10 Capitolo
Chiarimenti
“Lightning
Plasma!” Gridò Aiolia e una scarica di cento
milioni di
colpi lanciati alla velocità della luce
colpì
prima il gran mulinello che versava davanti a lui e poi lo stesso
Jonah.
Questi,
rimasto alla tale potenza del Leone subì i colpi, ma dopo
averne accusati abbastanza reagì contrattaccando con un
altro
turbine di vento. Questa volta dall'aria calda e torbida che
cominciò
a incatenarsi come tante spirali attorno al corpo del Saint.
“Non sono male i tuoi colpi, del
resto sei pur sempre un
cavaliere d'Oro e al contrario dei miei compagni so riconoscere il
valore di un cavaliere del tuo rango... Stiamo allo stesso livello,
vedremo chi fra di noi avrà la meglio.” E alzatosi
in
piedi dopo aver ricevuto l'attacco dell'avversario si godé
lo
spettacolo, osservando quanto avrebbe resistito il giovane.
“N-non...
riesco... a-a resp... respirare.” Pronunciò Aiolia
a
fatica, del resto i vorticosi anelli che gli giravano intorno tanto
procuravano vento caldo e riarso tanto d'ossigeno ne toglievano.
“Lo
so.” Rispose il cavaliere alzando le spalle e rimettendosi
l'elmo che era a sua volta caduto dopo il colpo inflittogli dal
Greco. L'armatura
color sangue del giovane invece era intatta e così aveva
anche attutito il Lightning Plasma. All'improvviso
un fascio luminoso illuminò l'interminabile notte scura.
Splendeva radioso sul corpo del Saint di Leo: era il vasto cosmo
della sua costellazione, il vasto cosmo di un potente cavaliere del
suo valore e che non si sarebbe certo arreso al primo ostacolo. Non
dopo tutte le battaglie che l'avevano maturato al non arrendersi.
Alzò
le mani gridando e le protese in avanti lanciando come prima dei
raggi luminosi per eliminare quel vento infuocato e tagliente che gli
aveva procurato non poche ferite. Una
serie di pugni che, anche se Jonah parve schivarli poiché
era
la seconda volta che li riceveva, non riuscì a non prenderne
almeno qualcuno tanto erano veloci e imprevedibili.
“Dimmi:
perché volevi la morte di quella ragazza?” Gli
chiese
irruento Aiolia mentre con una mano si puliva un rivolo di sangue
uscito da sotto l'occhio. Causato senz'altro dall'irruenza del vento
che, non potendo intagliare quella Cloth dorata con semplice aria e
granelli di sabbia, aveva intaccato le parti in cui non era coperto.
Il
cavaliere del Destino implacabile alzò un sopracciglio.
Malgrado tutto si era ripreso da quella sfilza di pugni, anche se non
senza averne avute delle conseguenze.
“Non
sfuggirà al suo destino!- Proclamò indignato
Jonah. -Sai qual era il suo posto, cavaliere? Doveva marcire qui... Fra
questi cumuli di cenere e lava.” Si fermò facendo
una
pausa giusto per imprimere meglio quelle parole che dichiarava con
vigore.
“Doveva
morire giorni fa, ma invece la comparsa improvvisa di voi cavalieri
d'Oro risorti... non solo ha cambiato la vostra sorte, ma anche quella
del cavaliere di Pyxis che se fosse tornato in Italia come previsto
sarebbe defunto da ormai quasi due settimane!”
Leo
rimase a quella dichiarazione, ma non restò con le mani in
mano, studiando l'avversario per poi attaccarlo nuovamente, disse:
“Non farmi ridere, quanti bambini scampano per loro fortuna a
disastri e disgrazie? Non vedo perché prendertela con una
donna che nulla ha fatto per meritarsi la sorte di un riposo
eterno!”
“Lei doveva morire, punto!” Urlò agitato
l'altro, intanto che anch'egli lanciava l'ennesimo Relentless
Whirlwind. “Ma
cosa puoi capirne tu, cavaliere d'Atena, di Destino e degli ordini
delle mie signore? Non sai certo -e te lo svelerò- che chi
scampa a quelle sciagure non è per caso o per miracolo, ma
perché la Venerabile Atropo ha deciso così il
fato di
quell'uomo...”
“Non...” Nuovamente Aiolia
rimase attonito a quella incontestabile quanto triste verità.
Tutto
era dunque segnato e nulla era una coincidenza? Tutto, o c'era un
limite al Destino?
I
capelli argentati brillavano alla luce di quella pallida luna ed un
sorriso appena accennato si manifestò sulle labbra del
Cavaliere:
“Non ci
credi?- Sibilò con astio. -Tutto è destino,
tutto!
E
questa legge è stata infranta dalla vostra sciocca Dea che
per
avervi al suo fianco ancora una volta ha sfidato il campo alle Moire
stabilito! Atena
è Dea della sapienza, delle arti, della guerra nel suo nobile
intento... Quello è affar suo! Non di certo mischiar le
carte
del destino!
Con
quelle assurde infamie, a parer di Aiolia, lo stava letteralmente
caricando di buoni propositi per spaccargli la faccia. Il
Saint di Leo del resto era tutto fuorché calmo e docile.
Come
un vero Leone, se istigato, era pronto a ruggire ed affilar le zanne
contro il proprio nemico... Nessun
vento e nessuna bufera, tormenta, vortice o tempesta l'avrebbe fatta
franca se si macchiava l'onore o il valore della sua Dea o non se ne
decantava il giusto merito.
“I
cavalieri che han oltrepassato l'Ade e non hanno fatto ritorno,
periranno così come è giusto che sia e quella
sventurata ragazzina, suo malgrado, si è ritrovata partecipe
della situazione.- Si riferiva al cavaliere di Pyxis. -E
morirà
anche lei.” Erano parole ferme quelle, parole che non
permettevano una replica, ma solo una rassegnazione.
“Noi
ci siamo recati nell'Ade per aiutare Atena, se dobbiamo morire solo
perché ci è stata concessa una seconda
opportunità
dalla nostra Dea protettrice invece che la morte allora non l'accetto!
Non accetto che dobbiamo
soccombere solo perché non siam stati vigliacchi nel tirarci
indietro, ma anzi abbiamo aiutato i cavalieri di Bronzo a salvare la
nostra Dea!” Ci credeva in ciò che diceva, tante
le
virtù di cui era in possesso il gran cavaliere della quinta
casa, fra queste il valore e il coraggio.
“Calunnie!
Tiri avanti nobili cause di cui le Moire sono a conoscenza e che non
centrano nulla con il torto subito! Sappiamo la gran lotta fra Hades
e Atena e vi fa onore e gloria l'aver voluto sino alla morte
proteggere la vostra divinità! Ciò di cui si
rammarica
Atropo è l'aver fatto tornare in vita coloro che erano
già
morti prima della grande guerra! Loro, loro dovevano rimanere
morti*... E anche il fato riservato a quella ragazza sarebbe stato
diverso...” Jonah di certo non era di meno però e
con
quanto fiato aveva in gola accusò nuovamente Lady Saori.
Il
cielo era tinto di nero, ma sicuramente sembrava essere più
sereno dei
due
cavalieri che con armi alla pari si combattevano. Il
fioco cosmo dei suoi compagni sentì Aiolia: erano lontani,
ma
quell'energia che legava entrambi i cavalieri ad Atena ne
colmò
il suo cuore pieno di tensione.
“Che..?” Era
più complicata del previsto la faccenda.
“Vuoi
che sia più diretto?- Domandò irritato il
cavalier del
Destino implacabile mentre entrambi continuavano a battersi ferendosi
ad ogni colpo dato con maggior forza. -E che sia! Se il cavaliere di
Capricorn fosse deceduto e mai più le sue membra ricomposte,
la sua allieva sarebbe giunta in Italia: avrebbe riso, sofferto,
pianto, così come tutti gli esseri umani... E per mano delle
ceneri di questo vulcano sarebbe deceduta... Ora ti è
chiaro?
Non sono state le Moire a procurarne l'eruzione, ma certo è
che
qui lei doveva morire! E sai cos'altro?...”
Contrastò
l'ennesimo attacco del Leone, il quale sembrava in
difficoltà
dopo l'ultima gran folata di vento freddo e ostile.
Difatti
per il gran vortice glaciale Aiolia si ritrovò a regredire
di
alcuni passi sul terreno, finendo quasi con metà del busto
dentro l'acqua del mare. Per
un istante però, sembrò fermarsi quella gran
tormenta
che il gelo nordico ricordava, forse solo perché Jonah si
era
rizzato su se stesso chiudendo gli occhi e mirando col capo verso
l'Etna.
“Ed
ora perché ti sei fermato? -Disse Aiolia strofinandosi gli
occhi che nel buio avevan lo splendido color pervinca. -Dimmi, ti sei
già
stancato di lottare? Sono qui io e ancora non ho utilizzato gran
parte dei miei colpi migliori!” Tuonò a gran voce
sincero il cavaliere, il
lungo mantello opaco pregno d'acqua salmastra.
Calò
il silenzio: secondi di pura agitazione pervasero l'animo del
cavaliere di Leo. L'altro
invece era rimasto immobile nella sua posizione senza battere ciglio:
era stato richiamato all'ordine telepaticamente dalle sue Dee.
Poi
mosse impercettibilmente gli occhi e con grazia decretò:
“E
allora, ragazzo di Atena Cavaliere, la prossima volta che ci
rincontreremo Tu mi dirai il tuo nome ed Io il mio. E se d'intralcio
alla mia missione mi sarai ti toglierò di mezzo”.
Aiolia
corrugò la fronte guardandolo: “Non vorrai
abbandonare
il duello ora?” Era più una supposizione che
altro, ma
era anche la risposta giusta.
“Ci
rivedremo, stanne certo...! Il tuo cuore è nobile e non ho
voglia di ucciderti solo per mio stupido e insolente capriccio. Devo
portare negli Inferi solo coloro che devono morire poiché a
quel
regno già appartengono, tu non centri.”
Fu
come una coltellata in pieno petto, il Greco pensò:
“Ma
mio fratello sì!” E nulla era più
importante e triste che
perdere ancora quel fratello che tanto aveva odiato in passato quanto
amato, venerato e poi piangendo voluto amaramente indietro.
Jonah
stava scomparendo in quel turbine d'aria quando Aiolia glielo disse,
perentorio: “Allora la prossima volta, quando le Moire ti
permetteranno di combattere, conta che dovrai passare sul mio
cadavere prima di portare a termine il tuo compito”.
Era
certo che un sorriso si fosse dipinto sul volto quieto del giovane
inglese, ma ben più importante incarico ora doveva assolvere
il cavaliere del Leone.
Cercò
alla ben meglio di medicarsi le ferite e corse verso i suoi compagni
che, ne era sicuro, non avrebbero mai ammesso di aver bisogno di lui,
ma a gran voce ne chiedevano l'intervento.
✾
Un
fascio di luce irradiò una parte della scalinata che portava
alla Prima casa del sacro Santuario di Atena. Marie
si guardò attorno: era davvero sulla grande gradinata che
portava al primo tempio dell'Ariete!
“Ora
dovremmo procedere a piedi, ma prima che ti consenta di attraversare
la mia casa e recarti dalla grande Atena permetti che Kiki possa
aiutarti a disinfettare quelle ferite.” E continuò
a
marciare lungo i gradini.
Marie aveva parecchi tagli sul
corpo in cui non c'era la protezione della vestige della Bussola. Si guardò le mani e, provando a serrarle in dei pugni, provò una morsa di dolore. Ora
che l'adrenalina veniva meno anche il suo corpo stanco
sembrò suggerirle di fare come diceva il cavaliere.
“Non
hai perso molto sangue, sono solo di striscio... Del resto il vento
che padroneggiava quel giovane cavaliere altro danno non poteva farti
visto che siamo sopraggiunti noi”
La
ragazza annuì: “D'accordo.- Poi si
fermò un
istante sulle scale. -E grazie Grande Mu, davvero.” Il Saint
di Aries accennò un lieve sorriso per poi spostare lo
sguardo
verso il tredicesimo tempio.
Poche ore più tardi, XIII casa.
“Le
Moire, Atena?” chiese colpita Marie dopo aver ricevuto la
certa
risposta di Saori al resoconto che la ragazza le aveva fatto di tutto
quello che era accaduto in terra di Sicilia.
“Le
Moire?- Aveva richiesto ancora esterrefatta lei, come a volersi
sincerare di non aver udito male. -Sì, ne aveva accennato il
cavaliere del Destino implacabile... Ma farneticava! Parlava di una
missione e, che voi Venerabile Dea Atena, non ci avevate messo al
corrente del gran risentimento, del gran torto che gli avete fatto...
Ciò non è possibile! Poiché voi avete
sempre agito
per
il bene dei cavalieri e dell'umanità tutta!”
Il
cavaliere della Bussola era ancora in ginocchio quando il Sacerdote
si chinò per parlare sottovoce alla destra della Kido
intimandole quindi di fare un Chrysos Synagein.
Poche
cose erano chiare alla mente di Marie di Pyxis quando uscì
dalla sala, l'unica però che i suoi sensi avvertivano era
l'emergenza e il pericolo che di pena e disgrazia profumavano
l'aria del Santuario. Una
minaccia che nuovamente incombeva. E se ne poteva dedurre dal fatto
che i Cavalieri d'Oro erano stati richiamati e urgentemente avevano
dovuto lasciare le loro case per riunirsi nella sacra sala
all'interno della Meridiana dello Zodiaco.
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*morti:
in teoria uno all'inizio, leggendo questo, può pensare
automaticamente: ma
non è stato Hades
a resuscitar Camus e company?
Sì, appunto. Ma io non parlo della guerra, come si dice...
no,
“nella guerra tutto è lecito”! E quindi
che
tornassero dalle ceneri -o quel che è- diciamo che le Moire
lo
accettano -e poi sono al servizio di Hades anche se indipendenti da
questi- però il fatto è che dopo... sono
“ri-morti”
no? Anzi, quelli erano già morti da un bel pezzo -parlo
sempre
di quelli che erano defunti già prima della guerra- e quindi
quello che non va giù a Atropo ...non è che
Atena ha
chiesto l'intercessione all'Olimpo per resuscitare i cavalieri che si
erano sacrificati per lei. Del resto quelli prima della guerra ERANO
VIVI, (che so...parlo di Mu, di Milo...) e quindi azzerando la guerra
contro Hades, possiamo fare due più due.
Spiego: nella
guerra tutto è concesso, quindi se Atena voleva portare in
vita grazie all'Olimpo i suoi cavalieri...le era legittimo farlo.
Quello che per le Moire è un torto è il fatto stesso che abbia riportato in vita DOPO LA GUERRA (ecco, ricordate dopo la guerra) cavalieri che SIN da prima della guerra erano già morti -poi resuscitati da Hades ma nuovamente morti così come il DESTINO vuole- (che gioco di parole!) e che invece la Dea Atena ha riportato in vita “ignorando” quest'ordine.
Spero abbiate capito il concetto... ma vabbè, tanto si comprenderà anche con i capitoli avvenire... però giusto per darvi un'idea base.
Saaaalve
a tutti. Sì, ho farneticato molto sull'asterisco qui
presente.
Lo vedo. Però non riuscivo a spiegarvelo in due righe e
quindi...bah, il concetto è chiaro? *tutti muoiono prima di
leggerlo * oh, emn...okay °w°
Vi ringrazio nuovamente -e
ancora- per le belle recensioni che mi lasciate e spero che anche
questo vi piaccia xD Nel prossimo, beh, sarà tutto
un
po' legato ai cavalieri d'Oro. Spero di non deludervi,
>_<
enjoy!