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Autore: Joannah Mary Grace    27/07/2011    0 recensioni
Siamo coscienti dei nostri sbagli? Io ho sbagliato tutto. E me ne rendo conto solo adesso che non c’è nessuno con cui mentire.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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--In questo primo capitolo ho voluto rendere un po' l'idea su quello che potrebbe succedere nei prossimi capitoli. In sostanza, sarete immersi direttamente nel bel mezzo della vicenda, ma nei capitoli successivi non mancheranno i flashback! Adesso dovete solo immaginarvi la fine di una guerra, una pace tremenda e discordante e un Draco abbattuto che si abbandona a quel che resta di se stesso e un Harry vuoto e silenzioso. Non vi dico altro! Buona lettura--

Nel riflesso di una lacrima

Inizia la fine.





Harry corse di fretta nel dormitorio. Chiuse la porta piano. Adesso tutto poteva fermarsi. A cosa serve il mondo, quando la persona più bella di tutta la tua vita se ne va? Non servono neanche le lacrime.  Pregò almeno il sole, lo pregò di andare via, di nascondersi dietro qualche nuvola grigia come aveva fatto lui. E poi si sedette. La parete di fronte era bianca. Opaca. Vuota. Ancora nella mente impressa l’immagine di Draco che si allontana veloce, verso un finto orizzonte. Gli lasciò solo una lettera senza neppure guardarlo negli occhi.

Fine.”

Leggere l’ultima parola di quella lettera sbiadita aveva fatto così male che il resto avrebbe solo peggiorato. La fine. Tutto ha una fine, pensò. Anche i proiettili nella pistola sarebbero finiti. Forse, anche più in fretta del previsto. C’erano cento ragioni in quel minuscolo grilletto. Gli occhi non erano in grado di fissarlo per più di qualche macabro secondo. Li chiuse, gli occhi. I babbani hanno inventato qualcosa più atroce di qualsiasi altro incantesimo.  Il respiro pesante e affannato faceva rumore. Prima di riaprirli fece una scelta. Semmai se ne fosse andato, avrebbe prima letto tutte le parole che macchiavano quel foglio accartocciato.

Un giorno capisci che tutto quello che per cui stai vivendo in realtà non è altro che un’invenzione. Capisci anche che il tuo vero io non è mai esistito. Lo capisci dopo tanti anni. Lo capisci quando ti guardi allo specchio con gli occhi gonfi e la bocca chiusa. Quando soffochi le grida che ti partono dall’anima solo per insultare uno sconosciuto. Comprendi che fa tutto schifo quando ti chiedi cosa hai davvero fatto. E quando ti rispondi che, in tutti questi anni, non hai fatto altro che mentire. Perché? Perché. Perché. Perché, esiste perché? Potremmo vivere in pace, senza domandarci le ragioni di tutti i comportamenti e invece. Invece ci tocca ragionare, elaborare, studiare, rielaborare e ultra ragionare. Hai mentito per essere quello che volevano gli altri. Hai mentito per essere quello che avresti dovuto essere. Hai sognato in grande. Hai sognato un mondo. E hai vissuto. Niente fa più male che vedersi in frantumi. Un giorno perdi un pezzo, un altro due. E così ti ritrovi ad avere solo gli occhi per sognare, la bocca per sospirare e le orecchie per sentire. Ma non si può vivere di immaginazione. Chi sono davvero? E’ comunque troppo tardi per rimediare. Non sono altro che uno strumento della mia testa. Poi scopri che non hai nemmeno amici. Lo sai quanto distrugge non poter contare su nessuno? Fa male. Tutto fa male.”

Le lacrime adesso erano calde. Il tepore del respiro appannava la finestra. Girò il foglio.

“Perché in fondo io, di questa vita non ne ho mai capito niente.”

Quanto siamo uguali, noi essere umani. Lo disse ad alta voce, come per consolarsi.

“Eppure qui, dovrebbe esserci tutto quello che ci serve..abbiamo il mare, il cielo, la magia..”
Già. Il cielo. Lo sguardo si rivolse al sole, che beato splendeva incurante di tutto lo strazio che assale gli uomini quando sono da soli.
“Neppure la Luna mi vuole ascoltare stanotte. Solo. Solo come un bambino il primo giorno di scuola. Ti rendo l’idea? Mi è tutto estraneo, tutto nuovo. Mi fa paura. Perché nessuno mi ha mai insegnato la vita?”

Ognuno la impara da solo. Ognuno sbaglia da solo. Ti prego, smettila di rimpiangerti addosso, amore mio.

“Siamo coscienti dei nostri sbagli? Io ho sbagliato tutto. E me ne rendo conto solo adesso che non c’è nessuno con cui mentire.”

Salvati questa notte, amore.

Ho sbagliato fin da sempre. Da quando essere me non mi bastava più. Sono solo una nuvola trasparente, piove e c’è il sole, ci sono e scompaio. Sono solo un sospiro, un lamento, un filo di fiato.. Sono solo una bandiera disperata di muoversi così come il vento comanda. Sono io che ho voluto una vita facile e finta, a voler vivere dentro un sogno lì chiuso nel buio. Ma non saranno le stelle a illuminarmi la via stanotte, perché invidiosa la Luna mostrerà il suo ghigno più avido, nel vedermi piangere al Sole e chiedere aiuto. Sopravvivere era sembrato impossibile quando vedevo in quello specchio un sorriso diverso, quello di un’altra persona, quello di una ragazzo fatto di fumo. E resta la cenere sopra le spalle, quella paura di essere un fuoco più vivo, la paura di essere davanti all’amore. Piangerò. Piangerò ancora mille lacrime salate prima di morire, prima di rompere un cuore di plastica e gridare di dolore. Gridare tutto l’amore che provo per te. L’amore che mi distrugge tutte le volte che penso che a sbagliare ero io.”

Ancora una frase e Draco sarebbe sparito per sempre.

“Io. Incapace di dirti addio.”

E adesso? Per cosa valeva la pena vivere? Per rimpiangere tutti i ricordi? Per riviverli uno a uno, pugnalata dopo pugnalata. E’ frustrante vedersi impotenti davanti al terrore. Ma dicono che in fondo la paura è una forma di intelligenza. Non siamo stati stupidi abbastanza per parlarci, pensò.
Fuori dalla finestra non restava che il mondo. Almeno lui aveva finito il capitolo e adesso la sua anima vagava in cerca di aiuto.

Perché non sei rimasto, amore mio?

Prese un foglio dal cassetto, un foglio di quelli che profumavano e gli piacevano tanto.  Non l’avrebbe raggiunto oggi. Non lo avrebbe fatto neanche l’indomani. Avrebbe aspettato la pioggia per piangere  insieme a lei e avrebbe aspettato l’inverno per morire insieme al suo falso destino.  Perché se ne è andato? Tutti hanno sempre una buona scusa per andarsene. Con l’inverno sarebbe morto il vecchio Harry, il sole avrebbe portato i suo ricordi su un altro pianeta. E lui sarebbe stato libero di correre alla ricerca del suo vero finale. Quello con Draco.

La penna scriveva precisa, incosciente.

Aspetterò tutti i giorni che mi restano. Ma non vivrò la vita che tu mi hai lasciato. Superò io la tua paura del futuro. Insieme ce la faremo. Non è che assurda l’ansia di non sapere, perché la scia di luce riflette rapida quello che solo si è mostrato palese e vissuto. Coraggio, disse il mare cocciuto alla sabbia fredda, tornerò a baciarti con la stessa forza che mi allontana da te, la stessa passione con cui l’orizzonte mi trascina a sé. E’ stato scritto l’eterno nel cielo mio specchio. Che ne sarà di un futuro che è sempre uguale? Ricorda amore mio, disse lontano il mare alla sabbia fredda senza farsi vedere, non è che assurda l’ansia di non sapere.
Harry"

 
   
 
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