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Autore: Natalja_Aljona    28/07/2011    2 recensioni
Ettore Troiano, italo-greco di diciassette anni, con una devastante passione per la filosofia, inguaribile anticonformista, ritardatario patologico.
Caterina Asburgo, tredicenne fiorentina, è conosciuta a Messina come la nipote del Lupo, il più famoso brigante ed eroe della bella città siciliana.
Sogna di diventare una grecista, o, in alternativa, di spacciare mentine a Copenaghen. E, come dimenticare, ha un caimano immaginario.
E' capace di fare ottantadue frasi di analisi logica in spiaggia, al posto delle parole crociate, come lo è di offrire un gelato ad Ettore con i soldi che suo nonno, il Lupo, ha appena rubato al ragazzo.
Così comincia la nostra -loro?- storia, in bilico tra le bizzarrie di Ettore e Caterina e l'impietoso Mondo Materiale.
-Diomede Ettore Troiano. Ho diciassette anni, ma fai come se ne avessi sedici-
Siamo di fronte alla frase standard di Ettore Troiano. A lui non piaceva presentarsi come persona potenzialmente nella norma. Eh no, troppo banale [...]
Se mi conoscessi. Caterina non sapeva spiegarsi esattamente il perché, ma quel congiuntivo imperfetto le aveva fatto sentire come un pizzico all'altezza del cuore.
Improvvisamente provò il desiderio di conoscerlo, Diomede Ettore Troiano. Di conoscerlo davvero.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Nove

Dove si parla di un frate certosino e di due vecchie reclute dell'Orlando Furioso


-Ehi, Mil...Ora et labora!- esclamò Caterina, con una voce squillante che fece sussultare Frate Dolore.

-Cat, quello è il motto dei Benedettini!- sussurrò Angelica Asburgo all'orecchio della figlia, cercando di mascherare in un sorriso imbarazzato la sua soggezione nei confronti del Frate.

Quest'ultimo guardava accigliato la famigliola, e pareva proprio stesse cercando di trattenere un lungo sospiro.

-E non chiamarlo Mil- bofonchiò Orlando, lisciandosi i baffi -Siamo in un convento, diamine!-

-Monastero- lo corresse il Frate a denti stretti.

Il fiorentino distolse lo sguardo, iniziando a fischiettare con nonchalance.

-Voi dovevate chiamarlo Medoro- rifletté ad alta voce la terzogenita di Orlando e Angelica Asburgo.

-Medoro? E' un nome da gatto!- reagì Zoe, corrugando la fronte.

Caterina alzò gli occhi al soffitto dipinto della Certosa di Pavia.

-Ed è anche quello dell'amante di Angelica, magari-

Orlando Asburgo sgranò gli occhi, facendo un passo indietro.

Con aria preoccupata ruotò lentamente la testa verso la moglie, ch'era impallidita.

-Tesoro...che dici?-

-Ma sì, avete presente quel vecchio poema cavalleresco del Ludo?-

-Poema cavalleresco?-

-Ludo?-

Caterina si morse con forza il labbro inferiore, sussultando violentemente.

-Ludovico Ariosto, avete presente?-

Orlando parve ingranare.

Un lampo di luce gli attraversò gli occhi azzurri, dopodiché annuì vigorosamente, sfoggiando un sorriso vittorioso.

-Oh...ma non scrive più, ormai!-

Sebbene stesse attraversando la cinquantaduesima fase di una rara forma di sincope a scatti, Briseide Caterina Asburgo mantenne il controllo.

Deglutì, tormentando il bottone decorato dai pastori uzbeki che usava come portachiavi della sua penna USB dalla sua seconda estate a Tashkent.

-No, da qualche anno a questa parte-

Orlando aggrottò le sopracciglia.

-E quanto prende di pensione, questo Ludo?-

Caterina digrignò i denti.

-No-

-Non la prende?-

-No-

-Oh, mi spiace molto per lui-

-Anche a me-

-Ehi, Cat, c'è mica bisogno di sibilare! Lo sappiamo, lo sappiamo che le ingiustizie non ti piacciono. Senti, se ce lo presenti potremmo invitarlo a cena, uno di questi giorni. Così magari ci spiega meglio questa storia del profeta quattrocentesco...-

-Quella era la prospettiva, caro- lo corresse Angelica, sorridendo comprensiva.

-La Prospettiva Nevskij?- chiese subito Zoe, che dopo il Liceo voleva fare la studiosa di letterature slave.

-La situazione sta diventando demenziale- commentò gelidamente Caterina, seguendo con un certo interesse i movimenti di Frate Dolore, il quale stava sgranando il rosario per la terza volta da quando gli Asburgo erano entrati nel Monastero.

-Sentite, ricapitoliamo. Ora et labora non glielo posso dire, che poi magari se la lega al dito e per chiedergli scusa devo aspettare quattro anni. Non lo posso nemmeno chiamare Mil, perché siamo in un conv...monastero- si corresse, sorridendo al Frate in religioso silenzio di fronte a lei.

-Venendo al dunque: cosa gli dico?-

-Salutalo!-

-Abbraccialo forte!-

-Ma senza frantumargli le costole!-

-Ricordagli che ci manca tanto!-

-Digli che ho trovato la sua scarpa destra! Sai, quella che aveva perso sotto al letto a dodici anni-

-Digli che gli ho fregato i vinili dei Rolling Stones!-

-Chiedigli se posso costruire una casa sull'albero sull'appendiabiti di camera sua!-

-Chiedigli se l'estate prossima viene in Russia con noi!-

-Chiedigli se si ricorda cosa c'era nella valigia che abbiamo dimenticato in Uzbekistan!-

-Chiedigli se è ancora in tempo per tornare un ragazzo normale!-

-V...va bene-

Caterina indietreggiò, finendo inevitabilmente contro il monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este.

Ora probabilmente capiva come mai a ventisei anni e tre mesi Milziade Asburgo avesse preferito la pace di un convento monastero all'eterno trambusto di casa sua.

Ai Frati Certosini era permesso di incontrare un solo parente per un solo giorno all'anno e, secondo i turni che gli Asburgo avevano segnato sui calendari dei prossimi sette anni, il 2010 toccava a Caterina.

Angelica e Orlando ricordavano ancora con una stretta al cuore il giorno in cui i loro figlioli, Milziade, Zoemarie e Briseide Caterina si erano dovuti separare.

Miliziade aveva la vocazione.

Avrebbero dovuto capirlo dai quindici giorni che aveva voluto passare in isolamento sul Passo della Futa in occasione del suo quindicesimo compleanno, forse.

Avrebbero dovuto capirlo dal giorno in cui, durante l'estate 2008, in Uzbekistan, si era aggregato ad una comitiva di Suore Carmelitane di Tashkent.

Avrebbero dovuto, probabilmente.

E qui il condizionale passato dice molto, signori miei.

Un bel giorno Milziade aveva annunciato ai parenti la sua decisione, Orlando si era soffocato con un'oliva greca e aveva passato tutta la notte e il giorno successivo in ospedale, Angelica aveva pensato di convertirsi all'Islamismo, Zoemarie aveva confuso Dostoevskij con Tolstoj e Caterina aveva risolto un'equazione.

Piano piano, poi, le cose erano migliorate. Gli Asburgo avevano assimilato la notizia.

Orlando era stato dimesso e aveva aperto una nuova confezione di olive greche, Angelica aveva rinunciato a convertirsi all'Islamismo, Zoemarie era tornata a dividersi tra L'Idiota, Guerra e Pace, Delitto e Castigo e La morte di Ivan Il'ič con cognizione di causa e Caterina aveva sbagliato le successive quattordici equazioni.

Ma non c'era stato niente da fare.

Milziade era diventato un Frate Certosino, Frate Defunto, e gli Asburgo avevano dovuto farsene una ragione.



Note


Ebbene...ho aggiornato.

Con due mesi di ritardo, ma aggiornato.

Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, ma ci sono stati gli esami, l'altra mia Originale che mi risucchia l'anima, le vacanze ad Atene...

Ma adesso ho aggiornato.

In questo capitolo, di cui sono, diciamo, abbastanza soddisfatta, ho presentato tre nuovi personaggi: Milziade, Orlando e Angelica Asburgo.

Tra parentesi, io sono un po' come Caterina e un po' come Zoe.

Mi divido tra la Grecia e la Russia, e vorrei andare in Siberia, Kazakistan, Uzbekistan...ma per adesso mi accontento della Grecia e dell'ex Cecoslovacchia.

Chiusa la parentesi personale...spero che questo capitolo e questi nuovi personaggi vi siano piaciuti - diciamocelo, io ho un debole per gli Asburgo -.

E' da quando sono stata alla Certosa di Pavia che sogno di scrivere di un Frate Certosino, e adesso mi si è presentata l'occasione.

Specifico che, però, attualmente alla Certosa non ci sono più i Certosini, bensì i Carmelitani, perciò mi sono presa una “piccola” licenza poetica ;)

Un grande ringraziamento per le recensioni del capitolo scorso ad eveline90 e a bethpotter, ovvero Cecilietta ;)


A presto, spero!

Marty





  
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