Happiness is a warm gun
I need a fix cause I'm goin' down
“Happiness is a warm gun”, Beatles.
“Si
può sapere che stai facendo?”
“A te cosa
sembra?”
La flebile luce di una bacchetta illuminò un
involucro di carta argentata.
“Ho fame.”
Il
crepitio della stagnola risuonò nettamente, amplificato dalla
quiete immobile.
“Vuoi smetterla di fare casino? Ci
sentiranno!”
“E chi dovrebbe sentirci? Non credo che i
Mangiamorte ci verranno a trovare, Black. Qualcuno deve averli
avvertiti, o si saranno stufati di farsi vedere qui attorno. Nocturne
Alley è una scelta così banale per dei maghi
oscuri.”
Sirius le rivolse uno sguardo scettico, anche se
non era certo che potesse vederlo.
L'oscurità era calda,
accogliente, come il vecchio mantello nero di suo zio
Alphard.
“Potresti almeno offrirmene un pezzo,”
aggiunse, cercando una posizione più comoda.
Erano seduti
da ore, ormai, ed ogni parte del suo corpo era addormentata.
A
pochi passi dal minuscolo vicolo in cui si erano appostati, Nocturne
Alley si snodava sinuosamente fino a svanire nel buio.
“Se è
l'unico modo per farti stare zitto...” Gli porse metà
del sandwich, imbottito fino a scoppiare. “Direttamente da casa
McKinnon.”
“Vivi con i tuoi genitori?”
“Abito
con mia madre, mio padre se n'è andato quando avevo tre anni,”
rispose. “E se osi ridere giuro che ti crucio.”
“Marlene
McKinnon rischia di farsi ammazzare tutti i giorni, e quando torna a
casa, ancora viva per miracolo, vuole vedere sua madre che la aspetta
sulla porta. Davvero qualcosa per cui ridere.” Abbassò
il capo, lasciando che i capelli corvini gli coprissero in parte il
volto.
Marlene strappò alcune briciole di pane, lasciandole
cadere a terra con aria assente. “Perché c'è del
rancore nella tua voce?”
“Rancore?” Si concesse
una risata amara. “Ormai non provo più neanche
quello.”
“Sarà,” ribatté Marlene.
“Ma io lo sento.”
“Non credevo che facesse
rumore.” Ogni traccia di ironia era sparita dalla voce di
Sirius, sostituita da un'ombra di cupa rassegnazione.
La ragazza
fece spallucce. “Anche le cose silenziose si possono sentire.
Mio fratello me lo diceva sempre, quando cercavo di entrare in camera
sua per rubargli la scopa. Ero convinta che fosse impossibile che si
accorgesse di me.”
“Lui non vive con voi?”
Le
labbra carnose di Marlene si piegarono in un sorriso dolce,
malinconico. “È morto.”
“Oh,” disse
Sirius, a disagio. “Non lo sapevo.”
“È
successo qualche mese prima che tu e i tuoi amici arrivaste
all'Ordine,” spiegò. “Come potevi saperlo?”
“Anche
lui era nell'Ordine?”
“No, era un Medimago al San
Mungo. L'hanno rapito per obbligarlo a curare un Mangiamorte. Era
stato colpito in un combattimento a Liverpool ed era in condizioni
disperate. Quando mio fratello non è riuscito a salvarlo
l'hanno ammazzato senza tanti complimenti.” Scosse il capo. “I
Prewett hanno catturato i suoi colleghi qualche
settimana dopo, per caso. Hanno raccontato ogni cosa, pur di
poter scappare dall'Inghilterra ed evitare Azkaban. Era stato uno di
loro a mandare un gufo a mia madre con la foto del cadavere. Non
l'abbiamo mai riavuto, l'hanno bruciato.”
“Mi
dispiace,” disse Sirius, incapace di aggiungere altro.
“È
per questo che so riconoscere il rancore, sai. Perché lo provo
anch'io. Perché quei bastardi se la sono presa con Julian, che
non c'entrava nulla. Ho ucciso un solo Mangiamorte, finora. E quando
l'ho fatto... ho immaginato che fosse quello che aveva ammazzato
Julian, e per un attimo mi sono sentita felice.”
“Non
è stata colpa tua.”
“Cosa ne sai tu?”
sbottò. “Sei solo un ragazzino che vuole giocare a fare
l'eroe. Quando capirai cosa vuol dire combattere sparirai, come tanti
altri. Non credere che non ne abbia incontrati, in questi anni. Non è
tanto difficile scegliere tra questa vita
e la protezione delle vostre perfette famiglie Purosangue. Vi basterà
rimanere a scaldarvi vicino al camino con un bicchiere di Whisky
Incendiario, e aspettare che tutto passi.”
Un gatto
si avvicinò a loro, strisciando contro la parete. Era
scheletrico, e del pelo nero rimanevano solo alcune chiazze rade.
Leccò le briciole con voracità, prima di allontanarsi
in fretta.
“Non so neanche perché te l'ho
raccontato,” concluse Marlene. All'improvviso sembrava stanca,
impaurita, piccola.
“Probabilmente hai ragione.”
Sirius addentò l'ultimo pezzo del panino, masticando con
calma. “Perché non tornare dalla mia amata famiglia?
Anche mia madre mi aspetterebbe sulla porta, sai... con un bell'Avada
Kedavra come accoglienza.”
Il silenzio si stese fra loro,
come una cappa densa ed opprimente.
“Io...”
“Lascia
perdere, McKinnon,” la interruppe. “La puzza di questo
cazzo di vicolo ci ha fritto il cervello.”
A
quell'espressione, lei scoppiò a ridere. “Io darei la
colpa al buco nero che sta diventando questa guerra. Sta risucchiando
tutti.”
In quell'istante, l'oscurità fu squarciata da
una figura argentea, che si insinuò nell'esiguo spazio che li
separava.
“Il Patronus di Silente. Possiamo andarcene, era
ora!”
“La mia prima missione si è conclusa
gloriosamente, direi,” commentò Sirius, alzandosi e
sbadigliando. “Dovrò suggerire a Silente di darmi una
compagna migliore, la prossima volta.”
“Non
lamentarti, Black. Sei ancora tutto intero, e hai anche guadagnato
del cibo. Malocchio non ti avrebbe fatto fiatare per otto ore di
fila, e ti posso assicurare che non è divertente.” Gli
rivolse un'occhiata obliqua. “Sarei io a dover fare un
discorsetto a Silente, piuttosto. Bloccata a Nocturne Alley con un
novellino appena uscito da Hogwarts, e che non vede l'ora di farsi
tagliare a metà...”
“Ah, smettila,” la
provocò. “Hai potuto ammirare il mio incredibile fisico
e il mio viso stupendo per tutta la notte. E chissà che la
prossima volta non ti lasci anche toccare, e non solo
guardare...”
“Eclissati, Black!” esclamò,
con una risata.
“A presto, Marlene,” la salutò,
con un sorriso. Tornato serio, lasciò che per un istante i
loro occhi si incontrassero.
Poi sparì, smaterializzandosi
prima che la ragazza potesse ricambiare il saluto.
* * * * *
NOTE
Questa
storia è ambientata nel 1978, poco dopo l'arrivo all'Ordine
dei Malandrini e di Lily, appena usciti da Hogwarts. Marlene, invece,
ha venticinque anni. Sirius e Marlene sono la mia nuova ossessione
*__*
È stata
scritta per il contest “Three fabulous days!”: si ispira
alla canzone “Happiness is a warm gun” e ai tre prompt
che mi sono stati forniti (silenzio, rancore, nero). Riporto sotto il
giudizio che ho ricevuto.
Alla
prossima!
Flea.
-
8/10 correttezza grammaticale
La
prima cosa che salta all’occhio nella tua storia è
l’eccesso di virgole, che inserisci in maniera scorretta nei
dialoghi e durante la narrazione della storia; quando fai parlare i
tuoi personaggi, concludi spesso una battuta con una virgola (es.
“Abito con mia madre, mio padre se n'è andato quando
avevo tre anni,” o “Ah, smettila,”), ma è un
modo scorretto di utilizzare questo segno, anche se poi la battuta
riprende. Inoltre, spezzi frasi inutilmente (es. “[…]
disse Sirius, a disagio.”, “Non credere che non ne abbia
incontrati, in questi anni.” o ancora “Erano seduti da
ore, ormai, ed ogni parte del suo corpo era addormentata.”),
rendendo la narrazione più lenta e meno gradevole, nonostante
non ci siano errori grammaticali.
Ti consiglio anche di usare più
spesso il punto esclamativo – per rafforzare qualche
affermazione forte – naturalmente senza eccedere e di non
mettere la virgola prima delle congiunzioni. Un ultimissimo
consiglio: usa maggiormente l’apostrofo che non rovina la
frase, anzi la rende più raffinata e sciolta.
-
9/10 lessico e stile
Il
lessico è buono ed anche lo stile, fatta eccezione per qualche
frase che ti segnalo qui sotto.
“Marlene McKinnon […]
ancora viva per un qualche miracolo[…]”. --> Sarebbe
preferibile omettere quel “un qualche”, che appesantisce
la frase, già lunga di suo.
“[…] e del pelo
nero rimanevano solo alcune chiazze rade.” --> “Chiazze”
è una forma lessicale un po’ bizzarra riferita al pelo
di un animale. Magari rivedi questa frase.
“[…]
Possiamo andarcene, era ora.” --> Meglio usare
un’esclamazione, perché virgola e punto non rendono bene
il senso dell’impazienza di Sirius. Se vuoi, puoi usare anche
un’altra espressione, come: “Possiamo andarcene
finalmente!”.
“Gli rivolse un'occhiata obliqua”
--> Stona quest’espressione. Meglio “un’occhiata
storta” o “un’occhiata sbilenca”.
-
9,5/10 caratterizzazione dei personaggi ed IC
Nulla
da ridire su questo punto. Sirius è lui al cento per cento e
Marlene, nonostante non sia quasi menzionata, è ben
caratterizzata dal tuo punto di vista.
-
8/10 utilizzo del pacchetto (prompt, ambientazione, canzone)
I prompt assegnati al
pacchetto sono ben utilizzati, anche se il silenzio mi pare
leggermente trascurato, ma non ho voluto penalizzarti perché
sarebbe stata stronzaggine pura. L’ambientazione è
perfetta e si adatta uniformemente e senza stonature a tutta la
storia. Diverso però è l’uso della canzone: hai
utilizzato troppo poco della canzone. Happiness is a warm gun è
una canzone con diverse allusioni sessuali – che si trovano
nella pistola e i suoi componenti – che potevano benissimo
comparire nella storia, data la natura di Sirius (c’è
persino un dialogo velato a fine storia che lascia ad intendere molte
cose di questo tipo... avresti potuto inserirlo lì, magari).
La canzone è stata usata, ma purtroppo non dandole il giusto
spazio: ecco il perché di due punti in meno.
-
5/5 originalità
Io
su Marlene non ho letto mai nulla e, nonostante sia un’amante
dei pairing non così commercializzati, non li ho mai pensati
come coppia, anche per il divario d’età. Credo sia una
delle storie più originali della Old… i miei
complimenti!
- 3/5 giudizio personale
La Old Generation non mi
affascina particolarmente e nemmeno Sirius, ma la tua storia è
scritta bene, quindi ho letto volentieri e senza fatica questa
fanfiction. Brava comunque!
Totale punti 42,5/50