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Autore: Out of this world    28/07/2011    3 recensioni
- La Evans mi stava guardando, - annunciò soddisfatto, per poi aggiungere con entusiasmo - di nuovo!
Sirius Black, da sopra il suo bacon, lo fissò con un sopracciglio alzato.
- Che culo! - disse a bocca piena, sputacchiando un po’ della sua colazione addosso all'amico. James, togliendosi un po’ schifato dalla cravatta un pezzetto di bacon, lo fissò truce.

Com'è avvenuta l'evoluzione dei sentimenti di Lily nei confroti di James? Io l'ho immaginato così...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Salve a tutti! :) Dopo un sacco di tempo ho deciso di tornare con una storiella semplice e corta (solo due capitoli), giusto per raccontare l'evoluzione dei sentimenti di Lily nei confronti di James. So che è una trama trita e ri-trita, e di questo me ne dispiaccio, ma non ho potuto legarmi le mani e non scrivere! Spero che questa prima parte vi piaccia, aspetterò qualche giorno per postare la seconda quasi conclusa! Alla prossima, se volete lasciate una recensione così mi rendo conto se ho creato una boiata o se vale qualcosa mi renderete so happy :D

baci, a presto!

 

Lo odio davvero?

Fan: "Come si sono messi insieme? Lei odiava James, per quello che abbiamo visto."

J.K. Rowling: "Lo odiava davvero? Sei una donna, sai cosa voglio dire"

 

 

*****

 

Lily Evans, suo malgrado, si ritrovò ad arrossire vistosamente. In fretta, distolse lo sguardo dal ragazzo dai capelli corvini seduto a poca distanza da lei, e ritornò a concedere attenzione alla sua colazione. Non osò alzare lo sguardo, ma se lo avesse fatto avrebbe sicuramente trovato un James Potter sorriderle maliziosamente, decisamente compiaciuto di ciò che aveva notato. Non era la prima volta quell'anno che si ritrovava gli occhi smeraldini di Lily Evans addosso, e ogni qualvolta accadeva sentiva il suo cuore mancare di un battito. In quello che doveva essere il loro ultimo anno ad Hogwarts, si era messo in testa che l'unico modo per conquistare Lily Evans era cambiare. O, come il suo caro, vecchio Moony aveva preciso, maturare. Così, si era rimboccato le maniche e aveva rifiutato quell'insana e ormai naturale abitudine di sparare incantesimi a destra e a manca, per non parlare di "quell'odiosa mania del boccino", come l'aveva appellata Padfoot. Certo, l'odio viscerale per Snape non era riuscito a cancellarlo, ma alla fine si riteneva abbastanza soddisfatto di non essersi mai fatto beccare una volta dalla Evans mentre gli lanciava ogni sorta di incantesimo. E, visto che quell'amicizia che tanto detestava e lo faceva impazzire fra Snape e la Evans era ormai conclusa da qualche anno, quest'ultimo non aveva mai informato la ragazza dei suoi continui attacchi nei corridoi della scuola. Soddisfatto di sé, smise di fissare il rossore incontrollato che si era sparso sul volto delicato e, a suo parere, incantevole di Lily Evans, per poi rivolgersi al ragazzo accanto a sé.

- La Evans mi stava guardando, - annunciò soddisfatto, per poi aggiungere con entusiasmo - di nuovo!

Sirius Black, da sopra il suo bacon, lo fissò con un sopracciglio alzato.

- Che culo! - disse a bocca piena, sputacchiando un po’ della sua colazione addosso all'amico. James, togliendosi un po’ schifato dalla cravatta un pezzetto di bacon, lo fissò truce.

- Non sto scherzando! Mi stava fissando davvero! Moony, non te ne sei accorto?

Remus Lupin sorrise mesto, mentre si portava alla bocca un po’ di porridge.

- Sì, Prongs, me ne sono accorto.

- VISTO!? - gridò felicissimo James, facendo sobbalzare Sirius e, di fronte a lui, Peter Pettigrew, abbastanza intento nel riempire il suo piatto per la colazione.

- Alla fine nessun può resistere al mio fascino! - sospirò felicemente, tornando a mangiare con disinvoltura.

Moony e Padfoot si scambiarono un sorrisetto e un'alzata di occhi al cielo. Che James fosse maturato in quei mesi era palese, ma da lì a dire che la Evans si stava per gettare ai suoi piedi ce ne passava. Tuttavia, erano troppo contenti di vederlo così illuminato di entusiasmo per ammosciare il suo buon umore mattutino con le loro insinuazioni negative. Peccato che, un po’ più in là, una Lily Evans non la pensasse allo stesso modo.

 

Con un sospiro, la ragazza decise di alzarsi e dirigersi verso l'aula di pozioni, giusto per cambiare aria. Stringendo a se i libri di quella mattinata, lasciò le sue amiche a finire la colazione e uscì velocemente dalla Sala Grande.

Dio solo sa cosa il suo cervello stesse elaborando. Una gran confusione regnava nella sua testa, una confusione che fino a quel momento non aveva mai avuto. Al pensiero di ciò che le vorticava in mente, arrossì di nuovo, e velocizzò il suo passo. Non poteva, non poteva veramente pensare a certe cose! Scosse vigorosamente la testa, cercando di scacciare certi pensieri controproducenti dalla sua mente. Eppure, inevitabilmente, due occhi color nocciola si facevano largo fra altri miliardi di pensieri.

- Oh, cielo! - esclamò disperata, dandosi degli schiaffetti sulla guancia, come per volersi riprendere. Da un po’ di mesi il suo cervello ormai era completamente impazzito, così come il suo povero cuore. La scuola era iniziata appena tre mesi prima, e in quei tre mesi il suo comportamento era parso strano perfino ai suoi amici. Perennemente sulle nuvole, rossa in viso e particolarmente irritabile: così si presentava la Lily Evans nel suo settimo ed ultimo anno accademico ad Hogwarts. Alle domande dei suoi compagni sul suo strano comportamento, lei rispondeva con un sorriso che era solo stressata al pensiero degli esami finali. Tsk. Bugie belle e grosse. Il problema grande, se non immenso, era un altro in realtà. Anche se le dava fastidio ammetterlo perfino con sé stessa, ormai non poteva più negare di avere una sorta di... attrazione. Attrazione nei confronti di colui che per anni aveva evitato come la peste, che per anni l'aveva fatta infuriare e che alla fine l'aveva portata alla rottura col suo migliore amico: James Potter.

 

Come fosse arrivata a quel punto, neanche lei lo sapeva. E, mentre prendeva posto nell'aula ancora vuota di pozione nei sotterranei, si pose nuovamente la domanda: "come?!". Insomma, era James Potter. L'arrogante, il viziato, il malandrino. Lo stesso con cui aveva litigato così tanto in passato, che le proponeva un giorno sì e l'altro pure di uscire con lei. Lo stesso che si offendeva e si arrabbiava quando gli diceva che mai sarebbe uscita con lui, e che avrebbe preferito mille volte un appuntamento con la piovra gigante. Lo stesso che, per sfogare la delusione e la collera, si sfogava su Severus, provocando in lei ancora più odio. Eppure, già alla fine del suo sesto anno, aveva cominciato a vederlo diversamente.

Insomma, era innegabilmente bello. Non poteva negarlo! E le sue attenzione, seppur moleste, in un certo senso le arrecavano piacere. Si odiava a morte per questi pensieri, anche perché era conscia del fatto che le apprezzava per una sorta di vanità femminile.

Sbuffò, e in quel momento iniziarono ad entrare i primi studenti. Cercando di non dar a vedere il suo stato confusionale, prese il libro di pozioni e lo aprì in una pagina a caso, facendo finta di leggerlo. Non voleva nuovamente incrociare gli occhi spavaldi e così dannatamente ipnotici di Potter. Neanche per sogno!

- Lily, puoi farti un po’ in là? - le domandò gentilmente la sua amica Mary, sistemandosi nel suo stesso bancone. In silenzio, scalò di un posto, non distogliendo lo sguardo dal libro.

Mary non fece in tempo a domandarle se poteva concederle un po’ della sua attenzione, quando delle risate giunsero alle loro orecchie, e un certo frastuono riecheggiò fra le mura fredde e scure dei sotterranei. In un lampo, sulla soglia dell'aula comparvero trafelati due dei quattro malandrini, piuttosto scomposti per la corsa che avevano probabilmente compiuto per arrivare in orario alla lezione.

- Visto vecchio lunatico dei miei stivali?! Mi hai fatto fare una corsa per niente - bofonchiò Black, quasi senza fiato.

- Eravamo in ritardo - ribatté Lupin, tenendosi una mano premuta sulla milza. - E ti ricordo che sarebbe stata già la terza volta, questo mese!

- Oh, come se mi importasse qualcosa di arrivare in ritardo a pozioni! - replicò Black, stravaccandosi su una sedia, incurante del fatto che tutta la classe li stesse fissando.

- A te no, ma a me sì! - replicò Lupin, sistemandosi accanto a lui.

- Avete finito di fare casino - bofonchiò Potter, arrivando solo in quel momento in classe, trascinando dietro di se un Pettigrew che pareva sul punto di svenire per la corsa da un momento all'altro.

Sia Lupin che Black fissarono Potter, per poi blaterare qualcosa sul "adesso però fa poco il saccente solo perché c'è la Evans in classe che ti fissa". Ed effettivamente era proprio così, perché Lily stava nuovamente posando la sua attenzione su di lui. Francamente stupita, lo guardò prendere posto tranquillamente dietro ai suoi amici insieme a Pettigrew, per poi tirare fuori i libri e aspettare silenziosamente l'inizio della lezione. Quando mai era accaduto negli anni prima una cosa del genere?! Mai. Così come mai era accaduto che non le chiedesse di uscire per più di due giorni di fila. Invece, quello era il terzo mese in cui non aveva ricevuto la scottante proposta. L'unica volta che glielo aveva chiesto era stato a inizio anno, quando, costretta dalle sue amiche, era andata a vedere un allenamento della squadra. Dopo aver segnato un gol* spettacolare, infatti, James le era volato sopra la testa, domandandole cosa avrebbe fatto quel week-end. La risposta era stata acida come al solito, e, come sempre, Potter si era rivelato poi piuttosto infastidito dalla sua risposta.

Lily si morse un labbro. Le dava fastidio. Oh, se le dava fastidio. Che si fosse arreso? Che avesse capito finalmente che doveva lasciarla stare? La normale Lily Evans avrebbe esultato per questo traguardo, ma la Lily Evans deformata che si apprestava a essere quell'anno no. Affatto. Le dava fastidio. Oh... se le dava fastidio!

Tuttavia i suoi pensieri furono interrotti dall'entrata di Slughorn che, tutto entusiasta, si apprestava a spiegare che pozioni avrebbe distillato quel giorno. Piuttosto annoiata, dato che si trattava di una semplice pozione per la memoria, sbadigliò. Con lentezza misurata si alzò poi in piedi e andò nello scaffale degli ingredienti alla ricerca di piume di Jobberknoll, per poi tornare al suo posto. In lontananza, Sirius stava rimbeccando il suo amico.

- Prongs, d'accordo che devi far finta di essere maturato, ma gradirei che non mi sgridassi! - disse, in ricordo di ciò che l'amico gli aveva detto in precedenza.

James sorrise malandrino, per poi scompigliarsi i capelli.

- Ma io non faccio finta! Sono davvero maturato!

Sirius alzò gli occhi al cielo, per poi tirargli addosso un piccolo peso preso dal suo bancone. James rise, per poi schivarlo in fretta. Senza volere, Sirius beccò una povera Tassorosso, che si ritrovò a doversi massaggiarsi la testa per la botta ricevuta. Silenziosamente i quattro malandrini scoppiarono a ridere.

- Sei un essere disgustoso! Povera Susy! - esclamò Remus, non riuscendo a trattenere comunque un risolino.

- Mica è colpa mia se non ha i riflessi del nostro Prongs! - ribatté Sirius, cercando di capire da che parte cominciare con la sua pozione.

La lezione andò avanti piuttosto pericolosamente, visto e considerato che molte pozioni iniziarono a esplodere, altre a emettere vapore o, come nel caso più singolare di Remus Lupin (decisamente non portato per quella materia), sciogliere completamente il calderone, finendo per terra sui piedi di un mal capitato Sirius Black.

- E come al solito la migliore è la signorina Evans! - esclamò Slughorn, lanciando un'occhiata carica di orgoglio alla ragazza, che rispose con un sorriso tirato.

- Un vero peccato che non voglia diventare una pozionista, davvero un gran peccato! - la rimbeccò con un pizzico di delusione nella voce.

- Ripeterlo non mi farà cambiare idea, professore - replicò Lily, stanca di sentirsi rivolgere sempre le solite frasi. L'insegnante si mise a ridere, per poi fare cenno che la lezione era conclusa. Mentre un chiacchiericcio allegro inondava l'aula tetra, la guardò nuovamente.

- La speranza è l'ultima a morire! - disse infine.

In quel momento, James fu d'accordo con lui.

 

***

 

- Uff - sbuffò James, uscendo fuori dallo spogliatoio della sua squadra. Aveva appena fatto la doccia, e non si era premunito di asciugarsi la sua chioma ribelle. Perciò il freddo invernale di pieno dicembre lo fece rabbrividire e accelerare il passo. Al pensiero di arrivare nella sua calda e chiassosa camera da letto coi suoi migliori amici lo rallegrava, così che, quando entrò nel castello, si mise a fare due scalini alla volta. Era talmente immerso nei suoi pensieri, che riguardavano un sano whisky incendiario e un bel po’ di chiacchiere, che non si accorse, quando fu al terzo piano per prendere la scorciatoia, della figura alle sue spalle. All'ultimo momento, sentì solo una voce lenta mormorare qualcosa che pareva tanto "levicorpus". Che fosse stato a causa della stanchezza, o perché era perso fra i pensieri, tant'è che non riuscì ad avere i riflessi pronti per afferrare la bacchetta. Prima che potesse rendersene conto, si ritrovò appeso per le caviglie.

- CAZZO! - imprecò, mentre la bacchetta che teneva in mano gli sfuggì, per cadere a un bel po’ di distanza da lui. Lo stesso destino toccò agli occhiali, volati anch'essi chissà dove. Sottosopra, con la veste da mago che gli ricadeva in volto e la vista non proprio perfetta, James capì comunque chi era stato.

- Snape - sputò con disprezzo, dimenandosi. Quest'ultimo gli passò accanto con disinvoltura.

- Penso starai sottosopra per un bel po’, San Potter - disse con voce viscida. Lo superò e, nel farlo, probabilmente di proposito, pestò i suoi occhiali, in un rumore distinto di vetri rotti.

Ben presto, i suoi passi sparirono dietro l'angolo.

Ma non le imprecazioni di James.

- NON. CI. POSSO. CREDERE! - gridò furioso come non mai. Come era potuto succedere?! Proprio a lui! Dannazione, se qualcuno l'avesse visto in quel momento non se lo sarebbe mai perdonato. Messo sottosopra da Snape! Ma che razza di umiliazione era?!

Forza James, pensa! Sei un Potter, accidenti, troverai una soluzione!

Peccato che non gli venisse in mente niente. Ci vedeva male, la bacchetta era a un bel po’ di distanza da lui e gli incantesimi non verbali non erano mai stati il suo forte. Dannazione!

- Non può andarmi peggio - disse sconsolato. Ma ben presto dovette rimangiarsi la frase. In lontananza, infatti, sentì dei passi svelti avvicinarsi nella sua direzione.

Per la barba, i baffi e i capelli di Dumbledore, fa che non giri qui!

- Potter?

La voglia di imprecare era tanta. Così come la voglia di nascondersi dalla vergogna.

Non poteva non riconoscere il proprietario di quella voce così incantevole. Proprio no! Tuttavia per, forse la prima volta in vita sua, avrebbe fatto a meno di sentirla.

- Cosa stai facendo, di grazia? - domandò sempre la solita voce in tono divertito.

- Secondo te - non poté fare a meno di replicare, abbastanza scontrosamente. Al diavolo!

Lei rise cristallina, per poi avvicinarsi a lui.

- Ed ecco che il tuo tanto amato incantesimo Levicorpus è stato usato su di te. Chi ti ha appeso per le gambe, Potter? Così magari gli vado a stringere la mano!

James la guardò torvo, pur vedendo solo una macchia indistinta rossa e nera.

In quel momento si sentì maledettamente impotente e anche molto, molto umiliato. Rivelarle che Snape l'aveva ridotto così? MAI. Lui era un malandrino, e aveva un orgoglio da difendere.

- Tanto non ci crederesti - bofonchiò vago.

- Ma davvero?

- Davvero! Ragion per cui... non è importante! Ora, se mi passi gentilmente la bacchetta, Evans, torno coi piedi per terra!

A Lily, James Potter non era mai sembrato tanto vulnerabile. Aveva l'aria di chi aveva appena perso la proprio a dignità, e lo si poteva notare dall'espressione corrucciata e dal vago rossore sulle sue guance. Si ritrovò a fissarlo un po’ intenerita, tanto che lui alla fine se ne accorse.

- D'accordo che sono bellissimo, Evans, ma non farti pensieri sconci solo perché sono in mutande a pochi centimetri da te!

In un momento, Lily tornò in sé e, mormorando, con gli occhi ridotti a due fessure minacciose, il contro-incantesimo, fece cadere con un tonfo sordo James a terra.

- Ahio! - esclamò lui, massaggiandosi la testa appena sbattuta contro il pavimento duro e freddo.

- Ora ti consiglierei di andare in Sala Comune, Potter. E' tardi e non mi pare che tu sia un Caposcuola, o un Prefetto.

- Ma sono il capitano della squadra, e ho quasi eguali poteri! - disse mettendosi in piedi. Tutto vorticò, così che chiuse gli occhi.

- Potter? - domandò Lily con una punta di preoccupazione nella voce.

- Sto bene, è solo che mi è venuto il sangue alla testa - bofonchiò. Ci mancava solo farsi compatire da lei! Sospirando, cercò a tentoni la sua bacchetta dove vedeva una macchia marrone, provocando una risata nella ragazza accanto a lui.

- Ma cosa fai? - domandò incerta, pensando che avesse perso il senno.

- Sto cercando la bacchetta! Eccola! - l'afferrò, e in men che non si dica la puntò vero la macchiolina che dovevano essere i suoi occhiali.

- Reparo! - pronunciò, per poi prenderli di nuovo a tentoni e inforcali. In un baleno, riacquistò la vista.

- Sei un po’ accecato, Potter.

Finalmente poté vedere chiaramente il volto della Evans, cosparso come al solito da qualche lentiggine e incorniciato da una cascata di capelli rossi scuri. Dio, come gli piaceva. Ma doveva sembrare maturo! M.A.T.U.R.O.!

- Tu dici, Evans? - chiese con non curanza, sistemando la divisa meglio che poteva. Lei alzò un sopracciglio.

- Ora puoi pure tornartene nel tuo dormitorio - replicò perentoria, girandosi per andare a controllare il secondo piano.

- Sempre acidina, vero, Evans? - le urlò dietro in tono divertito. Lei, facendo fluttuare i suoi capelli all'indietro, si voltò per restituire il sorriso finto che aveva lui stesso in volto in quell'istante.

- Sempre meglio di essere appesi in mezzo al corridoio con quelle stupide mutande a righe rosse e gialle alla vista di tutti! Buonanotte, eh, Potter!

- Vedo che le hai squadrate bene le mie mutande! Buonanotte anche a te, Evans!

- Impossibile non notarle, Potter, erano talmente umilianti che neanche un accecato come te avrebbe potuto non notarle! Ancora, buonanotte, Potter!

Era inutile. L'ultima parola, doveva essere quella di Lily Evans.

 

James non aveva mai visto Padfoot ridere così tanto delle sue disgrazie. Eppure, eccolo lì a rotolarsi dalle risa per il brutto quanto mai inaspettato tipo che gli aveva giocato a sorpresa Snape appena qualche ora prima. Se fosse stato completamente in sé, si sarebbe parecchio infuriato al sentire che Snape aveva avuto la meglio su un Grifondoro, in quel caso addirittura un malandrino! Tuttavia, eccolo a ridere ancora, forse a causa della potente sbornia in cui si erano ritrovati quella sera o perché alla fine aveva perso quell'unico, piccolo neurone nel suo cervello. Guardandolo male, Prongs prese un altro sorso di whisky incendiario, mentre i suoi così detti amici, perfino Moony, ridevano del suo strano racconto.

- Scusa, Prongs, ma un po’ te lo sei meritato - disse Remus, quasi con le lacrime agli occhi dal gran ridere.

- Meritato?! Mi sto comportando benissimo quest'anno! - si difese James.

- Benissimo?! Ma se fatturi almeno una volta al giorno Snape?! Dovevi aspettartelo che un giorno ti avrebbe fregato... ringrazia che non ha fatto di peggio! - lo rimbeccò Remus.

- Snape è un caso a parte - si limitò a dire, rabbuiandosi, James. Sirius prese un sorso del suo whisky per poi guardarlo con l'aria di chi la sapeva lunga.

- Diciamocela, hic!: Snape è un caso a parte per diverse ragioni! Hic! - si diede un colpetto sul petto per far cessare il singhiozzo. - Insomma... hic! E' unto, brutto e SEMPREVERDE! Hic!

- Certo, ora è anche un vegetale! - ridacchiò Remus.

- Ed è anche innamorato della Evans! - gracchiò James, da sopra la sua bottiglia semi-vuota.

Improvvisamente il silenzio scese nella loro camera.

- Cosa?! - sputacchiò Peter, strozzandosi con il whisky.

- E' per questo che lo odi così tanto?! - domandò Remus, fissandolo sconvolto. James si stropicciò gli occhi.

- Certo! - rispose con voce carica di disprezzo Prongs.

- Mocciosus sa amare?! - saltò su Sirius, la testa che gli oscillava avanti e indietro.

- Sì - bofonchiò James - e ama lei! Non potete non accorgervene!

- Questa è la cosa più ridicola che io abbia mai sentito! Snape che ama Lily? - disse Remus, anche lui non completamente lucido, seppur nelle condizioni disastrate degli altri tre malandrini. Peter, poi, pareva essere caduto in una stato abbastanza comatoso.

- Ti dico di sì! - James quasi non sbatté la sua bottiglia in faccia a Remus a causa della foga con cui si dimenò. Non contento, volle ripeterlo con più enfasi.

- ... Cavolo, SI'!

- Cazzo ti urli - borbottò Sirius, strisciando con la pancia a terra verso il suo letto nella vana speranza di riuscire a salirvi sopra senza cadere rovinosamente a terra.

- Prongs, Lily non parla con Snape da due anni ormai! E comunque non puoi avere seriamente paura di lui! - spiegò con la lingua impastata Remus, per poi sbadigliare sonoramente.

Invece, la realtà era proprio quella. Non aveva mai voluto dirlo a nessuno, ma odiava Snape perché Snape, a differenza sua, un tempo aveva avuto Lily per sé.

Lui mai.

E pensare che Mocciosus avesse qualcosa che lui non aveva, lo tormentava quasi come in quel momento l'alcol tormentava un Sirius Black completamente riversato sul pavimento con due dita in gola, sperando di potersi liberare dai suoi dolori...

 

 

Lily si rigirò per l'ennesima volta nel suo letto. Era appena arrivata in camera dopo aver pattugliato almeno quattro volte i primi piani, ma non aveva la ben che minima intenzione di addormentarsi. E ciò non era assolutamente voluto.

- Accidenti - mormorò disperatamente, portandosi le mani al volto.

All'inizio aveva provato a contare le pecore, ma ben presto si era ritrovata a contare da quanti giorni James Potter non le chiedeva di uscire. E il numero era sconcertante.

Ottantaquattro.

Sì, insomma... OTTANTAQUATTRO!

L'aveva sicuramente messa da parte. Non poteva essere altrimenti. Anche quando le parlava ora non era più il solito sbruffone, a parte qualche battutine idiota. Per di più si mormorava in giro che gli piacesse una del terzo anno del Corvonero. Una stupidotta dai boccoli perfetti.

Tu sei malata, si ritrovò a pensare.

Insomma... non puoi prenderti una cottarella per James Potter! E per di più non puoi essere così sfigata da beccartela quando lui va dietro alle gonne di un'altra!

Eppure... eppure non poteva far altro che pensare ai suoi occhi color nocciola, al suo naso lungo e dritto, a quella maturità acquisita ultimamente che le piaceva veramente tanto. E al fatto di non essere più venerata da lui.

Che odio!

Improvvisamente, le venne in mente una citazione molto comune nel mondo babbano: "Non ti accorgi di quanto tieni a una cosa finché non la perdi".

Molto bene. Lei aveva, molto probabilmente, appena perso James Potter. E questo, la tormentava...

  
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