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Autore: Lady_R    23/07/2011    2 recensioni
Salveeeee siamo Lady_Shinigami e Kyuketsuki Assassin (Konoha_Hellsing_94) ... Questa FF ci vede protagoniste in un locale (Nome del locale = Scandinavia)dove il proprietario è Danimarca e i nordici i dipendenti, prese dalla noia ci faremo assumere da questo ... Cosa ci accadrà una volta diventate dipendenti del danese? Leggete e recensite :D grazie in anticipo!!
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pian piano che passavano i giorni la fatica li possedeva, chi avrebbe mai detto che fare il cameriere fosse così sfiancante, eppure tutti e quattro cercavano di fare del loro meglio, a parte qualche distrazione tra coppie, rimproveri da parte di Danimarca, minacce fucilazione di Svizzera, bambini incontrollabili, qualche maniaco, clienti scorbutici, notti passate a pulire ogni angolo del locale e qualcosa di rotto (non solo bicchieri e piatti), e fu così che passarono due settimane. Una sera, come tutte le altre, mentre le nazioni accompagnavano le loro ragazze a casa i due si erano fatti più silenziosi del solito.

 

 

“Doitsu-sama, qualcosa non va?” Roberta guardava Ludwig preoccupata, non gli piaceva quel silenzio.

 

 

“Ivan, cosa ti prende? Siete più silenziosi del solito.” Lo stesso valeva per Sara.

 

 

Germania e Russia divennero rossi, presero le loro donne per le mani e si misero in disparte.

 

 

“Ecco, ha tanto che penso a questo ... e ...” Fece una pausa, era tremendamente imbarazzato, Roberta lo guardò preoccupata.

 

 

“Lud, se c'è qualcosa che non va dimmela.” Dal tono di voce si poteva capire l’ansia che il tedesco le provocava.

 

 

Germania esitò ancora un po'. “Pensavo ... se ... per il fine settimana... ti andava di venire a casa mia?”

 

 

Roberta divenne rossa, era felice da quella proposta ma anche un po' spaventata.

 

 

“Certo!! Mi piacerebbe venire da te.”

 

 

Di tutta risposta il tedesco le sorrise per poi baciarla.

 

 

Nel frattempo Sara tentava in tutti i modi di far pronunciare qualche frase a Ivan, ma quando quest'ultimo sembrava essersi deciso a parlare, cambiava sempre idea all'ultimo secondo, facendo disperare non poco la ragazza.

 

 

“Ivan, non c'è bisogno di nascondermi niente, con me puoi parlare: c'è qualcosa che ti turba?" il russo guardò la ragazza sorridergli dolcemente, e non poté fare altrimenti anche lui.

 

 

“Ok.....ecco...pensavo....ti .... ti andrebbe di venire a ... a casa mia?" divenne rosso in viso, era imbarazzato.

 

 

“A casa tua?” Ne fu sorpresa.

 

 

“S-sì, ma se la cosa ti disturba...."

 

Si zittì di colpo quando sentì le labbra dell'italiana sulle sue, donandogli un lieve e dolce bacio, uno di quei baci che Russia amava tanto ricevere dalla sua ragazza, la quale, dopo essersi staccata (e soprattutto abbassata, la differenza d'altezza tra i due era abissale), sorridendo, annuì.

 

 

“Mi farebbe molto piacere invece.” Sorrise felice.

 

 

Da quella proposta arrivò il fine settimana, le ragazze erano agitatissime, dovevano andare a casa delle loro nazioni e avevano il terrore di fare una brutta figura.

 

 

“Sà, sei pronta?” Domandò la siciliana prendendo lo zaino.

 

 

“Pronta come se stessi andando in guerra!”

 

 

“ODDIIIIOOOOO!!!!! Ho il cuore a mille!!” Roberta mise una mano all’altezza del cuore facendo accennando un sorriso nervoso.

 

 

“Ce la faremo! Avanti Robè, ce la possiamo fare! Siamo o no italiane?!” Sara era seria, come se stessero veramente per andare in guerra.

 

 

“Ben detto amica mia!!!”

 

 

Suonarono alla porta, Roberta corse ad aprire, appena vide Germania gli saltò addosso.

 

 

“Hola mi amor!” fece un sorrido a 32 denti.

 

 

“Vedo che sei felice.” Amava vedere la sua ragazza sorridere.

 

 

“Si si ... ciao Russia-san.”

 

 

Russia la salutò con un sorriso e con un cenno della mano, la siciliana si voltò verso l'amica facendole l'occhiolino.

 

 

“Ciao Sà, divertitevi voi due ... andiamo?”

 

 

“Certo!”

 

 

E si avviarono verso casa di Ludwig.

 

 

“Pronta?” chiese il russo alla mezza romana rivolgendole un sorriso.

 

 

“Prontissima!” ricambiò.

 

 

Quasi la ragazza non ci poteva credere che avrebbe passato due giorni interi con il suo amato Ivan. Certo, a lavoro lo vedeva sempre, ma era un'altra cosa potergli stare accanto senza che Vash puntasse loro contro il fucile. Non misero molto ad arrivare a casa del russo, e quando arrivarono vennero accolti da Lituania, che la salutò cordialmente prendendole la borsa.

 

 

“Toris ti mostrerà la tua stanza, devo sistemare alcune cose e poi sarò subito da te, ok?”

 

 

“Ok!”

 

 

Il russo sorrise e le diede un bacio a fior di labbra, per poi allontanarsi. Toris si avvicinò a Sara, che guardava tristemente il russo allontanarsi da lei.

 

 

“Non vedevo Russia-san così felice da tempo, sono contento che vi abbia incontrato.” Sorrise felice.

 

 

“Dammi pure del tu Toris, oppure chiamami per nome.”

 

 

Il lituano non riuscì a non sorridere e annuì, portandola nella sua stanza, vicina a quella del russo. La camera era modesta ma accogliente, e a Sara piacque subito.

 

 

“Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure a me o ad Estonia e Lettonia, spero che il soggiorno sia di tuo gradimento.”

 

 

L'italiana trattenne a stento una risata "s-scusami, è solo che non sono abituata a un trattamento simile!" ma il suo sorriso si congelò non appena Estonia, arrivato di corsa, diede una brutta notizia:

 

 

“L-la signorina Natalia è qui!” aveva il fiatone, nemmeno avesse corso una maratona.

 

 

Alla mezza romana ribollì il sangue, e con uno scatto degno di un atleta olimpico, corse in soggiorno, e quello che vide non le piacque per niente.

 

 

“Kekkon kekkon kekkon kekkon kekkon ...”

 

Bielorussia era sopra Russia sul divano, intenta  a togliergli il giaccone.

 

 

“L-lasciami andare!” il russo supplicava la sorella di lasciarlo andare, un rumore lo fece voltare “E-eh?! Sara non è come sembra!” si allarmò quando vide la ragazza nella stanza che li guardava furente.

 

 

Sara non disse nulla, si avvicinò nera dalla rabbia e artigliò il braccio della bielorussa, fissandola con sguardo omicida "ora tu ti stacchi dal MIO fidanzato, oppure preparati a diventare cibo per cani" sibilò gelida. Si fissarono come fanno due lupi prima di scannarsi, dopo un pò Natalia sbuffò, lasciando la presa sul fratello per poi andarsene.

 

 

“G-grazie Sara.” Abbraccio la ragazza grato.

 

 

“Ma figurati amore!”

 

 

Ricambiò l’abbraccio, da sorridente passò di nuovo allo sguardo omicida "se osa toccarti di nuovo userò le sue interiora per farmi la paiata" e Russia preferì non sapere cosa fosse la paiata.

 

 

 

 

“Spero che casa mia ti possa piacere.” Avvolse le spalle della ragazza con un braccio, sperava veramente che passasse un buon fine settimana a casa sua.

 

 

“Ne sono sicura, e poi mi basta stare con te.”

 

 

Roberta si strinse al tedesco, questo le sorrise per poi posarle un bacio sulla fronte, in lontananza videro un edificio, alla siciliana le brillarono gli occhi, finalmente sarebbe entrata a casa del suo amato.

 

 

“E' quella casa tua?”

 

 

“Si.”

 

 

Attraversarono il cortile, quando furono davanti l'edificio una voce attirò la loro attenzione.

 

 

“Ehi, west, perchè non mi hai detto che avremmo avuto visite?”

 

 

Prussia si avvicinò ai due fissando la ragazza incuriosito, questa gli sorrise.

 

Germania sbuffò “Vedi che io te lo avevo detto!”

 

 

“Kesesesese, tu sei la ragazza del locale dei nordici giusto?”

 

 

Roberta gli sorrise “Esatto, piacere di rivederti Ore-sama.”

 

 

Tese la mano verso l'albino che la guardò non molto convinto, Roberta ritirò la mano vedendo l'espressione del prussiano.

 

 

“Cosa c'è? Perchè mi guardi così?”

 

 

Prussia fece un giro in torno alla ragazza squadrandola dalla testa ai piedi.

 

 

“Non so se sei adatta per West.”

 

 

“Gil, ma che dici?!”

 

 

Germania e Roberta rimasero scioccati a quell'affermazione.

 

 

“Beh, di certo non devo piacere a te.” Disse seccata, Prussia si irritò per come si rivolse a lui.

 

 

“Cala la cresta frau, è col magnifico me che stai parlando.”

 

 

“Tzè! Megalomane!”

 

 

“Sfacciata!”

 

 

“Fossile!”

 

 

“Mocciosa!”

 

 

I due si guardarono con sfida, Germania era preoccupato per entrambi, dopo un po' Gilbert sorrise.

 

 

“Certo che hai un bel carattere.” Ghignò.

 

 

“Sono fatta a modo mio! Problemi?!” Lo guardò gelida.

 

 

“No, anzi...”

 

 

Avvolse un braccio in torno alle spalle della ragazza scansando il fratello, Roberta lo guardava accigliata.

 

 

“Che ne dici di unirti a me per distruggere quel damerino di Austria?” ghignò maligno.

 

 

La siciliana sembrava parecchio interessata a quella proposta, ghignò anche lei facendo congiungere le punta delle dita.

 

 

“Eccellente!!”

 

 

Germania li osservava incuriosito, non riusciva a sentire cosa stesse dicendo il fratello alla sua ragazza, era non poco preoccupato.

 

 

“Forse è meglio se entriamo.” Propose il biondo.

 

 

I due si voltarono verso di lui, Roberta gli sorrise riprendendo lo zaino che il tedesco teneva in spalla.

 

 

“Grazie per averlo tenuto, ora lo porto io.” Gli sorrise avviandosi all’interno dell’abitazione, seguita dai due.

 

 

Appena entrarono in casa sentirono un buon profumo provenire dalla cucina.

 

 

“Che buono, cos'è?” domandò curiosa.

 

 

“Italia si è messo ai fornelli, ha insistito tutta la mattinata per poter cucinare lui il pranzo.”

 

 

Alla siciliana non sembrò toccarla quella notizia.

 

 

“Ti presento Feliciano.” Lo prese per mano, stava per incamminarsi verso la cucina quando Roberta lo fermò.

 

 

“Prima vorrei mi mostrassi la stanza, vorrei posare questo coso.” Riferita allo zaino. Germania le sorrise per poi accompagnarla.

 

 

“Certo, fate come se io non ci fossi.”

 

 

Si allontanarono ignorandolo.

 

 

“Questa me la segno.” Ringhiò per poi entrare in un'altra stanza.

 

 

 

E dalla Germania spostiamoci alla Russia .......

 

 

 

Ivan aveva avuto l'idea di far vedere mosca a Sara, e quest'ultima ne era rimasta entusiasta: aveva sempre voluto visitare la capitale russa, e quello per lei era come un sogno che diventava realtà.

 

 

“Wow! Mosca è...è bellissima!” alla ragazza le brillavano gli occhi.

 

 

Al russo faceva piacere vederla così felice, e non perdeva mai tempo a rispondere alle mille domande che l'italiana gli faceva sulla capitale, senza parlare del fatto che amava vederla sorridere felice, gli faceva male vederla triste o sconsolata.

 

 

Arrivata l'ora di pranzo non si disturbarono a tornare a casa, Ivan preferì portarla in un locale per farle provare la cucina russa, ridendo divertito a volte guardando la faccia perplessa della ragazza quando le portarono la prima portata, ma nonostante ciò Sara mangiò tutto senza scartare nulla.

 

 

“Non pensavo che la cucina russa fosse tanto buona! Certo, è un abisso rispetto a quella italiana, ma è lo stesso deliziosa.” Sorrise felice di aver fatto una nuova esperienza culinaria.

 

 

“Mi fa piacere che ti piaccia, non tutti sono dello stesso avviso, pensano che sia un po' troppo pesante.”

 

 

“Beh, ma qui fa decisamente più freddo che dalle altre parti, è normale che siano pesanti, se no come fai a tirare avanti per tutta la giornata?”

 

 

Cominciarono a parlare del più e del meno, e mentre stavano passando davanti al Cremlino, qualcuno si scontrò con loro.

 

 

“M-mi dispiace!” si scusò la persona che avevano appena scontrato.

 

 

“Sta più....nee-san?” Russia fu sorpreso di vedere la sorella.

 

 

“Eh? RUSSIA-CHAN!” L'ucraina saltò al collo del fratello, felicissima, quasi soffocandolo.

 

 

“Che bello vedertiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Scusami ma non sono ancora in grado di pagarti la bolletta del gas! Giuro, appena avrò abbastanza soldi pagherò tutti i miei debiti!”

 

 

“Ok ok, ma puoi lasciarmi? Mi stai strozzando ....”

 

 

“Scusa!”

 

 

Fu solo in quel momento che la ragazza si accorse di Sara, che fino a un attimo fa era rimasta in disparte a guardare la scena divertita.

 

 

“Tu chi sei?” chiese curiosa.

 

 

“Sara, piacere!”

 

 

Rispose la ragazza porgendole la mano sorridente, presa che l'ucraina ricambiò, anche lei, sorridente.

 

 

“Ma allora sei tu la ragazza di cui Russia mi ha parlato tanto! Non fa altro che parlare di te, ora ne capisco il motivo!”

 

 

“M-ma che dici...” Borbottò il russo imbarazzato arrossendo, facendo ridere la sorella.

 

 

“Non c'è bisogno di imbarazzarsi! Sono più che felice che voi due stiate insieme.”

 

 

“Lo è un po' meno Bielorussia.” Disse sconsolato il russo.

 

 

“Ah........Sara, ti dico solo di stare attenta, Natalia non scherza.” L’avvertì l’ucraina.

 

 

L'italiana incrociò le braccia al petto, irritata "neanche io se è per questo. Se quella vuole la guerra, avrà la guerra, non ci andrò piano solo perchè è la sorellina del mio fidanzato!"

 

Alla parola "fidanzato" entrambi arrossirono: erano insieme da settimane, ma faceva lo stesso uno strano effetto definirsi così.

 

 

“Spero tu sappia quello che fai. Beh, è stato un piacere conoscerti Sara, alla prossima!” Salutò la coppia per poi avviarsi verso casa, lo stesso fecero i due.

 

 

 

In Germania ...

 

 

 

“Questa è la tua stanza.”

 

 

Germania accompagnò la sua ragazza nella stanza dove avrebbe alloggiato per il fine settimana, l'arredamento era modesto, a Roberta piacque molto, si guardò in torno, posò lo zaino sul letto per poi avvicinarsi al tedesco sorridendo, teneva lo sguardo fisso su di lui, questo la guardò confuso.

 

 

“Cosa c'è?”

 

 

“Ti stai dimenticando una cosa.” Lo guardò divertita.

 

 

Ludwig ci pensò qualche istante.

 

 

“Cosa?”

 

 

Roberta lo prese per la maglietta attirandolo a se a avvinando i loro volti.

 

 

“Scemo, secondo te?”

 

 

Lud le sorrise per poi posizionare una mano dietro la nuca della ragazza, si unirono in un profondo bacio.

 

 

“Ora è meglio se andiamo.”

 

 

“Naaaaah ... stiamo ancora qui.”

 

 

Roberta fu contrariata, ma Ludwig la prese per mano allontanandosi dalla stanza, la siciliana sbuffò. Appena aprirono la porta della cucina un profumo invitante li avvolse.

 

 

“Che profumo, cosa sono? Linguine?”

 

 

“Veeeeee ... come lo hai capito?”

 

 

Feliciano era davanti ai fornelli che cucinava, quando sentì la voce della ragazza si voltò avvicinandosi ai due.

 

 

“Tu sei Roberta vero?” chiese con un espressione ebete in viso.

 

 

“E tu come lo sai?” fu sorpresa del fatto che l’italiano la conoscesse.

 

 

“Veee ... Doitsu non fa altro che parlare di te.” Emise una lieve risata.

 

 

Germania di venne rosso di botto, fulminò l'italiano con uno sguardo.

 

 

“Sul serio?” Si girò verso il biondo.

 

 

“Beh, ecco ... insomma...” Cominciò a balbettare.

 

 

“Si, si ... se guardi nel secondo cassetto della scrivania potrai trovare delle lettere col tuo nome.”

 

 

Germania stava fumando dall'imbarazzo, si appuntò mentalmente di picchiare Feliciano appena la ragazza se ne fu andata. Roberta rimase sorpresa da quella notizia.

 

 

“Sul serio?” Si voltò verso il tedesco stupita “Me le fai leggere?”

 

 

“No!” disse secco.

 

 

“Daiiiiiii!!!” fece due occhioni da cucciolo.

 

 

“Ho detto di no!! E' troppo ... imbarazzante.”

 

 

Roberta ridacchiò assieme a Feliciano, Germania si irritò.

 

 

“Ok ...”

 

 

Sussurrò qualcosa all'orecchio dell'italiano, che ridacchiò a sua volta, per poi abbracciare il suo amato.

 

 

“Mi fai vedere il resto della casa?” Gli sorrise.

 

 

“Certo!! Italia, sta attento alla pentola.”

 

 

“Sissignore.” Fece il saluto da militare.

 

 

Feliciano e Roberta si scambiarono una sguardo complice. Dopo che uscirono dalla cucina si avvicinarono al salotto, appena aprirono la porta tre bestioni saltarono addosso alla ragazza. Questa cadde a terra, Ludiwg, preoccupato, richiamo i tre.

 

 

“Blackie, Berlits, Astair ... sitzen.” Il tono della voce si fece severo e autoritario.

 

 

I cani obbedirono al padrone, scesero da sopra la ragazza, che rideva per l'accoglienza che le avevano riservato, per poi mettersi a cuccia scodinzolanti. Germania aiutò Roberta a rialzarti.

 

 

“Mi dispiace, di solito non saltano addosso alle persone.”

 

 

“N-non ti preoccupa … a … atciù!”

 

 

La ragazza cominciò a starnutire e a grattarsi il naso, gli occhi le divennero rossi e lucidi, Ludwig si preoccupò molto, prese il viso della ragazza tra le mani e l’osservò.

 

 

“No, atciù ... non mi guardare, atciù.” La voce si fece nasale, si scansò coprendosi il viso.

 

 

“Eeeeehiii ... non provate più a scappare.”

 

 

Prussia uscì dalla stanza, si mise davanti ai tre cani e li sgridò mentre Gilbird pigolava, anche lui, arrabbiato. Quando sentì uno starnuto si voltò vedendo i due, vide il volto della ragazza completamente rosso.

 

 

“Che ti è successo?”

 

 

“Sono allergica al pelo dei cani.” Disse sempre con voce nasale mentre si soffiava il naso, con un fazzoletto preso dalla tasca.

 

 

“E' meglio se ti porto da un dottore.” Germania era terribilmente preoccupato per la salute della siciliana.

 

 

“No, no ... ho la mia medicina, dopo un pò starò meglio, atciù.”

 

 

Germania si volto irritato verso il fratello.

 

 

“Mi spieghi perchè li hai portati dentro casa?” indicò i tre cani.

 

 

“Perchè volevo giocare con loro.” Si giustificò come se fosse una cosa ovvia.

 

 

“Potevi giocare con loro anche fuori.” Lo sgridò.

 

 

“No, mi secca stare fuori con quel caldo, preferisco stare al fresco con l’aria condizionata.”

 

 

Il salotto era munito di un condizionatore, in Germania, in effetti, c'era un caldo secco. Ludwig si voltò verso la ragazza, dopo aver sentito l'ennesimo starnuto, preoccupato.

 

 

“Non mi guardare in quel modo, nemmeno fossi un malato terminale.”

 

 

Prese un piccolo contenitore dalla borsa per poi estrarne una pasticca, la portò alla bocca la ingogliò.

 

 

“Quand'è che farà effetto.”

 

 

“Entro un quarto d'ora, però dovrei stare lontana da loro.”

 

 

Indicò i cani che scodinzolavano allegri, Germania chiese a Prussia di portarli fuori, questo buffo, quando fece uscire li un lampadina si accese, fece un ghigno per poi incamminarsi verso la sua stanza.

 

 

 

Tornando in Russia ....

 

 

 

L'ora del rientro inevitabilmente arrivò, e dovettero rincasare anche presto perchè, nonostante fosse estate, in Russia faceva lo stesso freddo. Sara si era divertita tantissimo quella mattina a girare per mosca e a chiacchierare con Ivan, peccato che il suo buon umore si congelò (letteralmente) quando vide Bielorussia che sembrava aspettarli, ma nonostante l'occhiata omicida che l'italiana le lanciava, Natalia la ignorò e dedicò la sua attenzione al fratello.

 

 

“Non è un problema se mi fermo da te a cena stasera, vero nii-san?” disse con un sorriso che non prometteva niente di buono.

 

 

Russia non aveva la minima voglia di avere a che fare con la sorella ed evitare i suoi agguati per tutta la sera, ma soprattutto non voleva rovinare la serata a Sara che, notò, continuava a fissarla male, come se fosse indecisa se sgozzarla o pestarla a sangue, ma quest'ultima, notando il disagio del fidanzato, sorrise cercando di rassicurarlo.

 

 

“Per me non ci sono problemi.”

 

 

“Sicura?” chiese non molto convinto.

 

 

“Certo.”

 

 

“Bene!” va via, ma non prima di scoccare a Sara un'occhiata maligna.

 

 

Il russo sospirò “Mi dispiace, non voglio obbligarti a passare la serata con mia sorella.”

 

 

“Non preoccuparti, ho sopportato di peggio. “

 

 

Ma il sorriso sparì subito, sostituito da uno sguardo tagliente come la selce "ma se osa anche solo insultarmi o fissarti troppo a lungo non risponderò delle mie azioni"

 

 

L'ora di cena arrivò, e a tavola l'aria era tesa, talmente tesa che a fatica si respirava: Russia e i baltici continuavano a scoccare delle occhiate preoccupate da Sara a Natalia, che continuavano a fissarsi come se dovessero saltarsi addosso da un momento all'altro, ma fortunatamente si limitarono solo a questo, finché non arrivarono a fine pasto...

 

 

“Che lavoro vorresti fare una volta finiti gli studi? “ Chiese la bielorussa a bruciapelo, al che Sara la guardò gelida.

 

 

“La veterinaria.” Tagliò corto, fiera della scelta che aveva fatto per il suo futuro.

 

 

“Mpf, che lavoro stupido. Stare in mezzo a bestie orribili e senza un minimo di intelligenza, buone solo quando le porti al mattatoio.”

 

 

Ivan guardò Sara allarmato quando la vide incupirsi: per lei gli animali erano un argomento molto delicato, e la sua risposta non tardò ad arrivare.

 

 

“Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa vuol dire essere amati, e credo proprio che tu non ne abbia mai avuti, altrimenti non parleresti così. Mi fai pena.” Disse con finta compassione alla bielorussa.

 

 

“Io ti farei pena?!”

 

 

“Anzi no, ti trovo patetica.”

 

 

Natalia ringhiò, letteralmente, fece per alzarsi per andare a picchiarla, così fece anche Sara, ma a bloccare le due ci pensò Russia.

 

 

“Ora basta, finitela! Non ha senso litigare! Natalia, grazie pe la visita ma credo che per te sia arrivata l'ora di andare via" la bielorussa lo fissò in silenzio, per poi fissare disgustata Sara che ricambiava lo sguardo altrettanto gelida.

 

 

“Ringrazia che c'è mio fratello, altrimenti a quest'ora ti avevo già sgozzato.” Disse con fare minaccioso.

 

 

“Il mio spetro ti avrebbe perseguitata fino alla fine dei tuoi giorni allora.” Rispose per niente intimorita dalle parole della ragazza.

 

 

Natalia ringhia “Non finisce qui" e dicendo questo, furiosa ma riconoscendo, a malincuore, la sconfitta, se ne andò.

 

 

“Ivan....” si voltò verso il russo.

 

 

“Si?”

 

 

“La prossima volta vieni tu da me, ok?”

 

 

 

Tornando in Germania...

 

 

 

Roberta dovette andare a sdraiarsi in camera sua perchè la medicina facesse subito il suo effetto. Dopo mezz'ora uscì dalla stanza completamente rinvigorita, vide la porta finestra, in fondo al corridoio, aperta e ne approfittò per prendere una boccata d'aria, si era fatta sera, amava ammirare le stelle. D'un tratto sentì due braccia che l'abbracciarono da dietro e due labbra che le baciarono la nuca.

 

 

“Come ti senti?” chiese preoccupato.

 

 

La ragazza prese una mano del biondo baciandone il dorso.

 

 

“Molto meglio.”

 

 

Cinguettò, Germania la girò, le accarezzò il viso guardandola teneramente, si avvicinò al volto di lei, ma questa lo fermò mettendogli due dita sulle labbra stupendo non poco il tedesco.

 

 

“E se non mi fossi risanata del tutto e ti mischiassi qualche germe?”

 

 

Ludwig le sorrise dolcemente, tolse la mano che gli aveva messo davanti.

 

 

“Correrò questo rischio.”

 

 

Roberta ridacchio, stavano per unirsi in un bacio quando qualcuno li chiamò.

 

 

“Doitsuuuuuuu, la cena è prontaaaaaa!!” si sentì la voce di Feliciano espandersi per quasi tutta la villa.

 

 

I due maledirono l'italiano mentalmente, la siciliana stava per rientrare quando il biondo la fermò.

 

 

“Dove pensi di andare?!” L'attirò a se, e per la seconda volta ...

 

 

“Doitsuuuuuuuuuu, la cena si fredda!!!!!” dannato Feliciano.

 

 

La siciliana ridacchiò, il tedesco si irritò non poco, la ragazza lo prese per mano.

 

 

“Andiamo, altrimenti Ita-chan si arrabbia!” disse sarcastica.

 

 

Arrivarono nella sala da pranzo, la tavola era apparecchiata, Prussia aveva già cominciato a mangiare mentre Feliciano li stava aspettando.

 

 

“Come ti senti?” chiese l’italiano alla siciliana.

 

 

Roberta si sedette guardando disgustata Gilbert sporco di salsa su tutta la faccia, e Gilbird passato da giallo alla arancione.

 

 

“Mi sento molto meglio, grazie!”

 

 

Cominciarono a mangiare, dopo un pò Prussia cominciò a parlare.

 

 

“Asfgnmndhy...” non si capì niente di quello che disse.

 

 

Tutti i presenti nella stanza lo guardarono scioccati, Germania si diede uno schiaffo sulla fronte per il pessimo comportamento del fratello.

 

 

“Animale!!” ringhiò la ragazza.

 

 

Lo fulminò con lo sguardo, Gilbert ingogliò il boccone per poi riprendere a parlare.

 

 

“Dicevo ... brutta cosa l'allergia.”

 

 

Roberta sospirò “Già, io amo gli animali ma purtroppo sono allergica al pelo dei cani e dei gatti.” Disse con un velo di tristezza.

 

 

“Capisco ... e se ti dovessi ritrovare la stanza piena di peli di cane ... cosa ti succederebbe?”

 

 

Roberta, e gli altri due, furono sorpresi dalla sua curiosità.

 

 

“Credo che la reazione sarebbe un pò più forte, meno male che ho la mia medicina!”

 

 

“Perchè lo volevi sapere?” Chiese Ludwig non molto convito al fratello.

 

 

“Semplice curiosità.”

 

 

Dopo un pò si alzò da tavola dicendo di aver un urgente bisogno della toilette, prese Gilbird e si allontanò. Roberta si alzò e andò vicino a Feliciano, sott'occhi curiosi del tedesco.

 

 

“Li hai presi?” Gli sussurrò.

 

 

“Si, si, poi te li passo.” Sussurrò a sua volta, entrambi sorrisero complici.

 

 

“Cosa state confabulando voi due?” chiese curioso il tedesco.

 

 

“Chi? Noi? Niente mi amor!!”

 

 

E sempre sorridendo andò a sedersi al suo posto, dopo qualche minuto tornò Prussia, anche lui sorridente.

 

 

“Che hai da sorridere?” Germania lo guardò non molto sorpreso.

 

 

“Hai fatto pena a Ungheria e ti ha risparmiato?” ghignò divertita la siciliana.

 

 

Prussia la fulminò con lo sguardo, questa lo ignorò ridacchiando.

 

 

“Ma non dire assurdità, è lei che mi fa così pena che non oso nemmeno toccarla.” Ribatté.

 

 

“Non osi toccarla perchè hai paura di lei.” Pronunciò a bassa voce, ma non talmente bassa da non essere udita dal prussiano.

 

 

“Io non ho paura di lei.” Cercò di difendersi.

 

 

“Se se ... e io amo Justin Biber ... ma fammi il piacere!!”

 

 

Gilbert stava seriamente cominciando ad innervosirsi.

 

 

“Senti mocciosa, è col magnifico me che stai parlando, quindi vedi di stare al tuo posto!!”

 

 

“Si, certo ... coffmegalomanecoff.”

 

 

“Ehi, io non sono un megalomane.”

 

 

“Io non ho detto niente.”

Fece la finta scioccata mentre Prussia si stava innervosendo, Feliciano decise di intervenire.

 

 

“Che ne dite di prendere il dolce?”

 

 

“Ottima idea!! Ora cercate di ricomporvi per piacere.” Rivolto ai due che si guardavano con sguardo di sfida, decisero di rimettersi a sedere e passare al dessert.

 

“Vedrai come sarà succulenta la mia vendetta, kesesesese!!” Disse mentalmente lodandosi solo come lui sapeva fare.

 

 

 

Torniamo in Russia.

 

 

 

Si era fatto tardi, e nonostante Sara volesse star a parlare ancora con Ivan, purtroppo dovette ritirarsi nella sua stanza, ben conscia che superata una certa ora (in questo caso un quarto a mezza notte) era talmente stanca che con la testa non ragionava più. Augurò la buona notte al russo dandogli un bacio sulla fronte, per poi salutare calorosamente i baltici e andare in camera sua.

 

 

Preferì fare una doccia calda per rinfrescarsi e togliersi di dosso la rabbia che aveva provato stando nella stessa stanza con Bielorussia. Quando uscì dal bagno si sentì decisamente meglio. Aveva ancora l'accappatoio addosso ed era intenta ad asciugarsi i lunghi capelli scuri quando qualcuno bussò alla porta.

 

 

“Chi è?”

 

 

“Sono io, posso entrare?”

 

 

Sara si bloccò per un attimo, arrossendo: farsi vedere in accappatoio da Russia? Ok che l'aveva già vista in costume da bagno (a due pezzi tra l'altro: quando Roberta l'aveva spinta contro di lui erano caduti e lei era finita a cavalcioni sopra al russo, facendola quasi svenire), ma era lo stesso un po' imbarazzata, ma dopo tutto non era un depravato come Francia, quindi poteva fidarsi di lui.

 

 

“S-sì, entra pure.” Pronunciò titubante.

 

 

Russia quasi si strozzò con la saliva quando vide la ragazza in accappatoio, e la sua mente cominciò fin troppo presto a fare pensieri molto poco casti su di lei, senza contare che i pantaloni erano diventati all'improvviso stretti.

 

 

“Ivan? Ivan ci sei?” ai all’armò vedendo l’espressione ebete del russo.

 

 

“Eh? Cosa?”

 

 

“Ti eri imbambolato ... c'è qualcosa di cui devi parlarmi?”

 

 

“S-sì, in effetti c'è ... v-volevo scusarmi per stasera, mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare la presenza di mia sorella....”

 

 

“Non preoccuparti per quello, ho avuto a che fare con gente peggiore, credimi se ti dico che tua sorella in confronto è una bimba dell'asilo!"

 

Dicendo questo si lasciò scappare una risata e si sedette sul letto, e Russia non poté non notare il decolté decisamente generoso della ragazza, si imbambolò per la seconda volta, Sara, vedendo l'espressione dell'amato, gli andò davanti, gli schioccò due dita davanti al volto per farlo riprendere, cosa che avvenne.

 

Russia prese il volto della mezza romana tra le mani per poi baciarlo, questa ricambiò il bacio. Si avvicinarono piano piano al letto, Sara ci cadette sopra, Ivan si posizionò sopra la ragazza, le sorrise, lei divenne rossa, ripresero a baciarsi. Ivan scese sul collo della ragazza, che sospirò, il resto della notte fu magia. Entrambi si sentirono le persone più felici e fortunati di tutto il mondo.

 

 

 

 

Il resto della cena passò tranquillo, si fece l'ora tarda e Roberta e Germania dovettero lasciarsi a malincuore. La siciliana si era già messa il pigiama (ovvero, una semplice camicia lunga che la copriva fino a metà coscia, risvolti nelle maniche e pantaloncini) quando qualcuno bussò alla porta.

 

 

“Chi è?”

 

 

“Sono io, posso entrare?”

 

 

Roberta andò ad aprire ridacchiando, Feliciano, anche lui ridacchiando, entrò nella stanza, sotto braccio teneva una busta marrone che poi porse alla siciliana, a questa le brillarono gli occhi, la prese per poi andarsi a sedere al centro del letto, aprì la busta per poi far uscire il contenuto: dei fogli bianchi dove sopra si poteva benissimo identificare la calligrafia di Ludwig. Feliciano le si sedette accanto osservandola mentre leggeva quei foglietti.

 

 

“Ma ... oddio!!! Mi amor, ti amo sempre di più.” La ragazza strinse a se uno di quei fogli che stava leggendo.

 

 

“Non credevo che Doitsu fosse così romantico.” Sorrise.

 

 

“Nemmeno io!!” sorrise a sua volta.

 

 

Lesse un'altra riga di quella lettera, gli occhi le brillavano, Feliciano sorrideva.

 

 

“Si vede che è innamorato di te.”

 

 

“E anche io lo amo tanto!!!” dei cuori fluttuavano attorno alla ragazza.

 

 

Quasi si mise a piangere, finalmente aveva trovato qualcuno che ricambiava i suoi sentimenti. Dopo quasi un'ora Italia dovette andarsene, Roberta lo ringraziò un milione di volte, nascose la busta con le lettere, spense le luci e si coricò ma un pensieri le balenava in mente.

 

 

“E se Feliciano va in camera di Lud?!”

 

 

Si trattenne più volte dall'alzarsi e andare lei in camera del suo amato, fino a quando si prese di coraggio e uscì dalla stanza. Si bloccò quando fu davanti la porta che la separava dal tedesco, il cuore le salì in gola, e se avesse trovato Feliciano nel letto di Lud? No, no, no, scacciò questo pensiero e, piano piano, aprì la porta.

 

 

La stanza era buia ma lei era già abituata al buio e c'era pure quel poco di luce che fioccava dalla finestra. Entrò nella stanza, chiuse la porta dietro di se e si avvicinò al letto, grazie al cielo c'era solo Germania, coricato sul fianco, che dormiva tranquillamente, il cuore le batteva forte, un altro pensiero la prese: e se dopo che se ne fosse andata Feliciano arrivasse a occupare il lato libero? Esitò qualche istante per poi sollevare le coperte e sdraiarsi, guardò per poco la schiena del suo amato per poi chiudere gli occhi e cercare di addormentarsi.

 

Germania non riusciva a dormire, il pensiero che la donna che amava fosse a due porte più distanti dalla sua gli impediva di entrare nel mondo dei sogni, d'un tratto sentì le coperte alzarsi e il materasso abbassarsi, credette che fosse, per la millesima volta, Feliciano, dopo qualche minuto decise di girarsi, rimase sorpreso quando vide Roberta coricata accanto a lui, con gli occhi chiusi, divenne rosso.

 

 

Posò un bracciò attorno la vita della ragazza da sopra le coperte, e con l'altra mano si sosteneva la testa, si era incantato ad osservarla.

 

 

“E' bella pure quando dorme.” Pensò.

 

 

Le posò delicatamente un bacio sulla fronte, Roberta aprì lentamente gli occhi ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del biondo, entrambi arrossirono di botto.

 

 

“T-ti ho svegliato?”

 

 

“No, e-ero già sveglia.”

 

 

“Come mai se qui?” chiese incuriosito della presenza della siciliana nel suo letto, anche se ne era non poco felice.

 

 

Roberta abbassò lo sguardo diventando bordeaux, esitò qualche istante prima di parlare.

 

 

“Volevo dormire con te.” Pigolò imbarazzata.

 

 

Germania sorrise per poi spostarle una ciocca di capelli che le era finita davanti il viso, la siciliana alzò lo sguardo incrociando gli occhi color cielo dell'altro. Ludwig mise due dita sotto al mento della ragazza sollevandole il volto e baciarla, il primo bacio fu a fior di labbra, si staccarono per poi ricominciare con un bacio più profondo. Roberta avvolse le braccia attorno al collo dell'uomo, questo si posizionò sopra si lei, scese a baciarle il collo per poi sbottonarle la camicia scoprendo i seni prosperosi. Pure loro passarono una notte che non avrebbero mai dimenticato.

 

 

 

Angolo delle autrici:

 

Rob: Speriamo con tutto il cuore che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^^ ... ritiro quello che ho detto nell’altro capitolo, il mio preferito in assoluto è questo ** …………………………………………….. Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa *scoppia  a piangere* ç^ç

 

Pru: Ed ora che ti prende?

 

Rob: Questo non è l’angolo delle autrici ma ci sono solo io. *corre tra le braccia del biondo continuando a piangere*

 

Ger: Non piangere. *le accarezza i capelli*

 

Rob: Mi amor, come farò senza Sara?! ç^ç è partita e tornerà forse a inizi Agosto.

 

Pru: Ha detto che, se ci va fortunata, torna tra una settimana.

 

Rob: Ma è troppooooooooooooooooooo, io voglio Sara ORA!!!

 

Pru: Falla calmare tu, west.

 

Ger: *Le da un bacio facendola avvampare mandandole il cervello in tilt*

 

Pru: Credo sia stato troppo.

 

Ger: Perché?

 

Pru. E ora chi risponde alle recensioni?

 

Ger: Mi sa che hai ragione *si avvicina all’orecchio della siciliana*c’è Francis.

 

Rob: *La ragazza si ridesta* dove sei lurido francese di *bip*

 

Pru: Non c’è.

 

Rob: Cosa?! Uff…

 

Ger: Devi rispondere alle recensioni.

 

Rob: Ok … la prima è Miharu__Chan … tranquilla, la tua pigrizia è perdonata =w= … mi fa piacere ti piaccia la fic e Ivan è di Sara ^^

 

Pru: Se ci fosse in questo momento la riempirebbe di botte.

 

Rob: Ne sono certa pure io XD … grazie molte per la stima che ci riponi ^^ e grazie per aver recensito.

 

Ger: La prossima è historygirl93.

 

Rob: Sono felice che piaccia anche a te ^^

 

Pru: Un’altra a cui piace la scena dell’aragosta XD

 

Rob: Già, in queste cose Sara è un genio XD … Sara ç^ç waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa *stringe forte Lud*

 

Ger: Su su.

 

Rob: Mi mancaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!

 

Pru: Non fare la bambina.

 

*A quelle parole si asciuga le lacrime e va davanti al prussiano minacciosa*

 

Rob: A chi hai dato della bambina?!

 

Pru: Indovina un po’? Proprio a te!!

 

Rob: Grrrrrrr … IO NON SONO UNA BAMBINAAAAAAAAA!!!!!!!

 

*Germania la solleva per evitare che massacri il fratello*

 

Rob: @#]§&%$£[(@#§ç)!?

 

Ger: Ora smettila.

 

Rob: Ok … Den, historygirl93 può lavorare con noi?

 

Dan: Mi dispiace, ma di personale c’è né anche troppo.

 

Rob: ^^’’ mi dispiace molto coetanea… la prossima è moniko chan … sono d’accordo con te ** Lud sta da dio con la divisa da cameriere.

 

Ger: >///////////>

 

Rob: E, mia cara, si … Den si veste pure così :3 … non allagare la Sardegna, mi raccomando XD

 

Ger: Riguardo la gonna *coff* non mi dispiace per niente *coff*

 

Rob: Io continuo a trovarla la cosa più scomoda, fastidiosa e odiosa che ci sia -.-

 

Pru: Un attimo … ha detto proprio badile?

 

Rob: Grazie mille per la tua gentilezza ^^’ … tranquilla, Den te lo lasciamo ma se continua ad essere odioso lo massacriamo ♥

 

Den: çAç

 

Rob: E per quanto riguarda Vash … ç^ç io lo stimo ma così è crudele, Ora non è qui perché non lo hanno pagato per minacciarmi nell’angolo :3 muahahah … Grazie mille a chi ci segue, a chi recensisce e bla bla bla ^^ grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!

 

Pru, Ger e Rob: Auf Wiedersehen.

 

Den: Farvel.

 

Rob: Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa çAç

 

Ger: Che c’è?

 

Rob: Sara dice sempre Farvel ç^ç

 

Pru: Nemmeno le avessero tolto il pc a vita.

 

Rob: MAI SIA!!!!!!!!!

 

Ger: Al prossimo capitolo .-.

  
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