Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: N i s h e    24/07/2011    3 recensioni
Una lieve luce si accese negli occhi del mago e ormai aveva un sorriso, possibilmente, ben più largo di tutti gli altri.
"Sai, la indossi molto bene. La strafottenza, intendo." Non voleva mollare, decisamente.
- Dicevamo? I pomeriggi d'estate erano così noiosi.
Aileen si voltò all'improvviso e lui gli fu quasi addosso. "Ops, scusa." Arretrò precipitosamente.
La ragazza si piantò le mani sui fianchi e sembrò sul serio scocciata, adesso.
"Senti, ti dispiace venire al punto?! Ti serve qualcosa, per caso? Perchè altrimenti potrei sul serio spedirti un calcio dove sappiamo noi due", indicò un punto preciso sotto la cintura del ragazzo.
"Non lo faresti mai." Ribattè, convinto, Felpato.
*
Beh, buona lettura, chiunque tu sia.
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
sirio.
Alla mia collega nonsense preferita, con tanto aammmoore.
(-Dammi qualche dritta su come continuare perchè mi sono appena incasinata la vita.)


*
A Sirius Black tre cose erano state care più di ogni altra cosa, durante la sua adolescenza: la sua Moto Volante, il suo migliore amico e Aileen McBride.

Non erano per forza sistemati in questo ordine, perché ogni oggetto del suo amore aveva il primato, a prescindere.

Sto raccontando tutto questo perché Sirius Black me l'ha chiesto. Avevo già previsto quello che gli sarebbe potuto accadere, quello che gli accadde - non chiedetemi come, non vi dirò mai nulla.
Sirius incontrò James Potter in uno scompartimento sul treno scarlatto diretto a Hogwarts. Da allora e per tutta la loro vita, furono inseparabili.
Li unì, forse, il fatto che si completavano a vicenda, tanto da sentire terribilmente la mancanza l'uno dell'altro quando erano separati (rarissime volte per poco tempo).
Decisero di onorarsi a vicenda, come fanno due migliori amici e mantennero la promessa fino alla fine.
Quando Sirius vide per la prima volta, dalla finestra della sua camera, la ribelle, arrabbiata Aileen McBride uscire dal numero 11 di Grimmauld Place, dopo aver sbattuto violentemente la porta, qualcosa si mosse sul suo viso.
Aveva quindici anni e sorrise, senza sapere bene il perché.
Dopo averla seguita con lo sguardo fino all'altro capo della strada, si infilò le scarpe e si avviò di corsa al piano di sotto per uscire e raggiungerla.
Cos'è? La stava seguendo? - I pomeriggi d'estate erano così noiosi...
Attraverò veloce la strada che li separava e con un balzo riuscì a tenerle quasi il passo.
"Oh!" Sussultò la ragazza, puntando gli occhi su quello scapestrato apparso all'improvviso alla sua destra.
Col sorriso che danzava ancora sul suo bel volto,  "Ehi!", fece Sirius alzando la mano in segno di saluto.
La ragazza lo squadrò per un attimo, gli occhi sbarrati dalla diffidenza, poi si voltò e continuò a camminare decisa.
"Ehi!" Ripetè a voce un pò più alta, lui,  "Scusami, non volevo spaventarti..."
Aveva dei capelli neri, lucenti sotto il sole e puri nella loro oscurità.
Era quasi ipnotico guardarli danzare sulle sue spalle: lo attiravano come fa una calamita e pensò, per un momento, che gli sarebbe piaciuto toccarli.
Ma lui era Sirius Black, non avrebbe lasciato perdere tanto facilmente qualcosa che l'aveva scosso, in un giorno di noia: annientò quella poca distanza che la ragazza aveva contrapposto tra di loro e si ritrovò ancora alla sua destra.
"Sei Aileen McBride?" Chiese Sirius mentre il sole picchiettava pigro dentro i suoi occhi.
 - Non notava la crescente incavolatura, già in atto dentro la ragazza, a quanto pareva. 
Aileen si arrestò, brusca. "Prima cosa: chi sono non ti interessa e poi faresti meglio a dar fastidio a qualcun altro, sai? Io non vorrei provocare la mia ira, se fossi in te."
Gli sorrise sarcastica e si rivoltò ancora.
Bum - bum, colpo affondato, Aileen!
Una lieve luce si accese negli occhi del mago e ormai aveva un sorriso, possibilmente, ben più largo di tutti gli altri.
"Sai, la indossi molto bene. La strafottenza, intendo." Non voleva mollare, decisamente.
Dicevamo? I pomeriggi d'estate erano così noiosi.
Aileen si voltò all'improvviso e lui gli fu quasi addosso. "Ops, scusa." Arretrò precipitosamente.
La ragazza si piantò le mani sui fianchi e sembrò sul serio scocciata, adesso.
"Senti, ti dispiace venire al punto?! Ti serve qualcosa, per caso? Perché altrimenti potrei sul serio spedirti un calcio dove sappiamo noi due", indicò un punto preciso sotto la cintura del ragazzo.
"Non lo faresti mai." Ribattè, convinto, Felpato.
"Perché? Mi conosci?!"
Sirius fissò il suo sguardo ostile e si disse che sarebbe rimasto lì a guardarla, senza alcun pretesto, se solo avesse acconsentito. Tanto per avere qualcosa di bello da fare.
"No... Mi chiamo Sirius. Sirius Black"
Le tese la mano e attese. Capì che non l'avrebbe stretta, quando gli rivolse uno sguardo interrogativo. L'abbassò.
"Che razza di nome..." Sbuffò, Aileen.
"Ah, sì?" Chiese lui, per nulla restio ad abbandonare quel sorrisino ironico.
"I tuoi sono degli astronomi, o cosa?" Lei, sarcastica.
"Non credo siano degli astronomi. So per certo che sono degli svitati pazzeschi, però."
Non sarebbe dovuto andare come andò - secondo l'ostile Aileen -, ma riuscì a strapparle una risata sommessa. Si ricompose, mentre gli occhi di Sirius facevano le capriole.
Le puntò un dito esultante, addosso: "Ti ho fatta ridere!"
"Vattene al diavolo." Aileen si lasciò cadere su una delle panchine che circondavano la piccola piazzetta, si portò le ginocchia al petto e abbassò sfinita la testa.
"Stai bene?" Sirius le sedette accanto.  
"Non fare domande idiote." Rispose lei. Alzò la testa nella speranza che una brezza fresca le toccasse il viso accaldato.
"Fa un caldo, oggi..."
Sirius la guardò, un'espressione curiosa negli occhi.
"Da dove vieni?" Le chiese lui, spostandosi i ricci ribelli dalla vista.
Aileen stava decidendo se dargli retta o rendergli quel calcio che gli aveva promesso.
"Da Kingston. Ci siamo trasferti in questa fogna l'altro ieri." Disse, quasi annoiata.
"Sì, ti capisco."
"Come conosci il mio nome?"
"Mia madre spettegola solamente, in pratica." Le spiegò, Sirius, con un'alzata di spalle.
Aileen gli rivolse un mezzo sorriso divertito e guardò davanti a sè.
Numero 10 - 11 - . . . - 13.
"I miei si sono separati, quindi la mia dolce mamma ha deciso di portarmi il più lontano possibile da casa mia. Ma a Settembre ritornerò a casa, la finiranno con questa pagliacciata."
"Nemmeno io amo questo posto. Non l'ho amato mai. Per fortuna ogni Settembre me ne vado da qui", le confidò Sirius stiracchiandosi di buona grazia sulla panchina, la testa appoggiata allo schienale.
Aileen inarcò le sopracciglia, guardandolo. "Ah, sì? Dove te ne vai?", gli chiese.
Sirius la fissò, la testa sempre appoggiata allo schienale e il sorriso di uno che la sapeva lunga.
La ragazza aspettò, in attesa di una risposta che non venne. Si limitò ad assumere una mezza aria tra il divertito e lo scocciato e si guardò intorno, quasi imbarazzata.
- Ma non trovava niente di meglio da fare? E' abitudine essere dei rompimaroni, qui?
Mise appena un piede a terra e la testa di Sirius si rialzò: "Ehi, Aileen..."
Aveva una strana espressione misteriosa, negli occhi limpidi.
"E se ti dicessi che abito nel nulla?" - Aileen lo fissò senza capire.
Rimise il piede sulla panchina, scocciata.
Maledetto Sirius Black!


_____

Aileen McBride rimase il ricordo più luminoso dell'adolescenza di Sirius Black. Per una sola estate si rincorsero, facendo a gara ad irritare l'uno i pomeriggi dell'altra. Rimase, come sempre,  un sorriso carico di significato e ricordi nei pensieri del Mago.
Non le svelò mai perchè abitasse ''nel nulla'' ma per Aileen McBride fu quasi impossibile ignorarlo, durante la sua breve ma intensa estate in Grimmauld Place.
Lei lo ricordò sempre con una dolce malinconia negli occhi. Non lo cercò mai. Quando andò a vivere da sola comprò un Labrador.
Il suo nome era Sirius.




Sì, dicevo sopra: mi sono appena incasinata la vita. Perché? Perchè non so come diavolo sia potuto nascere tutto questo da un semplice, piccolo pensiero malsano e poi perché non so se/come continuarla. Nel dubbio la lascio incompleta, sperando in un altro aiuto Divino che mi indichi le parole giuste per qualcosa che si avvicini minimamente al decente.

[
Rettifica:Come ben mi ha consigliato la mia adorabile collega nonsense, ho deciso di inserire la storia come 'completa'.]

Comunque sia, quelle parti di frasi in corsivo potrebbero essere della voce fuoricampo (cioè del narratore esterno), oppure pensieri degli stessi protagonisti.
Inoltre: quando Aileen guarda davanti a sè, vede i palazzi di Grimmauld Place, appunto. Il 10, l'11 - il 12 non si vede, come sappiamo- e il 13.
Mi rendo conto che per qualcuno capire la mia mente bacata sia un po' un casino, scusate.
Se addirittura state leggendo questo: grazie.

N.





   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: N i s h e