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Autore: alecter    27/07/2011    3 recensioni
Draco Malfoy viene cresciuto sin da piccolo con la convinzione che il suo destino sia ormai già segnato: il signore oscuro lo vorrà tra le sue file una volta che sarà tornato. Draco però vive un conflitto dentro di sè: vivere e servire il padrone oscuro, o seguire i suoi sentimenti? L'amore che lui prova per una ragazzina della sua scuola, una "sudicia mezzosangue", così la definirebbe il padre, lo porterà ad essere più forte o ad andare incontro ad un destino sfavorevole?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Sin da quando era piccolo Draco sentiva sussurrare i suoi genitori delle grandi gesta del signore Oscuro; seduto sulle ginocchia della madre, mentre lei carezzava i suoi capelli argentei, lui ascoltava assorto le storie del padre: un potente stregone era riuscito a sottomettere molti altri maghi; molti lo temevano, alcuni avevano provato a combatterlo, scioccamente, quasi nessuno aveva capito che in realtà lui agiva a fin di bene. Voleva che la sua specie diventasse più potente, che capisse quale fosse la sua importanza in questo mondo, che non si protrasse ai babbani.
Draco ricordava ancora quando seduto davanti al camino, con la bacchetta in mano, suo padre continuava a raccontare a ripetizione quella storia; man mano che il suo piccolo cresceva, Lucius Malfoy si era premurato che il figlio seguisse le sue orme. Si perchè Draco ormai lo sapeva, il suo destino era scritto, inciso nell'avambraccio del padre; e lui non poteva essere che fiero di poter seguire i suoi passi , di potere, un giorno, servire il mago più potente di tutti.
Ovviamente, come tutti i maghi che si rispettino, anche Draco aveva ricevuto la lettera dalla scuola di stregoneria e magia di Hogwarts. Suo padre gliene aveva parlato così tanto che Draco ormai conosceva la scuola quasi come se ci fosse già stato.
"Un'ottima scuola ai miei tempi. Ora lasciano entrare davvero chiunque, anche quei sudici mezzosangue" Lucius fissava il cammino dove il fuoco scoppiettava mentre sussurrava, "Che diritto hanno di entrare a far parte del nostro mondo? Sono ignobili, non sanno nemmeno cosa sia la magia! E' un insulto alle famiglie purosangue come la nostra". Draco aveva quasi paura del padre quando sussurrava a quel modo; parlava con un tono di voce così basso eppure allo stesso tempo troppo alto, ogni tanto emetteva un sibilo, simile a quello di un serpente.
"Un giorno il signore oscuro tornerà, e tutto tornerà come deve essere, Draco" diceva poi guardando il figlio.
Nei suoi occhi c'erano un carico di aspettative che il figlio sentiva ricadere su di sè ogni volta che incontrava lo sguardo del padre. Sarebbe riuscito a non deluderlo? Non lo sapeva, ma avrebbe provato con tutto se stesso a dare il meglio.
"A letto Draco, domani sarà il tuo primo giorno di scuola" disse la madre con un debole sorriso disegnato sul volto; un sorriso che Draco non aveva mai visto raggiungere i suoi occhi. Il ragazzo si alzò, ripose la bacchetta e andò nella sua camera.
Guardando il soffitto si perse nei meandri della sua mente: e se non fosse entrato nella casa dei "Serpeverde", dove anche suo padre era stato? No, sarebbe finito lì per forza, era suo destino entrare in quella casa, non ne aveva alcun dubbio. Lì sarebbe potuto diventare un mago potente, forse all'altezza del signore Oscuro di cui suo padre gli aveva sempre parlato. Socchiuse gli occhi con ancora stampate nella mente le immagini di una potenza immensa.
Il giorno successivo la madre aveva preparato velocemente una colazione per far si che non arrivasse sul treno affamato. Suo padre lo avrebbe accompagnato alla stazione dove avrebbe presto il treno diretto ad Hogwarts. Ovviamente non potevano utilizzare la magia per trasportarsi a destinazione, avrebbero altrimenti destato l'attenzione dei babbani.
Giunti di fronte alla stazione l'autista della loro macchina scaricò i bagagli di Draco e li ripose su di un carrello.
Avanzando tra la folla assieme a suo padre, arrivarono di fronte alla colonna di cemento che separava il binario 9 dal binario 10.
Suo padre gli aveva già detto come avrebbe dovuto procedere per passare ma lì, di fronte a quel muro, Draco rimaneva ancora stupito di quanto stupenda e misteriosa fosse la magia.
Camminarono assieme verso la colonna e in un baleno si ritrovarono in un binario con di fronte un'enorme locomotiva rossa e nera. Ragazzi di tutte le età seguiti dai genitori cercavano il loro posto sul treno. Non c'era dubbio che fossero tutti maghi, ognuno di loro stringeva a sè la propria bacchetta o gabbie di animali alquanto insoliti da tenere in casa per qualsiasi babbano.
Lucius si avvicinò alla carrozza dove Draco si sarebbe dovuto sedere, posò i bagagli del figlio e poi rivolse la sua attenzione a quest'ultimo.
"Ricorda Draco, non rivolgere nemmeno la parola a coloro che non ne sono degni" disse con la sua solita voce sibilante. Draco annuì, guardò l'unico uomo al mondo che davvero riusciva a spaventarlo, e salì sul vagone. Niente abbracci, niente strette di mano, suo padre era fatto così. Attraversò il corridoio alla ricerca di un posto vuoto, fino a che non vide i suoi due migliori amici: Tiger e Goyle. Aprì la porta dello scompartimento e si sedè sul posto di fronte a loro.
"Ciao Draco" esultarono i due. Draco rivolse loro una rapida occhiata e scosse la testa. Non sapeva nemmeno perchè era così tanto amico di quei due babbei. Non sapevano mettere due parole di seguito per fare una frase di senso compiuto. Probabilmente era solamente a causa del fatto che suo padre era collega dei loro genitori che lui doveva sorbirli.
Il treno partì non molto dopo emettendo un forte sibilo. I vagoni cominciarono a camminare trainati dalla locomotiva mentre la stazione spariva da davanti i loro occhi. Il ragazzo guardava il paesaggio scorrere assieme ai suoi pensieri. In fondo non sarebbe stato così male stare per un pò lontano da casa. Forse sarebbe riuscito finalmente ad avere quella libertà che in casa non gli era concessa.
Delle urla nel corridoio lo ridestarono.
"Ma insomma si può sapere cosa succede?" disse alzandosi in piedi e affacciandosi sul corridoio. Alcuni ragazzi parlottavano tra di loro.  Cercando di non cascare, Draco li raggiunse e li spintonò da una parte per farsi posto.
"Si può sapere chi di voi stava urlando e perchè?" chiese guardando ognuno dei sussurratori da capo a piedi. Un ragazzino con i capelli biondi scompigliati lo guardò timoroso e rispose.
"Harry Potter, Harry Potter è su questo treno" disse eccitato. Draco lo guardò di sottecchi.
"Ne sei sicuro?" chiese. Il ragazzo annuì.
"Bene" disse Draco compiaciuto, "Ditemi dove si trova, immediatamente"; non si sarebbe fatto sfuggire quell'occasione. Potter sarebbe dovuto diventare suo amico, su questo non c'erano dubbi. Un ragazzo con la fama come la sua avrebbe certamente incrementato la sua reputazione e suo padre ne sarebbe certamente stato fiero.
"Scompartimento 12" sussurrò il ragazzo. Draco lo spostò di lato e si avviò lungo il corridoio. Scrutava dentro ogni scompartimento seguito a ruota da Tiger e Goyle. Arrivato alla meta, si fermò poco prima della porta.
"Non fatemi fare brutte figure voi due" ammonì i due ragazzi che lo seguivano. I due annuirono.
Draco aprì la porta dello scompartimento e vi si affacciò. Rimase sorpreso nello scoprire che il famoso Harry Potter in realtà aveva già parlato con lui il giorno precedente.
"E' così è vero? Sei tu il famoso Harry Potter?" un ragazzo mingherlino, con folti capelli neri scompigliati e occhiali rotondi fissò lo sguardo su di lui. Annuì con decisione senza proferire parola. Draco si avvicinò e gli porse la sua mano.
"Io sono Draco Malfoy", il suo sguardo si spostò sul compagno di viaggio del suo futuro amico. Un ragazzino con una folta criniera rossa e abiti piuttosto malandati lo guardava con aria divertita.
"Cosa c'è? Ti fa ridere il mio nome?" chiese adirato, "Non c'è bisogno che ti chieda il tuo. Capelli rossi, abiti di seconda mano, sei sicuramente un Weasely, mio padre mi ha parlato parecchio della tua famiglia. Dice che i Weasley abbiano più figli di quanto si possano permettere" disse con un ghigno. Il piccolo ragazzo con i capelli rossi si alzò, seguito da Harry Potter. Draco li guardò entrambi.
"Cosa? Avete voglia di ribellarvi? Potter scoprirai presto che certe amicizie di conduranno ad una negativa reputazione. Ti consiglio di sceglierli bene gli amici" ma il ragazzo lo guardava con aria di sfida.
"So sceglierli da me gli amici" disse ignorando la mano tesa di Draco, il quale automaticamente la abbassò.
"Bene, Potter. Me la pagherai" disse sussurrando mentre usciva dallo scompartimento.
Si avviò a grandi passi verso il suo scompartimento ma qualcosa lo intralciò. Andò a sbattere contro una ragazzina, anche lei probabilmente del primo anno. I suoi capelli ricci e crespi gli coprivano la visuale.
"Togliti di mezzo" disse ma quando alzò lo sguardo incrociò i suoi occhi. Qualcosa dentro di lui si attorcigliò, all'altezza dello stomaco. Cos'era? Abbassò lo sguardo e di nuovo con decisione sussurrò "Sposati". La ragazza si mise di lato in modo da farlo passare e lui avanzò. Giunto al suo posto si sedè e fissò lo sguardo sul finestrino. Chi diavolo era quella ragazzina che lo aveva ostacolato? E perchè il suo cuore batteva così velocemente?
"Tutto bene Draco?" chiese Goyle. Draco alzò lo sguardo sul suo amico.
"Certo, cosa vuoi Goyle?" disse furioso. Poggiò la testa sul sedile e chiuse gli occhi. Pochi minuti e sarebbero arrivati ad Hogwarts.
Aprì gli occhi e si alzò; avrebbero dovuto indossare la divisa. La tirò fuori dal suo bagaglio e la indossò sopra i suoi vestiti. La mantella di Hogwarts cadeva perfettamente su di lui e il nero gli donava, faceva risaltare la sua carnagione chiara. Non si poteva dire lo stesso per Tiger e Goyle i quali sembravano ancora più enormi con indosso le loro uniformi.
Una volta scesi una voce roca e profonda iniziò a chiamare i ragazzi del primo anno. Draco riconobbe quasi subito l'uomo enorme che aveva già visto il giorno prima con Potter a Diagon Alley.
Gli sembrava si chiamasse Hagrid, ma che importava, quell'uomo era nulla all'interno della scuola. Del tutto inutile.
Seguì il resto dei ragazzi del primo anno e tra di loro notò una folta chioma riccia. Il suo stomaco iniziò di nuovo a contorcersi. Cosa gli prendeva? Avanzò velocemente tra i ragazzi per avvicinarsi a lei, quando notò che al suo fianco c'erano Potter e Weasley. Decise di rimanere indietro, di scrutarla da lontano. D'altronde, una che faceva amicizia con due tipi così, decisamente non era degna della sua attenzione.
Il gigante li portò presso il lago dove molte barche li attendevano. Ognuno di loro salì assieme ad altri due compagni sulle piccole imbarcazioni che rimasero immobili sulla superficie scura del lago. Più in là, Draco vide erigersi in tutta la sua altezza la scuola di Hogwarts. La luna si specchiava nel lago, una macchia bianca in quella coperta nera.
"Reggetevi" urlò il gigante mentre le barche partivano dirette verso la scuola. Era spettacolare. Nessuno che le spingesse, si muovevano da sole sulla superficie vellutata del lago; Draco assaporò il vento leggero che colpiva il suo viso. Poco dopo giunsero di fronte alla scuola. Salirono una gradinata e si ritrovarono nell'ingresso dove tutti i loro bagagli erano stati accatastati in attesa di essere messi nelle loro stanze.
Una donna con indosso uno strano cappello a punta si presentò di fronte a loro.
"Salve a tutti, sono la professoressa McGranitt" disse. Draco ne aveva sentito parlare: era la direttrice della casa di Grifondoro.
"Ora dovrete attendere per entrare nella Sala Grande dove si terrà la prova per lo Smistamento" disse. Tra i vari ragazzi si iniziò a diffondere il panico. Prova? Che prova? Diceva qualcuno. Subito tutti iniziarono a pensare di dover affrontare duelli o dover impiegare incantesimi. Draco sentiva una voce che non smetteva di parlare alle sue spalle. Si girò e vide la folta chioma riccia muoversi mentre era intenta a spiegare ogni incantesimo da lei imparato leggendo non sapeva quale libro. Avrebbe voluto urlarle di stare zitta ma allo stesso tempo era così piacevole ascoltarla. La professoressa si raccomandò a tutti di sistemarsi per la cerimonia, concedendo particolare attenzione a Weasley.
Qualche minuto dopo tornò spingendo gli alunni del primo anno all'interno della sala gremita di studenti. Di fronte a loro un enorme tavolo ospitava gli insegnanti e, al centro, il preside, Silente. La professoressa McGranitt sparì per tornare poco dopo con uno sgabello ed un logoro cappello. Draco sapeva benissimo che non ci sarebbe stata alcuna prova; suo padre glielo aveva detto. Ogni anno un cappello veniva posto sulla testa di ogni studente e decreteva poi quale casa sarebbe stata a lui adatta.
Un elenco si srotolò nelle mani della professoressa.
"Quando faccio il vostro nome, venite avanti e sedetevi sullo sgabello mettendo in testa il vostro cappello". I ragazzi erano terrorizzati. Intanto la ragazzina dai folti capelli continuava a parlare e parlare su tutto quello di cui era a conoscenza. Quando arrivò il suo turno, Draco notò con tristezza che era stata mandata nel Grifondoro. Segno del destino, si disse. Quando toccò il suo turno il cappello non esitò nemmeno un secondo: Serpeverde, decretò all'intera sala. Il tavolo della sua nuova casa urlò e si alzò in piedi applaudendolo. Draco sorrise debolmente lanciando un ultimo sguardo alla ragazzina dai capelli ricci. Anche Potter e Weasley furono assegnati a Grifondoro. D'altronde nessuno dei due sarebbe stato degno di far parte dei Serpeverde. E la ragazza? L'avrebbe dimenticata, ora era suo dovere far vedere a tutti chi era Draco Malfoy.

   
 
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