Salve a tutti! :) Dopo un sacco di tempo ho deciso di tornare con una storiella semplice e corta (solo due capitoli), giusto per raccontare l'evoluzione dei sentimenti di Lily nei confronti di James. So che è una trama trita e ri-trita, e di questo me ne dispiaccio, ma non ho potuto legarmi le mani e non scrivere! Spero che questa prima parte vi piaccia, aspetterò qualche giorno per postare la seconda quasi conclusa! Alla prossima, se volete lasciate una recensione così mi rendo conto se ho creato una boiata o se vale qualcosa mi renderete so happy :D
baci, a presto!
Lo
odio davvero?
Fan:
"Come si sono messi insieme? Lei odiava James, per quello che abbiamo
visto."
J.K.
Rowling: "Lo
odiava davvero?
Sei una donna, sai cosa voglio dire"
*****
Lily Evans, suo
malgrado, si ritrovò ad arrossire vistosamente. In fretta, distolse lo sguardo
dal ragazzo dai capelli corvini seduto a poca distanza da lei, e ritornò a
concedere attenzione alla sua colazione. Non osò alzare lo sguardo, ma se lo
avesse fatto avrebbe sicuramente trovato un James Potter sorriderle
maliziosamente, decisamente compiaciuto di ciò che aveva notato. Non era la
prima volta quell'anno che si ritrovava gli occhi smeraldini di Lily Evans
addosso, e ogni qualvolta accadeva sentiva il suo cuore mancare di un battito.
In quello che doveva essere il loro ultimo anno ad Hogwarts, si era messo in
testa che l'unico modo per conquistare Lily Evans era cambiare. O, come
il suo caro, vecchio Moony aveva preciso, maturare. Così, si era
rimboccato le maniche e aveva rifiutato quell'insana e ormai naturale abitudine
di sparare incantesimi a destra e a manca, per non parlare di "quell'odiosa
mania del boccino", come l'aveva appellata Padfoot. Certo, l'odio viscerale
per Snape non era riuscito a cancellarlo, ma alla fine si riteneva abbastanza
soddisfatto di non essersi mai fatto beccare una volta dalla Evans mentre gli
lanciava ogni sorta di incantesimo. E, visto che quell'amicizia che tanto
detestava e lo faceva impazzire fra Snape e la Evans era ormai conclusa da
qualche anno, quest'ultimo non aveva mai informato la ragazza dei suoi continui
attacchi nei corridoi della scuola. Soddisfatto di sé, smise di fissare il
rossore incontrollato che si era sparso sul volto delicato e, a suo parere,
incantevole di Lily Evans, per poi rivolgersi al ragazzo accanto a
sé.
- La Evans mi stava
guardando, - annunciò soddisfatto, per poi aggiungere con entusiasmo - di nuovo!
Sirius Black, da
sopra il suo bacon, lo fissò con un sopracciglio alzato.
- Che culo! - disse
a bocca piena, sputacchiando un po’ della sua colazione addosso all'amico.
James, togliendosi un po’ schifato dalla cravatta un pezzetto di bacon, lo fissò
truce.
- Non sto
scherzando! Mi stava fissando davvero! Moony, non te ne sei
accorto?
Remus Lupin sorrise
mesto, mentre si portava alla bocca un po’ di porridge.
- Sì, Prongs, me ne
sono accorto.
- VISTO!? - gridò
felicissimo James, facendo sobbalzare Sirius e, di fronte a lui, Peter
Pettigrew, abbastanza intento nel riempire il suo piatto per la
colazione.
- Alla fine nessun
può resistere al mio fascino! - sospirò felicemente, tornando a mangiare con
disinvoltura.
Moony e Padfoot si
scambiarono un sorrisetto e un'alzata di occhi al cielo. Che James fosse
maturato in quei mesi era palese, ma da lì a dire che la Evans si stava per
gettare ai suoi piedi ce ne passava. Tuttavia, erano troppo contenti di vederlo
così illuminato di entusiasmo per ammosciare il suo buon umore mattutino con le
loro insinuazioni negative. Peccato che, un po’ più in là, una Lily Evans non la
pensasse allo stesso modo.
Con un sospiro, la
ragazza decise di alzarsi e dirigersi verso l'aula di pozioni, giusto per
cambiare aria. Stringendo a se i libri di quella mattinata, lasciò le sue amiche
a finire la colazione e uscì velocemente dalla Sala
Grande.
Dio solo sa cosa il
suo cervello stesse elaborando. Una gran confusione regnava nella sua testa, una
confusione che fino a quel momento non aveva mai avuto. Al pensiero di ciò che
le vorticava in mente, arrossì di nuovo, e velocizzò il suo passo. Non poteva,
non poteva veramente pensare a certe cose! Scosse vigorosamente la testa,
cercando di scacciare certi pensieri controproducenti dalla sua mente. Eppure,
inevitabilmente, due occhi color nocciola si facevano largo fra altri miliardi
di pensieri.
- Oh, cielo! -
esclamò disperata, dandosi degli schiaffetti sulla guancia, come per volersi
riprendere. Da un po’ di mesi il suo cervello ormai era completamente impazzito,
così come il suo povero cuore. La scuola era iniziata appena tre mesi prima, e
in quei tre mesi il suo comportamento era parso strano perfino ai suoi amici.
Perennemente sulle nuvole, rossa in viso e particolarmente irritabile: così si
presentava la Lily Evans nel suo settimo ed ultimo anno accademico ad Hogwarts.
Alle domande dei suoi compagni sul suo strano comportamento, lei rispondeva con
un sorriso che era solo stressata al pensiero degli esami finali. Tsk. Bugie
belle e grosse. Il problema grande, se non immenso, era un altro in realtà.
Anche se le dava fastidio ammetterlo perfino con sé stessa, ormai non poteva più
negare di avere una sorta di... attrazione. Attrazione nei confronti di
colui che per anni aveva evitato come la peste, che per anni l'aveva fatta
infuriare e che alla fine l'aveva portata alla rottura col suo migliore amico:
James Potter.
Come fosse arrivata
a quel punto, neanche lei lo sapeva. E, mentre prendeva posto nell'aula ancora
vuota di pozione nei sotterranei, si pose nuovamente la domanda:
"come?!". Insomma, era James Potter. L'arrogante, il viziato, il
malandrino. Lo stesso con cui aveva litigato così tanto in passato, che le
proponeva un giorno sì e l'altro pure di uscire con lei. Lo stesso che si
offendeva e si arrabbiava quando gli diceva che mai sarebbe uscita con lui, e
che avrebbe preferito mille volte un appuntamento con la piovra gigante. Lo
stesso che, per sfogare la delusione e la collera, si sfogava su Severus,
provocando in lei ancora più odio. Eppure, già alla fine del suo sesto anno,
aveva cominciato a vederlo diversamente.
Insomma, era
innegabilmente bello. Non poteva negarlo! E le sue attenzione, seppur
moleste, in un certo senso le arrecavano piacere. Si odiava a morte per questi
pensieri, anche perché era conscia del fatto che le apprezzava per una sorta di
vanità femminile.
Sbuffò, e in quel
momento iniziarono ad entrare i primi studenti. Cercando di non dar a vedere il
suo stato confusionale, prese il libro di pozioni e lo aprì in una pagina a
caso, facendo finta di leggerlo. Non voleva nuovamente incrociare gli occhi
spavaldi e così dannatamente ipnotici di Potter. Neanche per
sogno!
- Lily, puoi farti
un po’ in là? - le domandò gentilmente la sua amica Mary, sistemandosi nel suo
stesso bancone. In silenzio, scalò di un posto, non distogliendo lo sguardo dal
libro.
Mary non fece in
tempo a domandarle se poteva concederle un po’ della sua attenzione, quando
delle risate giunsero alle loro orecchie, e un certo frastuono riecheggiò fra le
mura fredde e scure dei sotterranei. In un lampo, sulla soglia dell'aula
comparvero trafelati due dei quattro malandrini, piuttosto scomposti per la
corsa che avevano probabilmente compiuto per arrivare in orario alla
lezione.
- Visto vecchio
lunatico dei miei stivali?! Mi hai fatto fare una corsa per niente - bofonchiò
Black, quasi senza fiato.
- Eravamo in
ritardo - ribatté Lupin, tenendosi una mano premuta sulla milza. - E ti ricordo
che sarebbe stata già la terza volta, questo mese!
- Oh, come se mi
importasse qualcosa di arrivare in ritardo a pozioni! - replicò Black,
stravaccandosi su una sedia, incurante del fatto che tutta la classe li stesse
fissando.
- A te no, ma a me
sì! - replicò Lupin, sistemandosi accanto a lui.
- Avete finito di
fare casino - bofonchiò Potter, arrivando solo in quel momento in classe,
trascinando dietro di se un Pettigrew che pareva sul punto di svenire per la
corsa da un momento all'altro.
Sia Lupin che Black
fissarono Potter, per poi blaterare qualcosa sul "adesso però fa poco il
saccente solo perché c'è la Evans in classe che ti fissa". Ed effettivamente
era proprio così, perché Lily stava nuovamente posando la sua attenzione su di
lui. Francamente stupita, lo guardò prendere posto tranquillamente dietro ai
suoi amici insieme a Pettigrew, per poi tirare fuori i libri e aspettare
silenziosamente l'inizio della lezione. Quando mai era accaduto negli anni prima
una cosa del genere?! Mai. Così come mai era accaduto che non le chiedesse di
uscire per più di due giorni di fila. Invece, quello era il terzo mese in cui
non aveva ricevuto la scottante proposta. L'unica volta che glielo aveva chiesto
era stato a inizio anno, quando, costretta dalle sue amiche, era andata a vedere
un allenamento della squadra. Dopo aver segnato un gol* spettacolare,
infatti, James le era volato sopra la testa, domandandole cosa avrebbe fatto
quel week-end. La risposta era stata acida come al solito, e, come sempre,
Potter si era rivelato poi piuttosto infastidito dalla sua
risposta.
Lily si morse un
labbro. Le dava fastidio. Oh, se le dava fastidio. Che si fosse arreso? Che
avesse capito finalmente che doveva lasciarla stare? La normale Lily Evans
avrebbe esultato per questo traguardo, ma la Lily Evans deformata che si
apprestava a essere quell'anno no. Affatto. Le dava fastidio. Oh... se le dava
fastidio!
Tuttavia i suoi
pensieri furono interrotti dall'entrata di Slughorn che, tutto entusiasta, si
apprestava a spiegare che pozioni avrebbe distillato quel giorno. Piuttosto
annoiata, dato che si trattava di una semplice pozione per la memoria,
sbadigliò. Con lentezza misurata si alzò poi in piedi e andò nello scaffale
degli ingredienti alla ricerca di piume di Jobberknoll, per poi tornare al suo
posto. In lontananza, Sirius stava rimbeccando il suo
amico.
- Prongs, d'accordo
che devi far finta di essere maturato, ma gradirei che non mi sgridassi! -
disse, in ricordo di ciò che l'amico gli aveva detto in
precedenza.
James sorrise
malandrino, per poi scompigliarsi i capelli.
- Ma io non faccio
finta! Sono davvero maturato!
Sirius alzò gli
occhi al cielo, per poi tirargli addosso un piccolo peso preso dal suo bancone.
James rise, per poi schivarlo in fretta. Senza volere, Sirius beccò una povera
Tassorosso, che si ritrovò a doversi massaggiarsi la testa per la botta
ricevuta. Silenziosamente i quattro malandrini scoppiarono a ridere.
- Sei un essere
disgustoso! Povera Susy! - esclamò Remus, non riuscendo a trattenere comunque un
risolino.
- Mica è colpa mia
se non ha i riflessi del nostro Prongs! - ribatté Sirius, cercando di capire da
che parte cominciare con la sua pozione.
La lezione andò
avanti piuttosto pericolosamente, visto e considerato che molte pozioni
iniziarono a esplodere, altre a emettere vapore o, come nel caso più singolare
di Remus Lupin (decisamente non portato per quella materia), sciogliere
completamente il calderone, finendo per terra sui piedi di un mal capitato
Sirius Black.
- E come al solito
la migliore è la signorina Evans! - esclamò Slughorn, lanciando un'occhiata
carica di orgoglio alla ragazza, che rispose con un sorriso
tirato.
- Un vero peccato
che non voglia diventare una pozionista, davvero un gran peccato! - la rimbeccò
con un pizzico di delusione nella voce.
- Ripeterlo non mi
farà cambiare idea, professore - replicò Lily, stanca di sentirsi rivolgere
sempre le solite frasi. L'insegnante si mise a ridere, per poi fare cenno che la
lezione era conclusa. Mentre un chiacchiericcio allegro inondava l'aula tetra,
la guardò nuovamente.
- La speranza è
l'ultima a morire! - disse infine.
In quel momento,
James fu d'accordo con lui.
***
- Uff - sbuffò
James, uscendo fuori dallo spogliatoio della sua squadra. Aveva appena fatto la
doccia, e non si era premunito di asciugarsi la sua chioma ribelle. Perciò il
freddo invernale di pieno dicembre lo fece rabbrividire e accelerare il passo.
Al pensiero di arrivare nella sua calda e chiassosa camera da letto coi suoi
migliori amici lo rallegrava, così che, quando entrò nel castello, si mise a
fare due scalini alla volta. Era talmente immerso nei suoi pensieri, che
riguardavano un sano whisky incendiario e un bel po’ di chiacchiere, che non si
accorse, quando fu al terzo piano per prendere la scorciatoia, della figura alle
sue spalle. All'ultimo momento, sentì solo una voce lenta mormorare qualcosa che
pareva tanto "levicorpus". Che fosse stato a causa della stanchezza, o
perché era perso fra i pensieri, tant'è che non riuscì ad avere i riflessi
pronti per afferrare la bacchetta. Prima che potesse rendersene conto, si
ritrovò appeso per le caviglie.
- CAZZO! - imprecò,
mentre la bacchetta che teneva in mano gli sfuggì, per cadere a un bel po’ di
distanza da lui. Lo stesso destino toccò agli occhiali, volati anch'essi chissà
dove. Sottosopra, con la veste da mago che gli ricadeva in volto e la vista non
proprio perfetta, James capì comunque chi era stato.
- Snape - sputò con
disprezzo, dimenandosi. Quest'ultimo gli passò accanto con
disinvoltura.
- Penso starai
sottosopra per un bel po’, San Potter - disse con voce viscida. Lo superò e, nel
farlo, probabilmente di proposito, pestò i suoi occhiali, in un rumore distinto
di vetri rotti.
Ben presto, i suoi
passi sparirono dietro l'angolo.
Ma non le
imprecazioni di James.
- NON. CI. POSSO.
CREDERE! - gridò furioso come non mai. Come era potuto succedere?! Proprio a
lui! Dannazione, se qualcuno l'avesse visto in quel momento non se lo sarebbe
mai perdonato. Messo sottosopra da Snape! Ma che razza di umiliazione
era?!
Forza James,
pensa! Sei un Potter, accidenti, troverai una soluzione!
Peccato che non gli
venisse in mente niente. Ci vedeva male, la bacchetta era a un bel po’ di
distanza da lui e gli incantesimi non verbali non erano mai stati il suo forte.
Dannazione!
- Non può andarmi
peggio - disse sconsolato. Ma ben presto dovette rimangiarsi la frase. In
lontananza, infatti, sentì dei passi svelti avvicinarsi nella sua
direzione.
Per la barba, i
baffi e i capelli di Dumbledore, fa che non giri qui!
-
Potter?
La voglia di
imprecare era tanta. Così come la voglia di nascondersi dalla
vergogna.
Non poteva non
riconoscere il proprietario di quella voce così incantevole. Proprio no!
Tuttavia per, forse la prima volta in vita sua, avrebbe fatto a meno di
sentirla.
- Cosa stai
facendo, di grazia? - domandò sempre la solita voce in tono
divertito.
- Secondo te - non
poté fare a meno di replicare, abbastanza scontrosamente. Al
diavolo!
Lei rise
cristallina, per poi avvicinarsi a lui.
- Ed ecco che il
tuo tanto amato incantesimo Levicorpus è stato usato su di te. Chi ti ha appeso
per le gambe, Potter? Così magari gli vado a stringere la
mano!
James la guardò
torvo, pur vedendo solo una macchia indistinta rossa e
nera.
In quel momento si
sentì maledettamente impotente e anche molto, molto umiliato. Rivelarle che
Snape l'aveva ridotto così? MAI. Lui era un malandrino, e aveva un orgoglio da
difendere.
- Tanto non ci
crederesti - bofonchiò vago.
- Ma
davvero?
- Davvero! Ragion
per cui... non è importante! Ora, se mi passi gentilmente la bacchetta, Evans,
torno coi piedi per terra!
A Lily, James
Potter non era mai sembrato tanto vulnerabile. Aveva l'aria di chi aveva appena
perso la proprio a dignità, e lo si poteva notare dall'espressione corrucciata e
dal vago rossore sulle sue guance. Si ritrovò a fissarlo un po’ intenerita,
tanto che lui alla fine se ne accorse.
- D'accordo che
sono bellissimo, Evans, ma non farti pensieri sconci solo perché sono in mutande
a pochi centimetri da te!
In un momento, Lily
tornò in sé e, mormorando, con gli occhi ridotti a due fessure minacciose, il
contro-incantesimo, fece cadere con un tonfo sordo James a
terra.
- Ahio! - esclamò
lui, massaggiandosi la testa appena sbattuta contro il pavimento duro e
freddo.
- Ora ti
consiglierei di andare in Sala Comune, Potter. E' tardi e non mi pare che tu sia
un Caposcuola, o un Prefetto.
- Ma sono il
capitano della squadra, e ho quasi eguali poteri! - disse mettendosi in piedi.
Tutto vorticò, così che chiuse gli occhi.
- Potter? - domandò
Lily con una punta di preoccupazione nella voce.
- Sto bene, è solo
che mi è venuto il sangue alla testa - bofonchiò. Ci mancava solo farsi
compatire da lei! Sospirando, cercò a tentoni la sua bacchetta dove vedeva una
macchia marrone, provocando una risata nella ragazza accanto a
lui.
- Ma cosa fai? -
domandò incerta, pensando che avesse perso il senno.
- Sto cercando la
bacchetta! Eccola! - l'afferrò, e in men che non si dica la puntò vero la
macchiolina che dovevano essere i suoi occhiali.
- Reparo! -
pronunciò, per poi prenderli di nuovo a tentoni e inforcali. In un baleno,
riacquistò la vista.
- Sei un po’
accecato, Potter.
Finalmente poté
vedere chiaramente il volto della Evans, cosparso come al solito da qualche
lentiggine e incorniciato da una cascata di capelli rossi scuri. Dio, come gli
piaceva. Ma doveva sembrare maturo! M.A.T.U.R.O.!
- Tu dici, Evans? -
chiese con non curanza, sistemando la divisa meglio che poteva. Lei alzò un
sopracciglio.
- Ora puoi pure
tornartene nel tuo dormitorio - replicò perentoria, girandosi per andare a
controllare il secondo piano.
- Sempre acidina,
vero, Evans? - le urlò dietro in tono divertito. Lei, facendo fluttuare i suoi
capelli all'indietro, si voltò per restituire il sorriso finto che aveva lui
stesso in volto in quell'istante.
- Sempre meglio di
essere appesi in mezzo al corridoio con quelle stupide mutande a righe rosse e
gialle alla vista di tutti! Buonanotte, eh, Potter!
- Vedo che le hai
squadrate bene le mie mutande! Buonanotte anche a te,
Evans!
- Impossibile non
notarle, Potter, erano talmente umilianti che neanche un accecato come te
avrebbe potuto non notarle! Ancora, buonanotte, Potter!
Era inutile.
L'ultima parola, doveva essere quella di Lily Evans.
James non aveva mai
visto Padfoot ridere così tanto delle sue disgrazie. Eppure, eccolo lì a
rotolarsi dalle risa per il brutto quanto mai inaspettato tipo che gli aveva
giocato a sorpresa Snape appena qualche ora prima. Se fosse stato completamente
in sé, si sarebbe parecchio infuriato al sentire che Snape aveva avuto la meglio
su un Grifondoro, in quel caso addirittura un malandrino! Tuttavia, eccolo a
ridere ancora, forse a causa della potente sbornia in cui si erano ritrovati
quella sera o perché alla fine aveva perso quell'unico, piccolo neurone nel suo
cervello. Guardandolo male, Prongs prese un altro sorso di whisky incendiario,
mentre i suoi così detti amici, perfino Moony, ridevano del suo strano
racconto.
- Scusa, Prongs, ma
un po’ te lo sei meritato - disse Remus, quasi con le lacrime agli occhi dal
gran ridere.
- Meritato?! Mi sto
comportando benissimo quest'anno! - si difese James.
- Benissimo?! Ma se
fatturi almeno una volta al giorno Snape?! Dovevi aspettartelo che un giorno ti
avrebbe fregato... ringrazia che non ha fatto di peggio! - lo rimbeccò
Remus.
- Snape è un caso a
parte - si limitò a dire, rabbuiandosi, James. Sirius prese un sorso del suo
whisky per poi guardarlo con l'aria di chi la sapeva lunga.
- Diciamocela,
hic!: Snape è un caso a parte per diverse ragioni! Hic! - si diede
un colpetto sul petto per far cessare il singhiozzo. - Insomma... hic! E'
unto, brutto e SEMPREVERDE! Hic!
- Certo, ora è
anche un vegetale! - ridacchiò Remus.
- Ed è anche
innamorato della Evans! - gracchiò James, da sopra la sua bottiglia
semi-vuota.
Improvvisamente il
silenzio scese nella loro camera.
- Cosa?! -
sputacchiò Peter, strozzandosi con il whisky.
- E' per questo che
lo odi così tanto?! - domandò Remus, fissandolo sconvolto. James si stropicciò
gli occhi.
- Certo! - rispose
con voce carica di disprezzo Prongs.
- Mocciosus sa
amare?! - saltò su Sirius, la testa che gli oscillava avanti e
indietro.
- Sì - bofonchiò
James - e ama lei! Non potete non accorgervene!
- Questa è la cosa
più ridicola che io abbia mai sentito! Snape che ama Lily? - disse Remus, anche
lui non completamente lucido, seppur nelle condizioni disastrate degli altri tre
malandrini. Peter, poi, pareva essere caduto in una stato abbastanza
comatoso.
- Ti dico di sì! -
James quasi non sbatté la sua bottiglia in faccia a Remus a causa della foga con
cui si dimenò. Non contento, volle ripeterlo con più
enfasi.
- ... Cavolo,
SI'!
- Cazzo ti urli -
borbottò Sirius, strisciando con la pancia a terra verso il suo letto nella vana
speranza di riuscire a salirvi sopra senza cadere rovinosamente a
terra.
- Prongs, Lily non
parla con Snape da due anni ormai! E comunque non puoi avere seriamente paura di
lui! - spiegò con la lingua impastata Remus, per poi sbadigliare sonoramente.
Invece, la realtà
era proprio quella. Non aveva mai voluto dirlo a nessuno, ma odiava Snape perché
Snape, a differenza sua, un tempo aveva avuto Lily per sé.
Lui
mai.
E pensare che
Mocciosus avesse qualcosa che lui non aveva, lo tormentava quasi come in quel
momento l'alcol tormentava un Sirius Black completamente riversato sul pavimento
con due dita in gola, sperando di potersi liberare dai suoi
dolori...
Lily si rigirò per
l'ennesima volta nel suo letto. Era appena arrivata in camera dopo aver
pattugliato almeno quattro volte i primi piani, ma non aveva la ben che minima
intenzione di addormentarsi. E ciò non era assolutamente
voluto.
- Accidenti -
mormorò disperatamente, portandosi le mani al volto.
All'inizio aveva
provato a contare le pecore, ma ben presto si era ritrovata a contare da quanti
giorni James Potter non le chiedeva di uscire. E il numero era sconcertante.
Ottantaquattro.
Sì, insomma...
OTTANTAQUATTRO!
L'aveva sicuramente
messa da parte. Non poteva essere altrimenti. Anche quando le parlava ora non
era più il solito sbruffone, a parte qualche battutine idiota. Per di più si
mormorava in giro che gli piacesse una del terzo anno del Corvonero. Una
stupidotta dai boccoli perfetti.
Tu sei
malata, si ritrovò
a pensare.
Insomma... non
puoi prenderti una cottarella per James Potter! E per di più non puoi essere
così sfigata da beccartela quando lui va dietro alle gonne di
un'altra!
Eppure... eppure
non poteva far altro che pensare ai suoi occhi color nocciola, al suo naso lungo
e dritto, a quella maturità acquisita ultimamente che le piaceva veramente
tanto. E al fatto di non essere più venerata da lui.
Che
odio!
Improvvisamente, le
venne in mente una citazione molto comune nel mondo babbano: "Non ti accorgi
di quanto tieni a una cosa finché non la perdi".
Molto bene. Lei
aveva, molto probabilmente, appena perso James Potter. E questo, la
tormentava...