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Autore: _Syn    23/07/2011    4 recensioni
Buon compleanno, Sasuke.
“Itachi non sbaglia mai, uffa.”
Mikoto guarda il suo secondogenito dalla cucina e un sorriso triste le danza sulle labbra.
Itachi non sbaglia mai.
Sasuke non sa cosa significhi, e forse è meglio così. Da mamma, vorrebbe che non lo scoprisse mai.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Note: Buon compleanno, Sasuke.



Itachi non sbaglia mai



La grafia di Itachi è più bella della sua, anche se non è così elegante come uno potrebbe pensare osservando quei kanji così ben scritti, delicati, come se l'inchiostro fluisse direttamente dalla mente di chi tiene il pennino tra le dita. E' un'eleganza mascherata, involontaria.
La sua sicurezza non deriva dalla ricerca della perfezione. Itachi non vuole nulla di tutto ciò, non per sé. Itachi vuole chiarezza, vuole la delicatezza di un tratto di inchiostro che tutti possano leggere alla stessa maniera, senza pericolo di incomprensione. Nella sua mente, la possibilità di sbaglio non esiste. E se finirà per trasformarla in arroganza, allora così sia.
Eppure, c'è sempre quella maschera, ed è chiaro il paradosso. La chiarezza sfiorisce nell'inganno.
Ma lui li custodisce entrambi. E l'inganno persiste, mentre la verità soffoca.



“Itachi?”

“Sì, otouto?”

“Come fai a non commettere nessun errore? Mi insegni?”

“Temo sia impossibile, Sasuke.”

“Perché? Tu sei bravo, potresti, è solo che non hai mai tempo!”

Sasuke non accetta mai l'impossibile, perciò Itachi gli rivolge un sorriso che sembra accondiscendente, ma che significa, come sempre, una sola cosa:

“Mi dispiace, Sasuke. Forse un'altra volta.”

In quel momento, agli occhi di Sasuke, Itachi si ricopre di errori. Ma quando le due dita arrivano a picchiettargli la fronte gli sembra di capire perché sia impossibile. Solo, l'indizio sfugge come fumo.




La grafia di Sasuke è più spigolosa, forse per colpa della fretta. Gli angoli sono pieni di ansia e i trattini scivolano con indecisione. Il tratto si ferma un istante e poi riprende con più sicurezza. Si vede la pausa, si vede che un pensiero è inciampato tra l'inchiostro e la mente, inceppando il meccanismo. Quando usa il pennino, come fa sempre Itachi, sa che non potrà tornare indietro e cancellare l'errore o l'imperfezione. Questo lo rende nervoso, perciò esita sempre prima di poggiare la punta sul foglio. Basta quel momento ed è già tutto sbagliato. Perciò stringe tra le piccole dita lo strumento e straccia il foglio, gettandolo via con uno scatto di frustrazione. Un errore dopo l'altro, lui raggiungerà la perfezione. Smetterà di esitare.



Sasuke ha smesso di chiedersi come non commettere errori, perché gli interessa una cosa sola. Gli errori che commetterà lo rallenteranno, forse, ma la strada è spianata dall'odio crescente. La rabbia gli monta dentro mentre ricorda la domanda, la richiesta, fatta a suo fratello. In quella sua perfezione, pensa ogni notte, si celava l'errore più grande. In un istante, tutte le cose giuste sono sparite, lasciando nient'altro che una sensazione di irritazione sulla fronte, dove il profumo odioso del fumo, che corre via senza aspettarlo, ancora lo tormenta.

Nonostante l'odio, però, quella domanda non ha mai trovato risposta. Ma ormai non è più verità, solo odio.



**



La mente di Itachi è un universo di sotto categorie su cui regna una grande idea. Un'idea che potrebbe sembrare bislacca, antica, nata da una mente unica. Quell'idea scorre come acqua pura, lancia spruzzi involontari nelle sotto categorie che incontra, ma senza toccarle davvero. Quegli spruzzi si trasformano in acqua sporca, piano piano. Ma il flusso è inarrestabile.
Tuttavia, ogni idea prima o poi incontra un ostacolo. Nella sua mente Itachi lascia che quell'acqua pura accarezzi, distrugga, faccia resuscitare e salvi quell'ostacolo. Ogni possibilità, perché è ciò che quell'acqua deve rappresentare. Nessuna mezza misura.
Quel liquido cristallino alla fine si prosciugherà, ma la sua menta sarà libera. Il suo ostacolo, forse, sarà salvato e lui rimarrà dentro Sasuke in tutte le sue azioni.
Se solo l'odio non facesse vibrare l'acqua di rancore e odio, come un fulmine, Itachi potrebbe avvolgerlo in una spirale di guarigione e sapere di aver raggiunto la perfezione.



La paura di Sasuke sarà la spinta migliore per renderlo più forte di lui. La sua paura, l'istinto della fuga e la disperazione che lo terranno in vita, unite all'odio, lo porteranno a cancellare tutti gli errori che Itachi non ha commesso. Perché così funzionano le menti che lui ha macchiato con l'acqua, con la sua idea. E' sempre meglio che l'odio cancelli ciò che non è mai successo, per placare quella paura.

“Hai paura di sbagliare, otouto?” sussurra al fratellino addormentato.

Sasuke mugugna qualcosa, ma non si sveglia.
Con un abbraccio potrebbe distruggerlo, pensa. Ma Itachi decide che lo lascerà vivere tormentandolo di sofferenza. E forse, quel fumo smetterà di soffocarlo. Oppure troverà il suo senso senza che lui debba spiegarglielo.



La mente di Sasuke è un labirinto di pensieri che conducono a vicoli ciechi, per lo più. Ma in quel cerchio intricato esistono due uscite: una lo porta alla forza, all'orgoglio e l'altra è ricoperta di una luce che punge gli occhi, che fa esitare. Lascia macchie davanti allo sguardo e ferma i suoi passi. Lo fa tornare nel buio dei vicoli ciechi, lo rinchiude tra le pareti del labirinto. Sasuke arranca come chi vuole trovare un'unica via, un solo desiderio, pur avendo la mente lastricata di immense possibilità. A ogni passo una frana chiude persino i vicoli ciechi. Le strade diminuiscono, sbarrano le vie per uscire.
La mente di Sasuke lo imprigiona al centro del labirinto, di un desiderio totalizzante. Ogni via, ora, è sbarrata. Non può più uscire.
Ogni errore l'ha condotto lì, verso la sua idea di perfezione: nessun rumore, nessun intralcio. Solo un'ondata di volontà fuori controllo che preclude ogni altra possibilità. La perfezione esiste solo dentro di lui, rinasce di continuo, e la luce non l'accecherà. La perfezione si alimenta da sola, perciò non ha bisogno della forze e dell'orgoglio che ci sono lì fuori. Dentro di sé, ormai, il suo desiderio si avvera continuamente. E lo consuma, spegnendo le stelle.




“Itachi non sbaglia mai, uffa.”

Mikoto guarda il suo secondogenito dalla cucina e un sorriso triste le danza sulle labbra.

Itachi non sbaglia mai.

Sasuke non sa cosa significhi, e forse è meglio così. Da mamma, vorrebbe che non lo scoprisse mai.

Itachi non guarda mai il cielo, alla ricerca di un desiderio tutto per sé.

Itachi sarebbe tormentato dalla solitudine, se solo non fosse per...


Quando torna dall'accademia, Sasuke si lancia tra le sue braccia e ride, felice come se non avesse bisogno di altro.
“Giochiamo insieme? Eh? Solo per un po'! Per favore!”
Itachi sorride e lascia perdere tutto. Solo per un po', ora che può farlo.
Solo per un po', ora che nessuna cortina di fumo li allontana.

  
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