nostra cittadina è raro vedere un nucleo familiare così ampio, dato che abbiamo uno scarso aumento demografico.  Ma che cavolo dico? Si erano girati tutti ad osservarli solo perché erano dei gran fighi. « Uao, i nostri vicini hanno fatto colpo..sai, non ricordo di aver avuto tutto questo interesse da parte della persone quando sono arrivato  » disse Tom guardandomi con aria perplessa  « Forse perché non eri  un soggetto interessante ed affascinante quanto loro » Tom roteò gli occhi e mi fece la linguaccia.
La campanella era suonata, segno che dovevamo entrare tutti nelle proprie aule. Alla prima ora avevo il compito di chimica, che stress, dovevo ringraziare i miei cari vicini fighi se per tutto il pomeriggio non sono riuscita a concentrarmi.
Un bel quattro Signorina Ellen, un quattro non me lo leva nessuno. 

  
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