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Autore: AyakoChan    25/07/2011    3 recensioni
[Una MattxMello, ispirata a una triste e tenera storia, con un lieto fine...].
Matt e Mello frequentano l'orfanotrofio della Wammy's House.
Durante la terza media, un imprevisto accaduto una mattina li porta a baciarsi. Da qui i due inizieranno a provare qualcosa l'uno per l'altro... Mello inizia a dimagrire molto, fino a portarlo un giorno a svenire. Verrà accertato che è affetto da un grave Deficit Ormonale, ovvero un rallentamento di velocità della crescita. Come evolveranno le cose tra i due? Mello saprà accettare questa situazione? E i due, un giorno, riusciranno a mettere da parte le loro differenze per stare insieme? Scoprite solo leggendo!
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. Silenzi e Bugie.

A metà mattina di un nuovo giorno scolastico, Matt venne convocato in Sala Professori.

Non seppe spiegarsi il motivo di tale richiamo e appena arrivò nella stanza dove si radunavano solitamente tutti i professori, che lo avevano accolto tutti con un sorriso stampato in volto, si sentì ancora più confuso e disorientato.

“Volevamo farle i complimenti, Mail Jeevas per la brillante media scolastica! A studenti come lei, così come ad altri, non abbiamo più molto da insegnare” gli dissero.

Menzogne…

Tutte bugie!

Nel mio cuore vi sono solo domande senza risposta…

***

 

Matt eccelleva anche nello sport.

Ne praticavano diversi a scuola, come la pallavolo e il basket.

Lui preferiva di gran lunga la seconda disciplina.

Lo trovava davvero interessante, a partire da come si svolgevano le partite.

Matt era un ragazzo alto, perciò non aveva nemmeno problemi a fare canestro.

Invece, aveva notato ormai da parecchio, il suo Mel preferiva evitare di giocare ed occupava l’ora di educazione fisica leggendo un libro di letteratura e sgranocchiando una barretta di cioccolato.

Fondente, eh!

 

Il professore, quel giorno, era occupato a partecipare ad una riunione perciò non avrebbe assistito alle loro partite in palestra.

La classe veniva regolarmente divisa in quattro squadre.

Quella che si aggiudicava la vittoria, giocava poi con quella successiva e così via.

La squadra in cui il rosso giocava era appena stata battuta, così i giocatori ne avevano approfittato per riposarsi, per bere dalla bottiglietta d’acqua e per asciugarsi il sudore , che evidentemente colava sulla fronte della maggior parte dei ragazzi.

Inutile dire quanto cattivo odore alleggiava in palestra!

Matt stava per avvicinarsi al biondo, con un asciugamano che gli ricopriva i bei capelli rosso fuoco e con una bottiglietta che teneva nella mano destra, quando improvvisamente un pallone da basket colpì Mello proprio sulla testa.

Il libro che teneva fra le mani cadde sul pavimento, così come la barretta del dolce rimasto.

Il rosso, preoccupato di un’eventuale ferita riportata sulla parte colpita, corse verso il ragazzo per poi inginocchiarsi e portare il viso a livello del suo.

“Mello! Ti sei fatto molto male? Aspetta, ti accompagno in infermeria!” il tono di voce di Matt lasciava chiaramente trasparire la sua preoccupazione per l’amico.

Si voltò verso i compagni, in cerca del presunto colpevole: “Chi è stato?!”

Silenzio.

Nessuno rispose…

***

 

Quando arrivarono in infermeria, il rosso fece sedere l’amico per poi chiedergli:

“Tutto bene?”

“Sto bene, non è niente” lo rassicurò Mello.

“Ma quello è sangue? Fammi vedere!”

“Ti ho detto che sto bene!”

Matt iniziò a sfilargli la cravatta per poi sbottonare la camicia.

Se lo avesse scoperto… no, il biondo non poteva permetterlo!

Tentò di fermarlo, ma non ci riuscì.

Matt rimase a osservare sorpreso tutti i lividi, alcuni ben evidenti ed altri quasi scomparsi, che vi erano sul corpo del ragazzo.

Ne sfiorò timidamente uno, mentre Mello tentava di trattenere un mugolio di protesta. Era evidente che alcuni ancora gli dolevano.

“Ti fanno molto male?” ormai quello del rosso era un sussurro.

Perché non sapeva niente di queste ferite?

Perché non gliene aveva parlato?

L’orgoglio di Mello si era nuovamente frapposto fra loro.

Quando questa storia avrebbe avuto una fine?

Quando glielo chiese, l’amico gli rispose “Perché avrei dovuto dirtelo? Cosa ti aspettavi, che ti avrei chiesto di proteggermi come se fossi una donna? Non ti permetterò di trattarmi come se fossi una ragazzina fragile solo perché mi ritrovo questo corpo!”

Cosa stava dicendo? Lui non lo considerava affatto in quel modo!

Ma avrebbe potuto ugualmente chiedergli soccorso!

Chiedere aiuto non vuol dire affatto mostrarsi debole…

“Se lo vuoi proprio sapere, mi so proteggere da solo” disse infine, poi fece per andarsene.

Basta, Matt aveva sopportato anche abbastanza.

Lo aveva aspettato per abbastanza tempo.

“Sai Mel, sei sempre il solito. Pensi solo e unicamente a te stesso” iniziò con un tono di voce calmo, come a preannunciare l’imminente tempesta che aveva trattenuto a lungo.

“Non avrei dovuto farmi coinvolgere tanto da te! Non guardarmi in questo modo! Che c’è, non capisci?!” a quel punto era un urlo “I miei sentimenti sono stati strappati e gettati via solo perché tu l’hai deciso!”.

Rabbia,

rabbia repressa da tanto tempo.

Matt non riuscì più a trattenersi.

Lo afferrò con entrambe le mani per le spalle e lo baciò.

La dolcezza di quell’istante, così come le dolci labbra che si stavano sfiorando con gentilezza senza alcuna forma di violenza, lo riportò indietro a quella mattina della terza media dove tutto era iniziato.

Dove Matt aveva capito di amare Mello, e dove Mello aveva provato la stessa cosa con Matt.

Perché, se entrambi provavano gli stessi sentimenti l’uno per l’altro, era andata a finire in quel modo?!

 

Mello, in quel momento aveva ricordato cosa volesse dire amore.

Volersi bene, accettare ognuno i difetti dell’altro… Matt lo aveva fatto.

Perché lui non era riuscito ad accettare i propri difetti?

Perché invece lui non riusciva ad accettare la sua situazione, il suo corpo?

Continuava a scappare,

a correre via.

E così scappò di nuovo, lasciando Matt in infermeria e in compagnia solo dei suoi stessi pensieri.

  
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