To the last syllable of recorded time;
[Soul/Maka, community syllables of time.
Fluff, fluff e
ancora fluff. Ed un po’ di sano erotismo.
Dedicated to aki_penn.]
#4. Le vecchie abitudini sono dure a morire
Soul
sbatté le palpebre un paio di volte, abituandosi al buio della stanza con una
velocità a lui sconosciuta; gli venne istintivo tastare al suo fianco se fosse
solo, e si rilassò non appena l’osso del bacino di Maka
finì sotto i suoi polpastrelli. Ancora si domandava perché una ragazza con più
ossa che carne lo attraesse tanto – e lo mandasse così fuori di testa.
Con
una risata trattenuta, si alzò dal letto e raggiunse a tentoni la porta. Non appena
l’aprì, una forte luce illuminò interamente la camera da letto, facendo
mugugnare Maka da sotto le coperte. Soul la richiuse
velocemente, infilandosi nel corridoio e correndo poi verso il salottino
semplice e spartano che lui e la sua Maister avevano
finito di arredare proprio due giorni prima.
Avevano
scelto solamente mobili semplici, tutti di colori tenui che non avrebbero mai
infastidito gli occhi dopo una dura giornata di lavoro. Erano stati d’accordo
su quasi tutto; quasi, perché Maka si era intestardita
di portare il loro vecchio pianoforte lì. Stonava in mezzo alla mobilia nuova e
semplice, con quel nero lucido e decisamente fuori luogo. Eppure, Maka non aveva voluto sentir ragioni: si sarebbe rifiutata
di trasferirsi, senza quel piano. Quasi fosse una parte fondamentale della sua
(loro) vita.
Soul
allungò le dita, toccando un tasto bianco: la nota risuonò nel salotto,
sovrastata solamente dallo squittio di sorpresa prodotto da Maka.
Quando l’arma si voltò, catturò la figura magra e quasi nuda della giovane: le
sorrise, nonostante fosse stato visto in un momento che avrebbe preferito
tenere per sé.
Prima
che potesse dirle qualsiasi cosa, Maka fu tra le sue
braccia ed inondò le sue narici di vaniglia. Strinse la sua vita incerto,
aspettando che lei parlasse.
Quando
aprì la bocca, gli fece del leggero solletico sul collo, facendolo ridere.
«Hai
visto? L’avevo detto che sarebbe tornato utile,» chiocciò con un sorriso
malizioso, baciandogli la base del collo. Maka da
mezza addormentata era quanto di più docile Soul avesse mai visto, e forse fu
per questo che strinse più forte la sua vita e sorrise, arrendevole.
«Già.
Le vecchie abitudini sono dure a morire…»
Maka
ridacchiò, sbattendo le ciglia. A Soul venne solo voglia di baciarla, e magari
poi avrebbe suonato qualcosa per lei – ancora una volta.
N/a
Non
so cosa sia, quella cosa qui. So solo che devo riprendere a scrivere per
superare queste giornate orrende, ma sinceramente in questo momento penso di
essere la persona meno adatta a scrivere cose romantiche come questa. Povera
me! Magari ci ritroviamo alla prossima con un po’ di maciullamenti. ;) Grazie
per le recensioni allo scorso capitolo, risponderò non appena sarò in grado di
fare battute simpatiche e sarcastiche.
Sempre
vostra.