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Autore: kateausten    24/07/2011    14 recensioni
Stupido ragazzino che non sapeva ancora nulla della vita e pensava a sproposito.
Stupido ragazzino che pensava solo al Quidditch e alle ragazze.
Stupido ragazzino che pensava che essere mollato da Ginny Weasley fosse la cosa più brutta del mondo.
Stupido ragazzino che pensava che Luna Lovegood fosse solo una sagoma sfumata che saltellava allegramente tra le mura di Hogwarts, incurante del giudizio degli altri, che non meritava la sua attenzione.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Thomas, Luna Lovegood | Coppie: Dean/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Dean Thomas si trovava in un periodo adolescenziale piuttosto complesso. Si, perchè non riusciva a spiegarsi la sua perenne, costante, irrimediabile disattenzione nelle ore di Incantesimi che i Grifondoro avevano con i Corvonero, quel rinnovato settimo anno.
Intendiamoci, non è che Dean fosse stato un modello di attenzione negli anni precedenti: specie quando era accanto a Semus e prendevano a entrambi quei cinque minuti di demenza totale, non riusciva a seguire nemmeno una parola.
La cosa, quindi, pensandoci razionalmente, non doveva sorprenderlo. Ma evidentemente in quel periodo, la razionalità non era di casa a Hogwarts, perciò la cosa lo sorprendeva parecchio.
Perchè non era distratto a causa delle chiacchere con Seamus- con Ron o con Harry - no, era disattento solo per il fatto che, appunto, i Corvonero seguivano quel corso insieme a loro.
E a essere proprio sinceri, non era per tutti i Corvonero che Dean era distratto. Era per una Corvonero in particolare e basta.
In tempi ancora non sospetti, ovvero quando Luna Lovegood era ancora considerata una pazza visionaria, Dean non avrebbe mai ammesso che la trovava carina.
Mai, neppure se gli avessero fatto la Maledizione Cruciatus.
A questo pensiero, guardando il Professor Vitius che spiegava, Dean sorrise sarcastico.
Stupido ragazzino.
Stupido ragazzino che non sapeva ancora nulla della vita e pensava a sproposito.
Stupido ragazzino che pensava solo al Quidditch e alle ragazze.
Stupido ragazzino che pensava che essere mollato da Ginny Weasley fosse la cosa più brutta del mondo.
Stupido ragazzino che pensava che Luna Lovegood fosse solo una sagoma sfumata che saltellava allegramente tra le mura di Hogwarts, incurante del giudizio degli altri, che non meritava la sua attenzione.
Dean strinse inconsciamente i pugni: i ricordi della prigionia nei sotteranei di Villa Malfoy gli piombavano addosso quando meno se lo aspettava. Se era resistito a tutte quelle torture, se era resistito a quella paura, se non era impazzito per il pensiero costante di morire da un momento all'altro, era tutto merito di Luna.
Delle sue chiacchere.
Dei suoi racconti strampalati.
Dei suoi occhi grigi che lo trapassavano anche in quell'oscurità.
Si erano fatti forza a vicenda in quelle lunghe ore, parlando di tutto tranne di quello che stava succedendo. Dean ricordava con chiarezza tutte le chiacchere che avevano fatto, a bassa voce quando il Signor Olivander dormiva, oppure delle discussioni sciocche ma confortanti alle quali prendeva parte anche quello strano fabbricante di bacchette.
Luna era stata il suo salvagente in quel mare tempestoso, dove lui era convinto di affogare. Non avrebbe mai dimenticato cosa aveva fatto per lui.
E adesso eccola li, lo sguardo sognante fisso sul professore, gli occhi sporgenti persi in chissà quali pensieri. I capelli lunghi e biondi erano illuminati dalla luce che entrava dalla finestra.
Si Luna, sei carina.
Adesso Dean lo ammetterebbe anche se non glielo chiedessero. Adesso no, non si vergognerebbe. E non perchè tutti hanno capito che non sei una ragazzina stramba, ma perchè lui ha visto cosa c'è dentro di te, guardandola fissa in quegli così diversi dagli altri. La tristezza, la gioia, la paura. Erano tutte emozioni che riflettevano quelle di Dean.
"Amico, tutto bene?".
Il sussurro di Seamus lo riporta in un attimo alla realtà. Dean annuisce in silenzio e Seamus non chiede altro. Capisce che Dean è in un momento tutto suo; ha parecchie cicatrici e dovrà imparare a farci i conti.
Dean continua a fissare la ragazza, ignorando bellamente il Professor Vitius. Ricordava con chiarezza il momento in cui i Ghermidori lo avevano sbattuto su quel freddo pavimento.
E poi la sua voce.
"Dean... Dean, sei tu?".
Dean si era rialzato, sbalordito dal fatto che ci fosse una voce conosciuta.
"Luna?" chiese. Alla misera luce di un mozzicone di candela, Dean aveva riconosciuto il profilo della giovane, i lunghi capelli sporchi, il viso pallido e smunto.
"Mi dispiace che abbiano preso anche te" sussurrò.
"Perchè sussurri?" chiese "Ci possono sentire?".
Lei scosse la testa, indicando una figura rinsaccata su se stessa che Dean, nel buio, non aveva notato.
"E' morto?" chiese agghiacciato.
"No" bisbigliò lei "E' il signor Olivander".
"Il fabbricante di bacchette?" esclamò Dean, sbalordito.
Luna annuì.
"Sta riposando un pò. E' più di un anno che lo tengono qui dentro" disse, avvicinandosi al ragazzo.
"Ma... ma..." balbettò Dean. Il panico che era riuscito a tenere a bada fino a quel momento, stava minacciando di esplodere "Un.. anno? E.. e se anche noi...".
Luna non lo fece finire di parlare e gli strinse la mano. La cosa sorprese così tanto Dean, che smise di sragionare. Non erano mai stati amici, men che mai intimi, eppure Luna gli aveva strinto la mano con un calore tale da rincuorarlo.
Quello era stato il primo momento in cui aveva ringraziato Godric di aver fatto nascere Luna Lovegood.
"Shh.. parlami Dean. Parlami di ciò che vuoi" mormorò, facendolo sedere sul pavimento gelido, lontano dal signor Olivander.
Dean stette in silenzio per qualche minuto: non aveva voglia di parlare, ma Luna non lo forzò, ne disse niente.
"Mi manca la mia famiglia". Dean si sorprese di sentire la sua voce in quella cella buia.
"Anche a me manca mio padre" rispose tranquilla lei, come se fosse una cosa normale, per due diciassettenni, trovarsi in prigionia e parlare dei propri cari, con l'agghiacciante dubbio di non poterli più rivedere.
"E mi manca Seamus" continuò Dean. Era un solievo parlare.
"E' il tuo migliore amico" affermò Luna. Non era una domanda.
"Si, da sempre".
"E' una cosa molto bella l'amicizia".
"Si..." borbottò Dean, imbarazzandosi al pensiero che forse Luna non aveva veri amici.
"Per anni non ho avuto amici, sai?" disse Luna, con il tono che la gente comune usava per parlare del tempo.
Dean strinse i pugni in silenzio, trattendendo il fiato, mentre un leggero senso di colpa lo attanagliava.
"Con l'ES è cambiato tutto, però" osservò la ragazza.
"Si" disse Dean, riprendendo a respirare normalmente "Si, l'ES è servito a tutti".
Stettero un altro pò in silenzio. Non stonava il silenzio con Luna.
"A me manca anche Hogwarts" disse lei e Dean la guardò alla poca luce che c'era.
"Si" mormorò "Manca anche a me".
"Non era la solita Hogwarts quella di quest'anno".
"Assolutamente no" concordò lui.
E Dean, da quel momento si rilassò, mentre Luna parlava delle lunghe giornate passate a vagare per il Castello, nel Parco, mentre vedeva animali e fantasmi, bacchette e scope volanti. Dean scoprì che Luna era un'attenta osservatrice, cosa che non avrebbe mai detto, e che aveva registrato ogni particolare della vita scolastica, del castello, dei particolari di cui Hogwarts era ricca.
E mentre lei parlava, voleva solo dirle "Grazie, Luna".
"Signor Thomas?".
Una vocetta lo riscosse da quei pensieri.
Dean alzò lo sguardo e vide che il professor Vitius lo stava guardando, probabilmente in attesa di una risposta a una domanda mai sentita, insieme a tutti gli altri ragazzi.
Beccato.
Diventò rosso, cercando di farfugliare una scusa. Punti in meno per Grifondoro... stavano per arrivare.
"Professor Vitius?" disse una voce cantilenante.
Lui sospirò e si girò.
"Si, signorina Lovegood?".
"Credo che il signor Thomas si senta poco bene" affermò tranquillamente.
"Ah si?".
"Certo. Non vede la faccia che ha? Probabilmente sono i Nargilli" disse sicura.
Tutti si rigirarono verso di lui, ridacchianti. Dean arrossì vistosamente e il professor Vitius lo guardò dubbioso.
"Signor Thomas, non sta bene?" chiese.
"In.. in effetti no" bofonchiò Dean.
"Nel caso allora, perchè non porta il signor Thomas in infermieria, signorina Lovegood?" disse il professor Vitius.
Niente punti in meno a Grifondoro, ne punizione.
Grazie, Luna.
Si incamminarono silenziosamente nei corridoi di Hogwarts, le mani si sfioravano appena.
Grazie, Luna.
"Non ho nessun Nargillo svolazzante attorno, vero?" chiese Dean ridendo, per interrompere il silenzio.
Luna sorrise.
"Oh no. I Nargilli amano gli esseri solitari. Attaccano quando sei da solo" spiegò.
Dean pensò che la ragazza gli doveva piacere un bel pò, per trovare interessanti quegli sproloqui.
"Infatti prima mi attaccavano sempre" continuò.
"Si ma adesso non sei più sola, no?" chiese Dean.
Lei sorrise appena.
"No. Adesso no" disse. Ma si sentiva che ancora non era abituata a quella sensazione di compagnia, di amicizia.
Dean si sentì trapassare l'anima dalla tenerezza che quella ragazza accanto a lui gli faceva provare.
"E allora perchè hai detto che ero pieno di Nargilli?" chiese curioso.
Luna si fermò e lo guardò, piegando leggermente la testa di lato.
"Non volevo che ti beccassi una punizione" disse.
"Ah" disse Dean "Grazie".
Grazie, Luna.
"E inoltre, volevo stare un pò sola con te" concluse serena.
Dean si disse che se la doveva aspettare una dichiarazione così, fatta con semplicità e sincerità. Come se lo stesse informando su cosa c'era per colazione.
Se lo doveva sspettare perchè Luna era così.
Così dannatamente semplice, sincera, pacata, ragionevole, intuitiva, intelligente, arguta, carina, divertente, appassionata.
Dean sorrise e siccome Luna era tutte quelle cose che lui aveva pensato, capì.
"Grazie Dean" disse.
Grazie per cosa? si chiese Dean. Per essermi deciso a farti entrare nella mia vita? Per averla migliorata con la tua presenza?
Oh, no no.
Grazie a te.
Grazie, Luna.

 

 

 

Piccola precisazione: so bene che Dean è arrivato nei sotterranei dei Malfoy insieme a Harry e Ron. Ma Dean e Luna mi piacciono tantissimo, quindi ho voluto immaginarli un pò insieme, in una situazione così tragica.Spero che vi vada bene anche così!!
Un bacio

  
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