Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Carmaux_95    24/07/2011    5 recensioni
-Sentite,- esclamò a quel punto Jack stufo di quella noiosa discussione. -io personalmente non ho nulla contro chi si infila nel letto di una donna.- Angelica gli tirò una gomitata. Beckett li vide: fu come fulminato da un'idea. Jack pensò in fretta ad una conclusione adeguata alla sua frase. -Ma se quella non è d'accordo e non ci sta, allora si tratta di violenza carnale (credo), e a questo ci penserà il giudice, che in questo caso sono io e vi dico: vi saluto!- si fece strada tra la gente e raggiunse poco dopo il suo fido quartiermastro.
-Mastro Gibbs...è la seconda volta oggi che perdo mia figlia, spero sarete in grado di dirmi dove è andata.- Gibbs sorrise e indicò il monastero. Il piccolo gruppo si diresse verso il suddetto.
Beckett aveva tirato fuori da una delle sue tasche un piccolo foglietto piuttosto stropicciato. “Se non posso ucciderti perché per farlo devo salvarti la vita...” pensò scrivendo la parola “lista” sul foglietto. “...vuol dire che ti lascerò vivere ma togliendoti tutto quello che ti è caro...” alzò la testa e lo guardò allontanarsi. “a partire dalla cosa a cui tieni di più...” sistemò il figlio sul palmo della mano per stare più comodo e scrisse rapidamente. “Angelica!” piegò il foglietto e lo mise di nuovo in tasca per poi seguire gli altri fino al monastero.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Eccomi di nuovo qui con il sesto capitolo! Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa piccola storia e che recensiscono pure!
Questo capitolo è dedicato alla mia amata sorellina, diciamo come un regalo e per dirti "Bentornata dall'Irlanda!!"
Un bacione a tutti quanti!
Buona lettura!

 

Capitolo sei: Mia che cosa?

-Bene, adesso non ci resta che trovare il nostro caro amico Barbossa.-

La Metis sfrecciò lungo il mare per due settimane senza mai fermarsi seguendo la rotta stabilita dalla Bussola di Jack. Finalmente, dopo ben quattordici giorni di navigazione, che furono pesantissimi per tutti a bordo del galeone, giunsero a destinazione.

-Jack, questa è l'Isla de Muerta giusto?- gli chiese Gibbs.

-Già.-

-E Barbossa dovrebbe essere qui?-

-A quanto sembra.- Jack, Gibbs e Annamaria scesero dalla nave e con una scialuppa si diressero verso la caverna dove si trovava il tesoro maledetto di Cortèz. Perla preferì rimanere a bordo della Metis.

 

Camminava zoppicando e tirava un calcio o allontanava da sé con il suo bastone/stampella qualsiasi cosa gli si trovasse davanti. Improvvisamente, girandosi vide due figure conosciute.

-Pintel! Raghetti! Che cosa ci fate voi qui?-

-Capitano...noi...-

-Io non sono più il vostro capitano.-

-Per noi si. Lei è sempre il Capitano Hector Barbossa e sempre lo sarà.-

-Amico caro, Hector,- Jack era entrato nella caverna e la sua visione suscitò un piccolo spavento da parte di tutti -che cosa è successo?- chiese inerpicandosi fino all'enorme forziere maledetto, dove si trovava il collega pirata.

-Jack!- il pirata sembrò sconvolto. -Jack Sparrow! Proprio tu! Qui!- urlò.

-Già, e ho bisogno di te.-

-Vattene via! Via subito! Non voglio nemmeno vederti.-

-Hector, ne discuteremo dopo di questo...qualunque cosa sia...ma adesso devi venire con me sulla nostra nave eh!-

-Non ci penso nemmeno!- sbraitò.

-Se vieni adesso con me...- rispose Jack indicandolo e pensando a cosa poteva offrirgli. -Beh, in realtà non so di preciso cosa ti potrei dare in cambio, però mi serve davvero il tuo aiuto.-

-Scordatelo Jack.- improvvisamente Barbossa scorse dietro a Jack la giovane piratessa dai capelli neri e con un cenno della mano simulò un saluto.

-Jack, ci parlo io.- sussurrò Annamaria nell'orecchio al Capitano. -Intanto torna alla scialuppa.- per qualche strana ragione, che Jack non capì, la ragazza fu davvero convincente.

-Che cosa vuoi?- chiese Barbossa.

-Quello per cui servi a Jack, servirebbe anche a me.- gli disse.

-E dunque?-

-E dunque, ti chiedo di venire con noi. Non devo ricordarti che mi devi un favore, vero?- il pirata non rispose. -Hai dimenticato forse che mi devi la vita? Tanti, tanti, tanti anni fa...quando eravamo ancora ragazzini....e ci fu quell'incendio...-

-E va bene, ma ti prego taci!- ringhiò il pirata dirigendosi zoppicando verso la scialuppa. In poco meno di un quarto d'ora i sette marinai furono fatti salire sulla nave.

-Bene, Hector, visto che non abbiamo molto tempo,- era infatti già notte fonda. -vedrò di essere veloce: mi serve una ciocca dei tuoi capelli.-

-Che cosa?!- Gibbs spiegò quali fossero le intenzioni di Jack e del fatto che gli servissero i suoi capelli in quanto aveva liberato Calipso qualche anno prima.

-E tu ti aspetti che io ti aiuti in qualunque modo a liberare la tua nave? Scordatelo!-

-Ma Barbossa...- cominciò Annamaria che fu però subito interrotta dal suddetto.

-Io ho detto che sarei venuto sulla nave, non che avrei collaborato.-

-Perché ce l'hai con me Hector? Perché non mi vuoi aiutare?- chiese Jack.

-Dopo la nostra ultima avventura alla Fonte della Giovinezza sono tornato alla vecchia bella vita e ho fatto immediatamente vela verso Tortuga. Quando sono arrivato mi hanno arrestato e mi hanno accusato di alto tradimento perché ti avevo lasciato “scappare”, come mi hanno detto loro. Sono sfuggito per miracolo alla forca e sai cosa è successo? La ciurma mi si è ammutinata contro e mi hanno lasciato qui, sull'Isla de Muerta. E tutto questo solamente per colpa tua. Perché ci sei sempre tu di mezzo eh!?- Jack avrebbe tanto voluto rispondergli con un pesante “non è bello quando ti si ammutina contro la ciurma eh? Io ne so qualcosa...” ma si trattenne.

-Amico mio caro, mi dispiace tanto se...ma che ci fanno loro due qui se si sono ammutinati?- chiese indicando Pintel e Raghetti che aveva visto solo in quel momento.

-Loro sono gli unici che mi sono rimasti fedeli e che non si sono ammutinati contro di me.-

-Comunque, ho davvero bisogno di quella ciocca di capelli per liberare la mia nave, guardala.- gli portò la Perla e gliela fece vedere senza fargliela però toccare. -Poverina, chiusa in una sudicia bottiglia...non ti fa venire voglia di aiutarla?- chiese Jack facendo gli occhi da cucciolo indifeso. Barbossa alzò le sopracciglia.

-Assolutamente no.- improvvisamente Jack ebbe l'illuminazione.

-Fallo per Jack.-

-No che non lo faccio per te!-

-Non Jack io, Jack la tua stupida scimmia.-

-Jack!- esclamò Barbossa che si era completamente dimenticato di aver mai avuto una scimmia.

-Allora? Lo farai per lei?- chiese con un enorme sorriso stampato sul volto.

-No!- rispose sorprendendo Jack. -Non riuscirai mai a prendermi quella ciocca di capelli.- rispose sfoderando la spada. Jack fece lo stesso e avrebbero cominciato a combattere se non si fosse intromessa Perla.

-Hey! Hey! Fermi! Ma vi rendete conto di quello che state facendo?- chiese urlando con un tono piuttosto seccato. -State per combattere! E per un ciuffo di capelli! E' una cosa stupida! Non potete risolvere la questione in modo un po' più maturo?!- Gibbs le si avvicinò e le disse scherzosamente che forse pretendeva troppo da Jack chiedendole di fare la persona matura. Jack la guardò.

-Hai assolutamente ragione.- e così dicendo si tolse il cappello e glielo diede in mano.

-Bene!- disse poi nuovamente rivolto a Barbossa. -Vediamo di finirla qui.- e con una mossa fulminea gli afferrò il cappello per poi indietreggiare di qualche passo. -Dammi i tuoi capelli o ti squarcio il cappello!- disse ridacchiando nella sua mente per il demenziale gioco di parole. Perla alzò mani e occhi al cielo. Gibbs ridacchiò. Dopo una serie di minacce da parte di Jack riguardo al povero cappello, Barbossa decise seppure controvoglia di accettare. Gibbs si affrettò a tagliargli, con un coltellino, quel benedetto ciuffo di capelli e poi lo appoggiò in un piccolo piattino lasciando al suo Capitano l'onore di farli bruciare.

-Mastro Gibbs.- gli disse a bassa voce nell'orecchio. -Se non dovesse finire troppo bene per me...e spero vivamente che non sia così, ti lascio in custodia la ragazzina.-

-Perla?-

-Si, devi avere cura di lei al mio posto.- Gibbs annuì anche se un po' sorpreso per la richiesta.

Jack prese in mano il piatto con all'interno i capelli che bruciavano e aspettò.

-Non succede niente.- disse Perla dopo un po'.

-Perché non succede niente?- chiese Jack. Ormai i capelli erano bruciati. Il rito non aveva funzionato...

-Perché non funziona? Hector, tu hai liberato Calipso qualche anno fa, no?- sbraitò Jack.

-Si certo!-

-No...- disse una voce alle sue spalle.

-Che cosa?- chiesero in coro Jack e Barbossa.

-Non è stato lui a liberarla...io mi ricordo.- disse Raghetti. -Si doveva pronunciare una formula e...lei l'aveva detta male, così la ho detta io...-

-Ha ragione.- ammise dopo un po' Gibbs. -Lui l'aveva detta male e quindi...-

-Si va bene, basta che ci sbrighiamo.- il marinaio non si mosse: dopotutto era rimasto fedele al suo capitano, Hector Barbossa, non al Capitano Jack Sparrow.

Oh ma quante storie!” pensò Perla e con grande tranquillità si avvicinò al marinaio, lo fece chinare come per dirgli qualche cosa e improvvisamente, con il coltellino che teneva negli stivali, tagliò un ciuffo di capelli biondi piuttosto smilzo ma sicuramente sufficiente.

-Sei un idiota.- disse Pintel all'amico.

-E' una ragazza! Tu te lo saresti aspettato?-

Per la seconda volta Jack si apprestava a compiere il rito, anche se non del tutto sicuro della sua riuscita.

Dunque bruciò i biondi e unti capelli di Raghetti e prese in mano il piattino.

Improvvisamente una fortissima luce, che costrinse tutti a coprirsi il volto con la mano, avvolse il Capitano che in pochi secondi scomparve.

-E' sparito!- disse Perla con tono leggermente preoccupato.

-Sì...Uno di meno!- urlò di gioia Barbossa.

 

Jack aprì gli occhi. Che posto strano quello in cui si trovava: era come una enorme stanza. C'erano un sacco di tavoli ingombri di ogni sorta di oggetto, come piatti, bicchieri, coppe, pentole, vassoi, libri, calamai, cornici e tanto altro ancora; qualche seggiola era sparsa qua e là.

-Ti stavo aspettando Jack!- il Capitano si girò di colpo e notò che in fondo alla stanza c'era un enorme trono sul quale comodamente seduta c'era la sua vecchia amica Tia Dalma, meglio conosciuta come la dea Calipso.

-Mia cara Tia Dalma!- rispose Jack avvicinandosi traballando come sempre.

-Devo essere sincera, mi aspettavo che saresti arrivato molto prima. Come mai ci hai messo così tanto?-

-Complicazioni sono sopraggiunte.- la dea ridacchiò. -Beh, ma adesso sono qui!-

-Già, e dobbiamo parlare di una certa...Perla.-

-Si, si lo so. Mi devi aiutare a liberare la mia Perla Nera da quella stramaledetta bottiglia.- Calipso alzò le sopracciglia.

-Oh, Jack, ci sono cose più importanti di una semplice nave.-

-Non lo ha detto sul serio.- bofonchiò come se fosse rivolto alla nave stessa. -Comunque, a parte gli scherzi, vorrei sapere da te come...-

-Aspetta, io parlo sul serio, dobbiamo parlare di Perla.-

-Io sto parlando della Perla!- rispose Jack pensando che probabilmente la dea si fosse bevuta qualcosa di molto forte, o direttamente il cervello.

-No Jack! Io parlo della ragazzina.-

-Ah, di quella Perla.- rispose con fare disinteressato e prendendo in mano un diadema che aveva trovato su un tavolo lì vicino e che lo attirava particolarmente.

-Già, di quella ragazzina: Perla Sparrow, tua figlia.-

Jack ebbe un sussulto che si notò parecchio e gli cadde dalle mani la corona.

-Mia...mia che cosa?- chiese, guardando la dea con gli occhi talmente sgranati che a momenti uscivano dalle orbite, e con voce tremante. -Mia che cosa?-

  
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