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Autore: Aesir    25/07/2011    2 recensioni
[Aliens/Predator]
Racconto che si svolge nell'universo fantascientifico di Alien e Predator, o rispettivamente come si chiamano xenomorfi e yaut'ja.
La storia segue il film Alien vs Predator, ma va a cancellare i vari Alien seguenti.
La storia comincia con un'oscura profezia.
E' il 2012.
E gli xenomorfi... stanno arrivando...
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scena Diciannove (XIX): LA PREDA PERFETTA

 Dto’luar-ke, ossia riserva di caccia yaut’ja, da qualche parte nello spazio

Lex si spostava tra il fogliame, furibonda, trafiggendo le foglie come se avesse avuto un conto aperto con ognuna di loro.
Aveva abbandonato tutti i propri propositi di trovare qualcosa di non particolarmente pericoloso e di catturare una creatura che corrispondesse a tale descrizione, ora voleva dimostrare a sé stessa, più che agli yaut’ja, quanto valeva.
Intanto pensava, furiosamente: Maledetti, maledetti, era questa la mia specie?
Mi pare impossibile.
Ringraziava di indossare la maschera, così almeno nessuno avrebbe potuto vedere le lacrime che le scivolavano giù dalle guance.
Così che si comportano?
Maledetti, ora vi farò vedere io… non sono umana… non più…
Non voglio più esserlo.
Gli yaut’ja hanno sempre avuto ragione a proposito.
E in quanto yaut’ja… voglio cacciarli, gli umani…
Quest’ultimo pensiero accese in lei una scintilla di piacere.
Si fermò un attimo.
Si slegò un oggetto dal collo e lo lanciò in aria.

 Venti metri più in alto, una creatura simile ad un grosso insetto lo agguantò e si allontanò ronzando.
Ad un certo punto si fermò per esaminarlo.
Era duro, metallico, non un buon cibo per lei.
Deluso, l’animaletto lo lasciò andare e si allontanò alla ricerca di altro nutrimento.
L’oggetto perforò gli strati del fogliame fermandosi in una pozzanghera del terreno.
Era un pezzo di metallo di forma circolare, dal bordo dentellato.
Sopra si distinguevano, consunte, strisce bianche, blu e rosse e una scritta svolazzante.
Era un tappo di Pepsi Cola.
Addio, umanità…
Benvenuta, Lexiij la yaut’ja!

 Un movimento attraversò il fogliame.
Finalmente!
Ancora foglie svolazzanti.
Rami spezzati.
Avanti, fatti vedere…
Le lame retrattili scattarono fuori.
La ragazza assunse una posa aggressiva.
Poi la creatura irruppe dal fogliame e la guardò.
Camminava eretta sulle due zampe posteriori, era alta circa due metri, di colore marrone grigiastro, coperta da una specie di esoscheletro.
Mani” a tre dita terminanti in lunghi artigli.
Mentre la osservava Lex ebbe un tuffo al cuore.
Sperò follemente di essersi sbagliata, ma in fondo sentiva di aver ragione.
Aveva già visto il teschio di una di quelle creature.
Nella bacheca dei trofei di Vor ‘tasSkaariij.
E lo yaut’ja era un cacciatore abilissimo, veterano di migliaia di battaglie.
E se lo teneva come trofeo voleva dire che…
E poi non ci fu più tempo per pensare perché si trovò a lottare per la vita.
La creatura era forte quanto lei, e quanto alla velocità le era addirittura superiore.
Si ritrovò sballottata ovunque, le lame turbinavano e scintillavano nel colpire quella bestia orrenda.
Poi, dolore.
Terribile dolore.
Un colpo degli artigli affilati sull’addome, non protetto dall’armatura.
Il suo corpo che protestava mentre i suoi visceri si trovavano improvvisamente feriti dalla luce accecante.
Abbassò lo sguardo, un largo squarcio slabbrato le attraversava la pancia.
Ansimò, rantolando.
Strinse i denti sentendo il sangue impregnare la rete che la ricopriva e il terreno sotto di lei.
Era una ferita gravissima e lo sapeva.
Spinse in avanti le lame retrattili cercando almeno, se doveva morire, di morire con onore, sul corpo del nemico ucciso.
Ruggì furibonda e sentì la corazza ossea della creatura cederle e un liquido schizzarle addosso.
Guardò come in un sogno l’essere che ferito a morte alzava la zampa artigliata per darle il colpo di grazia..
Ci fu un lampeggiare di luce coloro argento e vide un disco di metallo affilato, un ventaglio fatto di lame d’argento, sibilare in direzione della testa del mostro.
Poi il buio calò su di lei.

Umana, sssvegliati.”
No, non credo proprio.
Sssvegliati altrimenti non ti rialzerai più.”
E che me ne importa?
Sssssvegliati!”
Proprio ora che avevo imparato a non respirare?
Proprio ora che stavo…

Dolore accecante, come una spada infuocata piantata nel suo braccio.
Spalancò gli occhi.
Lo yaut’ja sibilò e alzò l’artiglio macchiato da una gocciolina di sangue dal lato interno del gomito della ragazza.
Lo ripulì con noncuranza.
Finalmente.”

 Lex si mise a sedere e a quanto pare Aesir ‘Kraaliij non ebbe nulla da obiettare.
Lo yaut’ja si allontanò.
Lei ne approfitto per controllarsi la ferita, si aspettava di vedere bendaggi, una copertura metallica, una struttura organica, insomma qualunque cosa usassero gli alieni per curarsi le ferite e invece vi trovò solo la pelle liscia.
Incredula si passò la mano sul ventre, ma il tatto confermò il parere della vista.
Solo allora si accorse di indossare l’armatura, ripulita dalle insozzature lasciate dallo scontro con il mostro, e la rete a maglie.
Si guardò intorno.
Conosceva quell’ambiente dell’astronave.
Si alzò e constatato che i piedi la reggevano si diresse dove sperava di trovare gli yaut’ja.

 
Le tre creature erano come si aspettava nella larga sala, destinata al tempo libero, o almeno così l’aveva classificata.
Appena la vide Miyrth ‘Feriij si alzò e le andò incontro.
Sssalve, Lexiij.”
Con un cenno indicò una struttura sulla quale era depositato il cadavere dell’orrendo essere.
A quanto pare il Ma’ltar è ssssstata la tua prima preda.
Un’ottima caccia.”
Sei stato tu a salvarmi da quel… Mal’tar?”
Sssssì… ho ritenuto fosssse il cassso di intervenire.
Tuttavia, gli ho sssolo impedito di ucciderti, le ferite che gli avevi inflitto sssarebbero ssstate sssufficienti a finirlo.”
Anche quelle che lui aveva inflitto a me, però.”
Anche quesssto è vero, umana, tuttavia ritengo che tu preferisssca esssssere ancora viva, non è cosssì?”
Sì è vero, e devo dire che essere una yaut’ja…. mi piace…. è divertente cacciare… sai, avevi ragione a proposito dell’umanità… sono dei miserabili che non meritano nulla!”
Ho vissto” replicò lo yaut’ja, accennando alle tre teste che Lex teneva nella rete.
Lei arrossì.
N
on si era accorta di averle ancora lì appese.
Miyrth ‘Feriij disse: “Vieni umana, è il momento di inssssegnarti come ssssi preparano i trofei.

 Lo yaut’ja sollevò il cranio di un essere orrendo, munito di corna, un muso a becco e denti aguzzi.
La testa sembrava l’incrocio fra quello di un lupo e quello di una lucertola.
L’alieno aprì una scatola presa da dietro l’armatura, ne estrasse uno strumento che usò per rompere il cranio, poi ripulì con una specie di aspiratore i resti di materia cerebrale e di sangue, quindi tenendolo con delle pinze lo immerse in un liquido, facendolo uscire completamente sbiancato.
Ringhiò soddisfatto e andò a riporlo nella bacheca dell’astronave.
Lex, che aveva seguito con attenzione le istruzioni fece lo stesso con i suoi trofei.
Al ritorno sul pianeta ognuno li avrebbe posti fra le proprie conquiste.
I tre yaut’ja si avvicinarono e dissero: “Ora devi sssolo sssscegliere un nome adatto da preporre a quello che già hai.Hai tutto il tempo che vuoi per trovarlo.”

 Tre ore terrestri dopo Lex si avvicinò agli alieni.
Non era stato facile trovare qualcosa che si adattasse a lei e allo stesso tempo suonasse bene, ma pensava d’esserci riuscita.
Disse: “Ho scelto il mio nome.
Sarà Pyode ‘Lexiij, per ricordarmi sempre di dover maledire quella specie da cui sono nata… quella specie di vili umani senza onore.”
Miyrth ‘Feriij la guardò un momento, poi replicò: “Non è mia intenzione contrassstare la tua ssscelta, ma ssse vuoi darmi assscolto ti sssuggerirei di cercare qualcosa che ti ricordi il fatto di essssere una yaut’ja, non di essssere un’umana.”
Hai ragione, Miyrth Feriij.
Solo… non sapresti consigliarmi qualcosa tu… la mia conoscenza dello yaut’ja è incompleta e….”
N'ritja.” rispose l’alieno.
Che significa?”
E’ un nome di un’antica pratica religiosa, rissssalente ai tempi di quando adoravamo ancora degli dei… e parlo di milioni e milioni dei vosssstri anni fa… ssssignifica, molto liberamente, .”
Sì, va bene, mi piace.”
E quanto al problema del ssssaper parlare lo yaut’ja…” la creatura ringhiò sotto voce qualcosa.
Lex sentì una fitta alla gola e poi un atroce mal di testa, ma fu per solo un momento.
Quando aprì bocca si sentì con sorpresa pronta a parlare la lingua… senza il solito senso di incertezza… le sembrava di conoscerla da una vita… semplicemente, non avrebbe saputo descrivere cos’era successo.
L’alieno intuì la sua curiosità e disse: “Abbiamo sssscoperto da molto tempo che ssssono dei recettori possssti nel vostro cervello e collegati al vossstro orecchio i ressssponsssabili dell’apprendimento di una lingua… sssuppongo ci sssiano giunti anche gli umani, ormai… alterandoli, ssssi posssssono ottenere sssimili rissssultati.
Alcuni termini e vocaboli ressssteranno intraducibili, ma non aver timore di chiedere ssssspiegazioni quando sssserve.
Ssssse dessssssidererai parlare nella tua lingua originale ti basssssterà pensssssarlo- Lex fece per interrompere ma lo yaut’ja continuò –non fraintendermi, ci sssssono motivi molto utili… e sssorpendentemente divertenti e crudeli… per parlare la lingua delle proprie prede, comprendi?”
Lei annuì: “Ssssì.”  

   
 
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