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Autore: Il_Coso    23/07/2011    7 recensioni
Si dice che il fulmine non cada mai due volte nello stesso posto.
Si dice che il frutto non cada mai lontano dall'albero.
Si dice che il battito d'ali di una farfalla possa provocare un uragano.
Si dicono tante cose, ma Alicia sa che molte non sono altro che cazzate, stupidi modi di dire. Frasi senza alcun senso. Quindi non le importa che la gente dica che non si può obbligare qualcuno ad amarti: lei ci riuscirà.
Ne potete stare certi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si dice

       Si dice...

A Matteo

A Damiano

E a Becky, che

mi fa deprimere.

 

 

Si dice che il fulmine non cada mai due volte nello stesso posto.

Che cazzata. Il fulmine era da almeno mezzora che cadeva sempre sullo stesso identico posto. Neanche un minimo passo avanti, niente di niente.

In questo caso, il fulmine era un ragazzino di undici anni di nome Nigel, e il punto contro cui continuava a cadere, con insistenza, erano le metafore.

-Riproviamo, Nigel.- sospirò Alicia. -Che differenza c’è tra una similitudine e una metafora?-

-Una similitudine è quando c’è il “come”.- disse lui sicuro. Alicia annuì incoraggiante.

-E una metafora è quando il “come” si toglie.- continuò.

-Okay, fin qui ci siamo.- disse Alicia. –Ora fammi un esempio.-

Si dice che il frutto non cada mai lontano dall’albero. E infatti...

-Oh, non lo so! Che senso ha toglierlo? La frase non ha senso senza il “come”!- esclamò Nigel frustrato, accasciandosi sul tavolo.

Si dice anche che non si dovrebbero uccidere i dodicenni svogliati che ti danno la sensazione di aver buttato via mezzora della tua vita. Ma Alicia non era tanto d’accordo.

 

Alicia era una ragazza di diciassette anni che aveva deciso di trovarsi un lavoro estivo; in particolare, dava ripetizioni di letteratura ai ragazzi delle medie. Ovviamente non veniva pagata molto, e non era un lavoro molto soddisfacente, ma era comunque un qualcosa. Alicia aveva grandi progetti per l’università cui andare, aspirava al massimo: niente di meno che Harvard. L’unico problema erano i costi: appunto, cercava di trovare più soldi possibile. Si dice che più si mira in alto, più fragorosa è la caduta; ma lei non ci pensava: prima di tutto perché era sicura di potercela fare, e poi perché non si trattava che di un gioco di parole di pessimo gusto.

E lei ci sapeva fare, con le parole: sarebbe andata ad Harvard e sarebbe diventata la più grande letterata del mondo. Semplicemente.

 

Finalmente arrivarono le cinque e mezzo, e fu ora di andarsene.

-Vedi di studiare, o la prossima volta saremo punto e a capo, capito?- disse Alicia, raccogliendo le sue cose. Nigel annuì, un po’ sconsolato, in effetti.

La madre di Nigel venne a salutarla e la accompagnò alla porta. Lei salutò a sua volta e, trattenendo un sospiro di sollievo, si diresse verso casa. Non era distante.

Camminava fischiettando. Lungo la strada passò accanto al giardino della signora Sloper, che le rivolse allegra un cenno; Alicia ricambiò, e il suo sguardo si posò per caso su una farfallina bianca. Una comune, normalissima farfalla bianca.

Si dice che il battito d’ali di una farfalla possa provocare un uragano. Questa che era una cazzata, più di quella storia del fulmine e della caduta. Come può una farfalla scatenare un uragano?, si chiese, seguendola con lo sguardo. L’insetto svolazzò sulla strada, seguendo chissà quale percorso e precedendo Alicia sulla strada di casa.

E seguendo con gli occhi la farfalla, Alicia vide chi stava arrivando.

 

Era Oliver. In bicicletta, diretto dalla parte opposta alla sua. Incrociò il suo sguardo, e la salutò con un cenno e un breve sorriso.

Passò oltre.

Fu un attimo, appena un battito di ciglia. Poco meno di un tu-tum.

Non sapeva cosa la spingeva a farlo.

-Oliver!- chiamò.

Lui frenò e si voltò a guardarla: i capelli spettinati, gli occhi castani, la borsa con il cambio per andare a giocare a basket.

-Ciao!- disse lui, e guardò Alicia con fare incuriosito. Dopotutto, era lei che lo aveva fermato.

Alicia prese un respiro.

 

Si dice che certi verbi non reggono l’imperativo; il verbo leggere, ad esempio, o immaginare. Ci si può sempre provare, certo; ma se ordinate a qualcuno di leggere o immaginare senza che ne abbia voglia, che risultato otterrete?

Niente. Proprio un bel niente.

E anche il verbo amare fa parte di queste parole. Non ha senso ordinare a qualcuno di amarti, perché non otterresti nessun risultato.

O almeno, è così che si dice. E Alicia, come sappiamo, non era spesso d’accordo con quel che si dice.

 

-Oliver, amami!-

Lui rimase un attimo sconcertato; poi, come se non avesse aspettato nient’altro in tutta la vita, scese dalla bicicletta, camminò versò Alicia, che si era avvicinata, e la baciò. Dopotutto, l’amava con tutto se stesso.

Si separarono e si fissarono negli occhi. Lui aveva una sensazione strana: come se fino a un attimo prima non provasse niente per quella ragazza che teneva tra le braccia... eppure, ora l’amava. Decise che non gli importava.

E così si fidanzarono; passarono gli anni, e quando furono abbastanza grandi da permettersi certe pazzie, fuggirono insieme e si sposarono. Lei andò a studiare ad Harvard, e divenne la più grande letterata del mondo; lui diventò un giocatore di basket professionista ed entrò nella nazionale. Ebbero tre figli splendidi, e insomma vissero la vita migliore che una donna e un uomo possano desiderare.

Per una volta, una farfalla aveva davvero provocato un uragano.

E detto così, questo potrebbe sembrare un finale un po’ troppo campato in aria; ma se le parole cominciano a non avere più senso, perché non dovrebbe farlo anche la storia?

 

 

 

 

 

Ecco, ho pubblicato qualcosa. Una storia stupida, scema, senza senso, ma è qualcosa. Spero che ci sia qualche anima pia che in fondo in fondo in fondo la apprezzi... su, non è carina come shot? *_*  L’ho scritta fondamentalmente perché qualcuno insisteva sul fatto che non pubblicassi da troppo tempo, ma l’idea mi è venuta guardando una farfalla che svolazzava tranquilla su un prato vicino casa mia... Ok, non vi importava, ma dovevo allungare un po’ queste note dell’autore, no? :)

Va beh, se vi va recensite, che mi farebbe piacere, e se non vi va non fatelo. Logico. -.-’’

Salve a tutti :D

  
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