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Autore: Liberty Bell    26/07/2011    5 recensioni
"«Ho sentito che il capitano è molto esigente e brutale.»
«Dove l’hai sentito?» chiede Oliver bruscamente.
«Me l’hanno detto due ragazzi con i capelli rossi e una Cacciatrice. Penso che lo chiamino “Il Quidditch – Nazista” …»
«”Q-quidditch – Nazista”?» balbetta il ragazzo incredulo «Ma non lo sono!»
«Tu?» chiede lei guardandolo con curiosità «Tu sei “Il Quidditch – Nazista”?»
Lui raddrizza le spalle, offeso «Appassionato di Quidditch.» puntualizza piccato."
Questa storia è un esperimento; intanto è una Oliver/Katie e poi è la traduzione.
Buona lettura e KBOW power!
Naturalmente, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione, Ceci.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ciao a tutti! Come avrete letto nell'introduzione, questa fic è un esperimento, perciò, vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate, perchè:
- è una traduzione. La mia prima traduzione. Ho cercato di renderla al meglio possibile, ma ditemi se c'è qualcosa di strano.
- è una "keeping the chase" sul (meraviglioso) pairing Oliver Baston/Katie Bell e io non sono abituata con questo pairing
- Una precisazione:  Si tratta del primo vero incontro tra Oliver e Katie. Lui è al quarto anno e lei al secondo. Katie potrà risultare un po' infantile, ma è al secondo anno e, guardando la mia sorellina di dodici anni, ho pensato che spesso le ragazzine dodicenni sono così; petulanti ed estremamente curiose verso i ragazzi più grandi, oltre che affascinate da loro. Anche qui, spero di non offendere nessuno con le mie considerazioni (che sono puramente personali) sulle ragazze di dodici anni. Vi prego di farmi sapere se non vi piace questa Katie un po' infantile.

Ah, ovviamente, la storia originariamente non è mia, essendo una traduzione; io l'ho solo adattata, cambiando qualche particolare per esigenze linguistiche, ma la struttura è originale e non mia, ma di una bravissima autrice californiana, LostMeablleshire.
 Purtroppo non ci sono molte Oliver/Katie in italiano, quindi sappiate che ho intenzione di rimediare.
Ora, con vostra somma gioia, ho finito di tediarvi inutilmente e vi lascio alla storia.
Buona lettura e (ancora) commentate, please.

Un bacione, Ceci.




He who has an accent

 
Oliver attraversa i prati del Castello a passo di marcia. Dalla bocca gli escono continui sbuffi spazientiti, i quali si condensano all’aria gelida in piccole nuvolette opache; è Novembre e, anche a mattino inoltrato fa piuttosto freddo.

Ed è proprio la temperatura rigida che ha portato Oliver Baston ad avventurarsi fuori al freddo con il solo intento di prendere la sua scopa dallo sgabuzzino esterno di Grifondoro e portarla in salvo nel Castello, dove è certo che sarà al caldo.

Dopo tutto, si sa, i vecchi manici di scopa sono piuttosto sensibili alle temperature rigide e agli sbalzi climatici.

Per un po’ Oliver non presta attenzione a null’altro all’infuori di questo pensiero. Perciò, è piuttosto sorpreso quando si scontra con qualcosa di piccolo e solido.

Il ragazzo rimane un attimo frastornato, prima di riscuotersi e guardare verso il basso. Distesa sul terreno irregolare c’è una ragazza molto piccola, probabilmente del primo anno, di Grifondoro a giudicare dalla sciarpa. Non l’aveva mai notata prima.

«Mi dispiace.» dice lui tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

Invece di afferrare la sua mano, la ragazzina lo guarda stupita «Sei gentile.» dice, e sembra piuttosto sorpresa di constatare questo.

Oliver inarca le sopracciglia «E’ buona educazione. Si fa così.»

«Si ma non credevo che voi più grandi sapeste essere gentili con quelli del secondo anno.» replica la ragazzina con sarcasmo. Sembra felice, anche se decisamente sconcertata. «E hai l’accento scozzese.» aggiunge poi, come se questa fosse una cosa ancora più strabiliante.

«Ehm … sì. Ok. » mormora il ragazzo, lasciando ricadere il braccio teso lungo il fianco, visto che le non sembra minimamente intenzionata da afferrare la sua mano, né, tantomeno ad alzarsi da terra.

«A questo punto credo che dovrei andare …» dice il ragazzo a disagio, facendo qualche passo avanti. Ma la sua tenata fuga è arrestata dalla voce della ragazzina che gli giunge improvvisamente alle orecchie.

«Dove vai?» chiede lei, saltando in piedi con facilità.

Oliver si blocca improvvisamente, voltandosi a fissarla perplesso «Ehm … a prendere la mia scopa …»

«Oh! Vuoi giocare a Quidditch allora?» chiede lei, decisamente entusiasta, con le guance rosse dal freddo e gli occhi brillanti di felicità. Sembra sul punto di saltellare, e questo infastidisce parecchio Oliver.

«No.» risponde lui seccamente «Non adesso, ovviamente. Devo solo proteggerla dal freddo.» dice e si aspetta che lei perda interesse al discorso e scappi via con una scusa, come farebbe ogni ragazzina dei primi anni. E lui ne sarebbe immensamente sollevato. Ma invece di andarsene via lei lo segue, trotterellando dietro di lui, evidentemente senza aver minimamente perso interesse.

«Oh. E come fai a proteggerla dal freddo?» chiede lei con un leggero fiatone; Oliver cammina così rapidamente che lei deve correre per stare al passo con lui.

Il ragazzo sbuffa e rotea gli occhi «Portandola al chiuso naturalmente.»

«Questa è una buona idea. Pensi che dovrei portare dentro anche la mia? Mia mamma me l’ha regalata a Settembre, ma non-»

Oliver la interrompe di colpo, sempre più sbalordito da quella strana bambinetta «Aspetta, tu hai una scopa?»

La ragazza sembra imbarazzata e arrossisce, scrollando le spalle «E’ solo per la pratica. Le scope della scuola non mi piacciono, sono vecchie e non ho abbastanza confidenza con loro e voglio fare il provino per la squadra di Quidditch di Grifondoro il prossimo anno, quindi credo che dovrei allenarmi fin da subito.»

Poi la ragazzina gli si avvicina, abbassando la voce con fare cospiratorio «Ho sentito che il capitano è molto esigente e brutale.»

«Dove l’hai sentito?» chiede Oliver bruscamente.

«Me l’hanno detto due ragazzi con i capelli rossi e una Cacciatrice. Penso che lo chiamino “Il Quidditch – Nazista” …»

«”Q-quidditch – Nazista”?» balbetta il ragazzo incredulo «Ma non lo sono!»

«Tu?» chiede lei guardandolo con curiosità «Tu sei “Il Quidditch – Nazista”?»

Lui raddrizza le spalle, offeso «Appassionato di Quidditch.» puntualizza piccato.

Poi lui guarda la ragazzina, la quale sembra piuttosto interdetta e pensierosa. E anche piuttosto silenziosa, pensa Oliver con sollievo. Per lo meno adesso quella ragazzina non sembra più così inopportunamente, agitata, chiacchierona ed entusiasta.

«Beh,» dice infine lentamente «se non altro hai un bell’accento.»

Oliver inarca un sopracciglio, perplesso «Ehm … grazie.»

Alla fine lei gli sorride, salutandolo con la mano e scappando via.

E mentre la guarda correre via, i lunghi capelli scuri scossi dal vento, Oliver si ritrova a pensare distrattamente che non ha neanche pensato di chiederle il nome.




  
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