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Autore: apochan kenshiro    23/07/2011    1 recensioni
Una città completamente diversa, un clima cambiato... Chi sono Michiko e Kaito? Che fine hanno fatto tutti quanti? E perchè il distretto di Nerima-ku è più silenzioso e tranquillo che mai? Una storia particolare, dove la linea del tempo segue un corso unico, dove tutto ciò che è non è, dove l'apparenza inganna, dove la verità porta a tutta un'altra realtà...
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Salve! Questa è la prima volta che pubblico con il mio account sul sito (non avendo avuto prima la connessione, condividevo l'account con una mia amica...), ma non è la prima storia che pubblico... questa volta intendo condurre ben avanti la fanfiction che qui vi presento, che ho cominciato a scrivere da molto tempo, e la quale spero si prefiguri come un grosso "lavoro", diverso dai precedenti... se in "corso d'opera" vorreste recensire i capitoli vi sarei molto grata... (sia recensioni positive che critiche sono più che gradite...)
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Family portrait

Michiko, con una certa stizza nello sguardo, squadrò dall’alto al basso il fratello, che nel frattempo si era tranquillamente messo a cavalcioni della sedia della scrivania. Lei rimase in piedi a braccia conserte.

“Il solito impunito”

Pensò, mentre lei fissava astiosa Kaito e lui fissava lei con irriverenza. Entrambi rimasero silenziosi per un po’.

Alla fine la ragazza, irritata dal silenzio imbarazzante con il fratello, lo ruppe:

-Senti, Kaito, dimmi subito di cosa hai bisogno e poi vattene. Stasera non è serata … -

-Non vorrei contraddirti, Michiko, ma per te è da un pezzo che non è mai serata, non è mai mattinata, non è mai giornata … -

-Piantala! Mi vuoi dire cosa vuoi?!-

Rispose quasi ringhiando.

Kaito di tutta risposta si alzò improvvisamente di scatto.

-Ma che … ma non posso nemmeno preoccuparmi per te?! Che diamine! Cosa credi, anch’io non riesco quasi più a prendere sonno dopo quello che ci hanno detto! Però almeno cerco di andare avanti, non mi trascino come uno zombie per tutta la casa! Io mi alleno, mi distraggo, io … -

Kaito si bloccò improvvisamente. Michiko non aveva potuto sopportare tanta prepotenza: sulla guancia del ragazzo aveva stampato con forza la sagoma del palmo della sua mano e delle sue cinque dita. Il silenzio si rimpadronì con prepotenza della scena. L’imbarazzo stagnava di nuovo pesantemente sui due fratelli.

Dopo qualche minuto calde lacrime cominciarono a scorrere copiosamente dagli occhi della ragazza; seguirono quasi contemporaneamente singhiozzi e sussulti, che le scuotevano completamente il corpo. No … era successo ancora … l’aveva fatta piangere … aveva fatto piangere sua sorella.

Inspiegabilmente Kaito possedeva un talento naturale per irritare sua sorella Michiko e, in alcune occasioni, la capacità di portarla all’esasperazione e di farla piangere; il tutto anche se non era nelle sue intenzioni. La guardò mortificato, preso da un interno moto di rabbia verso sé stesso. Poi cercò di aprire bocca per esprimere il suo dispiacere, ma lei lo anticipò.

-Basta, Kaito, non ne posso più … -

Quando Michiko arrivava a piangere diveniva fragile e vulnerabile. Kaito non poteva vederla così.

Si avvicinò ed abbracciò la sorella, che non oppose resistenza. Lei continuava a piangere.

-Michiko, scusami. Sono un vero idiota … quello che volevo dirti è che sono seriamente preoccupato per te e che non ce la faccio più a vederti in questo stato! Sei sempre stata allegra, piena di vitalità, ma, da quando i nonni ci hanno raccontato tutto, non sei più la stessa e questo mi fa male. In fondo sono tuo fratello … sono per natura preoccupato per te. –

Le parole di Kaito sortirono un effetto non solo calmante, ma anche liberatorio su Michiko:

-Fratellone … sì io non sono più me stessa, perché purtroppo vedo la mia vita da un’altra prospettiva. Sapere che TUTTO fosse successo per cause naturali, mi aveva lenito il dolore per la loro mancanza. Non sono una stupida, quando certe cose avvengono è inutile piangere sul latte versato: bisogna mettersi il cuore in pace e guardare cosa il mondo e chi ti è vicino possono darti … ma sapere che tutto era evitabile, che c’era una scelta, che qualcosa poteva essere fatto … non faccio altro che sperare che il tempo torni indietro, di vivere una vita migliore, che TUTTI NOI viviamo una vita migliore … oh, Kaito! Perché non c’è una maniera di tornare indietro, PERCHÈ!?! –

-Vorrei tanto conoscerla anch’io sorellina … vorrei tanto … -

I due fratelli si tennero stretti l’uno all’altro per un po’, per incoraggiarsi, per aiutarsi reciprocamente a superare quel momento. Perché sì, Kaito era un ragazzo forte, ma era pur sempre un ragazzo, ed anche lui soffriva come la sorella … anche lui sentiva quel buco nel petto …

Il ragazzo sollevò lo sguardo al soffitto, come a liberare un grido silenzioso, poi si guardò intorno. La camera della sorella era sempre così ben ordinata … a differenza della sua …

Lo sguardo gli cadde casualmente sull’orologio sulla scrivania … i pensieri nella sua mente si azzerarono completamente per lasciare posto ad uno solo … era tardi.

-Oh, cavolo, Michiko, sono le sette!-

La sorella si ridestò.

-Oh, cavolo … -

Non finì la sua esclamazione, che entrambi sentirono una voce provenire dal piano terra.

-Ragazzi! A tavola!-

-Arriviamo!-

Come ridestati da un sonno lungo secoli, i due si riscossero e corsero giù a precipizio per le scale, fino ad arrivare in sala da pranzo.

C’era tutta la famiglia: nonno Soun, con i suoi lunghi capelli bianchi, con i suoi baffi, con l’immancabile completo terra da palestra e la coperta di lana sulle spalle; nonno Genma, con i suoi vecchi occhiali ormai rotti, con anche lui la sua tenuta bianca da palestra, insieme alla sua buffa bandana a nascondere la calvizie, e l’onnipresente coperta di lana simile a quella dell’amico; zia Nabiki, una bella donna sulla trentina, dai capelli castani, corti tagliati a caschetto, sempre disinvolta, elegante ed indipendente, ma con la luce spenta nei suoi occhi color nocciola; guardandosi intorno, a dir la verità, si accorsero che mancava zia Kasumi.

Dopo qualche secondo entrò nella sala da pranzo, con il recipiente in cui aveva preparato con cura l’oden; anche lei era una bella donna, apparentemente sulla trentina, dai capelli lunghi castani raccolti in una treccia; Michiko e Kaito sapevano per certo che era più grande di zia Nabiki di due anni; inoltre era una perfetta donna di casa, dal carattere dolce e sempre gioviale, anche se alla fine aveva gli stessi occhi della sorella: color nocciola, ma dalla luce spenta.

Kasumi arrivò dunque con l’oden e lo poggiò sul tavolo. Vide poi i ragazzi in piedi che sgomitavano per mettersi nel posto che preferivano. L’intera famiglia li osservava come incantata: per due mesi erano stati il ritratto della malinconia e del rancore, mentre quella sera, dopo quel tremendo litigio che avevano udito fin dal piano terra, sembravano tornati i fratelli allegri di sempre. Sembrava addirittura di rivivere il passato. Una lacrima furtiva scese sulle guance del vecchio Soun Tendo.

Quando i due se ne accorsero, smisero si battibeccare.

-Nonno, stai bene?-

Chiese preoccupata Michiko.

-No, nipotina cara, solo che è talmente bello rivedervi così allegri … -

Kaito e Michiko provarono per un po’a lasciarsi alle spalle la loro sofferenza e fecero al nonno un bellissimo sorriso. Un velo di serenità discese dopo tanto sulla casa Tendo.

-Allora, ragazzi, cosa aspettate a sedervi? Se non vi sbrigate l’oden si fredda.-

Fece allegramente Kasumi.

I fratelli si sedettero ed iniziarono a cenare serenamente assieme a tutta la famiglia. Per quella sera non ci sarebbero stati musi lunghi.

 

Finita la cena, Genma e Soun cominciarono una delle loro abituali partite e shogi, Nabiki si mise a fumare una sigaretta sulla veranda, Kaito a guardare la televisione, mentre Michiko decise di aiutare Kasumi.

-Zia Kasumi, posso aiutarti?-

Le fece poco dopo che era terminata la cena.

-Certo, tesoro. Però c’è da sparecchiare, lavare i piatti e preparare la lavastoviglie. Te la senti?-

-Certo, zia!-

Così, con un’aria quasi spensierata, prese a sparecchiare la tavola e, una volta fatto, seguì la zia in cucina per lavare le stoviglie.

Mentre sciacquavano le scodelle del riso vide improvvisamente il volto della zia scurirsi. Un dubbio atroce le balenò in mente.

-Zia, cosa succede?-

-Oh, niente piccola … non ti preoccupare.-

-Sicura? Il tuo sguardo e così serio … -

Kasumi chinò un attimo il capo. Poi decise: alla nipote poteva dirlo.

-Beh, stamani … mentre tu e Kaito eravate a scuola, zia Nabiki a lavoro ed i nonni al parco … -

-Cosa zia?-

Chiese ansiosa Michiko.

- … Ha chiamato … -

-Chi?-

Nonostante i suoi sospetti, Michiko aveva bisogno che la zia glielo confermasse.

-Chi zia?-

- … Ono … -

Entrambe poggiarono momentaneamente i piatti. Michiko prese le candide mani della zia fra le sue e la guardò dritta negli occhi. Quello sguardo di conforto e sicurezza, uno sguardo che Kasumi non vedeva da tanto, da tantissimi anni, la esortò a continuare.

-Mi ha detto che si trova bene a Sapporo, anche se c’è molta neve … -

-Oh kami … è nell’Hokkaido …. –

-Già … ma dice che il suo studio comunque funziona … -

Silenziosamente le lacrime cominciarono a scendere sul volto di Kasumi. Michiko se ne accorse ed abbracciò delicatamente la zia.

-Oh, Michiko! Io non ce la faccio più, mi manca da morire … -

-Oh, zia … No, non devi piangere … Lo so che lui ti manca e non è qui, ma ti ama e prima o poi tornerà!-

-Non ne sono così sicura nipotina … il rimorso è troppo grande per lui … -

-Ma non è stata colpa sua! Lui ha fatto il possibile!!!-

-Lo so … ma, dato che non è bastato, non è stato tutto … sai … anche lui era veramente affezionato … -

-Lo so, zia … lo so … -

Ora anche Michiko piangeva.

Zia e nipote si tennero strette per un po’. Poi, fra qualche lacrima, singhiozzo, qualche parola di conforto ed alcune stoviglie da lavare, finirono il loro compito casalingo e si confortarono a vicenda. Quando finalmente la lavastoviglie terminò il lavaggio, erano le dieci e mezzo.

Michiko e Kasumi passarono dalla sala da pranzo per portare a posto la tovaglia. Genma, Soun, Kaito e Nabiki erano già andati tutti a letto.

Le due salirono dunque le scale per concedersi anche loro il dovuto riposo notturno.

Si dettero la buona notte con un abbraccio. Kasumi dette poi un bacio in fronte alla nipote.

-Buona notte Michiko … -

-Buona notte zia … -

E Kasumi entrò in camera da letto. Anche Michiko entrò nella sua.

Una volta dentro si appoggiò alla porta e sospirò.

“Sì, zia … il dottor Tofu tornerà indietro, te lo prometto … troverò una maniera … e non solo …”

 

 

 

 

Salve a tutti! Eccomi qui dopo il secondo capitolo di questa mia impresa ^^ ... lo so: chi avesse intuito cosa ho combinato, è libero di volere la mia morte, magari chiedendo anche una di quelle bamboline woodoo che piacciono tanto a Gosunkugi; vi chiederei però di aspettare a trarre le conclusioni: la fine è ben lontana e ancora ne dovranno succedere...

Prima di farvi proseguire al prossimo capitolo (che pubblicherò presto), vi lascio qui sotto una piccola cosuccia, visto che la mia mente bacata non pensa solo a scrivere, ma anche a disegnare! =P

Alla prossima!

 

Image and video hosting by TinyPic(ecco a voi come mi immagino Michiko)

 

Image and video hosting by TinyPic(... ed ecco anche Kaito...)

 

Inoltre ecco a voi le sorelle Tendo:

  • Nabiki: Image and video hosting by TinyPic

  • Kasumi: Image and video hosting by TinyPic

 

p.s. Ah, dimenticavo... grazie mille a tutti i lettori del momento! See you soon! ^^ 

  
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