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Autore: evenstar    26/03/2006    13 recensioni
Un normale pranzo domenicale a casa Weasley può trasformarsi in un inferno per il povero Lupin. Una one-shot tanto per ridere un pò con un Lupin un pò (tanto) OOC
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sorpresa | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Will

 

- Remus te lo chiedo per l'ultima volta, - Tonks aveva un tono rassegnato. - Vuoi fare un tentativo? Se solo smettessi di pensare e agissi con il cuore avremmo la possibilità di essere felici insieme, veramente felici.

Lui la guardò, avrebbe dato tutto quello che aveva per dire di sì, per poter stare con lei, ma non poteva, non era in grado di prendere una simile decisione, possibile che per lei fosse così difficile da capire, non poteva assumersi la responsabilità della sua vita, stando con lei le faceva correre troppi rischi.

- E io ancora una volta te lo ripeto Ninfa... Tonks, -  si corresse lui, fissando la smorfia che era comparsa sul volto della strega: nonostante tutto, ancora non sopportava di sentirsi chiamare per nome.

- Non posso stare con te, non posso metterti in pericolo in questo modo.

Lei sospirò. - D'accordo allora, ti avevo promesso che dopo questa volta ti avrei lasciato stare, e così farò, lo so che cerchi solo di proteggermi ma così farai soffrire entrambi.

- Senti...

- No, lascia stare, me ne vado, - detto questo si diresse verso la porta della stanza, lasciandolo solo a ripensare a quello che gli aveva appena detto.

Forse aveva ragione, avrebbero sofferto, ma con il tempo le sarebbe passata e lui avrebbe potuto dormire tranquillo sapendola al sicuro.

 

Non la rivide per tutta la settimana successiva, il che era strano, in genere frequentavano gli stessi posti, per cui, volenti o nolenti, si incontravano spesso. La domenica successiva Remus si vestì e si preparò, era stato invitato a casa Weasley per il pranzo. Uscendo indugiò solo un attimo per pensare a come sarebbero potute andare le cose se avesse dato una risposta diversa la settimana prima.

Si immaginò alla porta della casa di Tonks ad aspettarla mentre lei finiva di prepararsi, l'avrebbe vista scendere, probabilmente inciampando in uno scalino e finendo quasi per rompersi l'osso del collo. Lui sarebbe stato pronto, anche perché tutte le volte che lei era nella stanza non riusciva a staccarle gli occhi di dosso per più di 2 minuti di fila e l'avrebbe presa al volo. Si sarebbero diretti insieme a casa Weasley, magari mano nella mano, come due adolescenti in crisi ormonale, ma non gli sarebbe importato nulla di perdere parte della sua fama di imperturbabile.

L'orologio batté le dodici, riscuotendo l'uomo dai suoi pensieri, si diresse da solo verso la porta e si smaterializzò per comparire subito dopo fuori dalla Tana. Bussò alla porta, venne ad aprire Tonks, tra tutte le persone che potevano comparirgli davanti in quella casa, proprio di fronte a lei si doveva trovare, senza neanche essere stato preparato oltretutto. Si accorse che all'improvviso si sentiva imbarazzato e abbassò lo sguardo.

- Ciao Remus! - lo salutò lei allegra. - Vieni entra, siamo già tutti in cucina, aspettavamo solo te per iniziare.

- Ciao Tonks, ti trovo bene, - era vero; lui si sentiva malissimo, aveva passato una settimana infernale. Uscendo di casa si era guardato allo specchio e aveva notato che era più pallido del solito con delle occhiaie bluastre sotto gli occhi, dovute alle notti passate a rigirarsi nel letto ripensando alla sua decisione. Lei invece sembrava appena uscita da un salone di bellezza, i capelli tornati di un rosa acceso, gi occhi lucidi più vivi di quanto si ricordava fossero stati in tutti quei mesi, il volto lievemente arrossato.

- Sì, beh ora che non passo tutte le mie giornate a struggermi per te, devo dire che mi sento un po’ più rilassata.

- Abbiamo preso la decisione giusta, - disse lui.

- No Remus, tu ha deciso. Ricordatelo, - disse lei, ma non con tono freddo, era come se volesse semplicemente ricordargli come erano andate le cose, senza accusarlo di niente. - Vieni dai, non stare li impalato. Tu invece sembri uno straccio, - gli disse poi facendolo entrare in casa. Lui alzò le spalle, egoisticamente si era aspettato di trovarla un po’ peggio, almeno un po’ depressa, vederla in piena forma non faceva che peggiorare il suo malumore. Si rese conto all'improvviso che non aveva nessuna voglia di stare lì, si sarebbe volentieri chiuso in casa sua, da solo, ma ormai era tardi. Sfoderò il miglior sorriso che riuscì a mettere insieme ed entrò in cucina. Tutta la famiglia (allargata) Weasley, che comprendeva ovviamente anche Hermione, Harry e ultimamente anche Fleur, si trovava già seduta a tavola, vide che gli avevano lasciato un posto, accidenti a loro, proprio di fronte a Tonks.

Poi guardando meglio vide che i conti non tornavano, c'erano due posti liberi, uno di fronte a Tonks e l'altro di fianco alla ragazza. Si diresse a quello di fianco, almeno non avrebbe avuto il suo volto sempre davanti, poteva anche girarsi da un'altra parte e intrattenere una vivace conversazione con... Ginny, beh meglio che niente, in fondo.

- Remus ti spiacerebbe metterti qui, li abbiamo già fatto sedere Will, - disse Molly vedendolo marciare verso il posto libero e indicandogli quello davanti a Tonks.

- Oh, ehm certo Molly, - disse lui perplesso. Che Will fosse il famoso fantasma della soffitta Weasley invitato per qualche ragione?

Poi vide comparire un ragazzo, capelli scuri, piuttosto lunghi, pizzetto, tutto vestito di nero, con abiti babbani, ma stivali di pelle di drago, una sorta di copia esagerata di Bill Weasley insomma.

- Oh è arrivato, bene, tanto piacere, - gli disse il nuovo arrivato tendendogli la mano che Lupin, stupito, si accinse a stringere.

- Will immagino, - bofonchiò.

L'altro annuì.

- Will è… - Tonks si fermó imbarazzata, Remus mentalmente finì la frase per lei " mio cugino? Il vicino di casa? Un fratello di cui nessuno sapeva l'esistenza? "

- Il suo ragazzo, - finì Will per lei stringendole la vita e stampandole un bacio sulla guancia.

Lupin crollò sulla sedia dove si stava sedendo e fissò i due.

- Cosa? – disse.

- Ehm sì, il mio ragazzo, mi dispiace che tu l'abbia scoperto così, speravo di avere il tempo di dirtelo prima.

Lupin aveva anni di esperienza nel nascondere le proprie emozioni, mise su una maschera di stupore tentando di  cancellare il dolore che quella dichiarazione gli aveva provocato, sentiva una fitta al petto, stava malissimo, aveva quasi la nausea.

- No, va bene, sono contento per te, sul serio.

- Bene, allora tutto a posto, - sorrise lei sedendosi a fianco a Will e stringendogli la mano.

Fu come se la stessa mano stesse stritolando il cuore di Lupin, che non poteva fare altro che guardarli, dato che erano proprio davanti a lui.

 

- Remus sei sicuro di stare bene? Hai una faccia… - gli chiese Molly.

- No, non sto bene. Sarà influenza, sto così da un po’ di giorni, - mentì, ma solo in parte, lui

- Quando vai via ricordami che ti preparo un po’ della pozione di nonna Weasley, vedrai che in paio di giorni sarai come nuovo.

- Eh? A sì, grazie.

Remus sprofondò nella sedia senza praticamente magiare nulla, la vista di Will che si abbuffava davanti a lui, tenendo la mano di Tonks, la quale gli sorrideva ogni tre secondi, come se avesse trovato l'amore della sua vita, gli toglieva l'appetito. Pensare che avrebbe dovuto esserci lui li a tenerle la mano e..oddio, a baciarla come adesso stava facendo quel ragazzino.

Se le avesse spinto la lingua ancora un po’ più in gola avrebbe finito per soffocarla, come faceva Molly a permettere che si comportasse così in casa sua, a tavola per di più. Remus sentiva che la rabbia gli stava montando dentro come un vulcano, cercò di analizzare la situazione, ma non fece che peggiorare la situazione pensando che tutto era dipeso da una sua scelta, se l'era voluto lui in fondo, Tonks aveva ragione.

Ma come avrebbe potuto immaginarsi che una settimana dopo che si erano lasciati ( non che fossero mai stati insieme ma insomma, quasi ) lei si sarebbe avvinghiata al primo bell’imbusto trovato chissà dove. In quella settimana l'aveva sempre immaginata sola, magari infelice, ma al sicuro, a struggersi d'amore per lui... come stava facendo lui insomma. Non era previsto dai suoi piani che lei fosse felice con un altro, non credeva che l'avrebbe sopportato.

 

Finalmente la tortura sotto forma di pranzo domenicale volse al termine, Arthur propose di spostarsi nel salotto per digerire l'ottimo pranzo e prendere un caffè e sebbene Lupin non avesse toccato cibo e non avesse nulla da digerire, scattò in piedi come se avesse una molla e si diresse verso il salotto come uno zombi. Fu presto raggiunto dagli altri ma fu subito chiaro che, anche con tutte le buone intenzioni del mondo, tutti seduti non ci sarebbero stati.

- Beh dato che i posti sono pochi… vieni qui tu, - disse Will tirando per un braccio Tonks che gli cadde addosso, sistemandosi poi meglio sulle sue ginocchia e rincollandosi a lui come una sanguisuga. Lupin non poté sopportare oltre, sentì che doveva assolutamente allontanarsi prima di esplodere, così si alzò.

- Dove vai?

- A fare un giro fuori, devo aver mangiato troppo, faccio due passi, - mentì lui uscendo in giardino.

Appena fuori prese una boccata d'aria fredda che in parte lo fece sentire meglio. Tutta la sua storia o, era meglio dire, la sua non storia, con Tonks era stata dettata dallo scontro, i sentimenti di una ragazza innamorata contro la ragione di un uomo maturo, che aveva da tempo passato le crisi adolescenziali, anzi che non le aveva ma avute, lui, quelle famose crisi. Poteva benissimo analizzare quella storia e capire che, in fondo, era meglio così.

Lei sarebbe stata al sicuro e anche felice, era perfetto, per quello l'aveva allontanata no? Tutto come previsto, tutto nel migliore dei modi, solo una persona sarebbe stata male, lui.

Eppure… eppure non ce la faceva, i suoi sentimenti stavano ruggendogli nel petto, dicendogli che era stato un perfetto imbecille, che aveva buttato nel... beh al vento la sua unica, e forse ultima, possibiltà di essere felice.  Sentì dei passi dietro di lui e si girò per trovarsi di fronte la ragazza fonte di tutte le sue pene.

- Che ci fai qui fuori? pensavo stessi dentro, con... Will, - le disse.

- E tu che ci fai da solo? Pensavo che saresti stato contento di vedermi felice.

- Lo sono, - quelle due parole richiesero tutto il controllo che ancora aveva.

- Bene allora, ora torno dentro, - disse lei voltandosi e lasciandolo lì, da solo.

- Tonks aspetta, - Lupin scattò in avanti afferrandole un braccio e trattenendola. - Che ci fai con quel tizio? Credevo che provassi qualcosa per me.

- Infatti Remus. Ti amo, ma sono stufa di stare ad aspettarti, mi sono lasciata trasportare troppo dai miei sentimenti, ma ora ho preso esempio da te, ho analizzato la mia situazione e mi sono accorta che non potevo passare tutta la vita ad aspettare una persona che non aveva la minima intenzione di stare con me. Quindi, - sospirò teatralmente la ragazza. - Tra non avere nessuno vicino o stare con una persona, che forse non amo, ma che mi starà vicino quando avrò bisogno di lui, beh allora scelgo la seconda.

- Cosa?

- Non voglio stare da sola Remus.

- E quell'incrocio tra un mago e un metallaro ti pare che sia adatto per starti accanto? Andiamo Dora!

- Almeno lui non cerca scuse idiote, e poi ti ricordo che sei stato tu a dirmi di lasciarti stare, io non ne avevo nessuna intenzione, non dirmi che adesso vorresti tornare indietro, - lei lo fulminò con lo sguardo, fissando i suoi occhi, in quel momento blu scuro, come il mare in tempesta, quelli di lui con una tale forza che Lupin fu costretto ad abbassare lo sguardo.

- Io...

- Allora Remus, io posso vivere senza di te, magari non sarò la persona più felice del mondo, ma posso andare avanti in qualche modo. Tu puoi passare la tua vita da solo, a vedermi tra le braccia di un'altra persona?

Lui non rispose e lei mosse il braccio cercando di liberarlo dalla sua stretta, lui la lascio andare, la vide andare verso la porta, stava per entrare in casa. Lupin corse verso di lei e la bloccò di nuovo facendola girare.

- No.

- Cos…? - prima che potesse finire la frase Lupin le chiuse la bocca appoggiandoci sopra la sua, non si aspettava che lei rispondesse al bacio, pensava che si sarebbe ritratta allontanandosi, invece lei socchiuse le labbra così Remus decise di approfondirlo, anche se non si sbilanciò come il giovane Will aveva fatto poco prima. Lei non parve prendersela, anzi, si appoggiò a lui, passandogli le braccia attorno al collo.

- Alla fine ci siamo capiti noi due vero? - gli chiese allontanandosi ma tenendogli stretta la mano

- Sì, credo di sì, - rispose lui.

Lo trascinò dentro la casa, Remus guardava perplesso verso il fantomatico Will che stava discutendo animatamente con Bill Weasley, senza dare segno di essere molto preoccupato di dove fosse finita la sua ragazza.

- Oh, eccovi voi due, - disse alla fine vedendo che Tonks stava entrando nel salotto, non facendo evidentemente caso al fatto che lei teneva stretta la mano di Remus.

- Come è andata? - chiese strizzandole un occhio con fare cospiratore.

- Benissimo, - disse lei voltandosi raggiante verso Lupin, che capiva sempre meno di tutta quella situazione.

- Che sta succedendo qui?

- Remus questo è... - iniziò Bill alzandosi con Will.

- Lo so, Will.

- ...per essere esatti è William McCoy, un mio collega, nonché amico.

- E suo ragazzo, - finì Remus fissando Tonks e staccando la mano dalla sua.

- Devo dire che sarei felice di avere una ragazza come lei al mio fianco, - disse Will prendendo la mano di Tonks nella sua. - Purtroppo non ho questo privilegio che, amico mio, credo spetti a te, - disse mettendo la mano di Tonks in quella di Remus che lo fissava stralunato.

- Spiegami per favore, tu e il metallaro qui...?

- Vedi Remus eravamo tutti convinti che fossi nel torto, così quando Tonks ci ha detto cosa avevi deciso, abbiamo pensato che forse prima di permetterti di buttare via la tua vita, dovevi avere un assaggio di quello a cui stavi andando incontro, - spiegó Bill.

- Quanto sei arrabbiato? - gli chiese Tonks, fissandolo negli occhi.

- Un po’, tanto a dire il vero... - disse lui. - Ma ti devo anche ringraziare.

- Dici davvero?

- Sì, stavo per fare la stupidaggine più grande della mia vita, - disse girandosi e abbracciando la ragazza che gli stava vicino. - L'hai pensata tu questa messa in scena per farmi ingelosire?

- Certo, ho imparato da te a mantenere il sangue freddo quando invece il mio primo istinto sarebbe quello di scoppiare a piangere, o di picchiarti a sangue, testone.

- Sì, beh grazie di non aver scelto la seconda, - disse lui ridendo e sedendosi su una poltrona continuando a tenere stretta a sè la ragazza.

 

Fine

  
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