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Autore: Echoes of a VOice    23/07/2011    2 recensioni
Sì, dico a voi Maghi e Streghe! Cosa fareste se doveste muovervi senza scope volanti, senza Smaterializzazione o senza la Polvere Volante? Ve la cavereste con i piccoli lavoretti di casa senza ricorrere alla bacchetta?
Per scoprirlo, leggete "La mia vita Babbana", l'ultimo bestseller di Daisy Hookum. Da oggi in tutte le librerie di Diagon Alley!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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La mia vita da Babbana

-come (soprav)vivere un anno senza magia-

di Daisy Hookum

 

Un vero manuale di sopravvivenza per i Maghi che vivono nei centri Babbani”

La Gazzetta del Profeta

Un biglietto di sola andata per il mondo dei Babbani

Arthur Weasley, Capo dell'Ufficio Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani

Particolare e stravagante, quasi come 'La mia vita tra i Nargilli'

Il Cavillo

 

edizioni libercoli rossi

comunichiamo Magia dal 1450

 

-1-

Sorprese al Ghirigoro

-i rischi del successo-

 

Un sonoro scampanellio annunciò l'ingresso di un cliente all'interno della libreria “Il Ghirigoro”, a Diagon Alley.
Sarà il ventesimo, oggi...No, che dico! L'ennesimo!”, esclamò dentro di sé il commesso del negozio, un omino di bassa statura che sbucò a malapena dal retrobottega, dove stava lavorando ad un delicato compito di restauro
Umpf, questi venditori di bestseller da quattro soldi...baggianate, dico io! Ah, ma questa volta mi sente!”, esclamò questa volta ad alta voce, come se qualcuno dovesse sentirlo.
Il ficus accanto ad uno degli scaffali sembrò sussultare, con un frullio delle foglie brillanti.
Nel frattempo, qualcuno aveva varcato la soglia del negozio: una signora dalla pelle incartapecorita che di primavere ne aveva sicuramente viste molte, a stento poggiante su un bastone, ricoperta da una veste rosa shocking tempestata di pietruzze preziose più simile ad un tendone da circo troppo esuberante che ad una veste adatta ad una donna della sua veneranda età; il suo ingresso, dunque, non passò inosservato: il commesso, infatti, lasciate da parte le lamentele per l'ingente carico di lavoro che lo aspettava nel retro, alzò gli occhi al cielo quando se la vide davanti, pronta a formulare la sua richiesta.
«Salve, Mrs. Crackle», fece l'omino con finto interesse, esibendo pure un sorriso altrettanto forzato. Evidentemente, benché fosse conosciuta, la presenza di quella cliente nel negozio non doveva certo essere ben gradita.
Di tutta risposta, però, lei sembrava decisa ad ignorare il saluto che le era stato rivolto: il suo sguardo, infatti, aveva cominciato a vagare e a scorrere sugli scaffali del negozio, perlustrandone quasi ogni angolo con aria via via sempre più insoddisfatta.
Giuro che se è ancora per quello stramaledetto libro, io...”, formulò il commesso nella sua testa, facendo seguire a questo pensiero una serie di maledizioni non adatte ad essere riportate in questa sede.
«Ehm ehm...», tossicchiò la vecchia con finta naturalezza, per attirare l'attenzione del commesso che, in realtà, l'aveva già notata e salutata da un bel po' di tempo.
«Mi chiedevo se fosse possibile acquistare qui da voi quel libro...Ma sì, quello appena uscito, sa, della moglie del famosissimo Tilden Toots, no? Quello del programma alla radio 'Toots, Shoots and Roots' !»
Il commesso si grattò il sopracciglio con aria perplessa e contrariata: non gli piaceva perdere tempo, soprattutto quando avrebbe potuto usare quei minuti preziosi per scovare uno dei libri Invisibili dell'Invisibilità -”bella fregatura!!”- o per restaurare un preziosissimo “De magicis feribus creaturisque orbis” che era stato scovato in un'antica biblioteca rinascimentale in Italia e spacciato per spazzatura antica.
«Mia gentile signora, se smettesse di giocare a 'Indovina, indovinello', potrei servirla, dare una risposta ai suoi dubbi, e ritornare finalmente alle mie ben più urgenti faccende, piuttosto che star qui a parlare di programmi radio e di erbologi da strapazzo!».
Ancora una volta, il ficus fremette, e questa volta lo fece in maniera così insolita e rumorosa che l'eccentrica Mrs. Crackle si voltò a guardarlo esclamando con sorpresa, accompagnandosi con una risatina decisamente frivola: «Oibò, tante volte mi dimentico di vivere in un mondo di maghi! Anche le piante si muovono e...Oh, ma che sciocca che sono! Ecco, ecco, per Morgana, come si chiama il libro che cerco...aspetti, ecco, un solo minuto che...oh, per le pantofole di Merlino, dove accidenti...oh, eccolo qua!» aggiunse poi, rovistando nella mini pochette che portava sottobraccio: a giudicare dal fracasso che proveniva dal suo interno, doveva essere stata stregata con un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile. Incurante del nervosismo che stava salendo a dismisura nel commesso -la vena sul suo collo poco pronunciato aveva cominciato a pulsare sempre di più-, prese a leggere oltre i suoi occhiali ricoperti di quarzo scintillante: «Allora...'La mia vita da Babbana: come vivere un anno senza magia', di Daisy Hookum!».
Mentre riponeva il fogliettino nella pochette, Mrs. Crackle poté quasi giurare di aver visto il ficus diventare di un verde più brillante, ma risolse che probabilmente era uno dei piccoli tiri che la vista, alla tenera età di ottantanove anni, si divertiva a procurarle.
«Quindi...immagino si trovi qui, no? Posso averlo?» domandò affabile: non si rendeva conto che il suo tono zuccheroso, non faceva altro che aumentare il livello di sopportazione, per altro pericolosamente al limite, del commesso del Ghirigoro, il quale, tamburellando con le dita sul bancone, rispose con aria seccata:
«No, signora! Il libro da lei richiesto è in ristampa! L'autrice in persona le porge le sue più sentite scuse. A breve, però, potrà trovarlo nella nostra libreria». Era la quarantesima volta che, come un disco vecchio in un grammofono inceppato, continuava a ripetere la stessa formula: che qualcuno gli avesse lanciato un Incanto Repeteor di nascosto?

Mrs. Crackle sembrò rinvenire tutta in un colpo: il suo pastrano ingombrante di seta, raso e tulle rosa sembrò prendere una forma più dignitosa quando, gonfiandosi con aria indispettita e di disappunto, la vecchia cliente del Ghirigoro gracchiò:
«Umpf, che indecenza! Al giorno d'oggi le tipografie di Diagon Alley non sono nemmeno più capaci di utilizzare un Incanto Gemini come si deve? Nemmeno un copia...mah! Bisognerebbe prendere esempio da quella santa donna di Rita Skeeter, sa? Lei si che sa vendere: mai un successo fuori stampa, mai!”»
Gli occhi le luccicavano di ammirazione per la giornalista più irriverente della Comunità Magica.
«Ora, dunque, se non le dispiace, mi ritirerò nei miei appartamenti nell'attesa di poter acquistare finalmente il mio bestseller in questo negozio...e esigo che la cosa avvenga presto, molto presto! Mi ha capito, eh? Arrivederci!».
Mrs. Crackle fece dietro front, girando come un compasso intorno al suo bastone, per caracollare lentamente fino all'uscio, dal quale uscì con un altro scampanellio, questa volta accompagnato dal sonoro tonfo della porta sbattuta.

«Dai, muoviti e vieni fuori, che ne ho abbastanza di te e dei tuoi bestseller!» latrò il commesso abbandonando la catasta di libri che stava sistemando -aveva infatti rinunciato ad ascoltare i discorsi farneticanti della sua anziana cliente quando questa aveva annunciato il nome di “quella megera” della Skeeter-.
Un attimo dopo, al posto del ficus verde brillante, era apparsa una strega: una donna sulla quarantina, i capelli folti capelli rossi striati di nero che le incorniciavano il viso, e un elegante paio di occhiali sottili che sembravano poggiare su due paffute guance rosee, rotonde come tutto il suo corpo che era nascosto da un'ampia veste verde bottiglia ornata da bande viola che le si stringeva in vita, dandole un aspetto ancora più pacioccone e gioviale: sembrava uscita da una di quelle riviste per casalinghe Babbane degli anni Cinquanta; era molto abbronzata e rossa in volto, come se passasse abitualmente molto tempo lavorando sotto il sole.
Niente di più vero, in effetti: quella donna-ficus era proprio Daisy Hookum, autrice del tanto dibattuto e desiderato “La mia vita da Babbana”, nonché moglie del famoso erbologo e conduttore radiofonico Tilden Toots, che ogni giorno ammaliava gli appassionati di magi-giardinaggio con il suo seguitissimo programma.
«Dai, su, Archie...non sarà mica la fine del mondo, una vecchia signora che aveva bisogno di un buon libro con cui tirarsi su no?» fece Daisy con fare simpatico e espansivo, assestando una pacca sulla spalla del commesso che, povero, vacillò sulle sue ginocchia: la scrittrice, infatti, era una donna molto robusta, che passava gran parte del proprio tempo libero a vangare e a zappare nel suo magico orto botanico, che conduceva assieme al marito (l'unico uomo al mondo ad avere ben tre pollici verdi!), e quindi aveva acquisito nel tempo una forza degna di nota nelle sua braccia.
Forza che, evidentemente, a furia di rintanarsi nell'umido e nell'angusto retrobottega del Ghirigoro mancava ad Archibald Koobling: non era mai stato un uomo robusto, più simile ad un gobling che ad un essere umano vero e proprio in effetti, aveva delle esili gambe sovrastate da ginocchia parecchio nodose che erano il sostegno adeguato ad un fisico altrettanto mingherlino.
«Ascoltami solo per un momento, Daisy...», esordì Archie dopo essersi ripreso dal colpo ben piazzato; i due erano amici ormai da molto tempo, da quando Daisy aveva pubblicato il suo primo scritto, un libro dal successo immediato, «Storie di un Orto Incantato: come destreggiarsi tra Mandragole, Bubotuberi e molto altro ancora!», e perciò Archie non si riservava qualche rimprovero da farle, quando i suoi libri gli procuravano episodi come quello di Mrs. Crackle.
«Credimi, il Ghirigoro, così come ogni altra libreria magica, ti è grato per l'enorme quantità di denaro che fai affluire nelle nostre casse, e immagino che ugualmente tu sia grata a te stessa per questo motivo, ma spiegami una cosa: come mai, ogni maledettisima volta, devo trovarmi a fronteggiare orde di vecchie signore ammuffite come la Crackle che reclamano la loro copia? Non faresti prima a far stampare qualche dannatissima copia in più? Per tutti i peli della barba di Merlino, guarda poi in che condizioni mi metti!». Le imprecazioni contro il venerabile, pace all'anima sua, Merlino erano le preferite di Archie, tanto che poteva vantarne un ampio repertorio sempre aggiornato.
Daisy, dal canto suo, aveva ascoltato le parole dell'amico, senza evitare però di sbuffare o di arricciare il naso quando sentiva qualche cosa che non le andava a genio: il suo carattere già forte e prorompente di natura, rafforzato nelle lunghe giornate passate alla ricerca di piante magiche rare e pericolose assieme al marito, non si sarebbe certo lasciato mettere i piedi in testa da un pur semplice commesso di un negozio di libri!
Fu così che, portandosi le mani sugli ampi fianchi rotondi e alzandosi sulle punte dei suoi stivali macchiati di fango qua e là, sbottò:
«Oh, vedi di piantarla di fare il tricheco brontolone! Sei peggio di una gorgogliante pentola di radici di Frullobulbo quando ti ci metti! Suvvia, dai...non lamentarti dei miei successi editoriali! Anche perché...credo di avere in serbo una sorpresa per te, a riguardo!», finì con la sua solita aria allegra e frizzante, facendogli l'occhiolino.
Archie, da parte sua, non era sicuro di cosa Daisy avesse voluto dire con quelle parole ma, conoscendola, probabilmente sarebbe stata una cosa che non sarebbe stata di suo pieno gradimento. «E cosa, sentiamo? Uno dei tuoi soliti modi per farmi uscire fuori dai gangheri?».
Daisy sbuffò ancora una volta, rassegnata alla tendenza dell'amico commesso a lamentarsi per qualsiasi cosa che non rientrasse nel suo raggio di comprensione e tolleranza; così, inspirando per non perdere a sua volta la calma, gli rivelò la sua sorpresa.
«Ho intenzione di scrivere un altro dei miei libri! E anche questo sarà un successo, me lo sento! Senti un po'...si chiamerà “Mille e due Metamorfosi Vegetali: perché diventare delle piante ha il suo perchè”! Devo dire che sono proprio ferrata in questo campo, non è vero? Ero propria florida e rigogliosa come ficus! Non trovi?!».
Alla faccia inorridita di Archie, il quale era ammutolito al solo pensiero di dover gestire un'ennesima uscita editoriale della Hookum, Daisy non poté far altro che scoppiare a ridergli in faccia, una risata di quelle piene e vigorose, di quelle che durano così a lungo da farti piegare in due; una ilarità che, alla fine, riuscì a contagiare anche la dura scorza del commesso del Ghirigoro il quale, ridendo, non poté far altro che constatare la brillante efficacia delle Trasfigurazioni Vegetali di Daisy, avvertendola però di non pubblicare niente che fosse lontanamente paragonabile ad un libro per i prossimi anni a venire.
«Oh, guarda, caro Archie, credo che dopo questa uscita sarò impegnata a firmare libri e a concedere interviste, temo! Pensa un po': l'altro giorno mi ha contatta un certo Weasley, dell'Ufficio Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani e...»
Archibald interruppe il racconto dell'autrice, perché ormai si era fatto tardi: doveva completare il suo lavoro, perché altrimenti non avrebbe avuto tempo. Quindi, con estrema gentilezza, accompagnò l'amica fuori dal Ghirigoro, sulla strada principale di Diagon Alley, ricordandole che avrebbe dovuto sollecitare la Typo Deluxe per nuove copie del suo libro, prima che a Mrs. Crackle venisse di nuovo l'idea di presentarsi in negozio.

Una volta solo, dopo aver constatato che era tempo di tornare nel retrobottega, Archie si diresse dietro al bancone e lì, chissà come, diede un calcio ad un libro che era stato lasciato per terra: raccogliendolo, si accorse che era l'ultima copia del libro di Daisy che aveva avuto in negozio e che aveva perso il giorno prima: se solo Mrs. Crackle l'avesse saputo!
Il commesso si fece una sonora risata al pensiero della faccia della sua vecchia cliente e decise che, dopotutto, una buona lettura potesse diventare l'ottimo stratagemma per una pausa rilassante. Così, iniziò a sfogliare il libro scritto dall'amica, pronto ad immergersi in quel mondo Babbano che si preannunciava strampalato, sconosciuto e imprevedibile.


SPAZIO DELL'AUTORE:
Come è cominciata l'avventura di questa storia? Mah, in realtà in un modo abbstanza banale: stavo girovagando sul sito ufficiale di JKR quando mi sono imbattuto nel calendario "I Maghi del Mese", che presenta alcuni maghi sconosciuti introdotti dal zia Jo sul suo sito; la mia attenzione si è quindi soffermata su questa maga, questa certa Daisy Hookum, che la Rowling racconta essere proprio l'autrice di questo libro, e nulla più! Allora la fantasia ha cominciato a vagare, le dita hanno iniziato a battere sulla tastiera e...ecco l'inizio di tutto ciò! Non è di certo una storia gloriosa... =D

In ogni caso, all'Autore (ovvero al sottoscritto :P), piacerebbe davvero molto che i lettori commentassero anche con qualche generosa recensione, o con qualche ben accetta critica: non è elemosina, diciamo che le recensioni saranno un beta test per vedere se varrà davero la pena andare avanti con questa storia.

*I personaggi di Daisy Hookum e Tilden Toots sono di proprietà di J.K.ROWLING, così come il titolo di questa fanfiction. I personaggi di Archibald Koobling e di Mrs. Crackle sono di mia invenzione, così come gran parte  degli eventi che racconterò!

L'Autore ringrazia!
Manuel
   
 
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