Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: FunnyBunny    27/07/2011    4 recensioni
«Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato! Perché-»
«Il piede era giustissimo, invece!»

Erin non ha mai voluto amare nessuno. Un antipatico ragazzo riuscirà a farle cambiare idea o rimarrà tutto come prima?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Onew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Autore: FunnyBunny
Pairing: Onew/OC
Capitoli: 2/?
Desclaimer: Gli SHINee non mi appartengono ma Key sì 

 

This is so much like us,
We fight like we’ll never see each other again
And then become mixed in the soap called love,
Suddenly, all the animosity disappear.
We fight a hundred times,
And our hearts break a hundred times,
But like tangled pieces of string
Our love can’t be pulled apart.

Love’s Way – SHINee

 

Passò una settimana da quel giorno e non rividi gli SHINee. Non che ci fosse qualcosa di strano in effetti, e dopo il primo giorno non pensavo già più a loro, troppo presa dal lavoro.

Quella mattina mi ero svegliata particolarmente bene. Era sabato, è ciò voleva dire giorno libero, e il sole era alto in cielo, il che mi permetteva di scattare ottime fotografie. Ebbi una mezza idea di prendere la metro e dirigermi nei distretti marginali -magari in qualche parco- ma lasciai la questione in sospeso e andai a fare colazione al bar dove lavorava Jihyun.

Io e lei ci eravamo conosciute ad un corso di fotografia in America, due anni prima. Fino a quel momento non mi ero mai interessata alla Corea, ma il nome di quella ragazza, il suo comportamento, il suo fascino mi portarono a volerne sapere di più. Chiesi a Jihyun di insegnarmi il coreano in cambio di alcuni consigli su come scattare foto, e lei accettò. Jihyun però era negata a fotografare, così mollò il corso quasi subito, ma rimanemmo in contatto e, stranamente, diventammo amiche. Dovette tornare in Corea un anno dopo a causa di sua mamma, ammalata, ma appena diciottenne feci le valige e la raggiunsi qui, nel suo appartamento.

I primi giorni della mia permanenza lì -quasi due mesi prima- ero rimasta scioccata dal fatto che lavorasse in un bar ma potesse permettersi un appartamento con due stanze e tutti i comfort possibili nel quartiere più centrale e lussuoso. Poi capii tutto quando vidi i suoi genitori: l’emblema della ricchezza. Non ostentata, semplicemente… ovvia. Il portamento, il modo di parlare, i vestiti… decisamente benestanti.

 

«Buon- Oh ciao Erin!» Esclamò Jihyun quasi rovesciando il tè addosso alla persona seduta al tavolo che stava servendo. Scossi leggermente la testa sedendomi al bancone.

«Giorno Jihyun… mi dai un caffè normale?» urlai mentre lei era intenta a scusarsi.

«Certo, arrivo!» esclamò servendo un altro cliente. La cosa che più odiavo di quel posto era la carenza di personale: la mia amica e un'altra ragazza erano le uniche cameriere, insieme al padrone.

«Tenga straniera!» le feci una linguaccia e presi il mio caffè, iniziando a sorseggiarlo con calma. “potrei andare a fotografare qualche tempio che…”

«Erin!» Time out. Quella non era certamente la voce di Jihyun. Mi voltai di scatto il capo, trovandomi davanti a niente di meno che Onew, incappucciato in una felpa nera per non farsi riconoscere.

Che. Cavolo. Ci. Faceva. Lì.

«Che cavolo ci fai qui?!» ribattei sussurrando. Buttai l’occhio in direzione di Jihyun. Non aveva ancora notato il ragazzo davanti a me fortunatamente.

«Niente. Passavo e ti ho riconosciuta» borbottò sedendosi nella sedia a fianco alla mia. Incredibile… com’era possibile che si fosse fermato in quel bar solo per me? E soprattutto, credeva forse che io volessi parlare con lui? Era uno sconosciuto, e non me ne fregava nulla se fosse famoso in tutta l’Asia. Per me rimaneva solo un ragazzo troppo, troppo invadente e rompi scatole.

Mi spostai velocemente nella sedia alla mia destra, mettendo un po’ di distanza tra noi.

«Non ti conosco, che diavolo vuoi da me?!» sussurrai guardando Jihyun… «Vattene»

«Dai, non esse-»

«Dio, ecco che arriva. Stai zitto e non alzare il viso, per nessuna ragione.» Jihyun, servito l’ultimo cliente, si diresse verso il balcone, guardandomi sorridente. Cercai di ricambiare, ma tutto quello che riuscii a fare fu una smorfia.

Se Jihyun avesse riconosciuto quello scemo c’erano due opzioni, valutai velocemente. La prima, nel migliore dei casi, consisteva in Jihyun che urlava come una pazza e approfittava della macchina fotografica chiusa nella mia borsa per farsi un servizio fotografico con lui. La seconda, la peggiore, consisteva in Jihyun che urlava come una pazza, si faceva fare un servizio fotografico con lui, e lo trascinava nel ripostiglio per fare cose oscene.

Probabilmente anche Onew aveva capito la situazione, così se ne stava zitto a testa bassa, trafficando con il cellulare. Una vocina nella mia testa si chiese come mai stessi coprendo Onew, ma la scacciai velocemente, salutando Jihyun, che intanto era arrivata davanti a me.

La verità è che non ne avevo la più pallida idea.

«Tesoro chi è quell’uomo che prima ti parlava? Ti stava importunando?» sussurrò sporgendosi leggermente verso di me. Lanciai uno sguardo veloce a Onew, per poi rispondere con un “No, non ti preoccupare. Era solo uno scemo” stava per ribattere facendomi una ramanzina -lo si vedeva dallo sguardo, simile a quello di una mamma-, ma un altro cliente la richiamò a un tavolo dall’altra parte della stanza.

Aspettai che si allontanasse, poi mi voltai leggermente verso Onew.

«Ti conviene uscire, se non vuoi che ti salti addosso. Fra poco verrà a chiederti cosa vuoi ordinare» poi, rivolta alla mia amica le urlai di non aspettarmi per la cena, e uscii velocemente. Trovai Onew già sulla strada, ad aspettarmi.

«Addio» Dissi freddamente dirigendomi verso la fermata dell’autobus. Ovviamente sentii i passi di Onew che cercava di starmi dietro.

«Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato! Perché-»

«Il piede era giustissimo, invece!» esclamai guadagnandomi più di un’occhiata curiosa dai passanti. «Addio».

Roba da pazzi. Solo uno con poco cervello avrebbe avuto il… coraggio? Di venire lì e salutarmi come se fosse nulla. Non era successo nulla di particolare, forse, se non per il fatto che io ero… io. Lo sapeva Jihyun, lo sapeva il signor Park, la nostra vicina di casa e la portinaia: con me era meglio non parlare. Era come una specie di contratto che stipulavo con ogni persona che conoscevo. Io non parlavo con loro e loro non parlavano con me. Come intrappolata in una bolla, avevo vissuto così tutta la mia infanzia e la mia adolescenza.

Jihyun e il signor Park? Le solite ovvie eccezioni. Ma non avevo voglia di far aumentare le eccezioni a tre, e chi se ne fregava se Onew-o-come-cavolo-si-chiama era famoso.

 

Alla fine decisi di prendere il treno e avviarmi appena fuori Seoul, in uno dei tanti paesini caratteristici che avevo imparato ad apprezzare. Uscita dalla stazione notai con disappunto che il cielo si stava annuvolando a vista d’occhio.

“E ti pareva…”. Il paesino in cui ero scesa era piccolo e molto caratteristico, ai piedi di una lunga distesa di colline. Rimanevo sempre sorpresa da come il paesaggio coreano fosse variegato: pochi chilometri e si passava da un paesaggio fatto di cemento a uno mozzafiato.

Comprai un po’ di frutta come pranzo da una simpatica signora e mi incamminai verso una stradina che portava su una delle colline più alte. Affaticata, leggermente sudata e con la borsa che pesava, arrivai in cima mezz’ora più tardi.

«Meglio mangiare, prima…» tirai fuori una mela dal sacchettino, cominciando a guardarmi intorno. Con la mente analizzai il paesaggio, cercando di immaginarmi la composizione perfetta per una foto. Qualche giorno prima il signor Park aveva fatto cadere casualmente nella mia borsa un volantino di un concorso fotografico a tema libero per fotografi emergenti. Per quanto poco ci sperassi, avevo deciso di provare a partecipare. Tirai fuori la mia macchina fotografica e iniziai a scattare qualche foto qua e la. Tutte deludenti. Inoltre il cielo si stava annuvolando in fretta, e serviva come minimo mezz’ora per tornare al villaggio.

«E che cazzo. Non ce n’è una decente» imprecai sedendomi per terra sul mio cappotto ormai umido. Davanti a me le nuvole coprivano quasi del tutto il cielo, lasciando solo un piccolo sprazzo di luce, che andava a posarsi flebile sopra a una collina. Provai un senso di tristezza guardando quel paesaggio cupo. Scattai un’ultima foto a quel paesaggio e poi misi via la camera, proprio quando le prime gocce d’acqua iniziavano a cadere sul terreno.

 

«Shit. Shit. Shit. Shit. Shit. Shiiit!» continuavo a imprecare percorrendo il sentiero il più velocemente possibile. Nel dizionario, alla voce “Bagnato” c’era la mia foto, ne ero sicura.

Arrivata al villaggio, mi infilai nel primo negozio che trovai aperto. Appoggiai la borsa su un tavolino mentre cercavo di scrollarmi via quanta più acqua possibile. “Ricordami perché sono venuta qua, cavolo!” pensai mentre mi sedevo ad un tavolino.  Lì dentro, con il riscaldamento acceso, l’ambiente era molto confortevole. Era un bar all’occidentale, con un balcone e dei tavolini, ampie vetrate e una tv appesa alla parete.

Il bar era deserto, tanto che pensai fosse chiuso, finché una ragazzina, sui sedici anni, entrò correndo da una porta e si precipitò verso il telecomando come se fosse la sua unica ragione di vita. Non si accorse nemmeno della mia presenza. Le sue dita spinsero qualche numero, i suoi incisivi torturarono il labbro inferiore finché, partita la sigla di una qualche pubblicità, si lasciò andare con un lungo sospiro.

Un po’ incuriosita mi avvicinai e mi sedetti davanti al balcone. Vidi gli occhi della ragazza lanciarmi un’occhiata annoiata per poi cambiare completamente espressione una volta riconosciuti i miei tratti occidentali.

«Oh! Oh… ehm… H-Hi! Ehm… You are... wet?» la sua vocina balbettò qualcos’altro, poi sconsolata preferì chiudere la bocca.

«Parlo coreano, non ti preoccupare» mormorai. «Avete qualcosa di caldo? Un caffè o una cioccolata…»

«C’è il caffè»

«Ok» si affrettò verso la dispensa, lanciando alternativamente occhiate a me e alla tv.

 Nell’attesa puntai i miei occhi sull’apparecchio sopra alla mia testa. Non stavo veramente guardando lo schermo, preferivo di gran lunga vagare con la mente. Una sigla che conoscevo bene e un urletto da parte della ragazzina davanti a m, però, mi svegliò dalla mia trance.

“Oh, tutto si spiega!” sorrisi leggermente. Era iniziato Inkigayo. Si affrettò a versare il caffè in una tazza, poi tornò a fissare il televisore.

“Chissà se c’è Onew…”

NO! Scossi la testa cercando di scacciare quello strano pensiero. Lo avevo visto solo quella mattina, quindi non avrebbe avuto il tempo di andare agli studi di registrazione, no? Anche se in effetti… probabilmente l’avevano registrata. Però Jihyun ne avrebbe parlato. Non gli ho sentito dire nulla e…

Oh insomma!

«Senti… ehm… per caso in questa puntata ci sono gli… SHINee?»

«Li conosci? Certo che ci sono! Non vedo l’ora!» mentre un gruppo strano faceva la sua apparizione la ragazza decise di distogliere lo sguardo dalla tv e posarlo sul mio.

«No, ne ho solo sentito parlare… sono bravi?» mi ritrovai a chiedere.

«Cavolo se sono bravi! Taemin, quello con i capelli lunghi, è bravissimo a ballare e sta migliorando tantissimo a cantare, Minho è un rapper bravissimo, Key è bravo sia a cantare che a reppare che a ballare, e… beh, Jonghyun e Onew hanno due delle voci più belle che si sentano in giro secondo me! E poi sono bellissimi! Secondo me sono più bravi dei 2pm, anche se ovviamente non sono una hater. Voglio dire, vivi e lascia vivere no? Concordi con me vero? Vero. Però vabbè, i Super Junior non li superano nessuno! Cavolo ma l’hai visto Siwon? Roba che gli salterei addosso. Certo, anche Jonghyun non scherza, ha degli addominali! Anche Onew ha dei pettorali che… wow! Diciamo pure che tutti sono fighi. Una volta una ragazza ha detto che Minho non sapeva cantare. Ti rendi conto? E allora io gli ho detto che lui era più intonato di lei e le sue amiche messe insieme. Voglio dire, come ti permetti? E-»

2pm? Super junior? Siwon? Cosa?!

«Ehm… Ok, ok…» cercai di fermarla «Come ti-»

«Oh Dio! Eccoli!» il suo urlo mi ruppe i timpani. Indicava con un braccio il televisore, mentre saltellava sul posto. Mi doleva ammetterlo, ma era la versione più giovane di Jihyun. Non riuscivo a capire cosa ci trovassero di così tanto bello in loro, e cosa ci fosse da urlare ogni volta che comparivano su uno schermo. Erano umani, no? Belli si, ma umani. Decisi comunque di starmene zitta e non interrompere la ragazza di fronte a me, che alternava momenti in cui urlava ad altri in cui cantava. Senza volerlo i miei occhi s’incatenarono allo schermo, osservando curiosa quei cinque ragazzi che ballavano e cantavano.

Beh… bravi erano bravi, non c’era niente da dire. Ammisi tra me e me che la voce di Onew era proprio bella. Però… Beh, in effetti non c’era un però. Non c’era nulla nella mia mente in quel momento. E sinceramente mi stava bene così.

-

Note dell’autore:

Sono felice che vi piaccia la storia e la protagonista, non me lo aspettavo! Probabilmente non vi starà così simpatica andando avanti, fidatevi…

DICEVO! Lol, spero che questo capitolo vi piaccia. E la fan girl… XD Mi sono divertita un casino a scrivere! La storia non è neanche lontanamente “iniziata” è ancora una fase dove non succede pressoché nulla… Spero non vi annoi!

loverholic_: Grazie mille, sono felice che ti piaccia! ^^ Scrivere longfic è un calvario ;_; grazie al cielo non sono l’unica!

LaurisChan92: Spero non ti deluda! :D Anche io lo avrei fatto, una figuraccia in più non cambia nulla visto quante ne faccio. ._.

Dolloop: Oddio sono contenta che non sia pesante da leggere! Erin. Beh, per quanto riguarda l’aspetto mi sono ispirata ad una modella che mi piace tanto, mentre per il carattere e il comportamento non prende ispirazione da nessuno, è inventata. Purtroppo però ho finito per “darle”  alcuni aspetti del mio carattere senza che me ne accorgessi, come il fatto che parli a vanvera quando è nervosa o l’orgoglio…

Ja ne~!

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: FunnyBunny