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Autore: Vale_Hiwatari    28/03/2006    8 recensioni
..Se dovessi morire fra sette giorni, cosa faresti nel tempo che ti resta? Rimarresti a letto? O andresti a vedere quello che non ahi mai visto? Lo diresti al mondo? O ti chiuderesti nel tuo silenzo? E se questo succedesse a Hilary?
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Hilary aprì gli occhi venne investita dalla luce entrata dalla finestra in alto.
Li richiuse subito, accecata.
Si sentiva la testa pesante e lo stomaco vuoto; lentamente si mosse.
Un dolore acuto all'anca l'avvertì che aveva dormito sul pavimento, e che qualcuno le aveva
procurato una coperta di lana.
Tentò di sollevarsi da terra. Si mise seduta.
La stanza era in penombra perché i finestroni alti erano coperti dalle tende di velluto.
Si stropicciò gli occhi e giusto mentre si alzava in piedi sentì il rumore della porta che si
apriva scricchiolando.
"Dormito Bene?" -Chiese gentilmente Rei riaprendo le tende dei finestroni e lasciando entrare
tutta la luce del giorno.
"Abbastanzaaaa avrei dormito meglio sul letto" -Rispose la ragazza con uno sbadiglio.
"Key ha detto che non stavi bene ieri"
"Lui mi ha..." -Hilary arrossì guardando la coperta.
"Sì, quella è la sua coperta =^_^= "
"Ho dormito vestita...?"
"A meno che non ti abbia vestita Key"
Hilary rise.
Tutt'a un tratto le venne in mente che la sera prima non aveva mangiato.
"Ho fame" -Annunciò.
"Le porto subito la colazione, signorina"
Rei uscì inchinandosi mentre Hilary ridacchiava.
Quando fu uscito la ragazza cominciò a riassettarsi, si spazzolò i capelli e si lavò la faccia.
Guardandosi allo specchio si trovò pallida e con un paio di occhiaie grosse come borse della
spesa.
Ok, si disse, meno 6.
Rifece il letto, sul quale s'era sdraiata per poco la sera prima e ripiegò la coperta di Key.
Sentì un regolare bussare alla porta e "Avanti!" invintò ad entrare l'ospite.
"Posso?"
"Sìsì vieni"
Hilary, che era ancora china sul letto, si alzò di botto con la coperta in mano per prendere la
colazione e rimase di sasso.
"Key"
Oh, non di nuovo, si impose la ragazza dopo la scenata della sera precedente.
"Stai meglio?" -Chiese cordialmente lui.
Non c'era traccia di emozione nella sua voce, si rese conto tristemente Hilary. Era solo il
vecchio Key, venuto a portarle la colazione.
Portava un vassoio con su una bella tazza decorata di fiori che Hilary adorava, piena di
cioccolata calda. Accanto, i suoi biscotti preferiti, ciambelline per metà al cacao e per metà
alla panna.
A tanta bellezza, e dolcezza, e gentilezza Hilary si sentì salire un groppo in gola, si commosse
di nuovo ma riuscì a trattenere le lacrime.
"Lo poggio qui?"
Hilary annuì girandosi per asciugare una lacrima sfuggita al controllo, senza nemmeno guardare il
punto indicato dal ragazzo. Non sarebbe in ogni caso riuscita a rispondergli.
"Sì, ok, d'accordo. Quando hai voglia di parlarmi io sono giù" -Key si girò.
Però si pentì (o meglio, sentì uno strano fastidio all'altezza del petto) per il tono freddo
delle sue parole.
"No, aspetta" -Lo fermò Hilary, tornata in possesso della sua voce e superato il momento di
magone fortissimo.
Key si sedette sul letto. La ragazza fece lo stesso accanto a lui.
"Io sono malata, Key"
"Sì, di TSS. Ieri hai detto che in una settimana ti curavano"
"Non è propro così"
Key tese le orecchie e si sistemò più vicino a lei.
"Allora com'è?" -Le chiese.
"Ecco..." -E adesso? Parlare? Non parlare? E poi? Piangere? Ridere? Gridare?
Key sorrise fra sé. Non era ancora il momento. Sapeva che prima o poi sarebbe stata pronta a
dirgli tutto, ma non voleva forzarla. La vide arrossire, cercare le parole, aprire la bocca,
arrendersi.
"Ah, fa niente, lascia perdere tanto non ho molto tempo" -Le disse e si alzò.
"Tu non capisci" -Hilary scosse la testa.
"Sono notoriamente stupido"
"Ma no, non è quello"
"Allora che cos'è?"
"Lascia stare"
"E' quello che stavo facendo" -Key non capiva, ma al suo gesto si sedette di nuovo accanto a lei.
"Se vuoi puoi parlarne. Ma se non ti va non sono qui per costringerti"
Per qualche minuto i due rimasero a guardarsi; poi Hilary parlò.
"Voglio vedere l'aurora boreale"
Key aggrottò le sopracciglia.
"Va bene...." -Non capiva cosa c'entrasse, ma se voleva vederla... Non c'era nulla di male...
"Partiamo" -Questa volta non c'era traccia di insicurezza nella sua voce. Hilary non avrebbe
mollato. Doveva sbrigarsi.
"Sì, ok, potremmo andarci a settembre-ottobre e..."
"NO!" -Lo guardò con occhi infuocati.
"Beh, allora che ne dici di dicembre? C'è l'aurora più bella in dicembre"
"E' troppo tardi" -Lo apostrofò con uno sbuffo la ragazza come se fosse assolutamente ovvio che
dicembre non andava bene.
"Dimmi tu quando e ti ci porterò" -Acconsentì Key.
"Adesso. Andiamoci adesso"
"Ma non credi che sia un po'... Surreale, Hila?" -Se prima pensava che fosse ancora un briciolo
lucida, adesso Key era convinto che Hilary era del tutto pazza.
"Per favore"
Key si domandò cosa mai fosse successo a Hilary, alla ragazza solare e ottimista, a tutto quello
che gli aveva insegnato, a quello di cui si era innamorato e non aveva mai ammesso.
In quella supplica lesse tanto dolore, in quegli occhi tanto desiderio...
Scosse la testa.
"Ma... perché?"
Hilary tirò un sospiro e chiuse gli occhi.
"Nella chiesa dove va mia madre c'è una vetrata colorata con santa Ilaria al martirio. La freccia
di un angelo le trafigge il cuore. Ilaria ha gli occhi chiusi e anche se soffre per quell'atto
d'amore ha lo stesso un sorriso bellissimo"
Non c'entra... O forse c'entra... Key aveva ogni muscolo atto ad ascoltarla mentre parlava.
Una lacrima, poi due cominciarono a scendere sul viso della ragazza ma Hilary andò avanti lo
stesso.
"Ricordo la mattina presto, alla mia comunione, indossavo un vestito bianco con i guanti, e
guardando quella vetrata ho visto la luce entrarci. Pareva così bella, pura... Come qualcosa di
irreale, ed era così poca che avrei voluto averne di più. Pensavo che un giorno qualcuno avrebbe
trafitto anche il mio cuore e che avvicinandomi all'altare con l'abito da sposa, illuminata da
quella luce bellissima, avrei capito perché Ilaria sorride. So che sembra sciocco ma... La vita
non è fatta di sogni, non puoi farti rapire dal desiderio di qualcosa che non succederà mai. La
vita ti porta via tutto quello che vuoi. E devi aggrapparti a quello che ti ritrovi davanti. Io
voglio quella luce. La rivoglio per me. Voglio il sorriso di Ilaria. Voglio essere là, la mattina
di domani, per vedere la prima aurora dell'universo..."
Hilary si buttò fra le braccia di Key singhiozzando.
Key non respirava neanche più.
Vide le lacrime formarsi nel suoi occhi, le vide bagnargli la maglietta e in un momento intuì che
se non lo avesse fatto domani, Hilary non avrebbe mai più visto la sua aurora.
"Fai i bagagli" -Disse, e uscì chiudendosi la porta alle spalle.

  
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