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Autore: FunnyBunny    26/07/2011    3 recensioni
«Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato! Perché-»
«Il piede era giustissimo, invece!»

Erin non ha mai voluto amare nessuno. Un antipatico ragazzo riuscirà a farle cambiare idea o rimarrà tutto come prima?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Onew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The soap called love

 

Autore: FunnyBunny
Pairing: Onew/OC
Capitoli: 1/?
Desclaimer: Gli SHINee non mi appartengono ma Key sì

 

This is so much like us,
We fight like we’ll never see each other again
And then become mixed in the soap called love,
Suddenly, all the animosity disappear.
We fight a hundred times,
And our hearts break a hundred times,
But like tangled pieces of string
Our love can’t be pulled apart.

Love’s Way – SHINee

 

Secondo piano… terzo… quarto…

Strinsi tra le mani l’ingombrante borsa appoggiata sulla mia spalla destra, cercando di calmarmi, e ringraziai il cielo che nessuno potesse vedermi in quello stato.

Ancora non riuscivo a crederci… Il mio primo servizio fotografico! Beh, non che dovessi fare molto: avrei aiutato il signor Park con l’attrezzatura e scattato qualche foto. Era comunque considerato come un servizio fotografico, no?

Uscii di fretta dall’ascensore e mi diressi verso la grande porta davanti a me. Il signor Park era già lì a sistemare le varie attrezzature, ma i modelli -o le modelle- non erano ancora presenti. In effetti, ora che ci pensavo, quella mattina avevo accettato così in fretta la richiesta di aiuto del signor Park che non mi ero nemmeno informata un po’.  Poco male, pensai, li vedrò dopo.

Mezz’ora più tardi, quando ormai io e il signor Park avevamo messo al proprio posto tutte le attrezzature, entrarono finalmente i modelli. Alzai lo sguardo ma mi bloccai un secondo dopo, pietrificata.

Non erano normali modelli, no. Quelle erano le stesse persone raffigurate sui poster nella camera di Jihyun, e su più o meno tutti i giornaletti di gossip esistenti in Corea. Gli SHINee, mi ritrovai a pensare meravigliandomi di ricordare persino il loro nome. Li fissai discretamente mentre salutavano a mano a mano tutte le persone presenti nella stanza. Alla fine della loro processione di saluti e inchini arrivarono a davanti al signor Park e me.

3… 2… 1…

Le bocche dei ragazzi si spalancarono a una a una, fissandomi come se fossi una sottospecie di aliena. Non si degnarono nemmeno di nascondere la loro curiosità e il loro stupore, proprio come tutte le persone che incontravo.

«Non sapevo dovessimo fare le foto con una modella occidentale!» Esclamò il più basso. «Anche se potevate vestirla meglio…» aggiunse osservando i miei jeans attillati e la mia felpa normalissima.

«Senti chi parla» borbottai fissando sprezzante i suoi pantaloni verdi fosforescenti attillati e la sua maglia colorata. «Iniziamo signore?» chiesi allontanandomi dai ragazzi. Li sentii ridacchiare quando il signor Park mi presentò come sua lunatica assistente.

Bambini viziati, i soliti egocentrici, pensai legandomi i capelli in una coda.

Finalmente il photoshoot iniziò. Il signor Park diceva sempre che io e lui pensavamo sulla stessa lunghezza d’onda, così quando c’ero io come assistente lasciava il compito di sistemare le luci a me, evitando di chiamare altre persone. Non era molto, ma almeno riuscivo a rendermi utile e ad allontanarmi dalla mia scrivania al quinto piano.

Park Seung Bae -signor Park per me- era un uomo che ammiravo tanto. Si era fatto strada lentamente, partecipando a concorsi su concorsi, fino ad arrivare finalmente ad essere il fotografo principale della Samsung. Fin dai primi giorni mi prese sotto la sua ala, insegnandomi trucchi e tecniche che non avrei imparato in nessun corso di fotografia e gliene fui immensamente grata. Inoltre parlava decentemente inglese, quindi, anche se il mio coreano non era perfetto, ci capivamo benissimo. Era l’unica persona con cui mi sentivo a mio agio da quando ero lì in Corea. Beh, oltre Jihyun, ma lei era un'altra storia.

«Erin!» urlò il signor Park. «E’ il tuo turno!» eccitata come non mai, lasciai lì lo scatolone che avevo in mano e corsi dall’uomo al centro della sala.

«Fai primi piani sui visi con i cellulari e dal torso in su. Non mi deludere eh!»

«Si signore!» presi la macchina fotografica osservando il ragazzo davanti a me. Doveva essere Minho, o almeno così lo avevo sentito chiamare. Il più bello tra i cinque, dovetti ammettere.

Dopo i primi scatti mi rilassai, immergendomi completamente nel mio compito. Sentivo gli occhi degli altri ragazzi su di me, ma non me la presi più di tanto: io, dopotutto, ero l’occidentale, quella dai tratti strani e dai capelli biondo naturale, era normale che mi squadrassero. Nel mese precedente la gente non aveva fatto altro che fissarmi indiscretamente, sia per strada sia al lavoro, fregandosene altamente di essere educati.

«Beh, penso abbiamo finito. No, signor Park?» decretai quando anche l’ultimo ragazzo si allontanò.

«Sì. Direi che hai fatto degli ottimi scatti!» annuii grata e iniziai a mettere via tutte le attrezzature, in silenzio. Normalmente quel lavoro spettava agli addetti, ma non avevo meglio da fare, così iniziai e spostare i faretti in un angolo e a richiudere nelle varie scatole i veri oggetti.

«Erin» Mi richiamò l’uomo dopo qualche minuto. Nella stanza eravamo rimasti solo noi due, segno che gli SHINee se n’erano già andati «Andiamo a mangiare qualcosa al bar… vieni?» Scossi leggermente la testa «Come immaginavo… beh, oggi pomeriggio ci sono le riprese del CF al piano 3… se hai voglia vieni a dare un occhiata! Ciao»

Certo come no.

 

 «Adesso m’infilo in un angolo, mi mangio il mio panino e appena fini-»

«Ciao! Sei la fotografa di prima! Com’è che ti chiami… Erin, vero?!»

 Oddio.

Come non detto.

Alzai lo sguardo verso il leader degli SHINee, appena entrato nell’ascensore. Gli scoccai il mio sguardo più infuocato evitando di rispondergli.

«Si… evidentemente si…» lo sentii mormorare «Hey, vuoi mangiare con noi? Restiamo qui e-»

«Ho da fare.  Arrivederci» risposi freddamente uscendo dalle porte di metallo. Grazie a dio di nuovo sola!

Non ero mai stata molto sociale. Anzi diciamo pure che, a parte il signor Park e Jihyun, la presenza di altre persone per me era del tutto inutile. Crescendo in una casa immensa, sempre sola, si impara ad apprezzare la propria compagnia più di qualunque altra cosa.

Decisi di non prendere un altro ascensore per evitare di incontrare qualche altro membro degli SHINee un po’ troppo insistente, così scesi le ultime due rampe di scale, percorsi un lungo corridoio e, oltrepassata una porta blindata, mi ritrovai nello spiazzo dietro il palazzo. La descrizione che mi era stata fatta di quel posto appena arrivata era “spazio dedicato ai momenti di ricreazione”. Ovviamente le persone preferivano passare il tempo in posti più allegri, quindi con il passare degli anni era diventato una specie di magazzino all’aperto, con grandi muri che impedivano la vista ai palazzi circostanti, un grande cancello che dava sul parcheggio e varie cianfrusaglie accatastate in un angolo. Squallido, ma almeno potevo avere un po’ di privacy. Mi sedetti su un oggetto non identificato attaccato al muro, sbocconcellando in silenzio il mio panino.

Chissà se avevo il permesso di rivelare a Jihyun che avevo conosciuto gli SHINee… Beh, probabilmente glielo avrei detto comunque, sia con il permesso che meno. “Come minimo mi terrà il muso un mese perché non gli ho portato i loro autografi”, pensai ridacchiando. Poteva scordarseli, comunque, non sarei mai e poi mai andata a elemosinare uno scarabocchio su un pezzo di carta, nossignore.

 

Ma chi cavolo me lo stava facendo fare… il mio orgoglio scalciava, ordinando di fare retromarcia e di avviarmi in libreria, ma decisi di ascoltare la mia parte “gentile”. A Jihyun avrebbe fatto piacere, e così io mi sarei sentita un po’ meno colpevole ad approfittare della sua gentilezza, vivendo nel suo appartamento con lei. Però la figura di merda che avrei fatto… No! Scossi la testa, abbassano la maniglia della porta per poi scivolare in un angolo della stanza senza farmi notare.

Gli SHINee erano al centro di una stanza, e stavano parlando a una telecamera, mentre un gruppo di persone era attorno a loro. Aspettai con calma -ma anche no- che gli dessero qualche minuto di pausa, preparandomi un discorso il più possibile convincente e non imbarazzante.

“OK! È il tuo momento! Forza, forza!”

“Ma cazzo combini, scema! Torna in libreria!”

I cinque ragazzi si erano seduti su delle sedie ripassando su un foglio le poche righe che avevano. Non si erano accorti di me. Prendendo un grande respiro avanzai velocemente verso di loro, sperando che il manager non mi prendesse per una fan girl. Jihyun mi aveva fatto vedere un video piuttosto inquietante, dove metteva KO una fan. Non ci tenevo a fare quella fine, proprio no.

«Ehm…» feci a bassa voce. Si girarono contemporaneamente verso di me, con espressioni interrogative «Devo chiedervi un favore…»

«Dicci…»

«La mia coinquilina è un po’… un po’ tanto… innamorata di voi…» borbottai evitando di posare lo sguardo su di loro. «Quindi se viene a sapere che vi ho conosciuto ma non vi ho chiesto un autografo… mi uccide. Mi serve un vostro autografo» Ecco fatto, sganciata la bomba.

«Oh, ok! Certo!» esclamò prontamente Onew. Portai subito lo sguardo su di lui, spalancando gli occhi. Mi aveva risposto come se l’incontro di qualche ora fa non fosse accaduto! «Hai un foglietto e una penna?» Annuii, tirando fuori il necessario.

«Si chiama Jihyun» borbottai guardandomi in giro. Il manager era intento a parlare al telefono in un angolo.

Salva, per ora.

«Chi è il suo preferito?» chiese il più piccolino, quello con i capelli lunghi come i miei, mentre scriveva il suo nome.

«Ehm… lui penso, ha un casino di poster e foto in giro per la sua stanza» indicai Minho, che arrossì, mentre prendeva in mano il foglio. Finalmente il foglio tornò in mano mia, tutto scribacchiato. Minho aveva fatto pure una dedica. Mi appuntai mentalmente di registrare la reazione di Jihyun, mentre lo riponevo con cura dentro l’agendina che portavo sempre dietro con me.

«Ehm… Io… Grazie…» dissi brevemente, per poi dirigermi a passo veloce fuori.

“E’ fatta” pensai mentre fissavo gli autografi seduta sulla metro “La figura di merda è stata immensa, ma ne è valsa la pena, Jihyun sarà felicissima!”

-

Note dell'autore.

Non ci posso credere, sto davvero postando. ** 
Tengo molto a questa fanfic perchè è la prima longfic che finisco -nonostante non sia la prima che abbia mai iniziato a scrivere-, quindi fatemi sapere cosa ne pensate!

Scusate per eventuali errori di battitura/ortografici, non è betata e per quante volte rilegga il tutto, qualcosa sfugge sempre.

Ja ne~!

  
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