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Autore: BlueberryPie    27/07/2011    1 recensioni
E' una futurfic.Sette anni dopo la fine del liceo (il primo capitolo ne è la descrizione) a tutti i membri del Glee arriva un inaspettato messaggio da Rachel? Perchè vuole riunirli tutti? Leggete e recensite, grazie!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Papàààààààààààà, ti pregoooooooooooo…”
“No, ho già detto di NO!”
La voce acuta di Kurt distolse Blaine dalla ricerca dei calzini neri che aveva comprato due giorni prima e di cui si era persa ogni traccia. Si precipitò in corridoio e vide Tom seduto a terra, accanto alla porta chiusa del bagno da dietro la quale era probabilmente provenuta la voce di Kurt.
“Cosa succede?” disse, sedendosi accanto al bambino.
“Io non lo voglio!” piagnucolò lui in risposta, stringendo tra le mani il papillon che aveva il collo e tentando disperatamente di strapparlo via.
“E papà non vuole che tu te lo tolga, vero?”
Il bambino annuì, sforzandosi di far cadere una lacrima dai suoi occhi per impietosire un po’ quello che dei suoi due padri cedeva in genere più facilmente.
“E va bene facciamo così: lo porti fino in chiesa, poi quando lui non se ne accorge, lo togliamo e gli diciamo che lì dentro faceva troppo caldo per tenerlo, d’accordo?”
“Grazie papà!” Tom sorrise al suo “complice”, lo abbracciò e si lasciò baciare sui capelli.
Poi vide passare il gatto, rinominato “Polpetto”, si liberò dall’abbraccio e lo inseguì per le scale.
“Sta’ attento.” gli gridò dietro Blaine.
“Perché gliela dai sempre vinta?” Kurt aveva spalancato la porta del bagno e guardava il suo compagno dall’alto con fare minaccioso. Purtroppo però i capelli spettinati, la camicia per metà fuori e i pantaloni del pigiama non gli fecero ottenere l’aria di autorità desiderata.
“Vi ho sentiti dal bagno!” ritentò.
Blaine trattenne una risatina e poi giustificò suo figlio: “ E dai, è solo un bambino. E non ama particolarmente il papillon.”
Si mise a ridere e fu seguito da Kurt, che si lasciò scivolare accanto a lui sul pavimento.
“E’ adorabile con quel papillon.” Kurt cercò di parlare con tono persuasivo, più per convincere se stesso che Blaine.
“E’ adorabile anche senza.”
“Vero. Lo è stato dal primo momento che l’hai visto, me lo ripeti sempre.”
“E’ la verità. Ed è anche quello che ti ho detto all’orecchio sul palco appena sono arrivato.”
“E poi mi hai detto di non prendere impegni per quel sabato. Quanto tempo fa è stato?”
“Otto mesi Kurt, non te lo ricordi?”
“Sì certo che sì, stavo solo pensando a un’altra cosa … hai per caso visto la mia cravatta verde bottiglia?” chiese Kurt, credendo magari di avergliela prestata qualche settimana prima.
“E tu i miei calzini neri?”
“Non avrà mica ricominciato a vestire il gatto con la nostra roba?”
Kurt guardò Blaine allarmato e scattò in piedi.
 “TOM!” gridarono all’unisono i due, precipitandosi giù per le scale per cercare Polpetto, nella speranza che loro figlio non avesse già concluso di addobbarlo.
 
Dopo aver recuperato i loro indumenti ed aver finito di vestirsi, un rombo assordante li avvertì che Santana era arrivata. La sua vecchia Ford peggiorava ogni giorno di più, ma lei si ostinava a non voler comprare un auto nuova, nonostante il suo stipendio, ora che lavorava per il “Times”, lo permettesse benissimo.
 Poiché quel giorno erano diversi i chilometri da affrontare per arrivare alla chiesa e poi al ristorante, Blaine e Kurt le avevano offerto un passaggio. D’altronde ora faceva praticamente parte della famiglia: Tom la chiamava per abitudine “zia” e dopo suo padre era la sua complice preferita.
“Hai preso il cuscinetto con le fedi Blaine?”
“Sì”
“La giacca del bambino se poi fa freddo?”
“Sì”
“La macchina fotografica?”
“Sì, sì, sì, ho tutto, andiamo!”
Finalmente si decisero a uscire di casa e entrare in macchina.
Per i primi dieci minuti rimasero tutti in silenzio, assorti nei propri pensieri.
Poi Kurt si decise a parlare e rendere partecipi della propria euforia anche gli altri.
“Non vi sentite eccitati anche voi? Io non sto più nella pelle. E poi quei due sono proprio fatti l’uno per l’altra, un po’ come …”
“…Barbie e Ken.” interruppe Santana, trascinando nella sua risatina anche Tom.
“… avevo pensato a Romeo e Giulietta o Catherine e Heathcliff, ma in fondo anche Barbie e Ken rendono l’idea.” Kurt decise che era inutile parlare di romanticismo e storie d’amore quando era nei paraggi Santana, perciò tornò in silenzio a godere da solo della magia dell’amore.

 

*


Finn non riusciva a fare un nodo dritto e presentabile alla sua cravatta, e ora che aveva le mani tutte sudate l’impresa si rivelava ancora più difficile.
Inoltre Burt lo aveva abbandonato per offrire il caffè a delle vecchie zie di Kurt, che erano ormai anche sue zie e che quindi aveva dovuto invitare.
“Ti serve una mano?”
“Kurt… sei la mia salvezza, aiutami con questa dannata cravatta.”
Kurt si avvicinò e cominciò ad armeggiare con la cravatta di suo fratello.
“Nervoso?”
“Cosa te lo fa credere? Il fatto che non riesco ad allacciarmi una cravatta da solo? Come fanno tutti gli uomini che si sposano? Insomma, quanti ce ne sono ogni anno? Migliaia? Dove lo trovano, quelle migliaia di uomini, il coraggio?”
“Dove lo troverai te, credo … nella donna che stai per sposare? Ecco fatto.”
Il nodo era perfetto, né troppo stretto né troppo largo.
“Sì, grazie Kurt. Per il consiglio più che altro.”
“Finn andrà tutto bene, sarà tutto perfetto e sarà il giorno più bello della tua vita. Lo dico davvero.” Kurt e Finn si abbracciarono, e poi Finn lo ringraziò nuovamente.
“Bene, ora vado da Rachel, anche se penso che la sua stanza sarà molto più affollata.”
Kurt attraversò la camera, soffermandosi un attimo sulla sua immagine riflessa nello specchio per risistemare la sua giacca, e uscì.
 

*


La stanza di Rachel era sovraffollata.
Santana la stava aiutando a infilarsi le scarpe; Quinn, che aveva salutato Kurt quasi implorandolo di fargli conoscere il suo bambino che ancora non aveva visto, trafficava con il cellulare perché a quanto sembrava alcuni cugini di Rachel che venivano dalla Florida si erano persi; i suoi due padri litigavano per chi dovesse stare a destra e a chi a sinistra mentre accompagnavano la sposa all’altare; Carole, che nemmeno si era accorta dell’arrivo di Kurt, parlava con quelli del ristorante che sembravano aver calcolato una decina di persone in meno per il pranzo; e poi tanti altri colleghi e parenti curiosi che erano semplicemente venuti a ficcanasare e a vedere il vestito della sposa in anteprima per potersi poi vantare con gli altri in chiesa.
“Tutto questo non sarebbe successo se avessi pensato tu ad organizzare il matrimonio!” gli urlò contro Rachel non appena lo vide.
“Beh, tranne che per i cugini dalla Florida, penso di sì … Sul serio mi spiace che stavolta non abbia potuto fare niente, ma tra il lavoro e il bambino soprattutto, io…”
“Kurt, lo so, stavo solo scherzando. Anzi ancora non ti ho abbastanza ringraziato per avermi accompagnato a scegliere il vestito che è semplicemente perfetto. Devo trovare il modo di sdebitarmi …”
“Basteranno una o due serata di babysitting con quella peste di mio figlio.” Kurt si mise a ridere, seguito da Rachel e da Santana che era stata lì con loro e che poi si allontanò dicendo di dover andar in bagno.
“Non mi sembra l’abbia presa tanto male la rottura con quella Margaret, o sbaglio?” chiese Rachel, sinceramente curiosa.
“Penso di no, ma è molto restia a parlarne ... so solo che adesso si sta dedicando totalmente alla carriera e che …”
Rachel era improvvisamente scoppiata a piangere.
“Rachel che fai? Ci hanno impiegato un’ora e mezza a truccarti, un po’ di rispetto.”
“Sì giusto. Tutto ok. Sono solo molto felice.”
“D’accordo.”
“Risolto il problema con il ristorante, e Quinn dice che i cugini hanno ritrovato la strada giusta grazie al loro navigatore. Oh, ciao Kurt!”
“Ciao Carole! E quindi tra mezz’ora … si va in scena!”

 

*


Mentre aspettava la sua sposa all’altare diede una rapida occhiata alla sala.
Seduti nella prima panca c’erano Burt, che fissava inspiegabilmente il pavimento, e Carole, che già aveva iniziato a piangere e probabilmente non avrebbe smesso per tutto il giorno, e poi due posti lasciati liberi per i padri della sposa.
Dietro di loro c’erano tutti gli altri parenti: Finn riconobbe alcune zie, i cugini di Rachel dalla Florida, alcuni bambini, probabilmente nipoti di secondo grado che in quel momento nemmeno ricordava di avere, i suoi nonni e altri parenti di Rachel che aveva visto una o due volte e che avevano insistito perché durante la cerimonia fossero messe in pratica anche alcune usanze e riti ebrei.
Dall’altra parte c’erano i colleghi, il proprietario del ristorante di cui erano assidui frequentatori, l’affittuario della loro vecchia casa e altri amici e conoscenti più e meno stretti.
Le prime panche erano invece occupate da Kurt,che gli fece l’ennesimo cenno di incoraggiamento, Blaine, che in una mano stringeva qualcosa di scuro, una specie di fiocchetto, e nell’altra la manina di suo figlio, Santana, che chiacchierava con Brittany che era per poco riuscita a prendere l’ultimo aereo da Lima, Puck e Mercedes che era a New York già da un paio di giorni, Quinn che parlava con lo stesso uomo che era venuto allo spettacolo (gli sembrava di ricordare si chiamasse Simon), Artie, Mike, Tina e anche Dave, accompagnato da un ragazzo moro.
Mentre Finn stava per girarsi a guardare il prete, partì la musica e tutti si alzarono in piedi.
Lei stava entrando.
Era bellissima.
I capelli legati, con qualche boccolo che cadeva ai lati e il velo, lungo circa un metro, fissato su una piccola tiara.
L’abito, bianchissimo, con la gonna ampia e un corpetto attraversato da milioni di microscopiche perline che formano strani ghirigori, somiglianti a fiori.
E poi il suo sorriso.
Tutto quello che desiderava, sognava e sperava di avere.
Era scomparsa ogni tensione e ogni cosa non poteva che essere magnifica adesso.
Se si fosse sentito così prima, avrebbe annodato la cravatta in dieci secondi.
 
 

Ecco l’ultimissimo capitolo, spero sinceramente vi sia piaciuto.
Era la mia prima FF, e adesso sinceramente non so quando ne scriverò un’altra.
Grazie ancora a tutti quelle che hanno letto, recensito e inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate.
Vi adoro tutti!!!!
 

  
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