Via le mani dagli occhi.

Non so di preciso quando è iniziato tutto.

Forse quando avevo sei anni e sono caduta dalla mia prima scopa, sbucciandomi il ginocchio.

Lo ricordo come fosse ieri. Venne vicino a me e con quel sorriso dolce sul suo viso da quattordicenne in crescita e mi guarì la piccola ferita come aveva imparato da Madama Chips.

A lui era un incantesimo che serviva sempre, vista la sua totale mancanza di equilibrio.

Mi coccolò per un bel po’, stringendomi tra le braccia esili e accarezzandomi i capelli rossi, lasciandomi qualche dolce bacetto sulla fronte e sul ginocchio offeso.

Mi bastarono quelle cure amorevoli e ritornai allegra e felice come sempre.

Da quel momento iniziai ad avvicinarmi a lui come non avevo mai fatto prima … gli chiedevo di aiutarmi con i compiti, di fare qualche marachella, di spiegarmi il passaggio di qualche libro. E lui era sempre pronto ad aiutarmi, quel sorriso sul volto che mi ammaliava.

È andata avanti così per anni, e dentro di me quel desiderio di lui, quel bisogno continuava a crescere, crescere e ancora crescere. Me ne sentivo sopraffatta.

Il cuore batteva a mille quando osava guardarmi, le guance diventavano rosse se mi sfiorava anche per sbaglio.

Il mondo mi sembrava sempre più bello quando lui era lì davanti a me. Con me.

E poi … e poi Victoire. Con i suoi sorrisi, con i suoi occhi celesti, con quel fisico da fare invidia ad una modella.

Con quei capelli rossi dello stesso colore dei miei, ma sempre così perfetti. Tagliati corti o lunghi, portati legati o sciolti le stavano sempre bene.

Arrossiva di fronte a lei, inciampava più del solito, provocava gli sguardi feroci di zio Bill.

E io mi sentivo morire sempre più. Con me non era così. Mio padre rideva quando stava con me e si raccomandava che avessi sempre la bacchetta per proteggerci. Non inciampava, non cadeva.

Ero una semplice amica per lui e non volevo vederlo.

Piano piano ho iniziato a chiudermi nel mio guscio, impegnandomi in letture sempre più difficili per tenere la mente occupata, inventando compiti per chiudermi in camera mia quando arrivava.

E adesso … adesso so che è dietro di me, ad ascoltarmi mentre espongo la mia tesi di fine studi ai professori, trattenendosi per esultare e correre ad abbracciarmi.

So che non appena mi girerò cercherò il suo viso per primo, mi beerò dei suoi occhi limpidi e profondi. E farò finta di non vedere la sua mano in quella di Victoire o sul suo pancione. Farò finta di non vedere Ninfadora sulle sue gambe e gli occhi così uguali ai suoi.

 

[Sognerò ancora qualche secondo, prima di togliere le mani dagli occhi e guardare in faccia la realtà.]

 

 

 

 

 

 

 

 

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Avevo voglia di pubblicare qualcosa, così mi sono messa a spulciare la lista delle storie scritte e non pubblicate. Questa mi è saltata subito agli occhi.

È una delle mie preferite … mi piace tutto quello che scrivo (altrimenti credo che non lo scriverei) ma questa è speciale e non so bene il perché. Rose è il personaggio della nuova generazione che adoro di più insieme a Teddy e benchè il piccolo Lupin e Victoire siano stati messi insieme proprio dalla Rowling, non riesco proprio a non immaginare lui e Rosie insieme.

Anche se in questa storia non sono una coppia.

Bene, credo che adesso vi lascerò in pace. Almeno fin quando non mi verrà di nuovo voglia di pubblicare qualcosa =D

Spero vi sia piaciuta … baci!