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Autore: AlenaC    26/07/2011    0 recensioni
tre storie diverse, unite in un unico indelebile giorno
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le aveva detto di trovarsi davanti al carretto dei gelati, nel parco davanti a casa. Anne aveva capito subito, dal tono di voce, che qualcosa non andava. Era da qualche giorno che aveva notato uno strano comportamento in Matt, il suo ragazzo. Ora lo vedeva avvicinarsi per il viale alberato. Con il suo solito passo spavaldo, i corti capelli a spazzola biondo cenere, nessuna traccia di un sorriso.
“Ciao” la salutò, con insolita freddezza.
“Facciamo due passi” disse. Rimase in silenzio per un bel po’. Anne gli sfiorò la mano, e il modo in cui la evitò con indifferenza, fu la certezza che qualcosa era cambiato.
“Cosa c’è Matt ?” gli chiese fermandosi davanti a lui.
Matt sospirò, prima di parlare.
“Non lo so Anne, so solo che le cose non sono più come prima” il cuore di Anne si fermò. Non era difficile intuire le parole che sarebbero seguite. Le parole che sarebbero scivolate su Anne come un fiume in piena, distruggendo tutto ciò che per lei aveva un significato.
“Anne io…”
Lei chiuse gli occhi, nell’attesa delle ultime parole.
“Io…non ti amo più”
Quelle parole rimasero nell’aria, ci rimasero per sempre. E mai nessuno le cancellò dalla mente e dal cuore di Anne. Matt era tutto ciò che importava, e ora non esisteva più.
“No Matt, non mi dire una cosa simile, dimmi che non è così”
Le lacrime iniziarono a scivolarle sul viso, mentre si aggrappava al collo di Matt, come se fosse l’unico modo per farlo rimanere con lei.
Stretta a lui, sussurrò:
“Ti prego Matt, non lo dire”.
 
Mary non era mai stata più felice di così in tutta la sua vita. Seduta sul divano in salotto si accarezzava la pancia, accarezzando anche la vita che conteneva. Guardava le foto appese alle pareti e sorrideva. Sorrideva di ricordi, sorrideva del presente e sorrideva del radioso futuro che le si apriva davanti. Le lacrime le rigavano le guance, lacrime di gioia. Mancava solo una settimana alla nascita di suo figlio. Suo figlio. Potevano esistere parole più belle ?
 
Primo capello bianco. Ci mancava solo questa, pensò Nicholas. Si stava preparando per andare al lavoro, con la solita espressione sul volto. La noia, dominava ormai la sua vita, insieme alla monotonia. Odiava il suo lavoro, non aveva una ragazza da mesi e aveva appena litigato con il suo migliore amico. Non poteva andare peggio. Non c’era mai nulla di nuovo che desse una spruzzata alla sua vita. Sbuffò, e usci dall’appartamento.
 
Anne correva per raggiungere il padre. Voleva stringersi a lui, essere cullata tra le sue braccia come quando era bambina. Voleva sentirsi dire : “Tranquilla piccola, è tutto a posto”. La sua vita era crollata, sentiva una voragine nel petto che si allargava ad ogni passo, mentre ogni lacrima cadeva sul marciapiede. Non riusciva a crederci. Quelle orribili parole turbinavano davanti a lei minacciando di distruggerla.
“Io non ti amo più”
“Ti odio” gridò fermandosi in un vicolo. Si accasciò a terra perdendosi in singhiozzi che le scuotevano il petto fino a farle male. Battè i pugni per terra immaginando di colpire il suo viso. Voleva cancellare ogni cosa, ogni ricordo. Ma già sapeva che era impossibile. Lo amava più della sua stessa vita, quel maledetto ragazzo. E barcollando si diresse verso l’ufficio di suo padre. Nelle Torri Gemelle.
 
Aveva avuto voglia di andare a trovare suo marito a lavoro. Per abbracciarlo e ricordargli quanto lo amava, quanto era felice. Seduta sulla metro, ogni cosa le sembrava meravigliosa. Mary aveva sul viso un sorriso, che poche volte un volto umano conobbe nella propria vita. Le Torri Gemelle, dove si trovava l’ufficio di suo marito, si avvicinavano nel finestrino.
“Eih, andiamo a salutare papà” sussurrò.
 
In mezzo al traffico Nicholas imprecava. Stava arrivando in ritardo al lavoro. Sempre la stessa storia, ogni giorno, pensava. Basta, non ne posso più, ho bisogno di una pausa. Odiava la monotonia. E in mezzo a quei pensieri si chiedeva come mai quel giorno le Torri Gemelle, dov’era il suo ufficio, sembravano così lontane.
 
Seduta tra le braccia del padre Anne aveva smesso di piangere. Aveva chiuso gli occhi e non pensava più a nulla. Era immersa nel profumo del padre, era l’unica cosa che sentiva. Quel meraviglioso profumo. Poi un rumore assordante distrusse quel breve momento di felicità. Quel giorno, l’11 settembre 2001 Anne aveva visto per l’ultima volta il volto di Matt. Quel volto le apparve dinnanzi un ultima volta, stretta nelle braccia del padre. Era ritornata meravigliosamente bambina. Un’ ultima volta.
 
Mary era aggrappata al collo del marito, ridendo. Lui le disse :
“Attenta ! Il bambino” e le rivolse il più sincero dei sorrisi.
“Ti amo” gli sussurrò lei in un orecchio.
Uno scoppio squarciò l’aria. Mary strinse le mani intorno alla pancia. Era l’11 settembre 2001. Non avrebbe visto suo figlio crescere. Suo figlio non sarebbe mai cresciuto.
 
Seduto in quell’ufficio di altissimo design Nicholas aveva lo sguardo perso nel vuoto. Tutto ciò che lo circondava sembrava di un triste color grigio. Un tuono irruppe nei suoi pensieri. Nicholas corse alla finestra, ma fu tutto troppo veloce. Quel giorno, l’11 settembre 2001, la sua monotonia era ormai giunta al termine.
 
  
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