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Autore: winnie343    27/07/2011    7 recensioni
Una storia ambientata in un futuro ipotetico dove, dopo 8 anni dalla fine del liceo, i ragazzi del Glee si rincontreranno per affrontare una nuova sfida e dove il destino di alcuni di loro si incrocerà di nuovo, inaspettatamente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finn Hudson, Jessie St. James, Quinn Fabray, Rachel Berry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XIV – The End – part II





Rachel si strinse a Jesse. Sapeva che tutti, compreso Finn, li stavano osservando, ma l’aver chiarito la situazione nel suo cuore, la rendeva tranquilla e sicura nel mostrare, finalmente, i propri sentimenti. La sera prima, avevano discusso a lungo sull’opportunità per Jesse di partecipare alle finali. Rachel le aveva provate tutte per farlo desistere, si era perfino offerta in alternativa per fargli passare una serata indimenticabile, ma lui, ridendo, aveva rifiutato, facendole notare che a quel punto anche lei avrebbe dovuto saltare la gara. Se lei avesse potuto scegliere, avrebbe barattato volentieri la competizione con la sicurezza che il suo uomo sarebbe rimasto buono e tranquillo in quel letto d’ospedale. Tutti i medici lo avevano sconsigliato, ma dopo averlo sentito affermare che un impegno, quando va preso, va mantenuto e che lui non avrebbe mai disatteso le aspettative dei suoi compagni e del pubblico, Rachel si era rassegnata all’inevitabile. Gli aveva fatto promettere, però, che avrebbe cantato una sola canzone e che non avrebbe effettuato nessun tipo di movimento. Pur protestando e non poco, alla fine Jesse aveva accettato. Ed ora era vicino a lei e di fronte agli altri membri del Glee, con quel suo sorriso strafottente, in attesa di entrare sul palco per dare il meglio di se. Il resto del suo gruppo lo superò, entrando in scena, mentre lui, dopo aver stretto a se Rachel e dopo averla baciata, si diresse verso Quinn. La bionda gli sorrise e lui facendole l’occhiolino le sussurrò all’orecchio “sei stata spettacolare”. Dopo, sorridendo a Mercedes e salutando Santana e Brittany, evitò accuratamente di incrociare lo sguardo di Finn e si mosse verso la parte posteriore del centro del palco. Nell’Auditorium echeggiarono le note di uno dei successi di Shakira “Hips don’t Lie” e le ragazze dei Vocal Adrenaline cominciarono a muoversi sul palco, ballando la danza del ventre, mentre la loro Lead Vocalist e uno dei ragazzi iniziarono a cantare. Puck sorrise e dando una pacca sulla spalla del professor Schuester disse:

  • Con questa prestazione canora vinceremo sicuramente!

  • In effetti non stanno dando il meglio di loro – Kurt si affiancò al professore – e rispetto a noi stanno facendo schifo

  • Già – Will rispose distrattamente – bisognerà però vedere che cosa ha in mente Jesse.

  • St. James deve fare un miracolo per far dimenticare questo schifo – Artie rispose con enfasi – ma non penso che nelle condizioni in cui è ci riuscirà.

  • Le sue condizioni non gli impediranno di offrire un’esibizione perfetta – Rachel sorrise, ma per chi la conosceva come Kurt, sapeva che quel sorriso era tirato e nervoso

  • Vedrai che non gli succederà nulla – Kurt strinse a se Rachel – ecco, ora tocca a lui

Sul palco riecheggiavano le note finali della canzone di Shakira, che si sovrapposero a quelle di una nuova, mentre, entrando in scena, Jesse si posizionò al centro e gli altri membri del gruppo iniziarono la nuova coreografia. Il ragazzo cominciò a cantare le prime note



I used to rule the world

Seas would rise when I gave the word

Now in the morning I sleep alone

Sweep the streets that I used to own

I used to roll the dice

Feel the fear in my enemy's eyes

Listen as the crowd would sing:

"Now the old king is dead!

Long live the king!"



La voce di Jesse era perfetta e la sua interpretazione non aveva nulla da invidiare a quella di Chris Martin, il cantante dei ColdPlay. Rachel, però, nonostante seguisse il ritmo musicale con orecchio critico e attento, non riusciva a togliere gli occhi di dosso dal performer sul palco, alla ricerca di qualche segno che dimostrasse l’inizio di un possibile cedimento.



One minute I held the key

Next the walls were closed on me

And I discovered that my castles stand

Upon pillars of salt and pillars of sand



I hear Jerusalem bells are ringing

Roman Cavalry choirs are singing

Be my mirror my sword and shield

My missionaries in a foreign field

For some reason I can't explain

Once you go there was never, never an honest word

That was when I ruled the world

(Ohhh)



Jesse sembrava soffrire dell’impossibilità a non potersi muovere insieme ai suoi compagni. La sua posizione ferma, però non rappresentava un ostacolo alla realizzazione della coreografia dei Vocal Adrenaline, ma un elemento di arricchimento. Tutti i ragazzi, infatti, sembravano volersi stringere intorno al loro Lead Vocalist. Il ragazzo aveva promesso a Rachel che non avrebbe esagerato e aveva intenzione di mantenere quanto detto, perciò, rimanendo immobile, dedicò tutte le sue energie all’esibizione vocale. L’insieme delle due esibizioni, quindi, offrì al pubblico uno spettacolo bello e appassionante. I ragazzi delle Nuove Direzioni , benché affascinati da quanto stava accadendo davanti ai loro occhi, si sentivano depressi per la possibile sconfitta che si stava delineando per l’ennesima volta.



It was the wicked and wild wind

Blew down the doors to let me in

Shattered windows and the sound of drums

People couldn't believe what I'd become



Revolutionaries wait

For my head on a silver plate

Just a puppet on a lonely string

Oh who would ever want to be king?



Rachel sussultò nel sentire la voce di Jesse incrinarsi, ma si rese subito conto che era stato il suo modo di impostare l’esibizione a portarlo a quel vocalizzo. Non vedeva l’ora che tutto si concludesse, per potersi finalmente rilassare.



I hear Jerusalem bells a ringing

Roman Cavalry choirs are singing

Be my mirror my sword and shield

My missionaries in a foreign field

For some reason I can't explain

I know Saint Peter will call my name

Never an honest word

But that was when I ruled the world

(Ohhhhh Ohhh Ohhh)



Jesse sembrava visibilmente provato, ma ormai mancava poco alla conclusione della sua esibizione che aveva raggiunto ottimi livelli e aveva appassionato il pubblico.



I hear Jerusalem bells a ringing

Roman Cavalry choirs are singing

Be my mirror my sword and shield

My missionaries in a foreign field

For some reason I can't explain

I know Saint Peter will call my name

Never an honest word

But that was when I ruled the world

Oooooh Oooooh Oooooh



Quando le note cessarono e la luce si spense sul palco, Rachel, finalmente, potè tirare un sospiro di sollievo. Alle sue spalle sentì il commento di Puck

  • Siamo fregati

  • Ehi, la sua esibizione non era male – Artie gridò – ma noi siamo stai grandi

  • Non era male? – Merceds lo guardò sconvolta

  • E’ stato grande – Brittany sorrise

  • Fantastico – Quinn sospirò

  • Ma saremo noi a vincere – tutti si voltarono verso Rachel increduli, mentre sul suo volto comparve un sorriso – è vero, la sua interpretazione è stata favolosa, ma il primo pezzo dei Vocal Adrenaline non aveva nulla di speciale. Noi invece abbiamo realizzato due numeri fantastici ed inoltre il nostro Finn ha mostrato grande intensità nella sua performance.

  • Già – fu il commento laconico di Finn

  • Credimi, sei stato bravissimo – Rachel gli si avvicinò

  • Ma non sono Jesse

  • Finn – il sorriso morì sulla bocca di Rachel

  • Scusami – il ragazzo accennò ad un sorriso – mi passerà prima o poi.

Kurt avrebbe voluto spezzare la tensione che si era creata, tutti i ragazzi erano preoccupati per il giudizio finale e Finn e Rachel sembravano ancora avere delle questioni in sospeso, almeno da parte del suo fratello acquisito, ma l’arrivo di Blaine lo distrasse completamente. Appena lo vide comparire, lo salutò con la mano e lo invitò a raggiungerlo.

  • Ehi, siete stati fantastici

  • Anche se non ho cantato uno straccio di strofa da solo? – Kurt lo ammonì con lo sguardo

  • Beh, certo, con te sarebbe stato ancora più strepitoso – Blaine sorrise – ma nonostante la tua assenza, gli altri mi sono sembrati all’altezza

  • Ehi Blaine, che ne pensi? – Mercedes lo incalzò – secondo te abbiamo qualche chance?

  • Si – il ragazzo rispose convinto – avanti .. Jesse è stato bravo, anzi bravissimo, ma il primo pezzo … da dimenticare.

  • Ma guardatevi – Santana li apostrofò – sembra che state aspettando la risposta che vi cambierà la vita per sempre … questa è una gara canora … organizzata tra l’altro da Sue Sylvester … solo perché si annoiava … cosa vi aspettate da tutto ciò?

  • Di la verità – Kurt le si avvicinò – stai morendo dalla curiosità … e ti stai agitando come se avessi ancora 17 anni

  • E’ vero – Santana sorrise – almeno però questa volta ci siamo evitati di doverci sorbire il bacio tra Rachel e Finn

Il ragazzo, chiamato in causa, arrossì, ma quando Santana gli fece l’occhiolino si rilassò. I partecipanti vennero chiamati sul palco per il verdetto finale. Sembrò a tutti di vivere un dejavù. Rachel si soffermò ad osservare Jesse che, circondato dai suoi compagni, mostrava la solita sicurezza e spavalderia. Voltò poi il suo sguardo verso Finn che la guardò sorpreso e confuso. La moretta sorrise pensando a quanto fosse assurda e incredibile la vita. Gli unici due uomini che aveva amato si trovavano a condividere nuovamente il palco con lei ed era incredibile pensare che per quasi tutta la sua vita il suo cuore avesse fatto avanti e indietro tra di loro. Alla fine si era fermato, scegliendo Jesse. Sapeva che non avrebbe più cambiato direzione, ma sapeva anche che, se lei non fosse stata così presa dal suo sogno di conquistare Broadway, sarebbe rimasta nella sua città natale e avrebbe passato una vita felice e serena accanto a Finn. Sospirò, pensando che in fondo la vita offriva non una possibilità, ma tante strade da percorrere e che forse la Rachel di un mondo parallelo in quel momento esatto avrebbe scelto Finn al posto di Jesse. Si sentì stringere la mano e questo la riportò alla realtà; voltandosi osservò Quinn sorriderle, mentre Kurt le si avvinghiò come una pianta rampicante che non vuole mollare il muro che si è scelto per crescere. Sue Sylvester, unico membro della giuria, prese il foglietto e con grande teatralità pronuncio il nome del vincitore: Le Nuove Direzioni. Dopo l’annuncio ci fu la festa. Rachel venne assalita dai suoi compagni e trascinata giù dal palco per festeggiare e perse completamente di vista Jesse e tutto ciò che le stava girando intorno. I ragazzi del Glee si rinchiusero nella saletta messa a loro disposizione. I festeggiamenti andarono avanti per circa un’ora. Alla fine, esausti si sedettero tutti. Il professor Schuester a quel punto prese la parola:

  • Quando il preside Figgins è venuto a parlarmi di questa opportunità, vi giuro che mai avrei pensato che avremmo potuto avere qualche possibilità. In verità pensavo che nessuno di voi si sarebbe mai prestato

  • E’ tutto merito di Rachel se siamo qui – Mike per la prima volta parlò

  • E’ vero, Mike – Will sorrise – è merito della sua tenacia. In ogni caso volevo dirvi due cose. La prima è che .. siamo stati straordinari

  • Siiiii!!!! – Tutti i ragazzi esultarono

  • E la seconda è che … sono orgoglioso di voi e di quello che siete diventati. Guardatevi … alcuni di voi hanno realizzato i propri sogni, altri hanno cambiato direzione e altri stanno ancora cercando di capire cosa vogliono fare da grandi … ma insomma … nonostante tutto … siete delle splendide persone

  • Grazie Mr. Shue – Mercedes sorrise – anche lei è una splendida persona. E ora che ci siamo ritrovati, non ci perderemo mai di vista

  • Mercedes ha ragione – Tina abbracciò la sua amica

  • E’ vero. – Artie sorrise – rimarremo sempre in contatto

  • Tra circa una settimana saremo tutti presi nuovamente dai nostri impegni e tra un mese ci scorderemo perfino di sentirci per telefono – Santana guardò gli altri con noncuranza

  • Perché devi essere sempre così cinica? – Artie la rimproverò

  • Non sono cinica. Sono realistica. – la ragazza ispanica sorrise – però devo ammettere che vi voglio bene .. nonostante tutto e mi dispiacerà perdervi nuovamente di vista

  • Beh – Rachel si schiarì la voce – potremmo fare in modo di incontrarci ogni anno alla scuola McKinley … sarebbe fantastico

  • Avanti nasona – Santana la guardò di sguincio – tu pensi che i tuoi impegni da grande Diva ti permetteranno di tornare a Lima una volta all’anno?

  • Perché no. Ho imparato che se uno vuole ardentemente una cosa, la ottiene

  • Non sempre – fu il commento laconico di Finn, che Rachel tentò di ignorare

  • Possiamo però provarci – Quinn entrò nella conversazione.

  • E ora? – Puck interruppe il suo silenzio

  • Che vuoi dire Noah?

  • Voglio dire … ora che faremo?

  • Andremo ognuno per la propria strada – Santana lo guardò intensamente

  • A sapere quale è … - Puck sospirò, mentre Lauren gli posò affettuosamente una mano sulla spalla

  • Avanti Noah – Schuester sorrise – ci sono tante opportunità per te lì fuori

  • Veramente? – Puckerman lo guardò scettico

  • Si … e io ti aiuterò – Will sorrise e poi lasciò che il ragazzo lo abbracciasse

  • E per quanto riguarda te Mercedes? – Tina guardò la sua amica

  • Non so … dovrò trovarmi un posto dove stare – la ragazza di colore scosse la testa – non voglio tornare in quel convento … è triste e freddo

  • Puoi venire da me – tutti si voltarono increduli verso Santana – non per sempre, ma giusto il tempo di rimetterti in carreggiata

  • No – tutti spostarono lo sguardo verso Quinn, che sorrise – verrà da me. Infondo abbiamo qualcosa in comune. La voglia di ricominciare

  • Wow! – Mercedes cominciò a piangere e ridere insieme – è così bello avere delle amiche come voi

  • E poi – Brittany si alzò – che importanza ha se ci perderemo di vista? Sappiamo in fondo che quando ne avremo bisogno … gli altri ci saranno sempre. Giusto?

Tutti i ragazzi si alzarono, annuirono e corsero ad abbracciare la biondina.

Mentre gli altri rimasero a parlare ancora, Finn, senza salutare, uscì dalla stanza con l’intenzione di prendere il primo volo per tornare a Lima. In un certo senso, tutti avevano ottenuto qualcosa – Tina e Mike avevano ricucito il loro amore, Mercedes aveva ritrovato la voglia di cantare e Puck la sua libertà, Kurt era riuscito a risolvere i problemi con Blaine e Quinn aveva di fronte a se una nuova vita che l’avrebbe soddisfatta più del suo matrimonio, mentre lui aveva perso tutto, sia sua moglie che la possibilità di vivere finalmente il suo amore per Rachel. Camminando per il corridoio, preso dai suoi pensieri, non si avvide della presenza di Jesse, che seduto su un tavolino, richiamò la sua attenzione

  • Hey Hudson …

  • Che cosa vuoi St. James? – Finn lo guardò con aggressività

  • Beh, potrei dirti che mi dispiace – Jesse sorrise – ma mentirei.

  • Già

  • Potrei anche dirti che non ti serbo rancore per avermi fatto passare l’ultimo periodo in ospedale, ma non è così

  • E allora cosa diavolo vuoi?

  • Voglio dirti che questa sera, su quel palco, sei stato …. bravo – Finn lo guardò stupito – molto bravo, in verità

  • E pensi che questo tuo commento mi sia di qualche conforto? – Finn accorciò le distanze con lui – oppure che mi possa far piacere sapere che sono stato bravo, ma che comunque ho perso la donna che amavo?

  • So che in questo momento non te ne frega niente – Jesse si alzò e i loro sguardi si incrociarono – ma, forse, un giorno il ricordo di questa esibizione tornerà nella tua mente e ti porterà a pensare che magari non è stato così male ricevere i complimenti della persona che più hai odiato in un periodo lontano della tua vita

  • Io non ti odio – Finn sospirò – ti invidio.

  • Lo so – i due ragazzi si guardarono, forse per l’ultima volta, negli occhi e Jesse sorrise – lo so che mi invidi. Una volta sono stato io a provare questo sentimento. Addio Hudson

Finn si allontanò senza salutarlo. Per lui quello non doveva essere un addio. Aveva rinunciato all’amore di Rachel e aveva incassato la sconfitta, ma nella vita non si poteva mai dire cosa sarebbe successo in futuro, magari, quando la brunetta avrebbe smesso di rincorrere i suoi sogni, sarebbe tornata da lui.

Jesse lo vide allontanarsi. Ammise con se stesso di avergli mentito, in fondo, un po’ di dispiacere per quel ragazzo che lo aveva accompagnato per una parte della sua adolescenza, lo provava. Sapeva cosa significava non essere quello che Rachel amava e quanto facesse male. Un tempo, forse, non gli sarebbe importato nulla di Finn Hudson, ma ora provava una sorta di empatia nei suoi confronti.

  • Un penny per i tuoi pensieri

  • Valgono così poco? – Jesse si voltò sorridendo, per incontrare il volto radioso di Quinn – comunque stavo pensando a Finn

  • Si riprenderà. E’ più forte di quello che sembra

  • Già. E tu?

  • Io?

  • Come stai?

  • Sei tu che dovresti dirmi come stai, visto che fino a poche ore fa eri in un letto di ospedale

  • Io sto bene.

  • Anche io – Quinn sorrise – Felice di essere tornata finalmente in me. Pensi che ogni tanto potremo fare una chiacchierata per telefono?

  • Ogni volta che lo vorrai

  • Ciao Jesse – la bionda lo abbracciò - Tra di noi sarebbero stati fuochi d’artificio

  • Lo so – Jesse le diede un bacio sulla guancia - Ciao Quinn Fabray

La ragazza fu raggiunta da Mercedes e dopo essersi prese per mano si allontanarono verso l’uscita. Jesse non ebbe il tempo di pensare, perché fu travolto dall’abbraccio di Rachel.

  • Ero così preoccupata per te

  • Talmente preoccupata che hai passato un’ora e mezza a festeggiare prima di venirti ad accertare che non fossi morto

  • Jesse! – Rachel lo guardò sdegnata e offesa, ma il sorriso del ragazzo portò a sorridere anche lei – ero veramente preoccupata

  • Lo so – il ragazzo la strinse a se – e comunque sto bene

  • Voglio tornare a casa

  • Casa? – Jesse alzò un sopracciglio – quale casa?

  • New York. Però … stavo pensando – la moretta appoggiò il dito sul torace del ragazzo e cominciò a fare dei piccoli cerchi su di esso – che forse il mio appartamento non è più tanto sicuro

  • Dici? – Jesse decise di stare al gioco – forse hai ragione. A New York gira tanta brutta gente

  • Già. Ho bisogno di protezione

  • Decisamente

  • Hai qualche soluzione da propormi?

  • Certo – il ragazzo tirò fuori il suo sorriso sarcastico – che ne dici di trasferirti da Kurt e Blaine? Due amici gay che ti fanno da guardie del corpo sono meglio di niente

  • Neanche morto, St. James! – Kurt passò accanto a loro, insieme a Blaine, evitando di fermarsi – Puoi scordarti che io faccia da balia ad un’isterica, egocentrica che soffre di incontinenza verbale come Rachel Berry

  • E allora vorrà dire che dovrò sacrificarmi io! – Jesse sospirò

  • Andate al diavolo. Tutti e tre – Rachel scostò il suo ragazzo e si incamminò a passo deciso verso l’uscita

  • Ehi! Ma io non ho detto nulla – Blaine l’apostrofò

  • Fa lo stesso. Stai con Kurt! Questo basta a farmi arrabbiare anche con te

I tre ragazzi si guardarono tra di loro e cominciarono a ridere, mentre Rachel, senza voltarsi, uscì dall’edificio sorridendo. In fondo da quando aveva accettato l’invito del preside Figgins nulla era cambiato, aveva la sua carriera a Broadway, il suo amico Kurt con cui condividere i suoi drammi e Jesse, eppure tutto in realtà era cambiato, perché finalmente aveva deciso di andare avanti.





Ultimo capitolo, terribilmente in ritardo. Chiedo venia, ma sono stata presa da mille altre cose. Chiedo perdono anche a tutti coloro che hanno cominciato questa storia pensando di ritrovarsi in una Rachel/Finn e invece hanno dovuto leggere una Rachel/Jesse, spero comunque che il contesto nel quale ho fatto muovere i personaggi e il modo in cui li ho delineati vi sia piaciuto. Alla fine non potevano che vincere le Nuove Direzione: una bella voce contro tante non può sempre vincere, non pensate? ;-).

Saluti e ringraziamenti a tutti quelli che hanno perso un po’ del loro tempo per leggere questi capitoli.





  
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