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Autore: Nihal_11    27/07/2011    2 recensioni
Certe volte quello che hai non ti basta più. E non sai come fare per affrontare la realtà, finisci per ferire le persone che ti circondano e soffri anche te. Certe sentimenti difficilmente si accettano.
Questa è la storia di una ragazza che non è riuscita ad affrontare i suoi sentimenti e le sue paure, cedendo all'illusione e alla solitudine dell'alcool.
Prima o poi, però, bisogna reagire e affrontare le proprie paure.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nameless



Capitolo 1- Il mio amico 'Al'



“ciao Gio. Per me una tequila, grazie”

45 secondi dopo un bicchierino contenente un'affascinante miscela trasparente mi si presentò davanti. Afferrai il bicchiere e mi soffermai ad osservarlo un istante, guardai il liquido chiaro con gli stessi occhi con cui si guarda un'amante e lo avvicinai alle mie labbra; quel profumo deciso e invitante mi accolse, a quel punto non potevo fare altro. Il liquido scese giù veloce abbracciando le mie papille come si abbraccia un caro amico e un senso di benessere mi pervase.

“un'altro giro, Gio”



-'ccidenti....perchè le chiavi non riescono mai ad entrare nella serratura?-

“Sara...aspetta ti do una mano”

Le mani di un ragazzo mi presero le chiavi di mano e senza problemi aprirono la porta.

“Grazie”

Dissi incrociando per qualche secondo i suoi occhi verdi, prima di tornare a guardare il suolo in cerca di equilibrio.

Mi aiutò ad entrare e mi accompagnò sul divano, dove mi sdraiai e chiusi gli occhi, ascoltando la brezza leggera nella mia testa. Abbandonavo il mondo che girava intorno a me e mi lasciavo trasportare dal vento. Quel vento che leggero passa dentro ognuno di noi quando non ci sentiamo più ancorati al mondo e volare sembra possibile.

“Sara...”

“mmm?”

“devi smetterla...sei ancora in tempo”



Su Wikipedia, alla voce 'alcolismo', c'è scritto che la sindrome di dipendenza si ha nel caso si verifichino tre o più criteri tra questi:

1- necessità di consumare alcool

2- incapacità di limitare il proprio consumo

3- astinenza

4- tolleranza

5- progressivo abbandono degli altri interessi

6- consumo continuo di alcool nonostante i problemi da esso derivanti

Nel mio caso due sono sicuri, ovvero il punto uno ed i punto due. Il punto quattro non lo prendo in considerazione, visto che sono sempre stata molto tollerante all'acool...ricordo che la prima sbronza vera e propria la presi a diciassette anni e ormai erano almeno due anni che bevevo. Certo mai quanto ora. Rientravo negli standard adolescenziali...magari contribuivo ad alzare il livello dell'alcool assunto dai giovani, ma pur sempre negli standard.

Il punto tre si fa sentire a momenti alterni e ancora non ho abbandonato gli altri interessi. Dimenticavo il punto sei, ma per 'continuo' credo si intenda in ogni ora del giorno, perciò mi tiro fuori da questo punto. Inoltre al famoso CAGE test risponderei “si” solo alla domanda 'Annoyed'.

Si, già mi immagino voi ad avere pietà di me. “sta solo negando l'evidenza” direte. Non è così. Vero, ammettere di essere dipendente dall'alcool non mi entusiasmerebbe. Ma non sono dipendente.

L'acool è per me....un amico.

Si. Un amico.

Lui mi aiuta quando ne ho più bisogno, quando niente e nessuno può aiutarmi più di lui. Così gran parte delle mie notti le passo in compagnia del mio amico 'Al'.

La mattina mi alzo presto...mai più tardi delle 9. Semplicemente dopo quell'ora non ho più sonno.

Adesso è estate e sono nel pieno delle mie ferie, perciò mi alzo alle nove; altrimenti la sveglia standard suona alle sei e mezza e alle otto sono a lavoro. Lavoro in uno studio grafico, mi occupo di creare poster, cartelloni pubblicitari ecc. Non ho una laurea, ho seguito dei corsi formativi e sono arrivata dove sono anche grazie a conoscenze. Dopotutto, al giorno d'oggi, qualche conoscenza fa sempre comodo, inutile negare.

Pranzo a lavoro con i colleghi e soprattutto con Francesca, la mia migliore amica che lavora con me. Insieme abbiamo fatto lo stesso percorso 'studi' -se così vogliamo definirlo- e ci siamo ritrovate a lavorare insieme, per la nostra felicità.

Da qualche mese a questa parte mi concedo uno o due bicchieri di vino durante il pranzo, mi danno sollievo soprattutto quando c'è molto lavoro.

Stacco da lavoro verso le cinque, almeno in teoria....in pratica prima delle sei-sei e mezza a casa non ci sono mai e da lavoro, in macchina, ci metto meno di mezz'ora ad arrivare, perciò a voi i conti.

Vivo da sola nel mio bilocale di cui sono sinceramente innamorata. Non vedevo l'ora di andare a vivere per conto mio fin da quando avevo tredici anni; bèh certo, tutti i ragazzini sognano di diventare grandi per andare a vivere da soli! Niente genitori intorno che ti dicono cosa devi o non devi fare: libertà totale. Ed in effetti è decisamente un bel cambiamento. Certo è che non c'è nemmeno più chi lava, stira e cucina...ma dopo i primi tempi in cui il caos e il lavoro si accumulavano, ho imparato ad organizzarmi bene.

Ma torniamo a noi....

Solitamente la sera esco con Francesca e gli altri nostri amici, a volte vado a trovare i miei che stanno ad un'ora e mezza da qui e con “qui” intendo Firenze. I miei stanno verso Siena.

Adesso che sono libera dal lavoro per tre settimane dormo di più e passo quasi tutto il tempo con gli amici. C'è chi ancora studia e chi, come me, è in ferie. Ovviamente Francesca è in ferie come me. Ci mettiamo sempre d'accordo per queste cose e a i nostri colleghi, con i quali abbiamo un buon rapporto, sta bene.

Già con l'aperitivo e con la cena abbraccio il mio amico più intimo, ma come ho detto sono sempre stata tollerante e adesso lo sono un po' di più. Aperitivo leggero, se siamo a cena fuori vino rigorosamente rosso...se sono tranquilla ed è stata una buona giornata mi fermo sui 4-5 bicchieri. Dopo, che sia pub o discoteca, due long drink non me li leva nessuno.

Più o meno sono sempre stata così e nessuno mi ha mai criticata per questo...anche se non si trattava mai solo del sabato sera ma spesso anche del venerdì e ogni poco c'era un compleanno o una cena durante la settimana che prevedevano la stessa routine. Ma questo non è essere alcolizzati.

Sono quei bicchieri di tequila, sambuca, rum, vodka, gin, che da qualche mese si sono aggiunti alla lista. Poi sono apparsi anche nell'abitudine di tutte le sere. Si va al cinema o a fare un giro per Firenze o altrove...oppure guardo un film da Francesca, ma quando torno a casa mi fermo al pub vicino casa ed ordino qualcosa...solitamente prediligo la tequila. Uno, due, quattro, sette, otto...ho perso il conto dei bicchierini che butto giù prima di andare a letto. Ma che colpa ne ho io se ordino da bere e mi portano un bicchierino microscopico con appena du' dita di tequila?

Non a caso mi ero fatta una scorta a casa. Tequila, sambuca e vodka: le mie preferite. Peccato che Marco e Fracesca si fossero accorti della velocità con cui le bottiglie si accumulavano vuote nel cestino del vetro. Ecco Marco, il mio vicino di casa. Anche lui ormai un'amico inseparabile, un fratello direi. Si, il fratello che ho sempre desiderato e mai avuto. Ormai erano due settimane che accadeva tutte le sere: uscivamo con gli amici tornavamo a casa, ci davamo la buonanotte davanti alle nostre rispettive porte e ci coricavamo...o almeno lui lo faceva. Io riuscivo poco dopo e andavo al pub. Quando però tornavo non riuscivo quasi mai ad infilare la chiave nella serratura, anzi negli ultimi quattro giorni non ci ero riuscita mai. Marco mi sentiva e veniva ad aiutarmi.



“Sara...”

“mmm?”

“devi smetterla...sei ancora in tempo”

“io..non devo smettere proprio niente”

“devi smettere di bere Sara”

“ma io non bevo tanto, e poi io sono tollerante ricordi? Ho solo bisogno...”

Marco mi guardava addolorato. Avevo gli occhi chiusi ma sapevo bene come mi guardava.

“Non è dell'alcool che hai bisogno Sara”

“si, invece. Mi piace e mi fa stare bene”

“non ti fa stare bene! Te lo fa credere!”

“Al non dice bugie”

“si, certo...ora però bevi questa”

Disse porgendomi un bicchiere pieno d'acqua

“l'acqua fa ruggine”

Risposi, allontanando il bicchiere e richiudendo gli occhi.

“Sara...”

“che c'è!?” sbottai.

Adesso cominciava veramente a darmi fastidio, stavo bene e non avevo certo voglia di bere acqua! Mi avesse offerto un'altro bicchierino di tequila...

E poi più parlavo più mi innervosivo. Più mi innervosivo, più aumentava la voglia di tornare al pub.

“ti prego Sara, bevi quel bicchiere d'acqua”

“uffa, ti odio”

“dai...”

Mi prese per le spalle e mi tirò su a sedere. Quando aprii gli occhi non riuscivo a mettere a fuoco nemmeno il bicchiere che mi porgeva, mentre tutta la stanza ballava.

Piano piano lo assecondai e bevvi l'acqua.

“ecco fatto, adesso però se mi viene la ruggine nello stomaco è colpa tua”

“si, ok. Mi prenderò la responsabilità”

“bravo”

“Adesso ti preparo un'altro bicchiere d'acqua e ti porto a letto”

“basta acqua Maco”

-Ehm si, quando passo le serate in compagnia del mio amico Al mi capita di perdere la capacità di pronunciare bene la “r” in mezzo alle parole...quindi 'ruggine' si salvava, magari con una pronuncia un po' moscia....ma 'Marco' no-

“ti porto a letto”

“sto bene qui”

Vidi la stanza girare velocissima un'ultima volta, prima di chiudere gli occhi, avvertivo girare tutto attorno a me e lo seguii con la testa per un po', finchè non mi lasciai andare su un fianco.

Il mondo era lontano da me e in quel momento, mentre tutto attorno a me vorticava, riuscivo a sentirmi leggera. Libera da ogni cosa.

___________________________

Ecco qui! Questo è il primo capitolo della mia nuova storia...non è molto lungo, ma è più un prologo che un vero e proprio capitolo.... Il titolo "Nameless" inizialmente è nato dal fatto che non sapevo come intitolare la storia ^^' però credo di averci azzeccato con il tipo di storia che voglio scrivere =P 

Che altro dire...spero vi incuriosisca e che continuerete a seguirmi!!! ^_^

Nihal

  
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