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Autore: manicrank    27/07/2011    6 recensioni
i capelli scivolavano sempre tra le sue dita, belli, brutti, secchi o crespi che fossero.
Ma mai, e dico mai, nessun capello aveva catturato la sua attenzione come quelli del ragazzo che stava seduto di fronte a lui, e che tranquillo leggeva una rivista di moto. Non seppe perché, ma spiò nello specchio quel ragazzo a lungo. Prima di calmare il cuore e concentrarsi sul suo lavoro.
*-*-*-*
Una semplice AU, in onore dei miei due amori... non ho messo OOC perché spero di rimanere abbastanza in tema con i loro caratteri, ma non si sa mai, quindi se alla fine non sono più loro vi prego di dirmelo perché provvederò a sistemare il tutto. Non credo diventerà una Yaoi Hard, ma non si sa mai... ho metto l'avvertimento! Adesso vi lascio alla storia... tranquilli! :D
Genere: Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 5

 

il rosso rimase imbambolato a fissare il portone per altri cinque minuti, prima di capire quello che era successo. Mello se ne era andato, lo aveva mollato li fuori ed era anche in ritardo per la cena con Til. Si scompigliò i capelli, cercando di riacquistare un po' di lucidità prima di fare dietrofront e salire in macchina.

I sensi erano inibiti da uno strano senso di vuoto, sbatteva le palpebre velocemente per dissolvere lo strato di lacrime che gli stava facendo perdere il controllo, perché doveva piangere per Mello? O meglio, che cosa stava succedendo al suo corpo?

Sentiva un forte calore all'altezza del petto, poi fitte gelide gli segavano in due il corpo, ed era del tutto incapace di formare un pensiero coerente con la realtà.

Scosse la testa più forte che poté, dandosi degli schiaffetti sulle guance e respirando in modo regolare, e solo dopo svariati minuti riuscì a mormorare un “vaffanculo” riferito più a se stesso che al biondo e mettendo in moto raggiunse il luogo dell'appuntamento, a venti metri da dove si trovava adesso.

Til era lì, in piedi, che fissava con sguardo perso il cielo diventato scuro. Indossava un elegante vestitino nero, con una gonna decisamente corta. Appena vide Mail parcheggiare e andarle in contro sembrò illuminarsi, e gli occhi si concentrarono subito sul rosso.

< Mail! >

< scusa il ritardo > disse lui trafelato, mentre le parole di Mello continuavano a rimbombargli in testa.

< non fa nulla, tranquillo... >

< ma aspetti da venti minuti! > cercava di distrarsi, magari litigando con la ragazza! Inconsciamente si era messo a sperare che lei lo trovasse un emerito coglione e lo lasciasse libero di tornarsene a casa, tanto per farsi le seghe mentali in pace davanti ad un videogioco.

< che vuoi che sia, ho preso un po' d'aria! Oggi come è andata a lavoro? >

È troppo accondiscendente! Ma perché cazzo è così cotta di me? Se magari si arrabbiasse, non chiedo tanto... solo una bella scazzata così me ne vado!

< sto in ferie... da l'altro ieri... > disse con poca convinzione.

< beh andiamo? > la ragazza pendeva dalle sue labbra, ma era chiaro che si era stufata di aspettare fuori dal ristorante. Mail la seguì all'interno de “ la Cina”, arredato con poco gusto e illuminato malissimo.

Il loro tavolo era sotto un acquario vicino alla porta d'ingresso, e Mail si perse ad osservare i pesci mentre la ragazza parlava a raffica... non seppe quantificare il tempo che passava, sapeva che aveva mangiato più o meno il primo ed il secondo piatto che gli avevano portato, ma a parte quello, sembrava davvero perso.

In effetti si sentiva parecchio male, i suoni gli arrivavano ovattati e si sentiva in una campana di vetro.

< Mail stai bene? Sei pallido... >

< eh... ah... cosa? > aveva spostato lo sguardo sulla ragazza, e si sentiva andare a fuoco.

< hai la febbre? Sei rosso... >

ma questa tizia la smette di parlare?

< no sto bene... > poi gli tornò in mente Mello, quella mattina, quando si era messo in quella posa ambigua per togliergli le orecchie dalla testa, ripensò al suo collo nudo a pochi centimetri dalla sua bocca, e desiderò con tutto se stesso rivivere quegli attimi solo per affondare i canini in quella pelle diafana, per avere Mello, in tutti i sensi.

< sicuro? >

< si >

< ma sei rosso... >

< si >

< ti gira la testa? >

< sto bene >

< hai male da qualche parte? >

< sto bene >

< prima ti ho visto, con quel biondino, è colpa sua se stai male? >

< sto bene >

< dovresti...> non ascoltò altro perché la porta alle sue spalle si era aperta, ed un ragazzo alto, vestito interamente con indumenti di pelle, era entrato, facendo sfoggio dei capelli biondi e di una cicatrice sulla guancia sinistra.

< dovresti lasciar perdere... smettere di frequentarlo... è lo stesso che quella sera è venuto a farsi tagliare i capelli? Mi è sembrato inaffidabile già dal primo momento... forse ha una cattiva influenza su di te... smetti di frequentarlo! > aveva continuato Til ignara dello sguardo di fuoco che gli stava lanciando Mello mentre prendeva dalle mani di una cameriera un busta, probabilmente una cena take away.

< e poi come si veste! Sembra una putt... >

Mail si era alzato di botto, dando un pugno al tavolo e facendo traballare i bicchieri pieni d'acqua.

< stai zitta, ficcati qualcosa in quella cazzo di fogna con cui parli a cazzo! > poi si era girato, uscendo dal locale sotto lo sguardo attento di tutti gli altri clienti.

Til lo aveva seguito subito dopo, lasciando sul tavolo una banconota da cinquanta.

Mello era rimasto in disparte, non facendosi notare dalla ragazza, sorridendo sotto i baffi.

< si, credo che mangerò bene stasera, grazie > poi aveva salutato la cameriera, pagandola ed uscendo.

 

< Mail! Scusaaaaaaaa! > aveva urlato la ragazza saltandogli addosso, mentre il rosso cercava di divincolarsi prima di pestarla di botte.

Non ho mai sentito il desiderio di ammazzare una donna!

Pensò prima di correggersi. Non ho mai sentito il desiderio di ammazzare una donna come invece mi viene spontaneo per Til!

La ragazza continuava a seguirlo nella notte, piangendo e dicendogli che era dispiaciuta.

Involontariamente, Mail si era diretto nel parco davanti casa di Mello, continuando a vagare sul viale illuminato dalla luna, sotto gli alberi dalle fronde nere.

Il lontananza, un ragazzo vestito di pelle seguiva la strana coppia con lo sguardo, mentre si confondeva facilmente tra le ombre, e sghignazzava.

< Til basta! > alla fine Mail aveva ceduto, si era girato per parlarle e aveva urtato qualcosa, o meglio, qualcuno.

Tornando alla realtà si accorse che un uomo sulla quarantina lo guardava storto, era più alto e massiccio di lui, e uno strano ghigno gli piegava il volto.

< cosa abbiamo qui? Ti diverti con la ragazza? >

< scusi... > aveva detto il rosso.

< non voglio le tue luride scuse... >

< … >

< voglio il tuo corpo... > il viso dell'uomo si avvicinò pericolosamente a Mail, che in una frazione di secondo capì che l'uomo era ubriaco fradicio e che la siringa che aveva in mano non era di certo per fare un vaccino.

< toglimi le mani di dosso! > aveva urlato Mail, mentre altri due uomini uscivano da un cespuglio e prendevano Til, che ormai urlava e piangeva.

< non ti hanno insegnato che ad andare per i parchi di notte si viene mangiati dal lupo cattivo? >

poi l'uomo serrò la presa sul braccio tatuato del rosso, mentre cercava di avvicinarsi ancora.

Preso alla sprovvista, il rosso mosse la mano sinistra, raggiungendo una determinata zona dei pantaloni e cercando di afferrare quello che lì non c'era, cioè il calcio della pistola che di solito gli urtava contro i jeans.

Cazzo, non sono più.... il pensiero fu interrotto da uno sparo, tutti erano ammutoliti, Mail si era girato benché l'uomo lo trattenesse e cercasse lo stesso di tirargli giù i pantaloni.

Mello era fermo davanti a loro, con una pistola in mano ed un distintivo nell'altra.

< andate via prima che vi arresti per stupro > aveva intimato agli uomini che con poche proteste se ne erano andati via, sparendo nella notte.

Il rosso era crollato a terra, non sapeva bene cosa gli avesse impedito di reagire con lucidità, aveva subito cercato la pistola, dimentico della sua cintura nera in karate.

Til, era inginocchiata e piangeva, anche se adesso le emozioni che le solcavano il volto erano più confuse. Mail era fermo, bloccato contro il selciato, mentre si riabbottonava i jeans e cercava di placare il dolore lancinante che provava in tutto il corpo. Sapeva bene a cosa era andato incontro quella notte, sapeva chiaramente che la vecchia ferita si stava facendo sentire, e sapeva, con meno chiarezza ma avendo pur sempre una vaga idea, di avere la febbre alta.

Forse era stato quel mix di dolori vari e la confusione che sentiva in testa ad impedirgli di ragionare, facendolo finire dritto nella trappola dei malviventi.

< Matt! > quello che doveva essere solo un nome urlato per ottenere l'attenzione da parte del biondo, arrivò a Mail come un urlo venato di paura. < Mello... > aveva sussurrato prima di svenire.

 

***PDV MELLO***

Mail stava correndo come un idiota, seguito ed intralciato dalla ragazza che prima aveva definito Mello come una puttana inaffidabile. E forse lo era davvero. Ma non faceva differenza.

I due erano andati contro ad un uomo, famoso nel giro per la sua passione per i ragazzi e di più per il sesso in generale. Come Mello sapeva questo, beh, era un piccolo dettaglio del suo passato.

L'uomo li aveva subito afferrati, e stava iniziando a molestare Mail, ovviamente sfiancato dalla febbre. Il biondo aveva subito notato il gesto di quest'ultimo, la mano che correva alla cintola per prendere la pistola che solitamente viene tenuta lì dagli agenti in borghese. Mail quindi era stato abbastanza in qualche forza armata per trovare quel gesto naturale.

Mello si era reso conto di quanto stava accadendo ed era uscito da dietro un albero sparando un colpo in aria. Quel quartiere era famoso per le bande di malviventi e per le abitazioni di extracomunitari mafiosi provenienti da vari paesi, quindi nessuno avrebbe fatto domande l'indomani sul colpo di pistola.

Appena Mello riuscì ad allontanare gli uomini, urlò quasi disperato il nome dell'amico, vergognandosi di quel gesto ma non pentendosi, perché se era vero che lui aveva smesso di amare, era anche vero che Mail lo aveva scosso dal profondo, incrinando quella sua barriera anti emozioni che si era creato.

Il ragazzo svenne, lasciando Mello interdetto mentre Til correva e cercava di rianimarlo.

***

 

 

si era sentito subito strano, forse era il calore che sentiva addosso, forse era il fresco che provava sulla fronte, o forse erano le labbra umide di qualcuno che effettivamente lo stava baciando.

Si crogiolò un secondo solo in quella sensazione, del tutto convinto che fosse un sogno e che quelle labbra appartenessero a quello che ormai era diventato l'oggetto dei suoi desideri, ovvero Mello. Ma appena arrivò alla consapevolezza di non desiderare Mello solo dal punto di vista fisico, si accorse che lui era sveglio e che effettivamente qualcuno lo stava baciando.

Aprì gli occhi, trovandosi faccia a faccia con Til.

< ben sveglio > aveva sussurrato la donna, staccandosi da lui e intrecciando le dita tra i capelli rossi.

Mail non riuscì a dire nulla, semplicemente spalancò gli occhi ed i ricordi gli invasero la mente come una doccia fredda.

 

Era svenuto, poi si era ritrovato nell'appartamento di Til ed appena quest'ultima si era accorta che lui era finalmente sveglio, aveva iniziato a scusarsi, piangendo.

Non sapeva nemmeno come aveva fatto a ritrovarsi sopra di lei, seminudo. Appena la donna aveva cercato di sfilargli anche i boxer, Mail si era accorto di un piccolo dettaglio.

Quella sotto di lui, era Til, era nuda, ed era ben chiaro cosa stessero per fare, ma Mail non intendeva collaborare.

Tuttavia, cercò di mantenersi distaccato, magari affogare la mente nel piacere carnale era il solo ed unico modo che aveva per scordarsi di Mello, che dopo averlo salvato, era svanito.

Appena cercò di avvicinare il bacino a quello della donna però si accorse che lui non era nemmeno lievemente invaghito di Til, non provava nulla, e di fatto, non era nemmeno eccitato. La donna sembrò accorgersi della reazione di Mail, perché provò ad avvicinare la mano per risvegliare i sensi dell'uomo che sembravano del tutto inesistenti. Come poteva Mail non essere nemmeno un po' eccitato da lei?

Il rosso provò comunque ad avere un rapporto, anche se, dopo neppure due secondi, si disse del coglione, allontanandosi e girandosi su un lato del letto, infilandosi sotto le coperte e assecondando il copro febbricitante che voleva dormire. Non era lucido nemmeno per accorgersi che stava dormendo nel letto della donna che si era quasi fatto, con pochi risultati...

ovvio che aveva fatto cilecca, come era possibile che ci riuscisse in quel frangente? Era impossibile, ed il suo amichetto l'aveva capito meglio di lui, perché non aveva avuto reazioni di alcun tipo davanti al corpo nudo della donna. In effetti, non aveva mai avuto reazioni particolari per il corpo di nessuno donna.

 

Til non sembrava turbata, ma Mail, appena capì di essere ancora nel letto della ragazza, si fiondò fuori dalle coperte e si rivestì in tutta fretta, benché le azioni risultassero notevolmente rallentate dalla febbre.

< Amore... > aveva detto la ragazza cercando di raggiungerlo.

< Amore a chi? > Mail era davvero sconcertato.

< a te! Ma come... siamo quasi andati a letto... hai dormito con me... non è amore? > Til aveva allungato una mano per ritirarlo sul materasso, ma il rosso si era scansato.

< non vedo come possa essere amore... non so nemmeno perché mi trovo qui! >

< ma, ma... insomma.. come puoi essere indifferente davanti ad una ragazza? >

< come posso farlo? Sono gay da quando avevo sei anni > poi Mail era uscito di corsa dall'appartamento, correndo alla macchina e prendendo sette antidolorifici uno di seguito all'altro, seguiti da una pillola di moment per il mal di testa ed una tachipirina in polvere che teneva nel cruscotto. Almeno a casa ci doveva arrivare!

 

***PDV MELLO***

il biondo era entrato a casa trafelato, dopo aver urlato il nome di Mail si era girato ed era tornato dritto all'appartamento, chiudendosi dentro e facendosi una bella cioccolata calda.

Aveva sentito subito dopo dei rumori fuori dalla porta, ed avvicinandosi allo spioncino, aveva notato Til salire rapida le scale, seguita da Mail che non si reggeva nemmeno in piedi e che non doveva nemmeno essere troppo cosciente.

Era chiarissimo il motivo per cui il rosso doveva andare a casa della donna, chi non ci sarebbe arrivato? Mello si coprì la bocca con la mano, sedendosi sul davanzale ampio e basso della finestra della sua camera da letto, mentre guardava la luna e già si immaginava la soddisfazione di Mail dopo essersi portato a letto quella bella ragazza, perché era bella davvero. Iniziò anche a ricordare quella mattina, quando si era trovato Mail davanti alla porta che sorrideva come un idiota, e poi quando si era messo quell'insulso vestito da coniglio solo per farlo ridere. Il rosso la sapeva lunga sul suo stato d'animo, l'aveva capito quando aveva visto la foto e si era scusato, mentre nei suoi occhi verdi si leggeva tristezza e comprensione. Di sicuro ne aveva passate tante, e forse una risata poteva davvero migliorare le cose, sempre che non fosse seguita da una scopata tra la persona che ami ed una sgualdrina qualunque.

Ami.

Mello aveva usato quel verbo per indicare Mail, l'aveva fatto inconsciamente, ma se la sua mente gli aveva suggerito Amore invece di Amicizia non c'era motivo per ignorare la realtà dei fatti.

L'amava? Forse si. Sicuramente si.

Adesso gli occhi erano velati da calde lacrime che ben presto scivolarono sulle gote candide, non credeva potesse succedere ancora... non credeva di amare di nuovo.

 

***PDV MATT***

 

la mattina dopo, Mail si era alzato dal letto con malavoglia, la febbre si era placata durante la notte a furia di medicine e la gamba dolente non gli dava nemmeno più fastidio.

Si osservò la coscia, martoriata dalla cicatrice di una pallottola, che anni prima gli aveva trapassato il bicipite. Era ancora lì, il piccolo cerchietto bianco lucido che ogni volta lo costringeva in ginocchio. Se solo fosse stato più attento.

Era in missione, una squadra speciale composta da vecchi amici che come lui avevano intrapreso la via guerriero, per dirla in modo poetico. Los Angeles, covo di un mafioso chiamato Rodd Los, stavano facendo un blitz per arrestare tutti gli spacciatori di droga e di armi più pericolosi, riuniti in quel sotterraneo.

Durante l'assalto un ragazzo con un casco, vestito di nero, gli aveva sparato sul ginocchio e sulla coscia. Mettendogli fuori uso il tendine del ginocchio al quale si era operato, e che ora non gli dava particolarmente fastidio, e la coscia, che invece ne aveva risentito parecchio.

Era scappato in Italia, trovando lavoro come parrucchiere, per raggiungere la pace tanto agognata, ma era sempre rimasto in contatto con l'FBI americano, che di tanto in tanto lo metteva in contatto con il suo vecchio mentore, L.

era un ragazzo come lui, con il quale era sempre andato d'accordo, che l'aveva adottato in un orfanotrofio insieme al suo maggiordomo Watari, e lo avevano allevato come un figlio, facendolo diventare un agente a tutti gli effetti.

Adesso aveva 25 anni, non voleva più vedere nessuno morire, non voleva più uccidere nessuno, voleva solo avvicinarsi ad un biondino che gli aveva letteralmente catturato il cuore, che nascondeva un passato oscuro quanto i suoi pantaloni di pelle, che stringeva una foto fatta con Near, un albino che Mail aveva visto spesso andare da L quando era piccolo. Non ne sapeva molto, ma era una specie di detective prodigio, ma forse Mello, ne sapeva di più.

La sveglia iniziò a trillare, distogliendo Mail dai pensieri e ricordandogli dell'appuntamento con il biondo per le ripetizioni. La spense, ed attese.

Erano ormai le undici, le persiane chiuse oscuravano la stanza, sentiva il corpo di piombo... e sebbene era in ritardo non si mosse. Non sapeva come comportarsi col biondo, aveva paura di ferirlo, di sentirsi un coglione un'altra volta, per questo non fece nulla. Il ritardo ormai era palese, ma non c'entrava la sveglia questa volta, era solo lui, che non voleva vederlo.

< sono un deficiente, Mail Jeevas >

 

 

 

 

 

 

spazietto dell'autrice:

Sumimasen. Vorrei scusarmi con tutti voi, per degli errori e delle mancanze da parte mia imperdonabili. Ve li elenco, e vi prometto che grazie ad Elizabeth_Smile che me li ha fatti gentilmente notare, cercherò di non commetterli più.

Prima di tutto, il rapporto tra titolo e storia, lo so che può sembrare senza significato “Roulette” ma vi prometto, che andando più avanti, magari intorno al capitolo 6-7 farò chiarezza, spiegando anche molte cose legate a questa canzone.

Mello, può risultare un po' distaccato, magari maleducato, ma quando Mail dice di trovarlo “simpatico” effettivamente lo è, perché secondo me, maleducazione non è sinonimo di antipatia.

Mail si comporta in modo servizievole perché semplicemente non può essere sgarbato con un ospite, oltretutto carino. Io non lo farei mai. Anzi, con i miei ospiti sono sempre molto disponibile, soprattutto se li ho appena conosciuti.

Il fatto di avergli fatto indossare delle orecchie da coniglio, era solo per inserire una scenetta comica, e mi scuso se questo è risultato OOC, anche se per me, Mail, essendo comunque giocherellone e magari a volta infantile, risulta essere del tutto IC, e poi come ho detto in questo capitolo, l'ha fatto perché conosce la tristezza di Mello e lo voleva far sorridere. Comunque non metterò l'avviso OOC solo per una scenetta in tutta la FanFiction.

I personaggi sono quasi tutti stranieri, ma come ho detto, è ambientata in Italia solo per la mia scarsa conoscenza dell'America, ed i nomi tendo sempre ad inglesizzarli.

Gli interventi tra parentesi, Nda, li inserivo per cercare un maggiore contatto con i fan, dato che a me, solitamente, fa piacere trovarli nelle storie che leggo. Se per voi è un disturbo non li inserirò, come ho fatto in questo capitolo.

Mail non ha mollato di punto in bianco il suo lavoro per stare dietro a Mello, e se avete pensato questo, non siete lettori attenti perché ho già detto che li era in ferie trovandosi sotto le vacanze di pasqua, ed il giorno in cui Mello era andato a farsi tagliare i capelli era l'ultimo prima della settimana di ferie.

Riguardo le incongruenze con il manga, Mello in questa storia è più piccolo di un anno di Mail, e quindi, è più basso. Mail ha i capelli rossi, e non castani come invece hanno disegnato nell'anime, e comunque, dato che il 99% delle immagini che si trovano su di lui lo fanno apparire come un “rosso fuoco simil peperone” e a me piacciono i capelli rossi, non ho voluto scrivere che li ha castani. Se non vi piace Mail con i capelli rossi, questa non è la vostra FF adatta.

Mi scuso ancora per il disturbo, ho corretto gli errori, e sto cercando di migliorare, spero di aver chiarito ulteriori dubbi.

Ringrazio tutti i miei lettori, e non posso ringraziarli uno per uno perché ho già scritto troppo, quindi manderò degli mp.

A tutti quelli che hanno recensito, letto o visionato velocemente, grazie.

(Kyomi e ChibyLilla... due nuove lettriciii *-* grazie anche a voi)

al prossimo capitolo, che spero di postare presto.

   
 
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