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Autore: than_    24/07/2011    0 recensioni
Descrizione della serie: Miles è un giovane vampiro. Ama i colori, ama la vita immortale che gli è stata donata,ama i suoi simili e ama il sangue. Ma più di tutto ama Mosca:è in una delle sue tante vie che Lucius lo trova.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un cuore per due'
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Miles
Uno spasmo mi obbligò a nuotare più avanti in quell'oblio completamente nero che mi circondava.
Eppure li vedevo prima.Vedevo i colori: il verde acceso delle foglie,l'azzurro del cielo,il bianco di quelle nuvole candide,il rosso...aspetta.
Dei microspasmi mi davano la consapevolezza di essere vivo - anche se man mano che sguazzavo in quei tentacoli neri, la vita era l'unica cosa che non percepivo e a cui non pensavo.
Il dolore alle tempie era lancinante, un bruciore costante che mi faceva tenere il collo incassato tra le spalle, che stavano più avanti.
Davanti agli occhi un'esplosione di colori,ogni sfumatura prendeva una figura,una forma diversa, l'associazione che formulavo nella mente tra colore e oggetto,ricordo...
Ma il rosso mi dava quale problema. Ogni tonalità mi sembrava sconosciuta, lontana, ma al contempo familiare. Lo spazio intorno a quel colore sembrava pulsare,quasi a farmi notare che quel colore significava molto,nella mia esistenza.
Il dolore allucinante alla testa si spostò d'un tratto al collo, e occupò una porzione così grande che riuscivo a malapena a sentire mio il braccio.
Questa volta però era diverso: era come se il dolore fosse un grande corvo, un enorme uccello nero che conficcava i suoi artigli nella mia spalla. Come se le sue zampe con unghie acuminate cercassero qualcosa nella mia carne, tra i miei tendini, sotto le mie ossa.
Cercai di resistere, ma in pochi minuti tutto diventò nero,più nero di prima, e poi il vuoto.

Lucius
Qualche vetro rotto,i divani in pelle completamente rovinati, le tubature che perdono...Oh,cazzo! Lucius stava mentalmente riassumendo la serie di danni rinvenuti dopo la battaglia, mentre spostava lo sguardo preoccupato e al contempo irato verso un mobile di legno antico,con un anta che un tempo doveva essere fatta di vetro integro.
Si avvicinò scavalcando i cocci: perdere sangue era l'ultima cosa che quella notte avrebbe dovuto fare. Lo avrebbe reso debole.
Guardò ironicamente addolorato la ragnatela che il vetro aveva tessuto,crepandosi, intorno alla pallottola d'argento conficcata nell'anta,spostata leggermente a destra.
Afferrò poi il pomello lavorato e leggermente macchiato dal tempo, e aprì lentamente il mobile.
Sì,era inutile: era di vetro, e poteva vederci attraverso,malgrado la ragnatela. Non servivano le sue magnifiche doti da vampiro: anche uno stupido umano ci sarebbe riuscito.
Ma voleva assicurarsi che ciò che aveva riposto all'interno, la sua cara collezione di vini pregiati, non fosse andata distrutta. Oltre il sangue, era l'unica cosa che gli donava energia e vigore.
Quindi lo sportello scricchiolò lentamente, e rivelò il contenuto del mobile,ovvero...niente.
Gli era stato portato via tutto.
Lucius distolse lo sguardo,ruotando le testa verso la sua spalla e chiudendo stancamente gli occhi.
Allargò le narici ripetutamente, come se servisse a tenere a bada la sua rabbia...che scaricò poco dopo sul muro, con un pugno che fece tremare tutto il palazzo.Qualche coccio cadde addirittura dal soffitto, posandosi silenziosamente sul tappeto che rivestiva il pavimento di quella stanza.
Questa volta i cacciatori erano bravi: non i soliti idioti che feriscono, indeboliscono e scappano,no. Erano quasi riusciti a ucciderlo, lui stavolta era quello che scappava.
Il fatto che i cacciatori avessero derubato la sua abitazione lo turbava parecchio: era un chiaro avvertimento, la sensazione palpabile, che sarebbero tornati a finire ciò che avevano iniziato.
Un brivido percorse il corpo freddo ma vivo di Lucius. Già,vivo.
Perchè lui era un vampiro, ma non era morto. Il suo cuore pulsava. Il sangue scorreva abilmente nelle sue vene bluastre. Ma era immortale. Ed era anche arrabbiato.
Si incamminò verso il portone del palazzo, con una debole spinta lo chiuse, e poi si tirò su il bavero dello spolverino che indossava. Poi scomparve nella notte.

La stessa notte che lo aveva trovato.
Il ragazzo era un vampiro: il suo sangue era leggermente sgradevole al suo olfatto, ma comunque sopportabile,segno che era vivo da 100 anni o poco meno. Di certo non era stato trasformato di recente, anche se il modo in cui lo aveva trovato faceva capire tutt'altro: Sdraiato scompostamente a terra, il bacino in giù premeva sull'asfalto, mentre una mano era adagiata debolmente sulla fronte.
Non era morto, già a pochi chilometri di distanza, Lucius aveva percepito nella sua testa i battiti del suo cuore e i suoi spasmi alla ricerca di aria: il suo istinto da vampiro predatore si era adattato alle pulsazioni e alle inspirazioni,seguendone le frequenze.
Delicatamente posò una mano su una spalla,poi lo voltò lentamente,senza fatica.
Come lui,doveva essere stato creato quando aveva circa 18 anni, o poco meno. La pelle era ovviamente candida, ma qualche macchia di terra e qualche graffio insultavano quel rivestimento così diafano.
Ovunque si scorgevano ragnatele di vene,piccole periferie che si diramavano in capillari. L'immaginazione perversa di Lucius già seguiva il loro percorso.
Alcuni ciuffi ribelli ricadevano disordinatamente sulla fronte, delle fiamme che si innalzavano fino a un cielo nuvolo: questo gli facevano pensare quei capelli rossi, in contrasto con la sua carnagione.
Ci mise poco a prenderlo tra le braccia e portarlo nella sua seconda casa, l'ultima casa che gli era rimasta,dopo il palazzo. Le altre erano state interamente distrutte dagli assalti dei cacciatori.
Sorridente,camminava senza alcuno sforzo e stanchezza verso la sua reggia, la loro nuova casa.

Miles
La prima cosa che vidi fu il verde scuro della seta che circondava, cadendo verso il pavimento, il letto a baldacchino in cui ero disteso.
Faticavo a pensare, ma non a domandarmi per quale diavolo di motivo mi ritrovavo in una casa che non era la mia.
In realtà pensavo anche a ciò che avevo fatto quella notte, ma la risposta che il mio cervello diede non era affatto soddisfacente: un niente assoluto,zero,nada,niet.
Mi tirai su a sedere, appoggiando la schiena sul legno chiaro dello testiera del letto.
Chissà chi mi ha portato qui... la mia mente iniziò a fantasticare su umani ignari della mia razza, delle prostitute in carne che volevano essere soddisfatte e volevano soddisfarmi, qualche vampiro con cui scambiare il sangue...
Tutto di quella stanza,l'odore, l'arredamento, le impressioni mi facevano pensare all'ultima opzione, ma sarebbe stato troppo bello per essere vero.
Semplicemente, mi aggrappai saldamente all'idea che c'era una possibilità su...quante? mille? che mi trovassi a casa di un vampiro. Almeno non mi sarei illuso.
<<Ben svegliato>> Una voce maschile, dolce e melliflua si rivolse a me. Proveniva da destra,così mi voltai subito in quella direzione.Cercai di parlare, ma non avevo niente di concreto da dire, e il mio tentativo mi morì in bocca. <<Io...Dove...Come?>> Alla fine sembravano più domande verso me stesso,anche se guardavo deciso l'uomo - o meglio,il ragazzo- che ora era nella mia visuale.
Era abbastanza alto, atletico: i muscoli ferrei si vedevano comunque, anche se era vestito. Aveva dei lunghi capelli neri, che gli arrivavano sino alle spalle in morbide onde. Gli occhi di un azzurro chiaro, color ghiaccio,mi scrutavano incuriositi,sembravano quasi blu notte, se confrontati con la sua carnagione.
Ultimo particolare, ma che mi saltò subito all'occhio fu il suo sorriso: due eleganti e appuntiti canini spuntavano ironicamente dal labbro superiore.
Era un vampiro. Andai in iperventilazione: potevo scambiare il sangue con un vampiro,diventare potente...e tra l'altro, chissà chi me lo aveva mandato giusto.
Oltre ad essere esageratamente perfetto, era il tipo di vampiro che sempre avevo bramato. Parlò nuovamente, e io mi persi nella musicalità della sua voce profonda e dolce.
  
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