The soap called love
Autore: FunnyBunny
Pairing: Onew/OC
Capitoli: 1/?
Desclaimer: Gli
SHINee non mi appartengono ma Key sì
This is so much like us,
We fight like we’ll never see each other again
And then become mixed in the soap called love,
Suddenly, all the animosity disappear.
We fight a hundred times,
And our hearts break a hundred times,
But like tangled pieces of string
Our love can’t be pulled apart.
Love’s
Way –
SHINee
Strinsi
tra le mani l’ingombrante borsa appoggiata sulla mia spalla
destra, cercando di
calmarmi, e ringraziai il cielo che nessuno potesse vedermi in quello
stato.
Ancora
non riuscivo a crederci… Il mio primo servizio fotografico!
Beh, non che
dovessi fare molto: avrei aiutato il signor Park con
l’attrezzatura e scattato
qualche foto. Era comunque considerato come un servizio fotografico,
no?
Uscii
di fretta dall’ascensore e mi diressi verso la grande porta
davanti a me. Il
signor Park era già lì a sistemare le varie
attrezzature, ma i modelli -o le
modelle- non erano ancora presenti. In effetti, ora che ci pensavo,
quella
mattina avevo accettato così in fretta la richiesta di aiuto
del signor Park
che non mi ero nemmeno informata un po’.
Poco male, pensai, li vedrò dopo.
Mezz’ora
più tardi, quando ormai io e il signor Park avevamo messo al
proprio posto
tutte le attrezzature, entrarono finalmente i modelli. Alzai lo sguardo
ma mi
bloccai un secondo dopo, pietrificata.
Non
erano normali modelli, no. Quelle
erano
le stesse persone raffigurate sui poster nella camera di Jihyun, e su
più o
meno tutti i giornaletti di gossip esistenti in Corea. Gli SHINee, mi
ritrovai
a pensare meravigliandomi di ricordare persino il loro nome. Li fissai
discretamente mentre salutavano a mano a mano tutte le persone presenti
nella
stanza. Alla fine della loro processione di saluti e inchini arrivarono
a davanti
al signor Park e me.
3…
2… 1…
Le
bocche dei ragazzi si spalancarono a una a una, fissandomi come se
fossi una
sottospecie di aliena. Non si degnarono nemmeno di nascondere la loro
curiosità
e il loro stupore, proprio come tutte le persone che incontravo.
«Non
sapevo dovessimo fare le foto con una modella occidentale!»
Esclamò il più
basso. «Anche se potevate vestirla
meglio…» aggiunse osservando i miei jeans
attillati e la mia felpa normalissima.
«Senti
chi parla» borbottai fissando sprezzante i suoi pantaloni
verdi fosforescenti
attillati e la sua maglia colorata. «Iniziamo
signore?» chiesi allontanandomi
dai ragazzi. Li sentii ridacchiare quando il signor Park mi
presentò come sua
lunatica assistente.
Bambini
viziati, i soliti egocentrici, pensai legandomi i capelli in una coda.
Finalmente
il photoshoot iniziò. Il signor Park diceva sempre che io e
lui pensavamo sulla
stessa lunghezza d’onda, così quando
c’ero io come assistente lasciava il
compito di sistemare le luci a me, evitando di chiamare altre persone.
Non era
molto, ma almeno riuscivo a rendermi utile e ad allontanarmi dalla mia
scrivania al quinto piano.
Park
Seung Bae -signor Park per me- era un uomo che ammiravo tanto. Si era
fatto
strada lentamente, partecipando a concorsi su concorsi, fino ad
arrivare
finalmente ad essere il fotografo principale della Samsung. Fin dai
primi
giorni mi prese sotto la sua ala, insegnandomi trucchi e tecniche che
non avrei
imparato in nessun corso di fotografia e gliene fui immensamente grata.
Inoltre
parlava decentemente inglese, quindi, anche se il mio coreano non era
perfetto,
ci capivamo benissimo. Era l’unica persona con cui mi sentivo
a mio agio da
quando ero lì in Corea. Beh, oltre Jihyun, ma lei era
un'altra storia.
«Erin!»
urlò il signor Park. «E’ il tuo
turno!» eccitata come non mai, lasciai lì lo
scatolone che avevo in mano e corsi dall’uomo al centro della
sala.
«Fai
primi piani sui visi con i cellulari e dal torso in su. Non mi deludere
eh!»
«Si
signore!» presi la macchina fotografica osservando il ragazzo
davanti a me.
Doveva essere Minho, o almeno così lo avevo sentito
chiamare. Il più bello tra
i cinque, dovetti ammettere.
Dopo
i primi scatti mi rilassai, immergendomi completamente nel mio compito.
Sentivo
gli occhi degli altri ragazzi su di me, ma non me la presi
più di tanto: io,
dopotutto, ero l’occidentale, quella dai tratti strani e dai
capelli biondo
naturale, era normale che mi squadrassero. Nel mese precedente la gente
non
aveva fatto altro che fissarmi indiscretamente, sia per strada sia al
lavoro, fregandosene
altamente di essere educati.
«Beh,
penso abbiamo finito. No, signor Park?» decretai quando anche
l’ultimo ragazzo
si allontanò.
«Sì.
Direi che hai fatto degli ottimi scatti!» annuii grata e
iniziai a mettere via
tutte le attrezzature, in silenzio. Normalmente quel lavoro spettava
agli
addetti, ma non avevo meglio da fare, così iniziai e
spostare i faretti in un
angolo e a richiudere nelle varie scatole i veri oggetti.
«Erin»
Mi richiamò l’uomo dopo qualche minuto. Nella
stanza eravamo rimasti solo noi
due, segno che gli SHINee se n’erano già andati
«Andiamo a mangiare qualcosa al
bar… vieni?» Scossi leggermente la testa
«Come immaginavo… beh, oggi pomeriggio
ci sono le riprese del CF al piano 3… se hai voglia vieni a
dare un occhiata! Ciao»
Certo
come no.
«Ciao!
Sei la fotografa di prima! Com’è che ti
chiami… Erin, vero?!»
Oddio.
Come
non detto.
Alzai
lo sguardo verso il leader degli SHINee, appena entrato
nell’ascensore. Gli
scoccai il mio sguardo più infuocato evitando di
rispondergli.
«Si…
evidentemente si…» lo sentii mormorare
«Hey, vuoi mangiare con noi? Restiamo
qui e-»
«Ho
da fare. Arrivederci»
risposi freddamente uscendo dalle porte di metallo. Grazie a dio di
nuovo sola!
Non
ero mai stata molto sociale. Anzi diciamo pure che, a parte il signor
Park e Jihyun,
la presenza di altre persone per me era del tutto inutile. Crescendo in
una
casa immensa, sempre sola, si impara ad apprezzare la propria compagnia
più di
qualunque altra cosa.
Decisi
di non prendere un altro ascensore per evitare di incontrare qualche
altro membro
degli SHINee un po’ troppo insistente, così scesi
le ultime due rampe di scale,
percorsi un lungo corridoio e, oltrepassata una porta blindata, mi
ritrovai
nello spiazzo dietro il palazzo. La descrizione che mi era stata fatta
di quel
posto appena arrivata era “spazio dedicato ai momenti di
ricreazione”. Ovviamente
le persone preferivano passare il tempo in posti più
allegri, quindi con il
passare degli anni era diventato una specie di magazzino
all’aperto, con grandi
muri che impedivano la vista ai palazzi circostanti, un grande cancello
che
dava sul parcheggio e varie cianfrusaglie accatastate in un angolo. Squallido, ma almeno potevo avere un
po’
di privacy. Mi sedetti su un oggetto non identificato attaccato al
muro,
sbocconcellando in silenzio il mio panino.
Chissà
se avevo il permesso di rivelare a Jihyun che avevo conosciuto gli
SHINee… Beh,
probabilmente glielo avrei detto comunque, sia con il permesso che
meno. “Come
minimo mi terrà il muso un mese perché non gli ho
portato i loro autografi”,
pensai ridacchiando. Poteva scordarseli, comunque, non sarei mai e poi
mai
andata a elemosinare uno scarabocchio su un pezzo di carta, nossignore.
Ma
chi cavolo me lo stava facendo fare… il mio orgoglio
scalciava, ordinando di
fare retromarcia e di avviarmi in libreria, ma decisi di ascoltare la
mia parte
“gentile”. A Jihyun avrebbe fatto piacere, e
così io mi sarei sentita un po’
meno colpevole ad approfittare della sua gentilezza, vivendo nel suo
appartamento con lei. Però la figura di merda che avrei
fatto… No! Scossi la
testa, abbassano la maniglia della porta per poi scivolare in un angolo
della
stanza senza farmi notare.
Gli
SHINee erano al centro di una stanza, e stavano parlando a una
telecamera,
mentre un gruppo di persone era attorno a loro. Aspettai con calma -ma
anche
no- che gli dessero qualche minuto di pausa, preparandomi un discorso
il più
possibile convincente e non imbarazzante.
“OK!
È il tuo momento! Forza, forza!”
“Ma
cazzo combini, scema! Torna in libreria!”
I
cinque ragazzi si erano seduti su delle sedie ripassando su un foglio
le poche
righe che avevano. Non si erano accorti di me. Prendendo un grande
respiro
avanzai velocemente verso di loro, sperando che il manager non mi
prendesse per
una fan girl. Jihyun mi aveva fatto vedere un video piuttosto
inquietante, dove
metteva KO una fan. Non ci tenevo a fare quella fine, proprio no.
«Ehm…»
feci a bassa voce. Si girarono contemporaneamente verso di me, con
espressioni
interrogative «Devo chiedervi un favore…»
«Dicci…»
«La
mia coinquilina è un po’… un
po’ tanto… innamorata di
voi…» borbottai evitando
di posare lo sguardo su di loro. «Quindi se viene a sapere
che vi ho conosciuto
ma non vi ho chiesto un autografo… mi uccide. Mi serve un vostro autografo» Ecco
fatto, sganciata la bomba.
«Oh,
ok! Certo!» esclamò prontamente Onew. Portai
subito lo sguardo su di lui,
spalancando gli occhi. Mi aveva risposto come se l’incontro
di qualche ora fa
non fosse accaduto! «Hai un foglietto e una penna?»
Annuii, tirando fuori il
necessario.
«Si
chiama Jihyun» borbottai guardandomi in giro. Il manager era
intento a parlare al
telefono in un angolo.
Salva,
per ora.
«Chi
è il suo preferito?» chiese il più
piccolino, quello con i capelli lunghi come
i miei, mentre scriveva il suo nome.
«Ehm…
lui penso, ha un casino di poster e foto in giro per la sua
stanza» indicai Minho,
che arrossì, mentre prendeva in mano il foglio. Finalmente
il foglio tornò in
mano mia, tutto scribacchiato. Minho aveva fatto pure una dedica. Mi
appuntai
mentalmente di registrare la reazione di Jihyun, mentre lo riponevo con
cura
dentro l’agendina che portavo sempre dietro con me.
«Ehm…
Io… Grazie…» dissi brevemente, per poi
dirigermi a passo veloce fuori.
“E’ fatta” pensai mentre fissavo gli autografi seduta sulla metro “La figura di merda è stata immensa, ma ne è valsa la pena, Jihyun sarà felicissima!”
-Note
dell'autore.
Non
ci posso credere, sto davvero
postando. **
Tengo molto a questa fanfic perchè è la prima
longfic che finisco -nonostante
non sia la prima che abbia mai iniziato a scrivere-, quindi fatemi
sapere cosa
ne pensate!
Scusate per eventuali errori di battitura/ortografici, non è betata e per quante volte rilegga il tutto, qualcosa sfugge sempre.
Ja
ne~!