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Autore: TheKaene    23/07/2011    0 recensioni
Melanie è una ragazza speciale. E' una maga e una nephilim.
Ingrid è una ragazza normale, o almeno pensava di esserlo, fin quando non scopre di essere una Nephilim con poteri alquanto ricercati.
Anche Liz è una Nephilim, anche se i genitori glielo hanno tenuto nascosto per tutto questo tempo.
Edmund è stato al riformatorio per tutto questo tempo, ma finalmente la runa è arrivata e lui potrà finalmente essere libero.
Cosa succede quando il mondo non è quello che sembra? Quando bene e male si incontrano? Quando ci si innamora della persona sbagliata? Quando si è troppo curiosi si rischia di finire in brutti guai. In un mondo del tutto nuovo, mai esplorato prima d'ora l'amore e l'amicizia possono essere pericolosi e mortali.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Melanie camminava tranquilla per le strade di Londra con il suo BlackBerry in mano. Indossava un maglietta color panna molto larga, un jeans quasi nero, una giacca di pelle e delle scarpe col tacco nero. Portava una borsa a tracolla molto grande, probabilmente firmata Gucci o tutta quella roba che le comprava la madre/matrigna. Non sapeva precisamente dove stesse andando, ma c’erano momenti in cui doveva assolutamente evadere da quel posto. Normalemente sarebbe andata dalla zia, che aveva solamente cinque anni in piú a lei, ma quel giorno aveva bisogno del silenzio totale. E poi eccolo: lo stava aspettando da un po’ di tempo ed aveva sperato che venisse il piú presto possibile. Il dolore che in un certo senso l’avrebbe portata alla libertà. Le spalle le iniziarono a bruciare e sentì il formicolare della runa mentre si disegnava sulla parte alta della schiena. Non si fece prendere dal dolore e rimase piuttosto lucida. Aveva le mani ferme sui fianchi chiuse in un pugno, il che le aiutava a sopportare il dolore lancinante.
I passanti la guardavano curiosi, ma Melanie era troppo presa dal momento. Il dolore divenne piú intenso e per un momento immaginò di arrivare a quasi prendere fuoco. A quel punto non poteva piú resistere, quello non era il semplice rito della “runa di trasformazione”, era di piú. Riprese lucidità, o almeno ci provò, e corse il piú lontano possibile dagli sguardi indiscreti. Trovò una stradina buia e vi si rifuggiò, si sedette a terra infischiandosene dei vestiti che sarebbero diventati sudici, e inziò a cacciare lamenti repressi. Era completamente sudata, i biondi capelli le erano attaccati alla fronte, gli occhi le iniziarono a lacrimare: si sentiva soffocare. Si tolse la giacca, la testa le girava, non sentiva piú niente solo il sudore che le scendeva dalla fronte e la bagnava tutta. Vide davanti a sè un uomo.
E’ un’allucinazione, si disse. L’uomo era alto, copelli corvini ed incombeva su di lei. Nascose la testa tra le mani, mentre il calore inziava ad intensificarsi ancora di piú, come se la cosa fosse stata addirittura possibile e sentì delle voci sussurrarle qualcosa.
L’aria, il tuo elemento. Le ripetevano.
Infine fu l’uomo a parlare:
─ Per quanto mi disgusti la cosa, sei il mio successore ─ disse.
La sua mano le toccò la testa e ritornò di nuovo alla normalità. Era zuppa, come se si fosse appena fatta una doccia vestita, e sentiva freddo tranne alla schiena. Quella era ancora leggermente calda, la toccò e sentì un fluido caldo che le bagnava le mani, le guardò e vide il rosso vivido del sangue.
─ Sto sanguinando ─ disse sottovoce.
Era accaduto diversamente da come se l’era aspettato, non avrebbe dovuto sentire tutto quel dolore e soprattutto la runa non avrebbe dovuto sanguinare, avrebbe dovuto dare problemi per una quindicina di secondi e poi il dolore sarebbe dovuto andare via.
Si alzò da terra, si mise la giacca per coprire la macchia di sangue che aveva dietro la schiena e si avviò verso casa. Per la strada tutti la guardarono, probabilmente ipotizzando cosa le potesse essere successo, ma a lei non importava.
Stava attraversando il garage sotterraneo così da arrivare prima a casa. Era ancora scossa per quello che era successo ed aveva bisogno di tornare a casa il piú presto possibile. Anche se odiava attraversare quel posto. Era un posto completamente isolato e, benchè Melanie adorasse l’isolamento, odiava quel posto. Puzzava di qualcosa di orrendo, non aveva mai capito di cosa, ma lo odiava a priori. Si tirò indietro i capelli bagnati e sospirò. Aveva accellerato il passo, così da attraversare piú in fretta il posto.
Un urlo, però, squarciò l’aria. Melanie ebbe un sussulto, prese la bachetta che aveva sempre a portata di mano nella borsa o negli stivali e la cacciò. Per un momento fu tentata dal riporla, ma udì un altro urlo strazziato. Era una donna. Stavolta la voce era piú vicina, perciò significava che qualsiasi cosa ci fosse lì fuori si stava avvicinando.
Una ragazza correva verso di lei, era inzuppata di sangue, che sembrava essere il proprio, aveva un braccio visibilmente ferito e uno squarcio molto evidente sul viso.
Le si butto letteralmente tra le braccia, l’orrore nei suoi occhi.
─ Aiutami, ti prego. Aiutami! ─ disse con gli occhi pieni di paura.
Poi sentì una specie di verso animalesco e in lontanza vide qualcosa avvicinarsi.
La ragazza tremò, le strinse forte le braccia. ─ E’ quì, sta venendo! ─
I capelli corvini erano intrisi di sangue e tutta la parte sfreggiata del viso era ricoperta di sangue, ma poteva riconoscere che non era del posto. I tratti del viso era asiatici, aveva infatti gli occhi a mandorla neri.
─ Cercatori ─ mormorò tra sè Melanie.
─ Cosa? ─ chiese la ragazza semi-svenuta.
─ Come hai fatto ad inbatterti nei cercatori? ─
Ma la ragazza non potè rispondere a quella domanda che il cercatore le fu addosso. Melanie cercò quindi di togliere la bestiaccia da dosso alla ragazza. Questa si girò, la fissò per due secondi e poi parlò.
─ Strega, levati di mezzo ─ la sua voce era cupa, orribile. ─ Aspetta ─ proseguì. ─ Sei una discendente del Conclave, sei una guardiana! ─
─ Cosa? ─ chiese perplessa.
Le donne che fanno parte del Conclave hanno il potere di controllare l’acqua e la runa varia da elemento ad elemento. Se fossi davvero stata la prescelta avrei dovuto sentire il freddo dell’acqua non il senso di soffocamento dell’.... ARIA. Io controllo l’aria, ecco.
Ora teneva in mano un coltellino svizzero rosa e la sua fedele bacchetta di legno nero, con intagli floreali che accennavano al color rosa. Il mostro le diede addosso. Il coltellino che teneva in mano, però, gli si conficcò nella costola. Questo cadde a terra sanguinante, quindi Melanie gli inflisse un altro colpo dritto nel polmone. La bestia urlò e si ripiegò su se stessa, mentre il sangue scorreva da ogni parte. ─Avada Kedavra ─ urlò puntando la bacchetta verso il mostro. Questo taque. Era morto.
Poi andò a soccorrere la ragazza ferita, gravemente ferita.
─ Stai bene? ─ le chiese, ma non ebbe una risposta.
La prese in braccio e la trascinò quasi di peso fuori da quel posto, ma non erano ancora soli: altri due cercatori erano sulle loro tracce.
─ Ti devono maledire! ─ gridò alla ragazza mentre la poggiava a terra.
Gettò a terra il coltellino, usando solo la bacchetta. La impugnò e gridò ─Avada Kedavra ─ Fece fuori il primo in un secondo, ma il secondo l’attaccò alla spalla. Per scrollarselo di dosso ci volette un po’ di tempo, la spalla la faceva sentire orribilmente male e non riusciva a reprimere l’impulso di urlare. Con tutta l’ira che le era rimasta riprese il coletellino da terra e si scagliò contro il cercatore e lo pugnalò dritto sul polmone sinistro. L’animale cadde a terra con un urlo di dolore. Prese la ragazza e corse di nuovo verso casa, sperando di arrivare in tempo per farla guarire dalla madre. La trascinò letteralmente per tutto il tragitto, mentre sentiva alla spalla un dolore lancinante. Quando arrivò a casa il cancello era chiuso e dovette bussare disperatamente piú volte al citofono per farsi rispondere. Finalmente entrarono in casa.
─ Elise! ─ urlò.
Elise, la matrigna, scese le scale. Appena vide la figliastra ricoperta di sangue con una ragazza all'apparenza morta, si affrettò.
─ Cos'è successo? ─ chiese.
─ Abbiamo un grosso problema ─ disse Melanie con un filo di voce.

  
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