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Autore: jessica80    27/07/2011    8 recensioni
Il re si avvicinò di più all'insolente mortale continuando a fissarla. La donna poteva sentire il fiato di lui mescolarsi al suo.
- Sarah rilassati, io non ho fatto proprio niente al tuo… amico. -
Dopo tredici anni Sarah torna nell'Undergroud per riprendere qualcuno che lui ha rapito.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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 Sarah guardava ammaliata il panorama che li circondava. I prati e il fiume avevano lasciato posto ad altissime montagne aguzze.
Il fae e l’umana avanzavano lentamente, mentre ai lati del sentiero spuntavano degli alberi.
Uno strano ruggito attirò la loro attenzione.
- Jareth cos’è stato?- La ragazza si strinse al re.
- Qualche animale innocuo delle montagne, non ci farà nulla. Forse dovresti avere più paura del terribile re di Goblin.-
Sarah si voltò a guardarlo e lo sorprese con un sorriso divertito sul volto. Non riusciva più a vederlo come un nemico da sconfiggere.
- Io mi fido di te.- Mormorò sincera.
L’aveva detto ancora. Il re avrebbe voluto chinarsi su di lei e baciarla. Baciarla così forte da toglierle il fiato, stringerla al petto e accarezzarla fino a non avere più carezze sufficienti.
Amici”. No, nello sguardo di Sarah troneggiava la stessa espressione che aveva avuto tredici anni prima nei confronti di Ludo. Gli stessi occhi, lo stesso sorriso, la stessa dolcezza.
Io voglio essere tua amica”.
- Jareth guarda laggiù, è una vallata!-
Dal sentiero che stavano percorrendo si aprì un panorama mozzafiato, una distesa d’erba circondata da alte montagne con un torrente d’acqua limpida che l'attraversava.
- Sì è una vallata ed è proprio laggiù che andremo. Tieniti forte!-
Cavalcarono verso la radura mentre il re la stringeva forte. Forse per non farla cadere, o forse perché gli piaceva sentire il corpo di lei contro il suo.
Non impiegarono molto a raggiungere la valle e Sarah si stupì nel trovare una casetta di legno proprio in mezzo ad un prato. Le ricordava molto la capanna dove qualche giorno prima aveva baciato Jareth. Questa però era più grande e non era disabitata. Dal camino usciva del fumo e il portico era abbellito con fiori colorati.
Il re fermò il cavallo non molto distante dalla casa e scese.
- Siamo arrivati mia preziosa. Non siamo più a Goblin, anche se i confini del mio regno non sono molto distanti da qui.-
Aiutò la ragazza a scendere.
- Quella casa sembra abitata.- Constatò Sarah.
- Certo che è abitata.-
In quell’istante uscì dalla porta una donna estremamente bella. Capelli scuri e mossi che le cadevano morbidi sulle spalle. Sarah la riconobbe subito.
E’ lei, è la ragazza di Jareth”.
Quel pensiero inondò la mente di Sarah come uno tsunami. Aveva ammesso di essere innamorato di lei, l’aveva portata a cavallo con lui e ora...perché le stava facendo questo? Sentì una voce chiamare il re.
- Jareth!-
Il signore del labirinto si voltò verso la donna salutandola con la mano.
- Dolce Amy.- Disse quasi in un sussurro.
Amy, quindi è questo il suo nome”.
Sarah lo guardava. Gli occhi del re brillavano di una lucentezza nuova, naturale. Constatò amaramente che lei non era mai stata guardata in quel modo.
E se ammettere l’amore per lei fosse stato solo uno dei suoi tanti inganni per illuderla e ferirla?
Jareth corse verso la donna e non appena la raggiunse l’abbracciò forte facendola volteggiare.
Sarah li guardava da lontano, attonita.
- Sarah sbrigati, cosa fai ancora lì?- Il re la stava chiamando.
Si voltò verso il cavallo e scosse le spalle.
- Non credo di avere alternative. Andiamo, piedi.-
E si incamminò verso la casa.
- A quanto pare alla fine ce l’hai fatta.-
Constatò Amy rivolgendosi al re mentre guardava Sarah avvicinarsi.
- Non è come credi, per lei è solo una stupida… Amicizia.-
L’ultima parola fu pronunciata con disgusto. La ragazza sorrise mentre Jareth andava incontro a Sarah.
- Vieni, ti presento mia cugina Amy.-
Sarah sgranò gli occhi stupita. “Cugina?” La donna le sorrise tendendole la mano.
- E’ un piacere conoscerti Sarah. Il re dei goblins ci ha parlato molto di te.-
Sarah arrossì involontariamente.
- Spero abbia parlato bene. Comunque il piacere è mio.-
- Mio cugino che supera i confini del suo regno? Non ci speravo più!-
Un uomo biondo dai capelli corti uscì dalla casa. Sarah lo riconobbe subito, era l’uomo con cui si era scontrata il giorno prima.
- Alla fine mi sono deciso a venire.- Rispose Jareth abbracciandolo.
Sarah non avrebbe mai immaginato che il re di Goblin potesse essere così affabile e dolce. Che sciocca era stata a dubitare di lui!
- Ciao Sarah come stai? Spero non ti sia fatta troppo male.-
L’uomo le tendeva la mano, sorridendo.
- No grazie, ero solo un po’ di fretta.- La ragazza gli strinse la mano ricambiando il sorriso.
- Io sono Duncan. Ieri non ho avuto tempo di presentarmi ma lo faccio adesso.- Si avvicinò all’orecchio della ragazza. – Immagino che mio cugino non abbia avuto la grazia di parlarti della nostra esistenza.-
- A dire il vero no.- Ribatté Sarah.
Jareth si avvicinò a loro.
- Come fate a conoscervi voi due?-
Duncan rise.
- Di un po’ cugino, sei davvero così geloso della tua piccola mortale?-
Jareth e Sarah si voltarono l’uno verso l’altra guardandosi intensamente per un brevissimo istante.
- Ragazzi, che ne dite di entrare?- Li interruppe Amy. – Dovete conoscere il resto della famiglia.-
Duncan si avvicinò a sua moglie circondandole le spalle con un braccio mentre si avviavano dentro casa.
- Si è addormentato?-
- Sì, ha pianto un po’, ma si è addormentato poco fa.-
Entrando, Sarah constatò con piacere che l’ambiente era molto accogliente e arredato con gusto molto “umano”. Si sentiva quasi a casa.
Amy prese per mano i suoi ospiti.
- Venite ragazzi, vi presentiamo il nostro piccolo James.-
Sarah li guardò sorridendo.
- Davvero avete un figlio?-
- Certamente!- Rispose Duncan entusiasta. – Principino James, futuro re di Rauros!-
Quanto entusiasmo in quelle parole. Jareth ricacciò indietro un principio di invidia.
Sarah sorrideva mentre venivano accompagnati in una piccola stanzetta. La cameretta era illuminata appena da stelle lucenti che si riflettevano sulle pareti creando dei piacevoli giochi di luce.
- Come possono esserci delle stelle in una stanza?- Chiese Sarah a bassa voce rivolgendosi a Duncan.
- E’ una specie di magia Sarah, ti ci abituerai.-
Jareth scoccò un’occhiata maligna al cugino.
Si avvicinarono lentamente alla culla ed eccolo lì James, addormentato e spensierato. Così piccino! Sarah poggiò una mano sulla testiera del lettino mentre con l’altra sfiorava la pelle morbida del bambino. La fronte vellutata, le guance come la seta. Jareth era dietro di lei e i loro corpi quasi si toccavano.
- Jareth, guarda com’è bello.- disse la ragazza a bassa voce ammirando il bambino.
- Sì amore mio, è bellissimo.-
Sarah si voltò di scatto a guardarlo, l’aveva detto di nuovo e questa volta era sicura di aver capito bene. Si guardarono, intensamente.
Il re di Goblin fece per accarezzarle la guancia ma si bloccò improvvisamente. Duncan era entrato nella stanza.
- Ragazzi, che ne dite di bere qualcosa?-
- Sì, arriviamo.- Rispose Sarah uscendo dalla camera, seguita dal re.
 
Durante la loro conversazione Sarah non aveva quasi mai parlato ma ascoltava con attenzione i tre fae discutere di regni, confini da proteggere e territori da conquistare.
- Ora però basta parlare di Underground, altrimenti daremo alla nostra Sarah un buon motivo per odiare questo posto.- Disse Duncan divertito.
- Perché non vi fermate con noi a pranzo? Se James si sveglia potremo mangiare alle cascate e potreste cucinare voi due.- Disse Amy rivolgendosi agli uomini.
- Ottima idea moglie.- Replicò Duncan. – Così Sarah potrà parlarci un po’ del suo mondo.-
Jareth guardò la ragazza.
- Che ne dici Sarah, possiamo rimanere?-
- Oh sì, certamente. Poi se cucinate voi due, motivo in più per restare.-
- Bene cugino.- Disse Duncan alzandosi dal tavolo. – Prepara le tue doti magiche e andiamo ad allestire il pranzo. Le fanciulle e il pupo ci raggiungeranno in seguito.-
- Duncan, Jareth.- Li riprese Amy, seria. – Niente magia!-
- Ma amore mio…-
- Niente “ma” Duncan. Questi sono gli arnesi per la grigliata, il camino è alle cascate, carne e verdure le trovate nel freezer in taverna. Non farmi arrabbiare!-
Suo marito alzò le mani in segno di resa.
- Ok capo, come non detto. Andiamo Jareth, aiutami a portare i viveri. Che non ti venga mai in mente di sposarti o sei finito!-
Sarah non riuscì a trattenere una risata divertita mentre i due fae sparivano dalla loro vista.
- Sarah?- La chiamò Amy. – Hai voglia di aiutarmi a preparare il dolce?-
- Oh certo, molto volentieri. Posso farti una domanda Amy?-
- Tutto ciò che vuoi mia cara.-
- Se davvero siete i sovrani di Rauros perché non avete una servitù e un castello come quello di Jareth? Sì insomma, perché vivete in questa semplice casa?-
Chiese Sarah mentre versava molto lentamente il latte nella terrina.
- E’ così orrenda questa casa, Sarah?-
- No, non fraintendermi. E’ solo mi sembra un luogo molto umano e poco Underground. Sarebbe molto bella se fossimo nel mio mondo, ma qui la vedo un po’ strana. Per il resto è ben arredata e spaziosa.-
- Vedi Sarah, anche noi abbiamo un castello, una servitù, sudditi da governare e a cui rendere conto del nostro operato. Il nostro maniero sorge al centro del regno e James è nato lì, per rispettare le tradizioni di famiglia di Duncan. Quando però ho deciso di restare a vivere nell’Underground ho chiesto a Duncan di trascorrere la maggior parte del nostro tempo tra i monti. Ho sempre amato la montagna, le capanne di legno, il rumore dei torrenti. Mi ricorda i miei anni d’infanzia nel Wyoming.-
Wyoming?” A Sarah cadde di mano il cucchiaio di legno sporcando il piano della cucina.
- Oh, scusami Amy, mi dispiace tanto!-
- Non preoccuparti, succede! Aspetta, ti aiuto a pulire.-
Amy prese una spugna e cominciò a raccogliere le gocce di pastella zuccherata.
- Tu sei umana?- Chiese Sarah in bilico tra lo sgomento e lo stupore.
La donna prese una terrina dove al suo interno c’erano delle fettine di mela marinate con zucchero e limone.
- Tieni queste, mettile sopra la torta.-
Sarah obbedì.
- Io sono una fae Sarah, proprio come Duncan e Jareth. Ma qualche tempo fa ero anch’io umana.-
Amy prese la torta ormai finita e la mise a cuocere nel forno a legna.
- I miei genitori morirono in un incidente quando avevo sette anni. Stavano tornando a casa dopo una mattinata di compere e qualcuno li investì mentre io ero a scuola. Da quel giorno per me iniziò l’inferno. Mi trasferii a casa di mia zia, sorella di mia madre, la quale avrebbe dovuto farmi da tutrice. Ha gestito i beni di famiglia per due anni, vendendo la casa dov’ero nata e cresciuta e sperperando tutto. All’età di nove anni pensò bene di mettermi in un istituto poiché ormai non aveva più alcun interesse ad occuparsi di me.-
Fece cenno a Sarah di accomodarsi, mentre Amy prese una caraffa con dell’acqua fresca e due bicchieri sedendosi a sua volta.
- All’età di nove anni ero troppo piccola per badare a me stessa e troppo grande per sperare nell’adozione di una famiglia, così ho trascorso i miei giorni tra i banchi di scuola di un orfanotrofio, fino alla veneranda età di diciotto anni.-
- E poi?- Chiese Sarah sempre più incuriosita. – Come hai conosciuto Duncan?-
Amy sorrise ripensando ai vecchi tempi, a come era nato il suo amore per quel giovane sidhe.
- Nel giorno del mio diciottesimo compleanno ho trovato una fantastica sorpresa. La direttrice dell’orfanotrofio mi aveva preparato le valigie per andarmene. Se così si potevano chiamare quelle borse piene di stracci. Mi misi a piangere, chiedendole il motivo di quella decisione improvvisa. La verità era che lo stato americano non finanziava più gli orfani maggiorenni ospitati negli istituti e la direttrice mi diede il ben servito. Implorai la clemenza di poter restare qualche giorno in più, almeno fino a quando non avessi trovato un lavoro, ma non ci fu nulla da fare. Miss Murple, così si chiamava, mi congedò con un “spero che qualcuno ti porti via”. Mi precipitai correndo verso la mia stanza per recuperare le poche foto di famiglia e i pochi oggetti di valore che possedevo e lì trovai il re dei goblins ad aspettarmi.-
- Jareth.- Sussurrò Sarah scostandosi una ciocca di capelli dal viso.
- Sì, proprio lui. Jareth. Fu sincero con me fin dal primo istante: se nessuno mi avesse rivendicata e risolto il labirinto entro tredici ore sarei stata trasformata in un folletto. E ovviamente, diciamolo, chi poteva rivendicare un’orfana?-
Sarah ascoltava il racconto in silenzio, lo sguardo fisso sulla ragazza. Amy si portò il bicchiere alle labbra poi proseguì.
- Stava succedendo tutto così in fretta che non ebbi nemmeno il coraggio e la forza di rispondere. Forse per paura, o forse per disperazione, persi conoscenza. Jareth mi racconta sempre che se non mi avesse presa al volo mi sarei schiantata con la testa contro l’anta dell’armadio.-
Amy sorrideva allegra ripensando a quel momento e Sarah la seguì nella risata.
- Come ti capisco. Noi ora ridiamo, ma ricordo ancora lo spavento che presi quando vidi Jareth piombare nella stanza dei miei genitori dicendomi che aveva rapito Toby. Non mi veniva per nulla da ridere, allora.-
Disse l’umana sorridendo.
- Oh, hai perfettamente ragione. Solo che vedendo poi come sono andate le cose mi viene ancora più da ridere.-  
Amy si asciugò le lacrime agli occhi con il dorso della mano, poi proseguì seria.
- Quando mi svegliai mi accorsi che Jareth mi aveva distesa su un letto in una delle tante stanze del suo castello. Non erano ancora trascorse le tredici ore e un orologio sospeso nel vuoto segnava il tempo che passava inesorabile. Pochi istanti dopo il mio risveglio, il re di Goblin comparve dal nulla con un altro giovano fae al suo fianco. Il mio Duncan.-
Si portò alle labbra un altro sorso d’acqua e Sarah la imitò.
- Mente dormivo, Jareth si era recato a Rauros. Non voleva trasformarmi in un goblin, avevo già sofferto molto nella mia vita e superare un’altra prova del genere mi sarebbe stata fatale. Non potevo nemmeno restare nell’Underground per troppo tempo senza diventare una fae e non poteva riportarmi nell’Aboveground perché non avevo più un posto dove andare. Così decise di chiedere aiuto a suo cugino.-
Sarah sorrise stringendo tra le mani il bicchiere.
- Dentro di me ho sempre saputo che Jareth non è poi così cattivo, anche se ne ho sempre avuto paura.- Disse la ragazza abbassando lo sguardo.
Amy rise.
- Beh, allora sei già a buon punto. Ora non ti resta che amarlo e fare ciò che ti dice!-
“Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che io ti dico, e io diventerò il tuo schiavo”
Sarah cercò di ignorare l’improvvisa fitta allo stomaco.
- E poi cos’è successo?- Chiese la ragazza umana alzando lo sguardo verso la fae.
- Non appena comparvero entrambi nella mia stanza stentavo a distinguere chi fosse il vero re di Goblin. Entrambi erano biondi, capelli lunghi e occhi azzurri. Solo che Jareth non ha le pupille della stessa grandezza.-
Sì, i suoi occhi sono spaiati e terribilmente belli”. Pensò Sarah. Ma ovviamente non diede voce ai suoi pensieri.
- Jareth ha il potere di entrare nei sogni degli umani e avverarli, Duncan ha il potere di creare e mantenere un equilibrio tra l’Aboveground e l’Underground durante il passaggio definitivo del mortale a “nuova vita”.-
Sarah sgranò gli occhi stupita, un senso di terrore l’avvolse. La sua voce divenne incerta e bassa.
- Mi stai dicendo che Duncan è una sorta di angelo della morte?-
Amy annuì.
- Non è il termine esatto ma il concetto è quello, sì. Entrambi mi spiegarono la situazione ed io ero semplicemente terrorizzata. Mi misi a piangere, in silenzio, e Duncan si abbassò su di me e mi asciugò una lacrima con un dito. “Troveremo un modo per aiutarti” mi disse con dolcezza. E lì capitolai definitivamente per lui.-
- E hai deciso di rimanere nell’Underground.- sentenziò Sarah.
- Oh no, non fu così semplice. Ero solo una diciottenne, troppo giovane e spaventata per capire a cosa  andavo incontro. Duncan decise di riaccompagnarmi nell’Aboveground, lasciando scoperto il regno di Rauros per vivere con me fino a quando non fossi stata pronta a prendere una decisione. I poteri magici di Duncan non hanno alcun effetto nel sopramondo e così abbiamo dovuto cercare un lavoro e prendere un appartamento in affitto non lontano dalla contea di Fremont dov’ero nata. Tutto ciò durò per ben otto anni.-
- E il regno? E’ stato lasciato in balìa di se stesso per tutto quel tempo?- Chiese Sarah sempre più stupita.
- No, non è stato lasciato in balìa di se stesso. Jareth si è occupato di tutto. Non solo di Goblin ma anche di Rauros. Se non ci fosse stato lui, io non sarei dove mi vedi tu adesso.-
Sarah abbassò lo sguardo, imbarazzata. Non aveva mai pensato al re di Goblin come a una figura salvifica e invece era quasi un eroe. E non solo lui.
Alzò nuovamente lo sguardo su Amy, aveva ancora tanti dubbi da chiarire.
- Scommetto che ti stai chiedendo come mai sono ritornata nell’Underground, vero?- Chiese la fae sorridendo.
Sarah annuì.
- Una sera rientrai a casa dopo una dura giornata di lavoro. Trovai Jareth e Duncan ad aspettarmi,  lo sguardo serio. Il Gran Consiglio dell’Underground era venuto a sapere della decisione di  Duncan di vivere nel sopramondo e questo fu davvero un pericolo per l’intero regno di Rauros. Se Duncan non fosse ritornato a ricoprire la sua carica entro breve, sarebbe stato spodestato dal suo trono e il regno completamente distrutto. Erano in pericolo le vite dei suoi sudditi, dei suoi familiari che fino a quel momento l’avevano coperto, in primis quella di Jareth, e la sua stessa vita. In quel preciso istante dovetti decidere se lasciare definitivamente l’Aboveground, che per la prima volta mi regalava un po’ di serenità attraverso il mio lavoro, i colleghi, gli amici, oppure lasciare Duncan e separarmi definitivamente e per sempre da lui.- Amy non riuscì a trattenere una lacrima. – Ero spaventata, scegliere di morire non è una decisione semplice.-
- Mi dispiace tanto Amy.-
Sarah allungò il braccio e strinse una mano di Amy tra le sue. La fae le sorrise amichevolmente.
- No Sarah, non devi dispiacerti. Io ho preso la decisione giusta e ora sono la donna più felice dei due mondi, credimi. Tutto ciò che vedi è merito del coraggio e dell’amore che Duncan ed io abbiamo avuto l’uno per l’altra. Non avrei mai potuto immaginare una vita senza di lui. Nel sopramondo credono che siamo morti in un incidente stradale e tu ora conosci la verità.-
Sarah fu molto toccata dall’ultimo discorso di Amy. Se avesse scelto di restare con Jareth avrebbe dovuto rinunciare completamente alla sua vita nell’Aboveground e morire, per poi rinascere in quel nuovo mondo. Lasciare tutto e tutti. Il lavoro, la specializzazione, suo fratello Toby e suo padre, gli amici, Denny.
Amy si alzò dal tavolo.
- Ho chiesto a Duncan di vivere in questa casetta fino a che sarà possibile, limitando l’uso della magia per vivere in semplicità come facevamo nell’Aboveground. Per lui è davvero difficile, sai? Ma se la sta cavando davvero bene e ci mette tutta la sua buona volontà.-
Disse sorridendo.
- Ma arriverà il giorno in cui dovremo trasferirci al castello definitivamente. James sarà incoronato come futuro re e dovrà frequentare le scuole dell’Alta Corte. Ma per ora non ci penso e mi godo questo momento fantastico e così “umano”. Quando inizierà la mia vera vita da fae non avrò nulla da rimpiangere e la mia esistenza sarà davvero completa e ricca fino in fondo.-
Amy si diresse verso il forno ed estrasse la torta ormai cotta e fumante. Il profumo di mele cotte e zucchero si espanse nell’intera cucina. La ragazza mortale la seguiva con lo sguardo.
- Devo farti vedere una cosa Sarah, guarda!-
La ragazza mortale spalancò gli occhi dallo stupore per l'oggetto che si trovò di fronte. Amy aprì l’anta di un mobile.
- E’ una lavastoviglie!.- Disse Sarah incredula.
- Certo mia cara. Diciamo che quando sono piombata qui definitivamente e abbiamo deciso di vivere in questa casa, mi sono portata dietro dei piccoli oggetti “magici” del sopramondo. Vieni con me.-
Sarah si alzò e seguì Amy. Le ragazze scesero le scale di legno che portavano in taverna e Sarah notò che anche quel locale era arredato con gusto “umano”. Un caminetto spento riempiva un angolo della stanza. Amy aprì una porticina semi nascosta da una tenda.
- Questa è la lavanderia!- Disse entusiasta.
- E quella è una lavatrice…- Replicò una Sarah stupita e divertita allo stesso tempo.
Amy rise di cuore.
- Sapevo che avresti fatto quella faccia. E non hai ancora visto il frigorifero con annesso congelatore!-
- Oh, me lo immagino.- Disse Sarah divertita. – Comunque Duncan sta bene con i capelli corti, non riuscirei ad immaginarlo con una capigliatura simile a quella di Jareth.-
- Ti assicuro invece che era bellissimo con i capelli lunghi. Durante la sua permanenza nell’Aboveground ha dovuto tagliarli e ora ha deciso di lasciarli corti anche nel sottosuolo. Dice che sono più comodi da gestire e io lo lascio fare come crede.-
In quel momento un leggero mugolìo attirò l’attenzione delle due donne.
- Il padrone di casa si sta vegliando.- Disse Amy sorridendo. – Meglio se torniamo di sopra. James chiede la mia attenzione per essere cambiato. Poi sarebbe meglio avviarci verso le cascate, i nostri uomini ci aspettano!-
Disse Amy mentre, seguita da Sarah, risaliva le scale.
I nostri uomini?” Sarah non era del tutto convinta da quell'affermazione.
Amy si fermò su un gradino e si voltò verso Sarah, lo sguardo improvvisamente serio. La ragazza umana ricambiò il suo sguardo, perplessa.
Ci fu un attimo di silenzio, come se la fae non trovasse le parole giuste per dire quello che voleva. Poi si fece coraggio e diede voce ai suoi pensieri.
- Jareth ti ama.-
Sarah si sentì mancare, come se i gradini sotto i suoi piedi potessero scomparire da un momento all’altro. L’aria le venne improvvisamente insopportabile da respirare.
- Lo so.- Confessò a bassa voce.
Che altro poteva dire? Non poteva certo mentire, il re si era dichiarato e la giovane fae era ormai sua cugina e sapeva molto bene la verità, e forse era informata di cose di cui nemmeno Sarah era a conoscenza.
Amy notò l’imbarazzo in cui era caduta la sua ospite e cercò di correggere il tiro appoggiandole una mano sulla spalla.
- Scusami Sarah, non volevo metterti a disagio. So che non sono affari miei ma come ti ho raccontato, Jareth è molto importante per me e anche per Duncan. Ti prego, non farlo soffrire.-
Sarah si portò una mano sulla fronte, aveva cominciato improvvisamente a sudare.
- La verità è che non so cosa devo fare.- Disse guardando intensamente la fae negli occhi, la voce tremante.
La domanda di Amy le piombò addosso improvvisamente, pesante come un macigno.
- Cosa provi per lui?-
Sarah dischiuse le labbra e inspirò a lungo prima di rispondere.

*** *** ***

Bene mia care ragazze, finalmente sono tornata (in tutti i sensi!!!).
Spero che le vacanze al fresco mi abbiano fatto bene altrimenti me ne torno tra i monti.
Grazie come sempre alla mia preziosa Federica per il supporto tecnico XD.
Bacio.
J.





  
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