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Autore: _opheliac    23/07/2011    9 recensioni
Blaine era un ragazzo che difficilmente credeva alle storie che gli anziani raccontavano sulle loro divinità: certo, sacrificava gli animali quando lo si riteneva necessario – benché non sempre riuscisse a guardare quelle povere bestie morenti – e se arrivava un periodo di carestia allora pregava affinchè Brittany ridonasse la fertilità alle terre, ma lo faceva più per tradizione che per vero credo.
Ma un giorno dovette ricredersi.

Una Klaine ambientata nell'antica Grecia, tra gli Inferi, il Monte Olimpo e gli ostacoli delle divinità. La decisione di Finn, Padre degli Dei, risolverà i dissapori e farà vincere l'amore proibito, se questi si mostrerà meritevole, o seguirà la volontà di Dave?
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1-  Lo sapevano entrambi

Per quanto l’Olimpo si trovasse a diversi metri di altitudine dalla Terra, e la sua vista fosse completamente celata dalle nubi sia di notte che di giorno, gli Dei sapevano sempre ciò che accadeva nel mondo mortale, a volte anche prima che gli eventi si verificassero. L’incontro del giovane umano con Kurt non era un evento così scandaloso come si poteva pensare: difatti il presenziare dinanzi i mortali non era vietato, ne sconsigliato. Semplicemente era molto, molto raro, come d’altronde rare erano le volte che gli Dei scendevano sulla Terra, se si escludevano le visite ai templi a loro dedicati, e gli incontri con i loro sacerdoti, i quali avvenivano, però, in periodi ben precisi.

Ciò che però fu visto come strano, e di cui ogni abitante dell’Olimpo aveva iniziato a parlare, era stata la sua bizzarra reazione: Kurt era tra gli Dei uno dei più venerati, a cui ci si rivolgeva più spesso, e, certamente, quello che più spesso appariva ai suoi sacerdoti, quindi era anche colui che aveva il maggior contatto umano.  Qual’era, dunque, il motivo che l’aveva spinto a tornare così in fretta dalla sua pausa terrestre?

-Kurt!Kurt! Aspettami, per piacere!-

La voce cristallina di Rachel aveva ripetuto quella frase già una decina di volte, con sempre più impazienza, mentre lo seguiva a passo spedito tra i sentieri dell’Olimpo. Nonostante camminassero non proprio tranquillamente, le loro figure apparivano perfette, le lunghe vesti bianche seguivano i movimenti come se stessero semplicemente passeggiando, i lunghi boccoli di lei minimamente scomposti. Era parecchio divertente quando i due gemelli si ritrovavano a passeggiare insieme tra il popolo delle nubi, perché le loro voci allegre raggiungevano ogni abitazione, e si ritrovavano spesso ad essere seguiti dalle belle Ninfe, le quali danzavano intorno a loro senza il minimo sforzo, molte volte “istigate” dalla stessa Rachel, che intonava per loro una melodia. Le loro risate melodiose rendevano la scena un interessante quadretto per chi li osservava.

Quel giorno, però, Kurt non sembrava esser dell’umore giusto, lui che ai volteggi delle bellissime fanciulle sorrideva deliziato e non si faceva mai pregare per essere coinvolto. Quasi correva nell’attraversare le vie, lo sguardo diretto versa la sua meta, che altri non era che il tempio stesso, le orecchie sorde alla voce della sorella, il cui tono si faceva via via più insistente di minuto in minuto. Ormai giunto agli inizi della scalinata, decise finalmente di smettere di ignorarla, e si voltò stizzito verso di lei, la quale si fermò di scatto alla vista dello sguardo che le aveva lanciato.

-Mia dolce sorella, che padre Finn mi dia la forza per sopportare i tuoi tormenti! E’ veramente così poco intuibile il fatto che non voglia parlare?- domandò, il tono di voce falsamente gentile, l’indice della mano destra steso verso di lei in maniera minacciosa.

Rachel sorrise, socchiudendo i begli occhi color cioccolato, così diversi da quelli del gemello, e con entrambe le mani racchiuse quella di lui, abbassando poi le braccia, così da potersi avvicinare senza ostacoli.

-Kurtie, lo sai che non è educato indicare le persone?- gli chiese con tono di voce divertito, ignorando completamente ciò che le aveva detto pochi secondi prima, e senza aspettare risposta lo trascinò con se su per le scale, una mano ancora stretta con quella di lui.

 Si,per chi li osservava era senza dubbio un piacevole siparietto, ma il Dio non sembrava pensarla allo stesso modo, almeno a giudicare dal sospiro esasperato che si era lasciato sfuggire dalle labbra, e stanco si abbandonò all’idea di seguirla.

 

*******

 

-Blaine, caro, dov’è il capriolo?-

Una donna dall’aria materna lo accolse sull’uscio di casa, tenendogli aperta la porta di legno scheggiata, così da farlo entrare. Aveva folti capelli scuri e occhi color caramello, la stessa tonalità del giovane, solo un po’ più spenti. Ella lo squadrò dal basso verso l’alto e, dopo alcuni secondi, constatò che no, non vi era alcun capriolo, ne accanto a lui ne da qualche altra parte. Il suo sguardo divenne prima duro, portando le braccia ad incrociarsi sul petto, ma non ottenendo risposta si lasciò andare ad un triste sospiro. Senza dire una parola si fece da parte, permettendogli di passare senza difficoltà. Blaine mosse lentamente qualche passo, per poi ritrovarsi all’interno della piccola casa; spostando lo sguardo sui muri che conosceva alla perfezione, ma che in quel momento non vedeva davvero, si avvicinò al tavolo di legno in mezzo alla stanza, e si lasciò cadere sulla sedia, portando i gomiti a poggiarsi sulle ginocchia e i palmi delle mani a circondarsi le guancie, coperte dalla barba ispida. Aveva camminato come un automa dalla radura fin lì, ed era una fortuna che la loro casa si trovasse al limitare della foresta, poiché distratto com’era stato avrebbe finito con il perdersi o l’essere trovato a vagare come un matto dagli altri abitanti del villaggio.

-Che Finn ti fulmini! Insomma, vuoi guardarmi almeno?! Blaine!!!- la donna aveva iniziato a sbraitare dopo l’insistente silenzio del figlio, che ormai durava da alcuni minuti, in cui lei era rimasta dapprima ad osservarlo, preoccupata che fosse successo qualcosa di grave nella foresta, ma poi, non riuscendo a trattenersi, aveva iniziato a chiedergli spiegazioni del suo mutismo e dello strano comportamento; come chiunque avrebbe potuto prevedere, il non rispondere del giovane l’aveva fatta maggiormente innervosire, iniziando ad urlare per cercare di smuoverlo. Tentativo che si era rivelato alquanto inutile.

Finalmente, Blaine decise di degnarla della propria attenzione e alzò il viso verso di lei, guardandola come se non la vedesse realmente.

-Io vado a dormire.- disse soltanto, con voce debole, e senza attendere risposta si alzò dalla sedia, dirigendosi verso le scale in pietra che portavano alle camere della piccola casa dove viveva con la sua famiglia. La mente era così presa dai pensieri più disparati che non si accorse nemmeno che la madre aveva ripreso ad urlargli contro a voce sempre più alta.

Una volta nella sua stanza, Blaine si chiuse dietro la porta di legno, lasciando fuori la voce della madre, e si lasciò cadere in terra, la schiena appoggiata ad essa, nella mente ancora gli occhi che aveva incontrato quel giorno.

Quello era il Dio Kurt, lo sapeva.  Nonostante seguisse le tradizioni e le rispettasse perché era giusto e non per un vero e proprio culto, le statue che lo raffiguravano erano conosciutissime. E quel viso, Blaine non riusciva a farlo sparire dai suoi occhi, come se si fosse attaccato alle iridi e non volesse andarsene; nessun essere umano, in tutta la Grecia e nel resto del mondo conosciuto, poteva avere una bellezza simile. Tratti delicati e al tempo stesso virili, occhi così profondi, come se potessero contenere tutta la sapienza del mondo, e quel corpo slanciato, tonico..solo un essere divino poteva possedere un dono simile, e quello il giovane lo aveva stabilito pochi istanti dopo che il suo sguardo si era soffermato per dei secondi di troppo sulle gambe muscolose e pallide come il più prezioso dei marmi.

Blaine represse un urlo di frustrazione quando ripercorse mentalmente quel corpo intravisto poche ore prima; non si era mai fatto problemi nell’ammettere la sua attrazione per gli uomini, e in quell’epoca d’oro nessuno ne avrebbe mai fatto un problema. Ma una divinità era semplicemente troppo su cui fantasticare e, si disse, probabilmente non era nemmeno decoroso.  Magari in quel preciso momento lo stava osservando, dall’alto del monte Olimpo, e rideva di quello sciocco mortale rimasto sconvolto da un incontro durato a malapena cinque secondi e che, quasi certamente, non si sarebbe mai più ripetuto.

Quello che Blaine non poteva sapere, e che forse non avrebbe mai saputo, era che quella notte non fu l’unico a rimuginarci sopra.

 

*******

 

Gli Dei non avevano bisogno di dormire come facevano gli esseri umani, potevano rimanere svegli per lunghi periodi senza che il loro corpo ne risentisse, poiché era l’ambrosia stessa che riusciva a rifocillare di energie i loro spiriti; nonostante ciò, alcuni, di tanto in tanto, si concedevano delle sedute di meditazioni e di contatto con la natura, scendendo sulla Terra o scomparendo nei remoti passaggi dell’Olimpo. Kurt mai come in quel momento aveva desiderato dormire e far passare quel cerchio alla testa che aveva iniziato ad esser presente dopo i primi minuti passati con Rachel. Adorava la gemella, forse anche più di tutti gli altri suoi fratelli, ma parlare con lei era sempre così stancante, non si accontentava mai di ciò che lui le diceva, almeno finchè la discussione non prendeva la piega che desiderava lei.

Stava seduto scompostamente sul suo scranno nella sala centrale del tempio , il viso poggiato su un pugno chiuso, lo sguardo stanco puntato sulla grossa sfera al centro del cerchio. Lo strano oggetto emanava una forte luce bianca, e al suo interno si potevano scorgere delle immagini che si muovevano veloci, ma che era difficile distinguere se non vi si prestava la giusta attenzione. Fu lì che lo trovò David.

Rimase ad osservarlo dall’entrata del tempio, in silenzio,  gli occhi che scrutavano attentamente la sua espressione. L’aveva cercato per tutto l’Olimpo, quando aveva sentito due ninfe ridacchiare sui due gemelli che correvano trafelati per i sentieri, discutendo di qualche incontro con non sapeva chi. A Kurt non piaceva essere visto dagli umani, lo sapeva; finiva con il sentirsi a disagio, diverso. Inutile ricordargli che lo era davvero, che era una divinità e quindi lo veneravano, per lui non faceva alcuna differenza.

Gli si avvicinò con passo lento, premendo i sandali sul marmo quel tanto che bastava da produrre un discreto rumore che annunciasse il suo arrivo. Come preavviso, Kurt lo sentì subito, e si affrettò a distogliere lo sguardo dalla sfera al centro della sala; le immagini si dissolsero.

-Ehi! Ti ho cercato per tutto l’Olimpo, ho sentito del tuo bizzarro incontro. Cos’è, stavi controllando l’umano?- gli chiese, una volta arrivatogli vicino, dall’alto della sua figura muscolosa e imponente. Lo osservò con gli occhi scuri, soffermandosi attentamente sulle espressioni che gli balenavano in viso quando parlava. Se mentiva, lo si notava subito dalle piccolissime rughe che si formavano ai lati degli occhi.

Kurt si sforzò di ridere, simulando un’indifferenza che non gli apparteneva. Il suo rapporto con Dave era poco chiaro, e gli suonava strano che proprio lui gli facesse quella domanda; si affrettò comunque a rispondergli, senza però sforzarsi troppo di nascondere la sua reale agitazione.

-Oh figurati, stavo solo controllando la sacerdotessa del tempio di Delfi!-

Gli sorrise appena, e alzandosi in fretta lo prese per un braccio, portandoselo dietro verso la sala a destra, dove il lungo tavolo era pieno di buona frutta, sapendo che stava solo fingendo.

In realtà, lo sapevano entrambi.

 

 

Spazio dell’autrice:

Bene, pensavo di metterci molto meno, ma non avevo considerato che sono tornata a casa dei miei con il mare a pochi metri da me *-*

Bene, che ne pensate? Ecco che entra in scena anche Dave, un personaggio che a me personalmente piace molto, anche se a periodi alterni. Sarà una presenza molto importante nella storia.

Ringrazio chi ha recensito, e le 88 persone che hanno letto, mi farebbe piacere se mi dessero un parere, anche piccolo! Insomma, ci tengo, ditemi se sto solo perdendo tempo e sto scrivendo una boiata!

Penso comunque che il mio ritmo di aggiornamento sarà un capitolo la settimana, salvo imprevisti. Ancora un po’ di stallo e qualche curiosità in più, entreremo nel vivo della storia fra qualche capitolo! Non mi piace essere frettolosa… niente, ho detto ciò che volevo dire, ho farneticato abbastanza, domani ho un matrimonio, vi abbandono *-*

  
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