• Nick: _Aras_
• Titolo: Paris, mon cheri
• Personaggi: Victoire Weasley/Teddy Lupin, Famiglia
Weasley, Nuovo personaggio
• Pacchetto: Roma
• Citazione: Noi cammineremo insieme, mano nella mano,
anche nel regno delle ombre. (T. Mann)
• Canzone: Ti vorrei sollevare - Elisa
• Genere: Romantico, Fluff
• Raiting: Giallo
• Avvertimenti: One-shot
• Introduzione:
« Paris, mon cheri.
Proprio sotto
« Maman, anch'io un giorno andrò a Paris?» Chiese la bambina, con
gli occhioni lucidi e un sorriso speranzoso.
• NdA: Mi sono presa la libertà di
chiamare la bambina Ninfadora, in onore al personaggio. Il racconto è
ambientato al 7° anno di Victoire, quando Teddy aveva già finito Hogwarts. La
moto a cui mi riferisco era di Sirius, ma a quanto pare passerà ad Harry. Come
novità, ho proposto il cambiamento di Teddy, il fatto che questa volta ha agito
invece di subire le decisioni degli altri. Il monumento è
Paris, mon cheri
« "Di nuovo, questa giornata sarà
orrenda." Questo era il mio pensiero, quando mi svegliai.
Mio padre non sopportava Teddy, e ancora non ho capito perchè. Forse era solo
geloso della sua bambina, anche se ormai avevo diciassette anni ed ero
maggiorenne. Teddy era un ragazzo calmo, tranquillo, aveva indubbiamente preso
da suo padre, almeno così diceva chi aveva conosciuto Remus e Tonks. Sì, perchè
a quanto pare a Ninfadora non piaceva il suo nome. Io non lo trovavo
niente male. In ogni modo, Teddy non aveva ereditato solo la natura di metamorfomagus da sua madre, sepolta sotto la pacatezza di Remus, c'era
anche l'allegria e la frizzante vivacità di Tonks; ma fino a quel giorno non lo
sapevo. Era Pasqua e, come tradizione, tutta la famiglia Weasley si
sarebbe riunita dai miei nonni per pranzare insieme, e festeggiare una festa a
cui quasi nessuno credeva davvero. Naturalmente, nonostante il profondo
rapporto che Teddy aveva con zio Harry, non essendo un Weasley non era stato
invitato; ma lui aveva ancora Andromeda, sua nonna, e sarebbe rimasto con lei.
Nessuno sembrava mai notare la sua mancanza, nessuno aveva mai pensato di
aggiungere due posti a tavola e invitare anche loro due. Tranne me, ovviamente.
Una volta ne avevo parlato con mia madre, ma lei aveva detto che bisognava
chiedere a nonna Molly, che aveva detto di parlarne con zio Harry, che mi aveva
mandata da nonno Arthur, dicendo che la decisione era sua, in quanto
proprietario di casa... era iniziato un passaparola enorme, e alla fine Pasqua
era passata senza che Teddy e Andromeda sapessero nulla. D'altra parte, neanche
Teddy aveva mai cercato di integrarsi maggiormente nella mia famiglia, era un
ragazzo simpatico, ma non aveva mai preso l'iniziativa, neanche quell'anno.
Avevo chiesto a papà di poter trascorrere
Mi dispiace amore, ma è meglio non far arrabbiare tuo padre.
Teddy
In quel momento odiai la sua calma, la sua
totale incapacità di contraddire gli altri. Non sapevo che nel giro di poche
ore avrei cambiato totalmente idea su di lui.
Per quanto quel giorno odiassi l'idea di andare dai nonni, e incontrare tutta
la famiglia, non potei fare niente, se non prepararmi rancorosamente. Avevo
indossato un abito rosso, arrivava al ginocchio ed aveva le spalline
arricciate, con un'elegante scollatura circolare sulla schiena, lo avevo
abbinato a delle scarpe nere, alte quasi quelle di mia madre. Avevo comprato
quel vestito per Teddy, sicura che sarei riuscita a convincere i miei. Volevo
essere bella per il mio ragazzo, volevo essere perfetta per lui, e mentre mi
sistemavo i capelli, guardandomi allo specchio, pensavo "A che pro
impegnarmi tanto, se poi sono l'unica a volere tutto questo?" Un'ora e
mezzo dopo, ero seduta a tavola, spiluccando gli antipasti che aveva portato
zia Audrey cercando di compiacere nonna Molly, a cui non andava ancora molto a
genio. Il piccolo James, al mio fianco, ci stava raccontando animatamente di
Martha qualcosa, la streghetta Corvonero per cui si era preso una cotta.
Davanti a me era seduto zio Harry, che mi guardava con uno sguardo divertito,
che con il passare degli anni avevo definito malandrino, da dietro
quegli occhialetti rotondi, e cercava di nascondere un sorriso dietro al
bicchiere di burrobirra che teneva in mano. Zia Ginny, accanto a lui, stava
chiacchierando con mia madre e zia Hermione, ma ogni tanto la vedevo lanciarmi
delle occhiatine. Cosa stava succedendo? Stavo per chiederlo a zio
Harry, quando sentii un rombo lontano provenire dal cielo. Alzai la testa,
insieme al resto della tavolata. Da est, lontano, grande come un chicco di
riso, si vedeva avanzare qualcosa di nero. A poco a poco che quella cosa
si avvicinava, riconobbi la motocicletta incantata di zio Harry. Ma se zio
Harry era lì con me, chi la guidava? »
« Papà! » Una bambina dai capelli biondi e ricci saltò sul letto, battendo le
mani e spalancando gli occhioni verdi.
« Sì, era papà! Ora posso continuare? » La giovane donna accarezzò la testa
della figlia, rimettedola a sedere e sistemandola sotto le coperte. La bambina
annuì, zittendosi all'istante.
« Non lo riconobbi subito. A quel tempo papà aveva i capelli azzurri, quel
giorno erano neri. »
Mi hai lasciata senza parole
« Non me l'aspettavo, credevo che sarebbe
rimasto con sua nonna anche quell'anno, mentre io sbuffavo con i miei parenti.
Invece eccolo lì. Parcheggiò la moto a qualche metro dalla tavolata, con un
abilità che non sapevo possedesse. Si avvicinò a noi con la sua solita aria
tranquilla, che stavolta stonava un po' con la situazione in cui ci trovavamo.
Mi sorrise, ignorando, o fingendo di ignorare, tutti gli altri. Poi parlò, e
credimi ricorderò sempre quel tono sfacciato che non aveva nulla a che fare con
la sua espressione. Disse: "Buongiorno gente. Vi faccio i miei auguri di
buona Pasqua. Bene, ora se non vi dispiace, io e Victoire andremo a fare una
piccola gita. Arrivederci." Mi prese per mano, aiutandomi ad alzarmi; ero
davvero stupita, i miei movimenti erano assolutamente meccanici, guidati da
lui. Nell'aria regnava il silenzio, poi nello stesso istante papà, nonno Arthur
e zio Ron cominciarono a gridare. Solo in quel momento mi svegliai, e mi resi
conto che stava succedendo davvero. Teddy era venuto a prendermi in moto,
voleva portarmi via da lì, e sopratutto se ne stava fregando altamente dei
rimproveri e delle urla che il suo gesto aveva provocato.
E questo è un raggio di sole,
un pensiero che si riempie
di te.
"Mi dispiace che non siate d'accordo,
vi porterò un regalo per farmi perdonare." Avresti dovuto vederlo, era
così bello, così sicuro di se. Sentivo di amarlo ogni momento di più. Salimmo
sulla moto, per me era la prima volta, e sinceramente avevo un po' paura. Mi
aggrappai alla sua camicia talmente forte che quando mi staccai era rimasta
stropicciata. E quando arrivammo... dove mi aveva portata secondo te? »
La bambina si toccò il mento con l'indice, alzando gli occhi e concentrandosi a
pensare; poi, sorridendo, esclamò « In una piscina con tante tante bolle e lo
zucchero filato! »
Victoire rise, divertita dalla vivace mente della figlia, poi la corresse. «
No, tesoro. Eravamo a Parigi. »
E l'attimo in cui il sole
diventa dorato
e il cuore si fa leggero
come l'aria prima che il tempo
ci porti via
« Paris, mon cheri. Proprio sotto
« Maman, anch'io un giorno andrò a Paris?» Chiese la bambina, con
gli occhioni lucidi e un sorriso speranzoso.
« Naturalmente. Non dimenticare che tu sei nata a Paris. »
Soddisfatta, la bambina tornò sotto le coperte, tirandole fino a coprirsi il
mento.
« Bonne nuit, maman. »
« Bonne nuit, Ninfadora. » Sussurrò la donna, lasciandole un bacio sulla
fronte e chiudendosi la porta alle spalle, dopo aver spento la luce.
Nella stanza buia, illuminata solo da una piccola fiammella azzurra, Ninfadora
sognò quel principe azzurro dai capelli neri, che in sella ad una moto la
portava a Paris, volando sopra l'oceano.
* * *
« Ninfadora mi ha chiesto se la porteremo
a Parigi. » Sussurrò Victoire, lasciando un dolce bacio sul torace del marito.
« Lo so. » Rispose Teddy, accarezzando i suoi lunghi capelli lisci e
proseguendo con la mano lungo la schiena.
« Come lo sai? » Chiese la donna, alzando appena il capo dal torace di Teddy,
smettendo per un momento di ascoltare il battito del suo cuore, guardandolo
negli occhi.
I capelli dell'uomo assunsero una lieve sfumatura rossiccia, segno che
l'imbarazzo si stava inoltrando dentro di lui.
« Hai origliato? » Avrebbe dovuto essere indignata, perchè origliare era
sbagliato, sempre e comunque, ma ormai lo conosceva troppo bene, e lo amava
troppo intensamente per riuscire anche solo a tenergli il broncio per poco più
di cinque minuti.
« Passavo di lì per caso. » Questa fu la sola risposta che Teddy riuscì a
darle.
Con uno sbuffo, Victoire tornò a stendersi su di lui, poggiando l'orecchio
destro sopra al suo cuore.
« Che ne dici di quest' estate? Potremmo tornare all'hotel dell'ultima volta.
Ci piaceva tanto... » disse, disegnando piccoli cerchi sul petto di Teddy;
riportando alla mente le immagini nitide di come avevano trascorso la loro
ultima vera vacanza a Parigi, prima della nascita della figlia. Fortunatamente
erano maghi, ed avevano potuto lanciare incantesimi insonorizzanti alla loro
stanza.
« Si, ci potrei fare un pensierino - disse Teddy, mentre le sue mani
cominciavano a farsi più curiose, e i suoi pensieri più espliciti - che ne dici
se rimandiamo la discussione a domani? »
Sorridendo, Victoire alzò il viso e lo baciò. Di nuovo. E poi ancora una volta,
e un'altra ancora, finché i baci sembrarono non bastare, e le carezze sempre
troppo poche; finché non furono di nuovo insieme, completamente insieme.
Noi cammineremo insieme,
mano nella mano, anche nel regno delle ombre.
5°
CLASSIFICATA AL “CITY CONTEST”
̴ Paris, mon cheri - _Aras_
Giudizio di _Alchimista_@
• Grammatica e sintassi 9.5/10
• Caratterizzazione dei personaggi 9/10
• Uso del pacchetto 9.5/10
• Uso della citazione 3/5
• Originalità 10/10
• Stile 8.5/10
• Gradimento personale 13/15
• Canzone 1/1
Per un totale di 63.5/71
Bene, come di consueto partiamo dalla grammatica:
non ho notato errori grammaticali, tuttavia la punteggiatura in alcuni punti
reclama pietà. Hai praticamente ignorato l’esistenza dei due punti e del punto
e virgola, sostituendoli con la classica, abusata virgola (alle volte preceduta
ad un eccessiva “e” che già da sola avrebbe potuto adempiere perfettamente alle
sue funzioni). Sia Victoire che Teddy mi hanno convinto abbastanza, cioè per
quel poco che sappiamo li vedo davvero così; tuttavia, è l’atteggiamento ostile
della famiglia Weasley ad avermi lasciata un po’ perplessa – soprattutto Bill.
Va beh che non conosciamo il futuro di questi personaggi.. ma io non ce li vedo
ad ostacolare a tal punto la loro relazione (da ciò deriva anche il gradimento
personale). Ah, il monumento *-* che bello! Ottimo uno dell’oggetto! Il prompt
non mi ha convinta al 100%... più che novità, forse, quello che hai descritto è
un cambiamento.. ma, nel complesso, va comunque bene! Ottimo anche
l’inserimento della canzone, mentre per la citazione avresti potuto fare di
meglio: quella è profonda, molto… e messa lì, mi è sembrato un po’ riduttivo.
Lo stile è buono.. forse un po’ troppo semplice, basso, in alcuni punti, ma nel
complesso non è male! Insomma una bella storia, continua così!
Giudizio di
Bellis
• Grammatica e sintassi 7/10
• Caratterizzazione dei personaggi 9/10
• Uso del pacchetto 7/10
• Uso della citazione 4/5
• Originalità 6/10
• Stile 7/10
• Gradimento personale 10/15
• Canzone 1/1
Per un totale di 51/71
La caratterizzazione che hai dato ai personaggi in
questo brano mi è subito piaciuta. Hai trattato della nuova generazione e lo
hai fatto in modo plausibile. Anche sull'ortografia non ho nulla da dire,
mentre la punteggiatura è un po' carente.
Analizziamo, ad esempio, questa frase:
Poi parlò, e credimi ricorderò sempre quel tono
sfacciato che non aveva nulla a che fare con la sua espressione.
Un modo a mio parere più sintatticamente corretto
di formulare la frase avrebbe previsto questa costruzione: Poi parlò e,
credimi, ricorderò sempre quel tono sfacciato che non aveva nulla a che fare
con la sua espressione.
Allo stesso modo, più in basso:
Bene, ora se non vi dispiace, io e Victoire
andremo a fare una piccola gita.
Il fatto che dopo dispiace tu abbia inserito una
virgola implica che tu apra l'inciso prima di chiuderlo... e la virgola dopo
bene non si adatta allo scopo. Riformuliamo con:
Bene; ora, se non vi dispiace, io e Victoire
andremo a fare una piccola gita.
Questi sono piccoli esempi delle
"carenze" - diffuse più o meno in tutto il brano - che ho riscontrato
in quanto a sintassi.
Il lato della fanfiction che ho trovato, invece,
decisamente inappropriato, riguarda l'uso della citazione scelta. Anche qui, è
tutto completamente opinabile, per l'amor del Cielo... ma la frase a te fornita
mi pareva un po' più adatta ad un brano drammatico, profondo, introspettivo,
piuttosto che ad un racconto fluff che, alla fine, si risolve in un (grazioso,
certo) flashback ed in una quieta dichiarazione di affettuoso amore. Il clima
nostalgico e di impedimento, a mio parere, non giustifica affatto l'uso di una
frase così solenne e pregnante come quella che ti è stata data quale spunto.
TOTALE COMPLESSIVO 114.5/142